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Autore: Shin83    20/06/2013    6 recensioni
[Superfamily]
Tony becca Peter a fare qualcosa che non dovrebbe, ma si fa comprare facilmente con uno scambio.
L'integerrimo Steve, però, non è dello stesso parere del marito.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“TONY, SEI UN DELINQUENTE!”

***


Dopo quelli che sembravano mesi, finalmente Steve e Tony erano riusciti a ritagliarsi un weekend tutto per loro. Non c’erano problemi in vista con lo S.H.I.E.L.D. o comunque nulla per cui loro sarebbero stati indispensabili.
Peter ormai aveva l’età per stare da solo a casa per un paio di giorni, anche senza aver bisogno della supervisione di Natasha o Clint. Non era assolutamente il ragazzo da mettere in piedi un festino, al massimo si sarebbe portato a casa Gwen.
Steve era ancora piuttosto ansioso su questo argomento, ma Tony, da bravo tombeur des femmes dei tempi che furono, aveva fatto il famoso discorso al figlio già da un pezzo; e poi che diamine, aveva sedici anni ed era figlio di Tony Stark, il minimo che potesse fare era quello di portarsi a casa una bella biondina mentre lui e Steve se la spassavano a Las Vegas per il weekend.
“Steve, stai tranquillo. Il peggio che può combinare è mettere incinta Gwen, non preoccuparti.”
“Tony!” strillò il marito, un’ottava più alta del dovuto.
“Ti ho detto di non farti venire l’ansia, Steve, gli ho messo dei profilattici nel cassetto, ancora è presto per diventare nonni, quanto meno per me.”
L’unica risposta di Steve fu un bel ceffone piantato dritto dietro la nuca.
“Ahia!” si lamentò Tony sfregandosi la parte colpita.
“Hai finito di preparare il tuo borsone?” gli chiese allora Steve, ancora accigliato.
“Veramente, speravo fossi tu a prepararmelo, lo sai quanto sono maldestro per queste cose…” gli rispose fintamente supplichevole e, con un’espressione troppo ridicola anche per lui, iniziò a sbattere le ciglia e allungare le labbra come a porgergli un bacetto.
Steve non riuscì a trattenere una risata. “Sei proprio un deficiente Tony Stark, certe volte mi domando con che coraggio ti abbia sposato.”
“Ah, è così? Bene, scordati Las Vegas!” rispose Tony tutto impettito e fintamente offeso, incrociando le braccia al petto.
Steve, continuando a sorridere, lo strinse a sé e lo baciò, ma quando notò che non stesse ricambiando quel gesto lo guardò accigliato.
Tony rispose a quell’occhiata alzando le spalle. “Niente ruffianate con me, Rogers.”
L’uomo sospirò. “D’accordo. E io che stavo per andare a prepararti il borsone…” concluse iberandolo dall’abbraccio e raggiungendo la porta per uscire dalla loro camera.
“No, no, no! Scherzavo! Vieni qui, tesoro mio, tu hai sempre ragione!” Tony gli si avventò addosso, abbracciandolo da dietro.
“Cretino!” sbuffò ridendo Steve.
 
“Mi raccomando Peter, sii prudente. Se hai bisogno di qualsiasi cosa hai tutti i numeri di emergenza vicino al telefono, ti ho preparato un foglio stamattina. Il frigorifero è pieno. Va bene?” ripetè per l’ennesima volta Steve il venerdì pomeriggio, poco prima della loro partenza per Las Vegas. “Ah, noi torniamo domenica in serata.”
“Sì, papà, stai tranquillo, vai e divertiti. Non pensare a me.” Lo rassicurò il figlio.
“Lascialo parlare, Petey, è sempre il solito vecchio bacucco. Spassatela senza distruggere casa e senza mettere incinta Gwen, ok?” fu la raccomandazione di Tony, con tanto di occhiolino malizioso.
“Papà!” gridò il ragazzo, strabuzzando gli occhi.
“Tony, per cortesia!” disse Steve, che nel frattempo aveva preso i bagagli e lo stava spingendo fuori dalla porta di casa.
“Ciao, ciao!” si salutarono tutti e tre contemporaneamente prima che l’uscio venne chiuso.
 

