Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: SylviaGreen    21/06/2013    4 recensioni
Mancano pochi giorni al primo Settembre 2016 e Draco Malfoy tra poco accompagnerà suo figlio Scorpius alla stazione di King's Cross. Sa, anche se vorrebbe evitarlo, che incontrerà Harry Potter. E' un po' timoroso di quello che potrebbe succedere a Londra e così prova a scrivergli una lettera ...
***
Mancano pochi giorni al primo Settembre 2016 e la famiglia Weasley allargata si è riunita alla Tana per un pranzo comune. Si ride e si scherza fino a quando, dal cielo, non appare un gufo reale. E' quello dei Malfoy, e contiene una lettera destinata a Harry Potter ...
***
IN QUESTA STORIA BISOGNA SAPERE CHE: Fred è vivo, si è sposato con Angelina e ha due figlie, Julia e Victoria; George si è sposato con Katie, e ha due figlie, Roxanne ed Erin; Tonks e Lupin sono entrambi vivi. Sono rispettate tutte le coppie decise dalla Rowling, tranne quella George/Angelina
Genere: Comico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Malfoy, Famiglia Potter, Famiglia Weasley, Leotordo | Coppie: Arthur/Molly, Audrey/Percy, Draco/Astoria, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
- Questa storia fa parte della serie 'Non solo Severus: dieci personaggi in cerca di riscatto.'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Beh, ciao Potter.

 

ATTENZIONE.
Per leggere questa storia - lo riscrivo qui perché so che pochi leggono l'introduzione - occorre sapere che:
1. Ho voluto evitare morti traumatizzanti. Fred, Tonks e Lupin sono tutti vivi e vegeti.
2. Sono state rispettate tutte le coppie decise dalla nostra regina, tranne George/Angelina.
3. Fred è sposato con Angelina e ha due figlie, Julia e Victoria; George è sposato con Katie Bell e ha due figlie, Roxanne e Erin. Charlie Weasley non è sposato con nessuno (forever alone).
4. L'ultima frase di questo Epilogo Alternativo è tratta dai Doni della Morte, e dall'epilogo vero. 

 
 
E' un'assoluta stupidaggine, si ripeteva Draco mentre la rileggeva. Un'assoluta e totale stupidaggine.
Chi l'avrebbe mai detto che lui, proprio lui, stava per mandare quella lettera? A quel ragazzo?
No, non poteva essere. Doveva essere ammattito per combinare un atto del genere. Sì, non doveva assolutamente permettersi di compiere un atto così degradante per …
«Ahi!»,gridò. Aveva appena sentito un piccolo dolore alle nocche.
Alzò lo sguardo sul suo gufo reale, che lo stava fissando da una buona mezz'ora molto impaziente. Il suo sangue puro incominciò subito a scorrere dalla sua mano, morsicata dal becco del suo uccello, e Draco lo guardò storto. «Eddai»,sbuffò, «è inutile che mi guardi così: non finirò prima, se mi sento osservato. E poi vorrei proprio vedere quanto tempo ci impiegheresti tu!».
«Che succede, Draco?»,gridò una voce femminile da un'altra stanza, lievemente preoccupata.
Eh, no! Lei non lo doveva sapere! «Nulla, Astoria, nulla», rispose lui, cercando di tranquillizzarla per zittire i suoi sospetti. «Sono solo andato a … ehm, sbattere involontariamente contro lo spigolo del tavolo, niente di grave».
«Papà, che succede? Che stai combinando?», aggiunse la voce di un ragazzo, sordo alle sue rassicurazioni.
Le labbra di Draco si tesero in un sorriso, mentre usciva dalla stanza e andava da suo figlio. «Niente, Scorpius», rispose attraverso le mura.«Non ti preoccupare. Hai già guardato i libri di scuola?».
«Sì». Il visino di suo figlio spuntò da dietro una colonna e lo guardò preoccupato, il volto pallido teso. «E appunto per questo volevo dirti che magari sei andato a sbattere contro il tavolo perché la tua mano è infestata dai Nargilli!».
«Nargilli?», ribatté Draco, aggrottando le sopracciglia. In generale suo figlio amava fargli scherzi, ma quelle strane cose non potevano esserlo: avevano un che di familiare, ma non riusciva a ricordarsi dove li avesse mai sentiti. E Draco odiava pensare che qualcosa avesse un che di familiare. «Hai letto da qualche parte una parola del genere?».
Il viso del ragazzo era serissimo. «Nel libro delle creature magiche che mi ha preso la mamma».
Draco annuì, già più tranquillo. Incominciava a capire. «E chi è l'autore?».
«Rolf Scamandro, con la collaborazione di Luna Love …».
«Non darci troppa importanza», tagliò corto Draco. «Sono solo fandonie».
«E invece no», intervenne sua moglie, sopraggiungendo alle loro spalle e prendendo Scorpius per mano per condurlo in giardino a giocare, «Luna Lovegood è una famosa naturalista. Sei troppo diffidente per i miei gusti, Draco. Ma d'altronde non ti fidi neanche di tuo figlio, figurarsi degli scienziati».
Lui scosse la testa, suo malgrado divertito. «Dovrei fidarmi della direttrice del Cavillo?».
Astoria fece appena in tempo a scrollare le spalle che cadde rovinosamente a terra: Scorpius le era appena saltato addosso. «Piccolo monello, me la pagherai!», gridò, e con un urlo di battaglia caricò e prese a testate il petto del figlio, che urlò e si vendicò spingendola di nuovo a terra.
Draco li guardò duellare per qualche secondo poi, ridacchiando, tornò alla sua stanza. Era sicuro di avere il cuore più leggero e di poter buttare via quella lettera immediatamente, ma non appena entrò, il peso di quel foglio gli si rovesciò addosso. Già le prime parole per lui erano un peso pazzesco, e lui avrebbe dato qualunque cosa per buttarlo via senza preoccuparsi.
Ma doveva farlo, per forza. Se lo ripeté almeno dieci volte per convincersi. Scoppierà una rissa a King's Cross, come era successo al Ghirigoro, e tu non vuoi un'altra rissa davanti a Scorpius, vero? Vero, Draco?
Il gufo sulla scrivania tubò, irritato, distraendolo dai suoi pensieri.
«E va bene, e va bene», grugnì lui, convinto, «la invio, okay? Aspetta che prendo una busta».
Devo proprio essere pazzo, decise, legando con un nastro la busta con la lettera alla zampa del gufo. Decisamente pazzo. «Ehi, ehi!», disse poi, bloccando il suo animale prima che partisse, «dove vuoi andare senza indirizzo?».
Quello lo guardò, seccato per essere stato preso in giro nella sua professionalità, e Draco, alzando gli occhi al cielo, scrisse due parole. «Non so esattamente dove sia adesso; ma porterai la lettera, vero?».Il gufo tubò in segno d'assenso e Draco, per la prima volta da quando era entrato in quella stanza, incurvò lievemente le labbra verso l'alto. Non troppo, però: non poteva permetterselo. «Allora vai», mormorò, «e sbrigati. Deve arrivare a destinazione prima della nostra partenza per Londra».
Quello tubò un'altra volta, aprì le ali e volò fuori dalla finestra a tutta velocità.
È andata, si disse Draco. Ora posso far finta di non aver inviato niente.

