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Autore: Authenticity_    20/06/2013    0 recensioni
Vorrei solo tornare indietro nel tempo e godermi quell'anno spensierato, l'unico anno in cui abbiamo potuto stare insieme senza nessun problema, nessuna oppressione.
Ora che non ho più niente mi sembra di aver sprecato ogni attimo, ogni millesimo di secondo passato in sua compagnia.
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-Chi diavolo sei tu?
Mi trovo faccia a faccia con me stesso. Stessi ricci, stessi occhi, stesso sorriso, stesse fossette.
E a quel punto mi rendo conto che tutto quello non può essere possibile. Non posso essere veramente tornato indietro nel tempo. Quello deve essere qualcun altro, un ragazzo che mi assomiglia in maniera incredibile, che ha la mia stessa voce, il mio stesso aspetto e i miei stessi vecchi gusti nel vestire.
#Larry
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Welcome To The Past

 

Prologue






Giorni, mesi, anni. Il tempo scorre talmente in fretta che nemmeno ce ne accorgiamo.
Ogni secondo che passa ho sempre più la sensazione di star perdendo tempo. Quel tempo prezioso di quella misera vita che ci è stata concessa.
Una possibilità. Mi hanno dato una sola possibilità per essere felice, per riuscire a trovare quella piccola parte di felicità che tutti gli uomini esistenti nell'universo dovrebbero avere.
In fondo, non siamo stati creati per inseguire i nostri sogni? Certo, è sempre stato risaputo che per riuscire a conquistarsi quel sogno si sarebbero dovuto superare mille difficoltà, anche se quando penso al giorno delle audizioni ad Xfactor, penso solo di aver avuto una grande fortuna;
Ho deciso di partecipare al provino grazie al consiglio di mia madre e i miei parenti che, quando ancora frequentavo la scuola superiore ad Holmes Chapel, vedendomi cantare insieme al mio vecchio gruppo, non hanno esitato un secondo ad iscrivermi per le audizioni di uno dei programmi più famosi in Inghilterra. E in un attimo mi sono ritrovato dentro quello studio, davanti a tre giudici che avrebbero avuto l'onore di decidere il mio futuro, la mia vita.
E' stato un attimo. Sono bastati due semplici si.
Poi la band, il successo, gli album, si sono susseguiti tutti in una volta senza che nemmeno me ne accorgessi. Ed ora che ci penso non ho patito le pene dell'inferno per realizzare quel sogno. Mi è stato donato solo Dio sa per quale motivo, senza che io faticassi più di tanto.
Ma cos'ho fatto per meritarmi tutto questo?
Siamo sicuri fosse questo il mio vero sogno? Quello che avrebbe potuto rendermi felice per tutta la vita?
Le giornate erano intense, piene di impegni, e la stanchezza c'era e c'è tutt'ora, ma non è mai stato un vero impegno mentale. Fisico senza alcun dubbio: svegliarsi presto la mattina, girare tutto il mondo senza fermarsi quasi mai tra tour, interviste e tante altre cose, ma con un aiuto e una buona dose di forza di volontà è tutto più semplice.
Forse all'inizio pensavo non ci fosse niente di più stressante e faticoso che girare per il mondo continuamente oppresso e perseguitato da paparazzi e fans, ma poi mi sono dovuto ricredere.
Ero felice i primi tempi, troppo felice senza essermelo nemmeno meritato.
Ma non mi ero ancora accorto che tutta quella felicità non era di certo solo frutto del successo che mi era piombato addosso in un batter d'occhio, no.
Louis Tomlinson era il nome della mia felicità.

Ma vale la pena di lottare fino al punto di rovinarsi la vita?

