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Autore: kanejvibes    20/06/2013    9 recensioni
"Non la inviterai ad uscire", dissi io.
"Oh, sì, invece", rispose Harry, sorridendo.
"No, non lo farai", insistetti, guardandolo male.
"E perché mai?", chiese.
"Perché non è il tuo tipo", la sparai lì.
"E' sexy, bionda e sexy. Certo che è il mio tipo!".
Sbuffai.
"Per fortuna tu non eri uno di quei ragazzi che pensa solo al sesso, eh!", sbottai, scuotendo la testa.
Harry sorrise.
"Vorresti approfittarne?", chiese, lanciandomi un'occhiata maliziosa.
Feci una smorfia.
"Per favore. Vuoi che ti vomiti nell'auto?".
Lui ridacchiò.
"Sei vergine, eh? Lo sospettavo. Forse è per questo che sei così acida. Un po' di sesso ti farebbe bene".
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Joan Perkinson è una ragazza normale con una vita normale: ma una vita normale si può sempre sconvolgere.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'You and I'
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My life with you

 
 
Suite imperiale con balcone vista mare, solo per lei
 


"Chi viene a cena?", chiesi a mia madre, entrando in cucina.
"Oh, ehm...una...vecchia amica e suo figlio", rispose lei, finendo di apparecchiare.
"Ah, perché non mi hai detto niente?", continuai io, sedendomi.
"E' stata una cosa improvvisa".
Annuii e cominciai a picchiettare le dita sul tavolo.
Lei sospirò e si sedette vicino a me.
"Senti, devi sapere delle cose...loro non vengono soltanto a cena, si fermano per un po' qui da noi, dato che Daniel non c'è e siamo sole...".
"Sì, ok. Per me va bene", ribattei io, con nonchalance.
"Beh, non ti ho detto tutto...lei era la mia migliore amica, ma non ci vediamo più da parecchio tempo...perché...perché...", la sua voce si strozzò di colpo e io corrugai la fronte.
"Perchè...?", la incitai, curiosa.
"L'ho trovata a letto con tuo padre", disse tutto d'un fiato, osservandomi con attenzione per capire quale sarebbe stata la mia reazione.
Spalancai gli occhi e, forse, anche la bocca.
"Io e Peter dovevamo sposarci dopo due mesi, ma dopo quella sera era sparito. Lei ha provato a scusarsi, ma io ero arrabbiata,
confusa, ferita e incinta. Così me ne sono andata e ho conosciuto Daniel".
I miei occhi si erano fatti lucidi e mi sentii una cretina.
Mi aveva sempre detto che mio padre se n'era andato perché non erano più innamorati.
"Come hai potuto mentirmi su una cosa del genere?", sussurrai, cercando di non singhiozzare.
"Mi dispiace, davvero tanto, ma non volevo che ti sentissi ancora più abbandonata".
Allungò una mano per accarezzarmi la guancia, ma la scansai.
"E così quella puttana si ferma da noi?", sbottai, mentre alcune lacrime mi rigavano le guance.
Mia madre abbassò la testa.
"Qualche settimana fa si è fatta viva, dicendo che suo marito l'aveva piantata e non aveva un posto dove vivere. Ha un figlio...io non ho saputo dire di no".
"Suo marito sarebbe...mio padre?", chiesi, pronunciando con disgusto le ultime parole.
"No, è il padre di Harry".
"Harry?".
"Suo figlio".
Annuii e mi passai una mano tra i capelli.
"Loro...stavano insieme quando è successo quello che è successo con tuo padre", continuò lei, asciugandosi in fretta una lacrima.
"Non capisco perché tu mi abbia detto queste cose adesso".
"Perché non voglio più mentirti", sussurrò, tristemente, poggiandomi una mano sulla spalla.
Improvvisamente, qualcuno bussò alla porta.
Guardai mia madre, che mi sorrise.