«Scorpius, aspetta che vengo ad aiutarti!», gridò.
E tornò indietro a divertirsi con la sua famiglia.
 

***

 
«Perce, puoi passarmi il sale, per piacere?», domandò Harry.
«Ma certo, Har …», fece per dire lui, ma venne interrotto bruscamente.
«Sicuro, Harry, lietissimo di passarti il sale», lo imitò Fred con voce mielosa.
«Assolutamente onorato di farlo, caro Harry», aggiunse George ridacchiando.
«Agli ordini, signor Potter», aggiunse una giovane vocina femminile molto sottile.
Quelle parole furono accolte da una risata di gruppo, mentre chi le aveva dette tornava a giocare con i suoi amici.
«E brava la nostra Roxanne», ridacchiò George. «Hai visto, Perce? Tutto suo padre!».
«Brutto insegnamento, George, brutto insegnamento», borbottò Percy. «Katie avrebbe dovuto educarla meglio, così come con Erin».
«Sei troppo duro con loro, Perce», mormorò sua moglie in un impeto di solidarietà per George. «Ridono un po', che c'è di male?».
«Concordo assolutamente con te, Audrey», dichiarò Fred deciso, cogliendo l'attimo in cui poteva allearsi con lei, «Bisogna educare le figlie ad un po' di sano sarcasmo, vero Perce?». Il fratello chiamato in causa grugnì e fissò eloquentemente Audrey.
«Ma comunque tu e Angelina esagerate, su questo non c'è dubbio», rimbeccò lei a Fred, che alzò lo sguardo, seccato che la solidarietà per i due gemelli fosse finita, «Non ho mai visto due ragazzine giovani come Julia e Victoria prendere in giro con così tanta malignità il figlio di quel ragazzo lì, che odiate tanto …».
«Se ti riferisci a Malfoy …», iniziò George.
«No, non Draco … quell'altro un po' in carne … Gotila, forse … no …».
«Vuoi dire Goyle», intervenne Ron a bocca piena, guadagnandosi un'occhiataccia di sua moglie.
«Sì, proprio lui».
«Quell'idiota. Spero che lo insultino come si deve, altrimenti posso aiutarle io».
Hermione gli tirò una gomitata amichevole sul braccio, facendogli andare di traverso una salsiccia. «Sei crudelino anche tu, eh?».
«Ha rischiato di farci ammazzare!», ribatté Ron, tossendo. «Ho tutto il diritto di prenderlo in giro almeno per i prossimi quarant'anni».
«Ha ragione, Hermione», lo spalleggiò Harry. «Prova ad assaggiare la sua pozione Polisucco e capirai quello che vuole dire».
«A Quidditch era una schiappa», aggiunse Angelina. «Continuava a cadere dalla scopa, sia durante gli allenamenti che durante le partite. Ne avrà rotte cinque solo lui, quel ciccione senza cervello».
«Ma sempre a parlare di Quid-», iniziò Hermione, ma non riuscì neanche a terminare la frase.
«Una volta è caduto dalla scopa mentre cercava di lanciarmi un bolide», la interruppe Ginny. «Quasi quasi mi cadeva addosso».
«Era lui il vero bolide in forma umana, lo dico io!», dichiarò George.
E così finì che tutti insieme, alzando i loro bicchieri di succo di zucca, dichiararono «A Goyle!»- Ron a bocca piena e ancora con la voce gorgogliante - mentre Hermione non sapeva se ridere o sgridarli.
«A Goìle», fece Fleur in ritardo.
Suo marito Bill, al suo fianco, ridacchiò, divertito come sempre dall'accento della moglie. «Non imparerai mai, vero Fleur?».
«Vorrà dire che dovrai ancora fargli assaggiare la tua lingua, Bill», scherzò Tonks, allungando un braccio per mostrarsi solidale con lui e rovesciando il sale che Harry aveva appoggiato vicino a lei. «E Charlie, invece? Perché non è potuto venire?».
Il primo a rispondere fu Arthur. «Diceva che aveva una discussione in corso con l'Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche perché un drago che doveva tener d'occhio ha infiammato una fattoria babbana disabitata - si chiama così, vero Hermione?», Hermione confermò il termine con un cenno, interessata, «e tutto il territorio circostante; si pensa che due babbani che passavano di lì abbiano visto l'incidente».
«Povero Charlie, speriamo che non perda il lavoro», disse Hermione preoccupata. «Ma dovrebbero fare qualcosa per i draghi irrequieti al Ministero della Magia, altrimenti un giorno o l'altro ci scapperà il morto».