Me lo chiedo ogni fottuto giorno. Ogni fottuto inutile giorno.
Perchè come posso essere felice se la mia ancora di felicità mi è stata strappata via?
Ammetto che all'inizio non credevo nell'amore. Non ho mai pensato che il mio sogno potesse essere legato in qualche modo alla persona di cui un giorno mi sarei innamorato. Seppur molto sensibile, ho sempre avuto in certi momenti una parte del mio cuore ghiacciata. Quella che si è ghiacciata non appena mio padre ha lasciato me, mia madre e mia sorella.
Forse la scomparsa di mio padre dalla mia vita, le litigate continue che aveva con mia madre, mi hanno fatto credere che l'amore non esistesse, che fosse solo una cazzata per non ridurre il numero di popolazione. Ma poi quell'amore stesso mi ha travolto, mi ha travolto cuore, anima e corpo tutto in una volta.
Più del primo dieci alle superiori, più della separazione dei miei genitori, più del successo improvviso.
Non passava giorno in cui non lo pensassi. Ora che ci penso, era stato amore dalla prima volta che ci siamo incontrati, dal primo sguardo attraverso lo specchio di un bagno sporco e malandato.
Ero solo troppo orgoglioso e troppo testardo per ammetterlo a me stesso.
Non è facile accorgersi di provare quel tipo di sentimento per un ragazzo. Non dopo anni passati a credere di avere un'innata passione per le donne e le loro curve. Non dopo aver passato serate intere con i tuoi amici a guardare porno rigorosamente etero, come è giusto che sia.
Mi sono sempre chiesto cosa si provasse ad essere attratti da un altro uomo. Era troppo strano, troppo impensabile. Non ho mai criticato nessuno, ma davvero non riuscivo a capire che cosa avessero di sbagliato tutti quelli che provavano delle attrazioni di quel genere quando potevano benissimo avere una donna. La cosa più bella sulla faccia della terra.
Eppure con Louis è stato tutto così naturale... quell' amicizia che ci univa inizialmente...avrei dovuto accorgermene che non fosse normale, avrei dovuto ascoltare le nostre prime fan che iniziavano a trovare qualcosa di strano, qualcosa in più fra di noi. Ma sia io che lui abbiamo continuato a scherzare, come se tutto quello fosse naturale. Può sembrare strano dopo tre anni passati insieme quasi tutti i giorni, ma non gli ho mai chiesto quando si è accorto di provare qualcosa per me, non ne ho mai avuto l'occasione.
Me lo hanno portato via prima che me ne accorgessi, prima che potessi anche provare a farlo.
Tutti pensano che la vita da cantante o attore famoso sia la più bella in assoluto. Donne, soldi, successo e chi più ne ha più ne metta. Ma vorrei far vivere ad ogni essere umano che pensa questo un giorno della mia vita, un giorno nel mio corpo. Giusto per far capire cosa significa veramente e quello che si prova.
Loro conoscono solo quello che le telecamere mostrano, quello che i giornalisti sono pagati per dire. Ma non sanno tutto quello che c'è dietro.
Io sto mollando. Sto mollando piano piano. Nonostante la pressione del management, delle telecamere, delle fan perfino, sto cercando di resistere, sto cercando di non crollare definitivamente. Perchè sono un fottuto cretino che pensa che prima o poi le cose si risolveranno, che tutto ritornerà facile come ai primi tempi, quando potevo comportarmi come il vero Harry Styles.
Il mio stomaco si rifiuta di digerire quella consapevolezza che più il tempo passa, peggiori saranno le conseguenze.
Ed ecco che quel sogno, quello vero, diventa sempre più lontano, sempre più irraggiungibile.
Lui è così vicino, ma così lontano.
“Solo fino a che le acque si saranno calmate” ci avevano detto, la prima volta che ci avevano convocati nel loro ufficio. Dovevamo restare lontani per un po', in modo da eliminare quei sospetti che si erano creati sul nostro rapporto. Non potevamo permetterci questo.
Il nostro successo lo dovevamo quasi solo ed esclusivamente a delle ragazzine troppo giovani, troppo condizionate dal pensiero degli adulti con pensieri sbagliati verso le coppie diverse e malate. Sono sempre stato consapevole che una parte di loro ci seguiva e ci segue anche ora in particolare per il nostro aspetto, per sognare che un giorno proprio noi saremo i loro principi azzurri.
Come potevamo ammettere al mondo di essere gay quando la società non faceva altro che distruggere questi? Avremmo distrutto il cuore di tantissime ragazze e perso tantissimi ascolti, tantissime possibilità di un futuro come band.
E non potevamo mandare tutto a puttane solo per questo. Non potevamo farlo perchè era il nostro sogno. Sia mio che di Louis. E poi Zayn, Niall e Liam. Loro non se lo meritavano.
Perchè se sono ancora in piedi dopo tutto questo tempo lo devo in particolare a loro che ormai sono diventati il mio palo di sostegno. Riescono ad aiutarmi in tutti i momenti e a darmi la forza per continuare tutto questo.