***

 
“Petey, Petey! Siamo tornati!”
Era domenica sera e Steve aveva appena messo piede nella loro dimora, seguito subito dopo da Tony che immediatamente si accertò che non ci fossero eccessivi danni.
“Bene, la mia raccomandazione di non distruggere tutto l’ha ascoltata; ora dobbiamo solo sperare di non avere sorprese fra nove mesi.”
Steve non rispose, si limitò a portarsi una mano alla fronte, in segno di esasperazione.
“Senti, io vado a preparare qualcosa da mangiare che sto morendo di fame. Tu porta su i borsoni e dì a Peter che siamo tornati. Mi sembra di sentire della musica che arriva da camera sua, magari non ci ha sentiti.”
“Ok, capo!” acconsentì Tony stranamente senza fare una piega. Gli era sembrato di percepire uno strano odore, un qualcosa a cui il marito fortunatamente sembrava non aver fatto caso. Era meglio andare di persona a fugare ogni dubbio, visto che aveva il sospetto che, se fosse andato Steve, sarebbe potuto succedere un pandemonio.
“Petey!” provò a chiamarlo anche lui salendo le scale, ma non ottenne nessuna risposta. Gli bastò avvicinarsi alla stanza del figlio per accorgersi che la musica che gli arrivava alle orecchie era un riconoscibilissimo reggae di Bob Marley e riuscì a capire cosa fosse quell’odore: i dubbi si erano tramutati in certezze.
Guarda un po’ ‘sto disgraziato. Si disse tra i denti, lasciando le borse in camera sua e di Steve e aprendo subito le finestre dei corridoi per arieggiare l’ambiente. Non è neanche furbo, in questo non ha preso certo da me.
Con un ghigno sulla faccia irruppe quindi in camera del figlio senza nemmeno bussare.
“Buonasera rastafariani, come va la vita?”
Peter , il suo amico Harry e Gwen sussultarono dallo spavento. Erano tutti e tre seduti a terra, circondati da svariate ciotole di cibo vuote e non quantificabili cartacce di snack e immersi in una nube di fumo. Erano stati inequivocabilmente beccati a farsi un paio di canne.
Peter imprecò fra i denti.
“Ora sono cazzi!” scoppiò a ridere Harry, alzando le sopracciglia quando intravide Tony.
Peter gli tirò una gomitata irritato. “Solo i miei, cretino.”
Tony incrociò le braccia al petto e con le labbra tese in un sorriso canzonatorio, notando il figlio cercare di nascondere il resto delle canne in una bustina dietro la schiena della fidanzata, anche lei tremendamente imbarazzata.
“Bene, bene. Che cos’abbiamo qui?” domandò Tony sfregandosi le mani e sforzandosi poco e niente di mantenere un tono minaccioso.
“Cioccolato Pakistano, signor Stark,” rise Harry divertito, evidentemente il più fatto di tutti. “Di quello buono.”
Tony cercò in tutti i modi di non scoppiare a ridere. “Siete tre teppisti, lo sapete? Potevate almeno aprire le finestre a far cambiare aria. Tutto io devo insegnarvi?”
Peter provò inutilmente ad arrampicarsi sugli specchi, ma Tony sapeva benissimo che dietro a quel “Papà ti posso spiegare” c’erano una serie infinita di bugie.
“Puoi spiegarmi tutto quello che vuoi, tanto in punizione ti ci metto lo stesso.”
“Ma non pensavo tornaste così presto!” Si lamentò il ragazzo, cercando di ottenere l’appoggio della fidanzata e dell’amico, che però rimasero muti.
Tony quasi si mise a ridere. “Bella scusa, non c’è che dire. E poi, presto? Sono quasi le otto.”
Peter tentò l’ultima carta che aveva a disposizione. “Non dirlo a papà, ti prego.” Lo supplicò.
L’uomo fece finta di pensarci, corrugando la fronte e portandosi una mano sotto il mento. “Mmm, su questo potremmo negoziare.”
“Farò tutto quello che vuoi, ma non dirglielo!” Esclamò il ragazzo spalancando gli occhi e annuendo. “Se lo scopre come minimo mi spezza il collo.”
 “Bene, allora assaggiamo questa cioccolato. Harry, forza, rolla e passa.” Dichiarò Tony, sedendosi anche lui a terra insieme ai ragazzi e cogliendoli completamente di sorpresa.
