Era una giornata come tutte le altre, ma non immaginavo che la mia vita sarebbe cambiata.
Iniziò tutto quella mattina, lo ricordo come se fosse ieri. Era Settembre quando stavano per finire le vacanze estive e stava per riniziare un altro anno di scuola.
Gironzolavo per Padova a testa bassa pensando alle solite cose, a tutte le persone che avevo conosciuto e a quelle che dovevo ancora conoscere, a quelle persone che mi hanno cambiato la vita, a quelle a cui avevano creduto in me e quelle che avevo deluso…a tutti gli amici. Avevo gli auricolari alle orecchie, fissavo il marciapiede sul quale camminavo quando all’improvviso mi ritrovai col sedere a terra; non sapevo bene che era successo ma avevo intuito che un ragazzo mi era venuto addosso sbadatamente. Lo guardai negli occhi per dirgliene quattro ma mi perdetti…mi perdetti in quell’immenso sguardo dispiaciuto e disperso.
Il giovane mi tese una mano e io l’afferrai per aiutarmi a tirarmi su dal gelido marciapiede, la sua mano era liscia e calda sembrava quella di una bambino. Mi sorrise e delle parole uscirono dalle sue labbra carnose, non capii subito quello che aveva detto e per questo lo guardai male, con aria perplessa così con tono molto più alto mi disse:”SORRY!”

*Perché doveva parlare in inglese se eravamo in Italia? Forse pensava che fossi straniere…*

Gli sorrisi dolcemente e prima che pottessi rispondere mi invitò a fare colazione nel bar lì vicino. Non sapevo bene che dire,ma mi dispiaceva rifiutare era così dispiaciuto che mi guardava con quei suoi stupendi occhi marroni….

*Perché no?Accettiamo?!?!*

Annuii con la testa anche perché non sapevo se parlare in italiano o in inglese…
Ad un certo punto mi afferrò la mano e iniziò a correre verso la caffetteria, lo seguii a ruota perplessa del suo gesto. Mi fermai di colpo e gli dissi con tono severo:”Che ti prende?Sei forse matto?” Il giovane abbassò la testa, mi sentii in colpa ma avevo ragione!Non sapevo né il suo nome né da dove venissi…
Il suo dito si posò su un gruppo di ragazze adolescenti tutte in fibrillazione per quel giovane molto affascinante; deglutì la saliva,si fece coraggio e tutto ad un fiato mi disse:”Mi dispiace...n-n-non volevo!M-m-m-ma vedi quelle ragazze?Mi stavano cercando,per questo sono scappato via e ti ho afferrata i-i-in mal modo. Non era mia intenzione coinvolgerti!”

*Perché doveva scappare?Che aveva fatto di male?Chi era quel ragazzo che si nascondeva? Tutte domande senza un senso e senza una risposta!*

I miei occhi cercarono il suo sguardo triste e malinconico…non sapevo che fare,volevo chiedere spiegazioni ma non volevo essere scortese e impertinente,quando gli dissi:”Che hai fatto?Perchè ti cercavano?” Lui mi rispose con aria stupita:”Come fai a non saperlo?” Fece una piccola pausa e poi riniziò a parlare:”Sono uno dei cinque cantanti della Boy Band nata nel 2010…gli ONE DIRECTION! Ed è per questo motivo che quelle ragazze mi seguivano…”
Mi ci volle un’ attimo per collegare di che Boy Band parlasse e poi capii tutto, nella mia testa si formarono le immagini di quei cinque ragazzi anglo-irlandesi.

*Non ero una loro fan ma la loro musica non mi dispiaceva affatto, erano carini e con i piedi ben saldi a terra!*

Con tono sconcertato gli risposi:”Oh cavolo!Che scema che sono stata a non riconoscerti…”

Un silenzio imbarazzante si creò in quel momento quando le urla di alcune ragazzine ci portarono con i piedi per terra, riniziò la nostra corsa. Schivavamo una persona dietro l’altra quando ad un tratto il fiato mi venì a mancare,mi fermai, mi girai indietro e avevamo seminato quelle giovani.
Il cantante mi prese per mano e mi disse:” Allora?!Andiamo a fare colazione!”

*Più che una colazione era una cola-pranzo,un misto di colazione e pranzo. Ma che importava,mi stavo facendo un sacco di problemi per niente!Io avevo FAME e dovevo mangiare!*

Lo seguii in un Bar dove mangiammo un po’ di tutto….

*Tanto io non pagavo,quindi,presi tutto quello che mi passava per la testa ma era ovvio….con un po’ di contegno…*

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Lo salutai con un bacio sulla guancia,mi ripresi il telefono (glielo avevo dato perché mi scrivesse il suo numero) e me ne andai,scomparii dietro quell’immenso ammasso di gente. Mi portai la mano al petto ed il mio cuore batteva più che mai….che mi stava succedendo? Non potevo, non dovevo affezionarmi a lui….