1.
COUCH
COUCH
«Hai intenzione di rimanere lì ancora per molto, tesoro?»
«Mi chiedevo
solo quando ti saresti accorto di me.»
«Dal momento
esatto in cui ti sei fermata sulla soglia.» Klaus
sollevò lo sguardo dal libro la cui lettura lo aveva
catturato così profondamente, e le sorrise. «Su,
non farti pregare. Vieni a sederti qui», fece, indicando con
la mano lo spazio vuoto sul divano accanto a lui.
Caroline si
staccò dallo stipite della porta e lo raggiunse, andando
però a sedersi nel lato opposto. Klaus aveva seguito
minuziosamente i suoi movimenti, e nel prendere nota di quella
incomprensibile distanza aggrottò la fronte con aria
perplessa, già iniziando a domandarsi che cosa diavolo
avesse fatto di male, questa
volta.
Ma poi la vampira allungò le gambe e gliele poggiò comodamente in grembo, sorridendogli soddisfatta, e il buonumore di Klaus tornò a risplendere.
Ma poi la vampira allungò le gambe e gliele poggiò comodamente in grembo, sorridendogli soddisfatta, e il buonumore di Klaus tornò a risplendere.
Riportando lo sguardo
sul libro che teneva aperto con una mano, posò
l’altra sulle ginocchia di Caroline e iniziò ad
accarezzarla, coccolandola come sapeva le piacesse. «Sei
stata via tutto il giorno», disse a mezza voce dopo una
manciata di minuti silenziosi. Il tono era piuttosto neutro, ma
Caroline sapeva che una velata accusa si celava tra le righe: Klaus non
amava stare lontano da lei per troppo tempo, in particolar modo quando
lei usciva la mattina presto lasciandolo solo nel loro letto, senza
neppure svegliarlo per salutarlo – e la cosa era reciproca, a
dire il vero – per cui non se la prese.
«Quindi ti
sono mancata?» Lo stuzzicò, cercando di fargli
ammettere ciò che lui non voleva pronunciare.
Klaus non rispose,
limitandosi a mugugnare un monosillabo incomprensibile. E a non
staccare gli occhi da una pagina che non stava neppure leggendo, dato
che i suoi occhi erano fermi sullo stesso paragrafo da dieci minuti
abbondanti.
Voleva giocare a fare
l’offeso? Caroline sorrise all’idea.
Con un rapido fruscio
cambiò posizione, andando a sedersi direttamente a
cavalcioni delle gambe dell’ibrido. Gli chiuse il libro con
un colpo secco e lo poggiò da qualche parte lì
vicino, prendendogli le mani e portandosele dietro la schiena,
imprigionandosi volontariamente.
Gli occhi di Klaus
stavano già brillando divertiti, eppure si ostinò
a mantenere un’espressione impassibile.
«Non mi hai
risposto», lo rimproverò, poggiando le proprie
mani sullo schienale del divano per mantenersi in equilibrio. Si
chinò su di lui e iniziò a disseminare piccoli
baci dalle tempie alla mandibola ricoperta da una leggera peluria
bionda, che lei personalmente trovava irresistibile.
Tra un bacio e
l’altro, si interrompeva per domandare.
«Ti», un bacio sulla punta del naso,
«sono», un altro all’angolo della bocca,
«mancata?» Concluse in un sussurro, prima di
poggiare le labbra appena sopra la clavicola.
Klaus emise un suono
primitivo che parve scaturire dalle profondità della sua
gola. In un attimo ebbe ribaltato la situazione, torreggiando su di lei
con un ghigno assai poco raccomandabile.
«Lascia che ti
mostri quanto mi sei
mancata», mormorò, prima di chinarsi su di lei.
La
risatina di Caroline si smorzò in un gemito strozzato.
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Nulla di
impegnativo - solo un modo come un altro per saziare la mia fame di
questa coppia :D Il titolo è preso da una strofa di
"Summertime Sadness" di Lana Del Rey, per la quale credo di aver
sviluppato ultimamente una certa ossessione... ma cosa ci posso fare se
le sue canzoni mi ispirano Klaroline feelings? xD
PS: Se avete prompt da
suggerire per questi due (parole, citazioni o quello che volete), fate
pure! ^^
Baci e
abbracci - e grazie in anticipo a tutti coloro che leggeranno <3
Vostra,
Niglia.