Harry non se lo fece ripetere due volte. “Subito, Mr. Stark.” Obbedì, raccattando tutto ciò di cui aveva bisogno e mettendosi a sghignazzare.
Peter, al contrario, non riuscì a non spalancare occhi e bocca e a guardare il padre come se fosse un alieno. “Papà?”
“L’ho sempre detto che tuo padre è un fico!” esordì finalmente Gwen, che era riuscita finalmente a riprendersi.
Peter la guardò imbarazzato, incredulo come non mai di quello che stava succedendo.
“Cosa ci sarebbe di male, scusa? Così ti compri il mio silenzio. Ora zitto che ci fai più bella figura.” Poi si voltò verso Gwen e le fece l’occhiolino. “A proposito, Zucchero, hai gusto.”
A quella battuta la ragazza non riuscì a trattenere una risata strascicata che lasciava intendere benissimo quanto fosse fatta.
Peter  trovava oltremodo assurdo vedere suo padre stravaccato con lui e i suoi amici a farsi una canna, ma avrebbe dovuto accettarlo di buon grado se voleva che tenesse la bocca chiusa.
Harry finì di rollare lo spinello e lo accese, prendendone una boccata e passandolo a Peter, ancora sovrappensiero per tutto quello che stava succedendo.  Ritornò sulla Terra quando sentì la voce divertita del padre. “Dai Peter, falla girare!”
Il ragazzo a quel punto scoppiò a ridere anche lui e passò lo spinello a Tony, che fece un tiro e annuì contento. “Ah, però, ci trattiamo bene qui. Era da una vita che non fumavo roba così buona, anzi, pensandoci, era da una vita che non fumavo!”
Tra risate e commenti molto poco coerenti, lo spinello fece un altro giro, ma il divertimento finì quando non scoppiò il vero dramma.
Steve entrò in camera esattamente nello stesso momento in cui Tony stava facendo un altro tiro. Ci mise un paio di secondi per rendersi conto di quello che stesse succedendo e mettere insieme la coltre di fumo, Jammin’ di Bob Marley sparata a tutto volume, Harry che rideva come un pazzo, Gwen distesa sul pavimento con la testa sulle gambe di Peter, suo figlio che sembrava in trance e suo marito sdraiato a terra con lo spinello in mano.
“Ehilà, uomo della mia vita!” Lo salutò gioioso Tony, l’unico che sembrava essersi accorto della presenza di Steve. “Vieni qui, divertiti assieme a noi!” continuò divertito facendogli segno di avvicinarsi.
“Merda!” imprecò Peter quando udì le parole di Tony sovrastare la musica.
Tony non sembrò essere colpito dal silenzio del marito e della sua espressione sconvolta. “Orsacchiotto, su, non ti agitare, vieni qui da paparino e fai un tiro anche tu!” biascicò ridendo e facendo nuovamente segno a Steve di raggiungerlo.
“…Droga? In casa mia?” dopo una serie interminabile di secondi, Steve scoppiò, voltandosi verso il figlio e guardandolo con un’espressione più che minacciosa. “Peter? Hai qualcosa da dirmi?”
Il ragazzo si limitò a prendersi la faccia tra le mani, sconsolato per quello che sarebbe successo da lì a poco.
Tony provò a tirarsi su dal pavimento tra una risata e l’altra. “E su, dai, per un paio di cannette, Steve. Non hanno mica ucciso nessuno.”
Ma l’uomo non voleva sentire ragioni, puntò il dito contro il marito e con il volto livido dalla rabbia gli ringhiò contro il proprio sconforto. “TONY, SEI UN DELINQUENTE!”
“Un delinquente? Addirittura?” Tony sembrò sconfortato da quel commento, quindi porse lo spinello a Steve con sguardo serio. “Tieni, una boccata e ti rilassi, fidati di me.” Ridacchiò divertito.
“Sai dove te lo dovresti mettere quello?” Steve gli scacciò via la mano con un colpo, rischiando di far finire addirittura la cenere sul tappeto.
“Bè, lì ci ho messo altro, e sicuramente è stato più divertente.” Ribattè Tony con una smorfia decisamente ambigua e maliziosa.
Un coro di “Tony” e “Papà” rimbombò nella stanza, mentre Gwen ed Harry si spanciavano a terra per le risate.