«A proposito di Ministero, avete sentito della nuova legge sui calderoni?», disse Percy tutto gongolante. «Finalmente è stato decretato lo spessore minimo per legge, e nei negozi non si vendono più prodotti scadenti. Almeno in questo, il nostro Ministero è competente!».
«Sì, beh, a me non ha ancora dato il permesso di andarmene perché c'è troppo lavoro da fare, ma comunque è competente», intervenne Arthur con un sorriso, dando il via alla trafila contro Percy. 
«Non ha ancora scritto una legge che aiuti i lupi mannari a trovare un lavoro, ma comunque è competente», aggiunse Lupin stancamente. «Le vecchie abitudini non muoiono mai».
«Non ha ancora fatto niente per gli Elfi Domestici, ma comunque è competente», rimbeccò Hermione accigliata.
«Non ha ancora portato lo spuntino mattutino all'Ufficio Auror, ma comunque è competente», dichiarò Ron risentito, meritandosi una seconda gomitata da Hermione. «Ehi, che c'è? Il cibo è importante, vero Harry?».
Il ragazzo, che voleva starne fuori, passò lo sguardo da Hermione seccata a Ron implorante per un paio di volte, poi finalmente fece un bel respiro e disse: «Ma perché non ve la sbrigate tra voi due invece di mettermi sempre in mezzo?».
L'esclamazione fu accolta da una risata generale di tutti i commensali - Fred e George applaudirono e Ginny dichiaro:
«Era ora!» - che i bambini nel giardino accolsero con così tanta sorpresa da smettere di giocare. Avevano tutti e quindici finito di mangiare, e se la stavano spassando sotto la stretta sorveglianza di Molly Weasley. Eppure quella brava nonna faceva una gran fatica a tener d'occhio contemporaneamente Molly e Lucy, figli di Percy, che contestavano le regole; Julia, Victoria, Roxanne ed Erin che li stuzzicavano; e James, Albus, Lily, Hugo, Rose, Louis, Dominique, Victoire e Teddy che si sforzavano di coinvolgere gli altri a giocare a mosca cieca (un gioco che Hugo e Rose avevano loro insegnato) e intanto partecipavano alle discussioni.
A ben vedere, infatti, lo spettacolo che si sarebbe presentato agli occhi di un visitatore aereo era quanto mai buffo: quindici adulti seduti a tavola che conversavano ridendo come adolescenti e una nonna tutta impettita che si sforzava - senza sapere se ridere o preoccuparsi - di tener d'occhio altrettanti ragazzi scalmanati che si divertivano in un giardino tutto erbacce.
Ma non poteva esserci nessun visitatore aereo, vero?
Ginny fu la prima ad accorgersene. «Ehi, guardate, c'è un gufo!».
Immediatamente tutte le quindici teste vicine a lei si sollevarono per confermare l'affermazione.
«E' vero, magari è Leo che torna da qualche conquista notturna».
«Non dire sciocchezze, Ron! Leo è nella gabbia che dorme!».
«Guarda come vola storto! Deve essere lo spirito di Errol che vaga ancora per queste terre alla ricerca della lettera perduta!».
«Ma che dici, George? A me pare più il mio Hermes. Deve essere qualche lettera del capo-ufficio».
«Uh, poveretto: l'hai addestrato a portare cose noiose? Non mi sorprende che si addormenti in volo».
«Hermes non si addormenta in volo, Fred, questa te la sei inventata …».
«Dai, Perce … non fare il noioso …».
«Sì, Perce, non fare il noioso, che poi sembri Draco Malfoy, e non fa bene assomigliare ai Malfoy …»
Finalmente un grido interruppe le elucubrazioni: «È un gufo reale!», esclamò Harry Potter che, anche se aveva ormai superato i trentacinque anni, aveva ancora le doti che gli avevano assicurato il ruolo di cercatore. Occhiali permettendo, naturalmente. «E, lupus in fabula, ci scommetto gli occhiali che è quello dei Malfoy!».
Aveva appena finito di dire il nome maledetto che esplose il pandemonio al tavolo.
«Sparate a quel gufo!», strillò Fred. «Non vogliamo lettere dei Malfoy, no no».
«Deviategli la rotta!», rincarò George. «Potrebbe portarci maledizioni!».
«Riuscite a beccarlo da qui con un bolide, ragazzi?», domandò Ginny eccitata. «Sarebbe il modo più semplice per levarselo di torno».
«Ma poi lo evita, non è mica stupido».