"Tu potrai anche sopportare di vederla tutti i giorni, ma non io. Non senza renderle la vita un inferno", ringhiai, dirigendomi verso la porta.
La aprii con rabbia, cercando di apparire meno amichevole possibile. E mi ritrovai davanti un ragazzo altissimo, dai folti ricci e dagli occhi verdi e scintillanti.
Sorrise e gli vennero le fossette.
Certamente, non potevo immaginare che Harry fosse una specie di dio greco.
Rimasi a fissarlo con la bocca leggermente aperta.
"Ciao, io sono...", esordì, ma appena tornai in me, lo interruppi.
"...Il figlio di puttana. Adesso capisco perché hanno inventato questa deliziosa espressione, non potrebbe calzare meglio di così", sbottai, acida.
Harry smise di sorridere e mi lanciò un'occhiataccia.
"Oh, Harry, ciao. Cavolo, quanto sei cresciuto. L'ultima volta che ti ho visto eri uno scricciolo", si intromise mia madre, prima che lui potesse rispondermi a tono.
La guardò e sorrise.
"Salve", disse.
Fu allora che la vidi.
Una donna affiancò il ragazzo.
Aveva il viso sciupato e stanco e gli occhi gonfi, sembrava che piangesse da giorni.
Sperai che fosse così.
"Oh, Lois", sussurrò, in direzione di mia madre.
Le due si abbracciarono e dovetti trattenermi dal vomitare.
"Io non so come ringraziarti".
"Non devi. Avanti, entrate", ribattè mia madre, dolcemente, indicando loro la porta.
Mi spostai per farli passare, guardandoli con aria di sufficienza.
"Lei è mia figlia, Jo", continuò, indicandomi.
Harry roteò gli occhi e sua madre mi sorrise.
"Io sono Anne, è un piacere c-".
"Ti prego, evita i convenevoli", sbottai, interrompendola.
"Jo!", mi riprese mia madre, fulminandomi con lo sguardo.
Anne le passò una mano sulla spalla.
"Non riprenderla, ha tutte le ragioni per essere arrabbiata".
"Oh, io non sono arrabbiata, sono furiosa", la corressi, assottigliando gli occhi.
"Ok, vieni con me, ti mostro la camera degli ospiti...ehm...Harry può dormire nella camera del mio compagno, che è via per lavoro. Jo, per favore, puoi accompagnarlo?", disse mia madre in tono supplichevole, mentre aiutava Anne con le valigie.
"Oh, certo, non c'è alcun problema", risposi io, sarcasticamente.
Ma lei se n'era già andata.
"Che razza di nome è Jo?", bofonchiò Harry, ridacchiando.
Lo fulminai con lo sguardo.
"Sempre meglio del tuo, gigante delle nevi", sbottai, salendo le scale.
"Gigante delle nevi?". 
Rise e roteai gli occhi.
"Sì, qualche problema? Adesso muovi il culo o la camera te la trovi da solo, gigante delle nevi", esclamai, calcando le ultime parole.
Rise di nuovo e mi seguì.
"Eccoci qua", sussurrai, aprendo la porta della stanza.
"Suite imperiale con balcone vista mare, solo per lei, gigante delle nevi. Se le servisse qualcosa non deve far altro che chiedere", dissi, sorridendo nel modo più falso possibile.
Harry corrugò la fronte.
"Davvero?".
Mantenni il sorrisino falso.
"Certo, magari chiamami così posso anche farti un massaggio", conclusi, sarcasticamente.
Poi, feci per andarmene, ma mi voltai un'altra volta.
"Ah, un'ultima cosa...la preghiamo cortesemente di non fare rumori di alcun tipo e di non rompere i coglioni", dissi, aumentando il sorrisino e salutandolo col dito medio.
Appena mi voltai feci una smorfia.



 
Alloraa, sono di nuovo qui. 
Ho avuto questa idea e, anche se sto già scrivendo un'altra ff, ho deciso di scriverla perché mi sembrava carina.
Spero che vi piaccia. Fatemelo sapere con una recensione.
Baci,
Vale. :)


 
  Jo ha il volto della splendida Nina Dobrev.
  
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