A quel punto Steve, stufo di quel caos e delle risate che riempivano l’aria, decise di prendere in mano la situazione, cominciando innanzitutto spegnendo la musica.
“Tanto per cominciare, Peter Parker Rogers Stark, alza il culo dal pavimento e apri la finestra. Pulisci questo porcile, scordati di uscire per un mese e niente macchina fotografica per almeno due mesi.”
“Ma papà…”
“Stai zitto e ringraziami che non ti spezzo le gambe.” Ringhiò l’uomo guardando serio il figlio.
“Voi due,” si rivolse poi a Gwen e Harry sdraiati sul pavimento, “Andate immediatamente in bagno a lavarvi la faccia e scendete al piano di sotto. Vi porto a casa dopo cena. Muoversi.”
I ragazzi si alzarono barcollando ma eseguirono gli ordini di Steve, troppo impauriti per contraddirlo.
“Quanto a te, grandissimo teppista,” si rivolse infine a Tony. “Perché non sei venuto a dirmelo subito? Anzi, peggio, perchè ti sei messo a fumare con loro? Ma cos’hai nella testa?”
Tony alzò le spalle, rilassato come non mai. “E su, dolcezza, era da un bel pezzo che non facevo un tiro.” Rispose, cercando di arruffianarselo con un abbraccio. Steve lo scansò senza pensarci due volte.
“Non mi toccare! E la tua punizione la conosci benissimo.”
Tony sbuffò frustrato. “No, ti prego, no! Non mi puoi fare questo. E poi lo sai che sul divano mi viene mal di schiena.”
Steve sorrise, malefico. “Eh no! Dormire sul divano è troppo facile. Dormirai a letto, con me, ma non mi tocchi per almeno due settimane.”
Tony spalancò gli occhi, scioccato. “Cosa? Due settimane? A letto con te? E non posso toccarti? Sei un sadico, Steve Rogers, un sadico.”
“E tu un delinquente, Tony Stark.”
“Come farai senza le mie magnifiche chiappe per quindici giorni?” chiese lamentoso.
“Me ne farò una ragione, sei tu quello che avrà difficoltà a stare senza –“
“PER FAVORE! Ci sono anch’io nella stanza, nel caso vi foste dimenticati!” I due uomini vennero interrotti da Peter, che stava avendo qualche problema ad alzarsi in piedi e le braccia piene di cartacce.
“Fa parte della punizione, Petey.” Gli rispose Steve con un ghigno. “Hai raccolto tutto?” gli chiese, concludendo.
Il ragazzo annuì, facendo roteare gli occhi e sospirando.
“Bene, filate di sotto anche voi due.” Ordinò, dando una pacca sul sedere a Tony e lasciando che Peter scappasse via dalla stanza e raggiungesse i suoi amici.
Uscendo dalla stanza dietro a Tony, Steve sbuffò sconsolato passandosi una mano tra i capelli. “Chiamo per farci portare un paio di pizze, con quattro disgraziati in fame chimica, non ci basterà quello che ho preparato.”
“Sei il papà più migliore del mondo.” Lo canzonò Tony con una risata e lo sguardo perso chissà dove. “Anche se non me lo vuole dare per quindici giorni!”
Steve rise anche lui divertito al tono del marito, prendendolo a braccetto nel corridoio. “E tu sei uno stronzo ruffiano!”
 


Arieccomi con una delle mie One Shot imbecilli :-P

Come avrete intuito, Peter Parker aka Spiderman, è il figlio adolescente di Tony e Steve.
Io ho la tessera del partito Superfamily, quindi a parte la famosa crossover con Glee, dove troviamo Blaine, quando mi capiterà di scrivere della famiglia del Mulino Bianco, troverete sempre lui come pargolo (e forse l'avrete già letto in una mia precedente OS). Anche fidanzata e amico di Peter sono riconoscibili in Gwen Stacy e Harry Osborn.

Che altro aggiungere? L'idea è arrivata da una delle recensioni a Un Nuovo Membro degli Avengers, ma ritenevo più credibile Peter a farsi le canne, che Blaine, indi per cui, eccola qui.
Ho riso un sacco mentre la scrivevo, e spero di aver divertito anche voi.

Dulcis in fundo, il solito mega iper giga grazie a quella santa donna della Marti per il betaggio. Loviu <3


  
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