«George, mi sorprendi: è del gufo dei Malfoy che stiamo parlando».
«Io propongo uno Schiantesimo», affermò Ron con aria competente, cavando di tasca la bacchetta, «perché potrebbe essere molto pericoloso».
«No!», lo fermò Hermione.«Potresti colpire chissà chi lanciando un incantesimo al cielo!».
«E dai, Hermione, sono un Auror!».
«Ma lei è ancora la strega più brillante della sua età, Ron», gli fece notare Lupin, che non sembrava assolutamente turbato dalla presenza dell'animale dei Malfoy.
Il gufo, comunque, dovette capire da quella distanza che per lui tirava una brutta aria, perché volò fino a che non raggiunse il limite della portata di bolidi, schiantesimi ed altre minacce, poi lasciò cadere la lettera rompendo il nodo con il becco e volò via battendo le ali più velocemente che poteva.
La lettera, lasciata a se stessa e trasportata dalla brezza leggera, incurvò subito la sua traiettoria, volando verso il paese vicino.
«Vado io a prenderla, papà!», gridò James. «Ci metto un secondo!», e prima che Harry potesse fermarlo, suo figlio era partito a rotta di collo all'inseguimento della lettera. Albus lo seguì a ruota; e subito dopo, mormorando qualcosa che suonava stranamente simile a «figli imprudenti», anche suo padre, sua madre, Ron e i due gemelli, che volevano assolutamente vedere che cosa riservava loro la famiglia Malfoy, si affrettarono a raggiungerli.
James fu il primo a trovare la lettera e, non conoscendo ancora Malfoy, non ebbe problemi ad afferrarla e a portarla a suo padre prima che lui potesse dire qualunque cosa. «E' indirizzata a te, papà!», esclamò mentre saltellava tutto contento per il salvataggio, facendosi abbracciare da Ginny, che controllava che non avesse segni di maledizioni.  «E' stato bravo, quel gufo, vero papà? Ha capito che eri qui invece che a casa, vero papà?».
Harry non era assolutamente in vena di fare i complimenti al gufo dei Malfoy, dato che temeva che James fosse stato attaccato da un trucchetto a scoppio ritardato di Draco, ma quando Ginny, Albus e James stesso lo rassicurarono più e più volte, finalmente si decise a fare da cavia e, trattenendo il fiato, aprì la busta di pesante carta bianca, molto costosa - i Malfoy non si tradivano mai.
Al suo interno c'era un foglio.
Un unico, innocente foglio di carta, scritto fittamente e pieno di cancellature, la cui data in alto a destra era quella di tre giorni prima.
Era una lettera da parte di Draco Malfoy. Una lettera e basta, assolutamente inoffensiva.
Harry capì all'istante l'importanza della faccenda: era Draco Malfoy, il suo nemico sin dai tempi del suo primo anno a Hogwarts, che gli scriveva senza allegare maledizioni. Sicuramente quel pezzo di carta conteneva qualcosa di molto importante e urgente.
«Cos'è, Harry?», domandò Ron, che lo aveva raggiunto. «Cosa ti manda Malfoy? È pericoloso?», e fece per prendere il foglio.
«No, affatto», rispose Harry, allontanando il cartoncino dalle mani di Ron, «E' una lettera normalissima».
Non sapeva perché, ma non voleva che il suo migliore amico la leggesse. O almeno, non prima di lui stesso.
«Una lettera?», chiese Hermione alle spalle del marito. «Una lettera da Malfoy? E per dirti che cosa?».
«Vorrei proprio saperlo anche io», intervenne Fred dietro di loro, seguito da George. «Che cosa vuole ancora Draco? Non gli basta essere stato salvato tue volte?».
Harry stava per rispondere, quando Ginny lo precedette. «Dato che non l'ha ancora letta, sarà difficile che vi possa dire qualcosa, non vi pare?», disse con grande buonsenso, «Che ne dite se prima lo lasciamo leggere in pace e poi facciamo domande?».
Harry provò un gran moto di gratitudine per sua moglie, dato che lui moriva dalla curiosità di sapere che cosa volesse scrivergli Draco molto più degli altri.  La ringraziò mentalmente e, dopo che tutti, accogliendo la proposta, lo ebbero lasciato solo, si sedette per terra (non aveva voglia di trovarsi un posto più comodo: era troppo ansioso) e incominciò a leggere.
 
