Questa è la mia storia.Una storia di sofferenza,una storia di dolore ma anche di magia.Per gran parte della mia vita non ho mai sognato il potere e la gloria,ho sempre desiderato un qualcosa che potesse soddisfare la mia sete di conoscenza,un qualcosa che potesse appagare la mia anima,ma ancor di più la mia mente.Sono Simon Petrikov,un normale ricercatore,un antiquario per dirla tutta.Conducevo una vita normalissima,lontana dalle difficoltà economiche e sociali.Avevo una fidanzata,bella,dolce,sincera...il suo nome ? il suo nome,il suo nome...ah sì,Betty.Ogni giorno che passa il ricordo di lei si fa sempre più lontano,ricordo solo che ci amavamo alla follia,che eravamo fatti l'uno per l'altra,ma un giorno,senza una motivazione ben precisa lei decise di andarsene,abbandonandomi a un destino di solitudine e disperazione.Era tutto,il mio tutto,con lei condividevo gioie e dolori,pensieri e aspirazioni,non dovevo temere nulla se lei era al mio fianco.Spesso per gioco le attribuivo anche il nome di ''principessina''.La vita,oltre alla donna che amavo mi ha portato via anche la voglia di compiere il lavoro che praticavo da anni e anni,l'antiquario.Questo stesso lavoro,però,è stata la causa della mia rovina.Tempo prima conoscevo un marinaio che navigava per i mari della scandinavia del nord,mio fidato amico e compagno di ricerche,si chiamava Noah. Ogni inverno portava nel mio negozietto di antiquariato uno dei suoi '' tesori '' di viaggio,banalità oserei dire.Solitamente erano: conchiglie rare,sabbia bianca o addirittura pesci di altri continenti.Così come entravano in mio possesso finivano direttamente nell'immondizia,ma...quell'anno,quell'anno in cui la mia vita sembrava cadere a pezzi ecco che il famoso tesoro del marinaio sembrava essere un qualcosa di ben più prezioso e alquanto unico: una corona,per di più costellata di rubini.Vendendola avrei potuto ricavare qualcosa per ricominciare una nuova vita,chissà,magari pagando i debiti e iniziando una nuova attività da antiquario.Avrei ricavato benefici nel venderla,ma purtroppo così non fu.Il colore di quei rubini,l'unicità di quell'oro,era un qualcosa di particolarmente ipnotico.Era nella mia testa,quella corona mi chiamava,non mi avrebbe mai abbandonato,lei sarebbe rimasta con me...per tutta la vita.Voci insolite turbavano le mie notti,quasi come sussurri lontani,un sibilare quasi impercettibile,ma rilassante da ascoltare.La corona,posta sulla scrivania della mia stanza da letto se ne stava lì,ad osservarmi,fingendosi inanimata quando in realtà era molto più viva di me.Una notte come tante,finalmente,mi decisi ad indossarla,non so quando,non so perchè,ricordo solo di essermi svegliato nel bel mezzo della notte con l'intento di portarla sul capo.Era lì,dinnanzi a me,bella e luccicante per merito di quei rubini,e dei raggi lunari che penetravano le vetrate della mia camera.Con gesto lento e titubante la indossai,e subito mi venne rivelato tutto.Mi furono svelati segreti,segreti che l'umanità mai prima d'ora si era degnata di scoprire.Quei segreti nascosti riguardavano i segreti del ghiaccio e della neve,segreti che purtroppo non posso rivelare così apertamente.Più la indossavo e più mi rallegravo senza una ragione ben valida,settimane e settimane a portarla sul capo,senza separarmene mai...forse..una ragione in realtà c'era.Per merito di essa non conoscevo più la tristezza,la paura,il dolore,ma solo la spensieratezza e la superficialità.Il mio nuovo stile di vita non aveva cambiato solo il mio carattere ma anche il mio aspetto fisico.Iniziarono a spuntare i primi capelli bianchi (eppure a quei tempi ero un giovane ) e la pelle assumeva un colorito sempre più pallido,quasi azzurrognolo.La cosa mi spaventava a dir poco.Ogni settimana passata ad osservarmi allo specchio notavo il mio radicale cambiamento: vecchio,blu,e con una lunga barba bianca,quella specie di ''metamorfosi'' mi stava facendo perdere il senno.Sentivo voci,vedevo ombre,percepivo presenze attorno a me,la pazzia fu lo stadio decisivo,che mi portò alla disfatta.Trascorsero settimane ed ecco che arrivarono le prime lettere,lettere che dichiaravano esplicitamente il mio eventuale sfratto in caso di un altro mancato pagamento.Eh sì,tirare avanti senza un lavoro era molto più dura di quel che sembrava,quello sarebbe stato il secondo affitto mensile non pagato,e,perdere la casa in quelle condizioni psicologiche mi avrebbe di sicuro portato  al suicidio,cosa poteva fare ?.Non avevo nulla,eppure la chiave di ogni soluzione era racchiusa in un solo oggetto,quella dannata corona che custodivo gelosamente nella mia stanza.Fortunatamente con i pochi risparmi rimasti riuscii a pagare gli affitti,anche se successivamente andai in bancarotta.Concluso il mese fui costretto ad abbandonare la mia abitazione,vagando per le strade di un piccolo villaggio situato nel mitico continente di Ooo. Tutto sembrava cadere a pezzi,niente più Betty,niente più lavoro,la corona era l'unico oggetto che possedevo,forse anche l'unica cosa che non mi spingeva ad uccidermi.Vagavo senza una metà,sporco,straccione,decisi solo in seguito l'area in cui stabilirmi,una zona ampia e montuosa,isolata dagli altri villaggi del regno di Ooo. Venne il gelo,su quell'area,ma anche sul mio cuore.Il ricordo di Simon Petrikov'' era ormai sepolto sotto la neve.Niente più traccia di lui,se non della corona che portava sul capo.La fine puo' essere il principio di tutto.