Vorrei solo tornare indietro nel tempo e godermi quell'anno spensierato, l'unico anno in cui abbiamo potuto stare insieme senza nessun problema, nessuna oppressione.
Ora che non ho più niente mi sembra di aver sprecato ogni attimo, ogni millesimo di secondo passato in sua compagnia.


I problemi sono iniziati quando il management si era reso conto che alcune ragazzine continuavano ad essere convinte che la nostra amicizia era qualcosa in più, qualcosa di speciale, qualcosa di unico e quando queste a loro volta, si sono rese conto che in qualche modo ci stavano ostacolando.
I problemi sono iniziati quando è arrivata Eleanor Calder.
Ragazza dolce, con il viso perfetto, gambe lunghe e fisico che avrebbe fatto invidia a chiunque. Quale miglior modo per non destare sospetti se non quello di incaricare una ragazza che non era stata fortunata nella carriera del cinema per fingere di essere la fidanzata di uno dei due?
Ovviamente era stata assegnata a Louis. Il più grande, il più affidabile dei due. Io a quei tempi ero ancora un ragazzino che non era ancora pronto per fingere. Ero troppo innamorato per farlo.
E da quel momento sono iniziati i dubbi. I dubbi che per lui non valessi niente, la paura che si sarebbe potuto innamorare di lei, la gelosia di tutti i momenti in sua compagnia e di tutte le vacanze che aveva promesso a me ma che ha regalato a lei.
Come poteva lasciarmi da solo? Come poteva baciarla davanti alle telecamere senza provare nemmeno un minimo di pietà nei miei confronti?
Burattini, ecco cosa eravamo, ecco cosa continuiamo ad essere.
Vorrei essere in grado di fregarmene, di non pensarci e di cercare di dimenticare tutti quei sogni che mi ero fatto per un futuro insieme, tutte quelle illusioni, e anche tutti i momenti perfetti passati in sua compagnia.
Ma non ci riesco. Non ci riuscirò mai.
Sono sempre stato bravo a mascherare le mie emozioni, ho dovuto farlo anche dopo l'allontanamento di mio padre dopotutto; mia madre aveva bisogno di me e non dovevo mostrarmi distrutto in sua presenza, perchè non avrei fatto altro che peggiorare la situazione. Perciò mi sfogavo nella mia camera, una volta arrivata l'ora di andare a dormire. Piangevo, piangevo senza sosta: lacrime amare e piene di tutto quel dolore che trattenevo giornate intere per mia madre, per mia sorella, le persone più importanti di tutta la mia vita che non meritavano per nulla al mondo di star male.
Sono sempre stato bravo a consolare, a dare consigli agli altri. Ma non a me stesso.
Non mi sono mai sentito così impotente come in questo momento. Piano piano la consapevolezza che il tempo mi sta portando via Louis si sta espandendo nel mio cuore, nella mia mente, senza che io possa più bloccarla. Mi sto chiudendo in me stesso e mi sto allontanando persino dai miei amici. Loro se ne sono accorti e non replicano quando preferisco passare del tempo con Lou, Lux e Tom, o in altri casi con Nick Grimshaw o con Ed Sheraan.
Ho bisogno delle giuste distanze, da lui, dai ricordi, da tutto quello che ci lega e da tutto l'amore sotterrato nel più profondo della mia anima e che mi logora e mi distrugge dentro.

Vorrei solo tornare indietro nel tempo e cercare di cambiare tutto questo schifo.