 

20 Agosto 2016

Beh, ciao Potter.
Sono felice che tu stia leggendo questo foglio invece che buttarlo nel cestino.
So che consideri un po' strano che io - proprio io - ti stia scrivendo, però desidero che tu sappia delle cose, ora che nessuno a scuola mi può giudicare, perché credo che sia importante che tu sappia, prima di salutarci.
Sto scrivendo dalla mia nuova villa Malfoy. Scorpius ha quasi undici anni e tra poco lo porterò a Hogwarts … immagino che anche tu porterai i tuoi figli a Hogwarts, vero? Così ci incontreremo in stazione, e mi piacerebbe dirti due parole, prima di quel giorno. Due parole sui sei anni che abbiamo passato insieme.
Beh, ti chiedo cosa avresti fatto al posto mio.
Se anche tu fossi nato come un ragazzo assolutamente normale in una famiglia facoltosa, e fossi stato cresciuto con l'ideale di dover diventare qualcuno di importante altrimenti non saresti stato nessuno, cosa avresti fatto, vedendo davanti a te il primo giorno di scuola un ragazzo che era famoso all'età di un anno, se non cercare di diventare suo amico? Un anno! Che avresti fatto, Potter, se non sperare che lui condividesse i tuoi stessi ideali? Perché sai, se tu non fossi cresciuto tra i babbani, sapresti che tutti i purosangue che conoscono i Malfoy detestano i Weasley, e da come ne parlavano, ero straconvinto che fossero una famiglia terribile. Immaginati che cosa ho provato quando mi sono accorto che uno di loro era la prima persona con cui tu avevi fatto amicizia! Ho creduto di farti cambiare idea cercando semplicemente di ripeterti a pappagallo le parole di mio padre, quelle stesse parole che io avevo preso come oro colato. Ho sperato che fossi ingenuo come me.
Ma non ci hai creduto, mi hai rifiutato.
E ora immagina di vedere il tuo sogno sfumare per un errore stupido. Che avresti fatto, se non far finta che non ti interessasse più come prima e contemporaneamente cercando una patetica tattica per recuperare?
Se non potevo essere famoso come "l'amico di Potter", potevo essere famoso come "quello che odia Harry Potter". E ha funzionato eccome. Ti sarai accorto che ho passato metà del mio tempo a prenderti in giro, a metterti nei guai (anche se devo dire che in questo te la cavavi già abbondantemente tu) o a intralciarti. Come se non ci fossero stati deficienti tra Serpeverde -  me ne vengono in mente già due. Ma ormai dovevo odiarti, faceva parte del mio personaggio. Ne avevo tanto bisogno … perché sai, Harry … quando dicevo "mio padre lo verrà a sapere", ti assicuro che veniva a sapere anche quello che volevo tenergli nascosto. Figurarsi se avesse saputo che ero finito nell'anonimato: non l'avrebbe proprio sopportato.
E così, anno dopo anno, ho fatto di tutto per restare nel "ragazzo che odia Potter", e tu stesso mi puoi confermare, credo, che ci sono riuscito molto bene. Spifferavo ogni casino che combinavi tu a Piton - era fin troppo ovvio che ti odiava - o alla McGranitt; non perdevo occasione per prenderti in giro o per offendere i Weasley (che si arrabbiavano molto più di te, a dire il vero, e c'era molto più gusto con loro) … e poi le mie imprese memorabili! Fammi ricordare un po': nel primo anno, ho lanciato la ricordella, ho fatto in modo che ti venissero tolti 50 punti e ti ho fatto finire in castigo nella Foresta Proibita; nel secondo anno, ho offeso la Granger e i Weasley e sono diventato cercatore nella speranza di farti fare brutta figura - e l'ho fatta io, me miserabile - ; al terzo anno, ho offeso apposta Fierobecco in modo da mettere nei casini Hagrid e ho cercato di spingerti a farti ammazzare (a proposito, di' alla Granger che ha una bella forza, se si impegna); il quarto anno ... ehi, nel quarto anno non ho combinato niente di particolarmente rilevante, che io ricordi, tu che dici? Eri troppo impegnato a combattere draghi e sirene per fare caso a tutta la gente che ti odiava. Ma lì ti sparlavano tutti dietro, io non avrei spiccato - le spille sono circolate così velocemente che praticamente tutti si sono dimenticati che le avevo inventate io quando le hanno ricevute - e poi, diciamocelo francamente, anche tu ti saresti scoraggiato dal combinare pasticci dopo essere stato trasformato in furetto all'improvviso.
Poi, vediamo, cos'altro … ah, sì, nel quinto anno mi sono alleato con la Umbridge e vi ho messi tutti quanti nel sacco. Quella è stata la cosa più difficile da fare fino a quel momento, credimi, perché dovevo fingere che mi stesse simpatica. Ma ti dirò - qui lo dico e qui lo nego - che era tutta una finzione. E poi sai quanto odiassi studiare sui libri senza usare la bacchetta: ore e ore a leggere per imparare niente, che seccatura. E poi - ma se lo dici a qualcuno ti crucio - mi sarebbe piaciuto imparare a fare un Patronus a quindici anni. Insomma, ti assicuro che quei Dissennatori facevano paura anche a me, solo che ero troppo occupato a nasconderlo prendendoti in giro.
E infine è successo il peggio. Mio padre. In prigione.
Aveva fallito il compito di catturarti e io dovevo scontarla.
E lui … lui che mi dava un compito … uccidi Silente … uccidilo, Draco … uccidilo per me …
E mia zia che saltellava, felice, e mi faceva le feste come un cagnolino … questa è una chicca per i Malfoy, oh sì, Draco, te lo dico io, sarai l'orgoglio della tua famiglia … e dietro mia madre che mi guardava, tutt'altro che orgogliosa … aveva paura.
