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Autore: ele superstar    20/06/2013    6 recensioni
Coppia: AxH
Vediamo come la nostra coppia vive la sua vita, in questo momento...
Questa storia inizia con un Alejandro piuttosto assortito nei suoi pensieri, ma una donna, la sua, lo distoglierà presto da essi con una delle sue solite lamentele. A quel punto Alejandro deciderà di non subire la solita ira della donna decidendo di applicare una strategia molto semplice, ma in quel momento perfetta. Purtroppo, però, Heather ebbe la meglio.
Entrambi citarono il "destino". Oppure era stato qualcos'altro?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alejandro, Heather | Coppie: Alejandro/Heather
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Stagione di strategie
 

 
Era nella camera da letto, disteso sul letto matrimoniale con entrambe le braccia dietro alla nuca e lo sguardo fisso verso il soffitto, intento ad assaporare ogni singola particella di profumo che emanava la trapunta sulla quale era sdraiato ormai da una buona mezz’ora.
E intanto pensava sorridendo con un pizzico di malizia, no, con molta malizia alla notte che aveva passato prima. Insieme ad una donna. Alla sua donna, ormai da cinque lunghi anni. E pensare che fino alla sera prima quelle stesse trapunte puzzavano di sudore, e l’odore di pulito, invece, sembrava sparito, quella notte.
Il sudore l’aveva del tutto “scacciato”.

Non ne voleva proprio sapere di alzarsi da lì e ritornare alla realtà. No. Voleva viaggiare ancora un po’ con la fantasia, anche se a dirla tutta, quella non era per nulla una fantasia, era accaduto veramente. Ed era proprio quel fatto a piacergli di più.
Era come se lui fosse un bambino totalmente imbambolato davanti a dei fiocchi leggeri, soffici e freddi visti per la prima volta, che continuavano a cadere, e cadere, e cadere in continuazione durante un’insolita giornata di dicembre. Non si fermavano mai. Lo stesso succedeva con le immagini che scorrevano una dopo l’altra, incessabili, nella sua mente.
Di solito non gli accadeva mai di pensarci così intensamente, eppure quella volta era accaduto. Non se lo spiegava. Ma, d’altronde, la risposta era estremamente semplice. Gli era piaciuto. Estremamente. Molto più di tutte le altre volte. Forse perché non era accaduto da molto tempo.

Tutti questi pensieri erano dannatamente suggestivi, ma oltre a questi, Alejandro si accingeva a pensare anche ad un’altra cosa, totalmente discostata dai pensieri precedenti. Rifletteva sui suoi due splendidi bambini. Una era una femmina di cinque anni e l’altro, il maschio, nonché fratello minore, aveva un anno e mezzo. Erano la sua gioia, il suo motivo di essere al settimo cielo. Inoltre li aveva avuti con la madre più perfetta della terra, secondo il suo parere. Heather.
Poi, però, dovette tornare comunque alla realtà, anche se in modo piuttosto… brusco.
- Alejandro! -

Al sentire quell’urlo –che lui soprannominava scherzosamente come “l’urlo di Heather”- si spaventò in un modo tale da cadere letteralmente giù dal letto e sbattendo un poco la testa sul pavimento pulito, fresco e lucido. Così tanto lucido da potersi specchiare.
Che aveva mai fatto questa volta di così grave? Ma questa domanda formulata tra sé e sé era inequivocabilmente e totalmente inutile, dato che anche per una piccola, minuscola goccia di vino versata sulla tovaglia ricamata della moglie, quest’ultima poteva andare su tutte le furie e urlargli contro, senza voler controbattere, per lunghi minuti.
Ma per fortuna qualche volta, in un modo o nell’altro, sapeva come farsi perdonare o come scamparla. E, chissà, magari avrebbe usato uno di questi metodi anche questa volta.

Intanto una figura snella, dai lineamenti perfetti e con una vestaglia color rosso acceso, lungo fino alle ginocchia e con una spallina che le scendeva in modo sinuoso sul braccio lo osservava spazientita e lanciandogli gelide stilettate con entrambe le mani appoggiate sui fianchi e il piede che batteva con fare insistente sul pavimento.
-Heather, amor, Qué pasa?- Disse con strana tranquillità.
Ma forse era del tutto comprensibile per ben due motivi: il primo era che oramai era abituato a questo genere di situazioni con la sua sposa e il secondo era che lui era raramente intimorito.

Lei in tutta risposta alzò una mano e con l’indice gli fece segno di raggiungerla, senza però abbandonare il suo sguardo da “assassina”.
Poi sparì leggiadra verso il bagno, aspettando impaziente e a braccia conserte l’altro.
Alejandro trattenne a stento un sospiro che trasmetteva amara rassegnazione e raggiunse la sua Heather.
-Ma dico, hai una vaga idea di che bordello hai creato con la tua roba sul lavandino!? Guarda! La tua seccante abitudine di lasciare il tuo dentifricio aperto sul lavandino mi da sui nervi! Lo sporca tutto! E alla fine a chi tocca pulirlo? A te? No! Anche se effettivamente sarebbe meglio. E poi guarda qua! – indicando una scatola vuota che avrebbe dovuto contenere il rasoio di Alejandro, lo spazzolino caduto “accidentalmente” a terra insieme a quello di Heather, la sua spazzola mezza rotta e l’asciugamano tutto spiegazzato- se ritrovo un’altra cosa fuori posto ti faccio dormire sul divano! Fino a ieri avrei saputo resistere, ma ora è troppo-