Succede tutto in un attimo. Un secondo prima sono nel mio letto, con il viso affondato nel cuscino e le lacrime negli occhi, un secondo dopo sono fuori dal Bootcamp di Xfactor, vestito e pettinato.
All'inizio sono sicuro di star sognando. L'ennesimo sogno che la mattina dopo mi avrebbe lasciato il solito vuoto dentro lo stomaco. Ma poi mi porto due dita fino al braccio e mi pizzico un piccolo strato di pelle rendendomi poi conto di sentire un dolore atroce proprio in quel punto.
Mi lancio qualche occhiata attorno e si, sta succedendo davvero.
Non faccio in tempo a preoccuparmi, a pormi qualsiasi domanda, che dei passi dietro di me mi fanno girare automaticamente, e per poco non mi strozzo con la saliva.
-Chi diavolo sei tu?
Mi trovo faccia a faccia con me stesso. Stessi ricci, stessi occhi, stesso sorriso, stesse fossette.
E a quel punto mi rendo conto che tutto quello non può essere possibile. Non posso essere veramente tornato indietro nel tempo. Quello deve essere qualcun altro, un ragazzo che mi assomiglia in maniera incredibile, che ha la mia stessa voce, il mio stesso aspetto e i miei stessi vecchi gusti nel vestire.
-Mi stai ascoltando?
Strizzo gli occhi per qualche secondo poi li riapro, ritrovandomi sempre quei capelli ricci davanti.
-Non è possibile.
Lui alza le sopracciglia e per poco non si mette a ridere. Ma poi collego che non può essere altrimenti. Che in qualche modo surreale sono ritornato indietro nel tempo come avevo desiderato da due anni a questa parte e che quello di fronte a me sono io a tutti gli effetti.
E mi rendo conto che nel mio passato non ho mai incontrato un me futuro e che questo potrebbe implicare uno sconvolgimento di tutta la mia vita.
-In effetti è abbastanza strano- Annuisce sorridendo e avvicinandosi di qualche passo.
-Non toccarmi- Gli ordino, facendo altrettanti passi indietro. Non so bene quello che potrebbe succedere, non so quali possano essere i disastri che un semplice contatto potrebbe provocare.
-Cos'hai la lebbra?- Chiede ridendo.
E per qualche strano motivo non riesco a non fare altrettanto, lasciandolo con un volto incredibilmente sorpreso e la bocca aperta in una “o” perfetta.
Perchè io avrei fatto la stessa identica domanda
-Sei il mio sosia o cosa?- Domanda di nuovo, incurante di ricevere una mia risposta alla sua domanda precedente. In effetti nemmeno io al suo posto mi sarei posto tanti problemi sul perchè un ragazzo uguale identico a me non si facesse toccare.
Ma non rispondo. Non so cosa dire, come spiegare la situazione. Non posso semplicemente dirgli così su due piedi che siamo la stessa persona e che per qualche motivo a me sconosciuto mi sono ritrovato indietro nel tempo di tre anni dopo averlo desiderato ardentemente a lungo.
Mi prenderebbe per psicopatico sicuramente, specie in questo momento. Già pensa che abbia qualche rotella fuori posto, ne sono convinto. In fondo, conosco tutto di me stesso no?
-Che ci fai qui ragazzino?
Fingere di non conoscerlo penso sia la soluzione migliore per ora. Devo capire quello che sta succedendo prima di tutto.
-Non vedo perchè dovrei dirlo a te.
Alzo le spalle, cercando di mostrarmi indifferente, poi lo supero urtandogli appositamente la spalla.
-Hey dove vai?- Urla quando ormai disto già parecchi passi da me.
Devo accertarmi di essere davvero tornato indietro nel tempo, fosse l'ultima cosa che faccio.






******





L'idea per la Fan Fiction è venuta non appena ho visto questa bellissima foto:



Ci è mancato poco che non piangessi non appena ho letto le frasi, perciò ho pensato: Perchè non scriverci una Fan Fiction?
Bene, detto questo mi auguro che come prologo vi sia piaciuto e che prima di andarvene mi lasciaste qualce recensione per sapere se l'idea è un totale fallimento e farei meglio a cancellare direttamente la storia o se vi è piaciuta!
Non so se in giro per EFP ci sia già stata una storia simile, io non ne ho letta nessuna perciò penso di no, comunque spero di essere in grado di trattare questa tematica abbastanza complicata. Mai giocare con il passato, no?
Non mi dilungo più di tanto anche perchè sono un po' di fretta, alla prossima!!


Giulia

 

  
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