Sapeva che non ce l'avrei mai fatta, e lo sapeva anche il Signore Oscuro. Eppure cosa potevo fare? Ritirarmi, forse? Sarei morto sotto gli occhi di mia madre, immediatamente, e Bellatrix l'avrebbe disconosciuta per il disonore.
Ero una cavia, una tortura per mio padre e per mia madre.
Tutti lo sapevano - Piton, mia madre, mio padre, il Signore Oscuro, Silente … perfino io. Ma ora sai quanto fossi bravo a nascondermi, a mentire a tutti, a far vedere la mia maschera che ormai mi si era appiccicata addosso ed era pesantissima. Sono orgoglioso, sbraitavo, questo è il mio compito! È mio, e sarò onorato nei decenni quando ci riuscirò!  
Queste frasi naturalmente rendevano orgogliosa mia zia, che faceva di tutto per aiutarmi: mi insegnava occlumanzia, mi addestrava, mi dava le idee, torturava le persone al posto mio … gli occhi di Rosmerta vacui, mentre annuiva docilmente ai suoi ordini ... porta questa collana a Silente, in qualche modo; mandaglielo … serviti di qualcuno, se puoi … è una collana potente, l'orgoglio di Magie Sinister, ma non azzardarti a dire da dove proviene … fa' qualcosa per farla arrivare là … che orrore … idromele avvelenato, Rosmerta, idromele avvelenato a Silente … e vedi di non fallire …
I miei tentativi di ucciderlo erano patetici, e ogni giorno ero diviso a metà: speravo che non funzionassero, così non avrei avuto quell'orribile delitto sulla coscienza, e contemporaneamente che lo facessero, così potevo riscattare mio padre.
Ma ormai non avevo niente da sperare. Persino davanti a Silente non sono stato in grado di uccidere.
Alla fine lui aveva ragione. Detesto dirlo, ma era così.
Io non sono un assassino.
Posso prendere in giro qualcuno fino a farlo esasperare, e non smettere fino a che quello non mi correrà contro a pugni serrati, deciso a farmi a fettine, e allora sono capace di nascondermi in fretta e di lagnarmi per dare la colpa a lui; posso facilmente adulare un professore, per via del mio denaro e della gente che conosco; posso esercitare un'aura di potere tanto forte da far rabbrividire i marmocchi del primo anno; posso attrarre un sacco di ragazze con un braccio rotto e una storia un po' più eroica della verità; posso perfino nascondere completamente il mio essere dietro una maschera che non mi rappresenta … ma non posso e non voglio uccidere.
Non sono crudele e sono pavido. Ho paura dell'orrore, della tortura, della morte.
Mia madre mi ha nascosto a Hogwarts l'ultimo anno, proprio mentre queste tre cose infuriavano in tutto il mondo.
Ma quella sera a casa mia … me lo ricordo come se fosse ieri, e anche tu, credo. Eccoti lì, sfigurato ma sempre tu, riconoscibilissimo fino all'ultimo ciuffo di capelli, perché starti addosso per sei anni mi aveva bene impresso nella mente il tuo aspetto. I Malfoy non erano una bella famiglia agli occhi del Signore Oscuro, e ormai per noi era diventato difficile vivere senza il suo riguardo … ed eccoti lì, su un piatto d'argento, pronto a riempire di gloria di nuovo il nostro nome davanti a lui.
E tutto dipendeva da me … bastava dire due parole, è lui, e tutti i sogni di gloria della mia famiglia si sarebbero realizzati.
Erano solo due parole, Potter, davanti a Bellatrix e a Greyback. Sai cosa significavano? La tua morte. E anche quella di Weasley e Granger, che ovviamente erano quelli con te, riconoscibilissimi anche loro. Morte istantanea.
Ma io non volevo tre morti sulla coscienza, Potter. Non volevo essere io a decidere con un verdetto la morte di qualcuno. Posso essere bastardo, ma non crudele. Così ho detto l'ultima frase che tu ti saresti aspettato - credo: non sono sicuro. Non so come abbiano potuto crederci i miei genitori, o mia zia; ma sicuramente tu non ci hai creduto, vero Potter? E neanche la Granger: si vedeva da come mi guardava. Eppure i miei genitori si fidavano della mia parola, e ancora me li sento nelle orecchie: cerca di ricordare, Draco, ti prego; immagina come ci ricompenserà quando saprà che siamo stati noi a consegnarglielo … sforzati, Draco …
Sforzarmi! Come se avessi avuto bisogno di sforzarmi per ricordare la faccia del ragazzo che avevo cercato di imitare per sei anni di fila e di cui avevo provato a ottenerne la fama!
È vero, sapevo che eri tu. Lo sapevo perfettamente, e non l'ho detto. Ho mentito un'altra volta, e questa volta contro gli interessi di tutte le persone che mi volevano bene. Ti ho protratto la condanna abbastanza a lungo perché tu potessi dartela a gambe con quell'elfo, Dobby, prendendoti pure la mia bacchetta.
Ti ho salvato la vita, Potter. Mi suona stranissimo dirlo, ma è così.
E tu hai salvato la mia neanche due mesi più tardi.
È per questo che sono scappato subito dopo essere usciti da quella dannata stanza - accidenti a Tiger e al suo maledetto Ardemonio - : chi ti avrebbe guardato più in faccia, dopo tutto questo? Chi avrebbe osato più prenderti in giro?
Forse è per questo che oggi hai aperto questa lettera, vero Potter? Perché non riesci a odiare chi ti salva la vita.
Beh, nemmeno io. Non ci sono più riuscito.
Forse pensando a te continuerò a sentire un po' di rabbia per quello che hai fatto a mio padre - cosa ti aspetti, in fondo? - ma non più di questo.
Spero che con questa lettera tutto ti sia chiaro. Non mi aspetto che noi il primo Settembre diventeremo amici - non so come ho fatto a crederci a undici anni, perché siamo davvero troppo diversi - ma spero almeno che non proverai l'istinto irrefrenabile di lanciarmi una maledizione di tortura. Perché io non ce l'avrò, Potter. Promesso.
Sinceramente,
Draco