Alejandro era rimasto come pietrificato dalla sua donna. Ma non perché fosse intimorito. In effetti non aveva ascoltato un gran ché di quello che aveva da dire, ma ovviamente intuì di aver creato un bel casino in bagno, in quei giorni. Era rimasto come incantato dalla donna che gli apparteneva totalmente. Ai suoi occhi in quel preciso momento era così… sexy!
Ma alla fine decise di rigirare la frittata. Ma questa volta l’avrebbe girata lui, e non la cuoca di casa.
Così le si avvicinò deciso ma lentamente, accarezzandole dolcemente il braccio destro e pronunciando alcune semplici parole.
-Se vuoi posso farmi perdonare di nuovo.- Disse. Dopodiché cominciò a baciarla con foga e determinazione, sperando di scampare al suo ennesimo scatto d’ira nei suoi confronti anche questa volta.

Ma in realtà il suo scopo era solamente quello di riavere le sue labbra nuovamente tutte per sé.
Si staccarono dopo qualche minuto e lei rispose.
-Non credere che la scamperai anche questa volta, Burromuerto. Non sono così debole, come ben sai-
Eh sì, aveva dannatamente ragione. Heather non era per nulla debole, anzi.
Ma sapeva per certo che anche quella volta sarebbe ceduta all’istante. Inoltre non aveva più la scusa del suo orgoglio o del fatto che non lo amava, visto che ormai erano felicemente sposati. Certo, avrebbe potuto comunque dire che l’aveva sposato solo per soldi, ma entrambi sapevano che non era la verità. Sarebbe stato inutile dirlo. In un certo senso, lei si lasciava andare qualche volta, anche se non sempre. In effetti alcune volte era irremovibile, soprattutto per delle faccende che a parere di Heather erano piuttosto… come dire… “serie”.
Ma per fortuna la questione del bagno non rientrava in questa categoria.
-Vogliamo provare?- Ribatté Alejandro.

Perciò nel giro di pochi secondi si ritrovarono a baciarsi con passione nuovamente, senza staccarsi, nemmeno per riprendere fiato. Lei che gli accarezzava i capelli con le mani e lui che le cingeva dolcemente la vita. A entrambi piaceva sentire le labbra dell’uno sull’altro. Era una cosa che li completava. Che li univa.
La ragazza si sedette sulla finestra, con le proprie gambe magre e perfette che cingevano e spingevano ancora di più la schiena dell’altro verso di lei, mentre approfondirono sempre di più il bacio.
Ma quella volta, anche se non fu lei, il “destino”, o qualcos’altro, non volle dare ad Alejandro quest’altra possibilità di sfuggire del tutto alla sua ira.

Entrambi sentirono il legno della porta del bagno cigolare lentamente. La loro figlia li aveva interrotti, Heather e Alejandro si sedettero e fortunatamente la piccina non si accorse di nulla, visto che stava guardando i suoi due piccoli pupazzi tra le sue mani. Poi, la invitarono a sedere sulle loro gambe.
-Mamma, papà, il mio fratellino non vuole dormire. Continua a piangere e non riesco a giocare con i miei peluche. Era il momento di peluchino. Doveva dare false speranze a peluchetto!-
Entrambi sorrisero. Aveva preso da entrambi i genitori, in questo fatto. Tutti e due avevano passato un’intera vita a illudere tutte le persone di questo mondo e a giostrarle per ottenere uno scopo. E alcune volte questa strategia continuava tra marito e moglie. Dissero alla figlia di ritornare in camera sua, al fratellino ci avrebbero pensato loro. E così lei fece. Raggiunse la sua cameretta e i due tornarono ad essere soli.

Fu Heather la prima a dire qualcosa.
-Mi spiace, Cattivandro. Il destino evidentemente ti è stato avverso, è dalla mia parte adesso.-
Detto questo, baciò il suo uomo e riprese a parlare.
-Quando torno vedremo come saprai sfuggire alla mia rabbia! Ma, da brava moglie, ti do una possibilità. Se pulisci tutto quello schifo che hai creato in bagno, forse e dico forse, limiterò un poco la mia rabbia-
Concluse vittoriosa e sparì per tentare di far addormentare il figlio.
Alejandro sorrise. Sorrise per l’astuzia della donna, che con quell’ultima frase, poi, avrebbe decisamente ottenuto ciò che voleva. Lui non aveva per niente voglia di litigare, durante l’intera giornata. Sorrideva anche per il fatto che, sì, forse il destino quella volta aveva voluto così, a suo malgrado, ma poteva stare certo di una cosa, dopotutto.
La prossima volta sarebbe stato decisamente dalla sua parte.
D’altronde, ogni momento della loro vita era, per entrambi, una stagione di strategie!

 
 
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Angolo autrice

Ehi, come va??? Finalmente, dopo decenni e decenni di… anni (?) sono riuscita a trovare l’ispirazione grazie al mio bagno schiuma :3 hahahahaha buffo, vero???
xD comunque sia, sono felice di essere tornata a scrivere, finalmente!
E’ divertente!
Beh, scrivete una recensione, mi raccomando! E ditemi se vi è piaciuta o no.
Ci conto!
Bye, Ele!

  
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