Ricordo di marzo inoltrato. Svegliarsi sul fare del giorno già sazi di sonno.
Senza un accordo trovarsi ad aprire gli occhi nello stesso momento.
Di fuori, l’ultima neve dell’anno.
Tutto il mondo è abbracciato da un bianco gentile, timido e fievole.
Già mentre parliamo il primo sole invade l’ombra dei faggi spogliati.
E inoltrarsi da soli, su sentieri poco battuti, tenendosi per mano e rompendo la crosta di neve che scricchiola con le scarpe pesanti. Sentire le gocce che cadono giù, sulle foglie bagnate.
Poche ore. Il tempo che la luce si sollevi oltre la cima più alta, irrorando d’acqua ogni cosa, e già l’incanto è svanito.
Ma non importa.
Era un regalo per noi, e le cose belle non durano mai a lungo.