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Autore: like    21/06/2013    0 recensioni
Semplici pensieri scritti in un momento particolare della mia vita.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Cara lametta,
ci incontriamo di nuovo; passi di nuovo sul mio braccio facendone scaturire la linfa della vita, il liquido rosso che è il sangue;
cara Lametta,
mia unica valvola di sfogo, mia croce e mia salvezza, mia gioia e mio dolore; non so come altro fare, all'inizio era controllato, solo in determinati casi e solo in un determinato punto, poi si è espanso, ho iniziato a scorticarmi le gambe, il seno, qualsiasi parte del mio corpo fosse facile da nascondere, se li vedessero mi manderebbero da uno psicologo, non ne ho intenzione, ho paura di quella gente, gente che vive ascoltando problemi altrui per soldi, non voglio uno psicologo, voglio un amico, qualcuno che mi capisca e non mi giudichi, qualcuno a cui affidare I miei problemi senza paura di fargli del male, non mi succederà mai d'incontrare qualcuno di simile, non posso essere salvata.
Il sangue che cola dalle ferite è il simbolo della vita che scivola via da me; quella vita che odio, a cui però non ho il coraggio di mettere fine per l'egoistica e irrisoria convinzione che qualcuno ci starebbe male; mi prendo in giro, non servo, sarebbe facile prendere un fucile o un coltello e farla finita, PER SEMPRE, ma sarebbe troppo semplice, troppo indolore, sarebbe l'assolvermi dai miei stessi peccati, non voglio l'assoluzione, il mio esilio peregrinante su questa terra deve essere il più doloroso e complicato possibile, la mia anima e il mio cuore non devono trovare pace; devo punirmi per essere troppo sensibile, troppo poco adatta a sostenere il peso del mondo; troppo fragile, e come il vetro mi chiudo nella mia scatola, separata dal mondo da cartone e imballaggi, ascoltando i rumori attutiti che provengono dal di fuori.
Sono un'anima persa, ferita, bisognosa di cure che non merito, sono un angelo caduto, un demone assolto, un Io indefinito che vaga per il mondo; non sono qui per sanare, ma per distruggere, non sono per rinascere ma per morire; non sboccerò come un fiore, morirò come erbaccia.
   
 
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