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Autore: QueenVLondon    21/06/2013    3 recensioni
Ilaria e Lorenzo sono solo due estranei senza niente in comune se non un luogo. La stazione Roma Termini.
Vi siete mai chiesti quante vite di sconosciuti abbiamo toccato senza saperlo? E se avesse incontrato il vostro grande amore e fosse stati troppo ciechi o impegnati per accorgervene? Perchè l'amore capita, non si sceglie.
Dal testo:
"Ilaria non sapeva spiegare cosa in quel ragazzo l’avesse affascinata così tanto, fin dal primo momento in cui l’aveva scorto lì in piedi mentre armeggiava col l’iPhone. Magari stava mandando un sms alla propria ragazza, perché un tipo come lui doveva averne una.
(...)
Era come se avessero ripercorso insieme le rispettive vite, come se il tempo, il fato li avesse destinati l’una all’altro. Come se quell’incontro dovesse avvenire".
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ciao a tutti!
Questa è la mia seconda "incursione" fra le storie originali, ma questa OS si aggirava nella mia mente da parecchio tempo ed oggi finalmente ho deciso di scriverla.
Senza svelare troppo sulla trama vi auguro una buona lettura e se vorrete lasciarmi un commento per farmi sapere cosa ne pensate ne sarò felice.
Un bacio
Vale



Avevano parlato ininterrottamente per quasi un’ora a mezzo. Difficilmente Ilaria si trovava tanto a suo agio con un estraneo, ma quel ragazzo era riuscito a catturare la sua attenzione e, chi la conosceva, sapeva che non era roba di poco conto.

Era molto carina, ma di certo non era quasi mai la prima ad essere notata in una stanza in mezzo ad una miriade di altre persone. Eppure c’erano dei momenti in cui staccarle gli occhi di dosso sembrava impossibile ed era proprio questo quello che stava pensando Lorenzo mentre osservava quella ragazza dalla fluente chioma castana chiara. Parlava in maniera spigliata ed il suo sguardo aveva qualcosa di magnetico.

C’era qualcosa in quella sconosciuta che l’attirava come una calamita. Poco importava che si fossero incontrati solamente quattro ore.

Due estranei che si scambiano un paio di convenevoli sull’ennesimo ritardo del Freccia Rossa della tratta Napoli-Milano. Niente di più. Due parole per ingannare il tempo, questo era quello che c’era stato fra loro.

I loro posti erano distanti: due carrozze diverse, tuttavia il treno stranamente era così vuoto che era sembrato naturale, facile prendere posto vicino a lei. La ragazza non aveva fatto commenti, era rimasta in silenzio.
Poi mano a mano che la velocità del veicolo aumentava anche le barriere fra loro avevano iniziato a dissolversi fino a scomparire completamente.

Ilaria non sapeva spiegare cosa in quel ragazzo l’avesse affascinata così tanto, fin dal primo momento in cui l’aveva scorto, lì, in piedi, mentre armeggiava con l’iPhone. Magari stava mandando un sms alla propria ragazza, perché un tipo come lui doveva averne una.

Eppure pareva aver ricambiato i suoi sguardi. C’era stata una connessione spontanea fra loro. Qualcosa che la ragazza non era riuscita a spiegarsi.

Non ricordava neanche di cosa avessero conversato: cinema, musica, tempo, infanzia. Era come se avessero ripercorso insieme le rispettive vite, come se il tempo, il fato li avesse destinati l’una all’altro.

Come se quell’incontro dovesse avvenire.

Ma per quanto Lorenzo trovasse Ilaria attraente, spiritosa ed intelligente, non poteva negare a sé stesso la verità. Non era single ed era troppo affezionato alla sua Aurora per farle una cosa del genere, ma per un attimo quel giorno, su quel treno con Ilaria avrebbe voluto mettere da parte ogni premura, prenderla a parte e baciarla.

Baciarla. Una, due, dieci volte. Senza fermarsi.

Il cuore di Ilaria batteva così tanto che per un istante la ragazza temette che volesse uscirle dal petto, aveva il timore che lui se ne accorgesse.

Che si rendesse conto che era interessata a lui, che dopo soltanto poche ore non lo considerava più un estraneo, ma un amico e chissà forse anche qualcosa di più.

Ma lui le aveva fatto capire di non essere disponibile, lanciando due o tre riferimenti alla sua ragazza in mezzo alla conversazione.

Non avevano molto senso in mezzo a quello di cui avevano parlato, ma lui gliel’aveva detto comunque ed Ilaria stavolta avrebbe preferito non saperlo. Poiché se ne fosse stata all’oscuro avrebbe potuto fare quello che desiderava, lì, in quel momento, su quel treno.

Quando il veicolo si fermò alla stazione di Bologna Centrale, Lorenzo le diede una mano a prendere il suo bagaglio, dopodiché si ritrovarono lì, l’uno di fronte all’altra, in piedi.

I loro sguardi erano fissi, era come se nessuno dei due potesse staccare gli occhi dall’altro. E in quel momento anche Ilaria immaginò come sarebbe stato alzarsi sulla punta dei piedi e baciare Lorenzo, un bacio a fior di labbra forse non sarebbe rimasto a lungo molto casto.

Immaginò il modo in cui si sarebbe avvicinata a lui, come il ragazzo le avrebbe passato un braccio intorno alla vita, attirandola a sé, e poi avrebbe incrementato il ritmo di quell’inizialmente quasi innocente e delicato bacio.

Vide quella scena un’infinità di volte nella sua mente prima di afferrare la maniglia della sua valigia e di sorridere leggermente a quello che fra pochi secondi sarebbe tornato ad essere soltanto un estraneo per lei.

Si erano scambiati i contatti di Facebook, ma sapeva bene che una volta tornata a casa non avrebbe mai ricevuto la sua richiesta di amicizia, così come era consapevole che anche lei non gliel’avrebbe mai inviata.

Semplicemente a volte certe storie sono troppo vere, troppo sincere e pure per mantenerle in piedi virtualmente.

Così Ilaria salutò Lorenzo e scese dal treno e, poco prima che le porte si chiudessero, si concesse un’ultima occhiata in direzione di quello che forse in altre circostanze avrebbe potuto essere l’amore della sua vita.
  
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