 
Harry finì di leggere la lettera con il cuore che gli batteva assordante nel petto, e non appena alzò gli occhi dal foglio non perse un minuto di tempo e corse indietro verso la Tana. Tutti i commensali e i rispettivi bambini, compresi James, Albus e Lily, stavano aiutando Molly e Arthur a mettere in ordine la casa dopo quel pomeriggio, e quando Harry arrivò trovò Ron che teneva con la bacchetta una pila di piatti alta circa un metro che rischiava di cadere da un momento all'altro, ed Hermione dietro che lo aiutava raccogliendo i piatti che scivolavano via dalla pila. Nessuno avrebbe saputo dire se cadessero da soli o perché Tonks, prudentemente tenuta da parte da nonna Weasley, volendo aiutare, li urtava mentre entrava nella Tana. Fred e George stavano facendo i giocolieri con i bicchieri, e Molly aveva ora un gran daffare a indicare a tutti e quindici i bambini dove dovevano mettere i cucchiai sporchi o le forchette pulite. Bill, Audrey, Angelina, Katie e Percy stavano pulendo tutte le pentole, anche se per quest'ultimo era molto difficile dato che continuavano ad arrivargli bicchieri in testa. Arthur, intanto, stava chiedendo a tutti quanti di fare silenzio perché voleva proporre ad alcuni di loro di restare a dormire, e Lupin cercava di farsi sentire da lui per ricordargli che non era molto distante la luna piena, e che quindi non poteva permettersi di trasformarsi in lupo mannaro davanti ai ragazzi. Harry gridò nella Tana «Rispondo a Malfoy, arrivo subito!» ma non era molto sicuro se qualcuno di loro lo avesse udito; comunque non avrebbero sentito la sua mancanza per i due secondi che gli servivano, così schivò un bicchiere, evitò i cocci di piatti caduti e un coltello birichino che sfuggiva dalle mani di Teddy e salì le scale, entrando poi nella ex-camera di Ron. Scarabocchiò in fretta poche parole e prese in prestito Leo dalla gabbia.
«Consegnala ai Malfoy, okay?», gli disse mentre legava faticosamente la lettera alla zampa del gufo che, ormai cresciuto e svegliatosi, aveva conservato l'ardore che aveva in gioventù e non riusciva a star fermo. «Non mi aspetto una risposta».
Restò a guardare Leo mentre usciva velocemente dalla stanza e poi si lasciò andare ad un sorriso, fissando il vuoto. Lo scacciò in fretta, pentito di essersi lasciato andare così tanto contro un suo ex-nemico, e si affrettò ad aiutare gli altri giù in cucina.
 

***

 

23 Agosto 2016

Esatto, Malfoy, non so odiare chi mi salva la vita. Neanche se ha cercato di troncarmela per sei anni. Forse non siamo così diversi.
I Dissennatori ora non ci sono, quindi non avrai nessun problema di Patronus. Anche se ora sarei curioso di conoscere il tuo ricordo felice. Ah, a proposito, neanche io ti voglio torturare. Ma niente discussioni davanti ai Weasley, okay?
Saluti, Harry.



 
Draco finì di leggere il breve messaggio e si lasciò andare ad un sorriso, fissando il vuoto. Lo scacciò in fretta, pentito di essersi lasciato andare così tanto contro un suo ex-nemico, e lasciò perdere la risposta. Congedò il gufo con un gesto e rimase a guardarlo mentre volava via, chiedendosi se Potter aveva avuto la sua stessa reazione, quando aveva letto la lettera che gli era arrivata.
Comunque, era fatta. Non si sarebbe svolta nessuna rissa a King's Cross.
Andava tutto bene.
 

***
 1 Settembre 2016
 
Il vapore per un attimo si diradò e tre persone si stagliarono nitide contro la nebbiolina fluttuante.
«Guarda chi c'è».
Era Draco Malfoy con moglie e figlio, un cappotto scuro abbottonato fino alla gola. Stava incominciando a stempiarsi, il che enfatizzava il mento appuntito. Il ragazzino gli somigliava quanto Albus somigliava a Harry. Draco si accorse che Harry, Ron, Hermione e Ginny lo guardavano, fece un brusco cenno di saluto e si voltò.
«E così quello è il piccolo Scorpius», commentò Ron sottovoce. «Cerca di batterlo in tutti gli esami, Rosie. Per fortuna hai il cervello di tua madre».



*Angolino autrice*
Salve gente! La Dea dell'Ispirazione mi ha baciato di nuovo e quindi eccomi qui con questo Epilogo Alternativo. Vi sarete sicuramente accorti che Fred vivo o Fred morto cambia poco nella sostanza di questa storia, ma dato che io non ho ancora superato la sua morte, e credo che non lo farò mai, Fred deve vivere. Punto e stop.
Due cosette:
1.Vi sarete accorti che le frasi: "si lasciò andare ad un sorriso, fissando il vuoto. Lo scacciò in fretta, pentito di essersi lasciato andare così tanto contro un suo ex-nemico" sono uguali sia in Draco sia in Harry. Non è che non so trovare dei sinonimi; era per far vedere che in fondo quei due non sono così diversi.
2.Mi riferisco alle etichette che ho messo per la fanfiction: Missing Moments nel senso che gli avvenimenti narrati in questa fanfiction sono successi prima dell'epilogo; "What if?" perché questo sarebbe successo, secondo me, se Fred, Lupin e Tonks fossero stati ancora vivi.
3. E sì, la citazione finale è tratta dai Doni della Morte, dall'epilogo vero. 
Cosa di cui non ve ne frega niente: mi sono iscritta a DeviantArt! Wohohooo! :D Per ora ho pubblicato solo un PSD molto figo creato cliccando modifiche a caso, ma forse pubblicherò anche qualc0s'altro. Per ora vi lascio il link del mio account e boh, ciao.
Baci e ci vediamo a Hogwarts.
   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: SylviaGreen