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Autore: None to Blame    21/06/2013    6 recensioni
Arthur sente male al cuore.
Genere: Angst, Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
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Ambientata in una ipotetica notte dopo la 4x02



















Arthur si alza e si gira verso Uther, ma suo padre ha il capo reclinato sulla destra, la bocca semiaperta ed un respiro pesante. Le palpebre tremano, come se gli occhi si stessero ancora muovendo. Arthur sospira. Neanche nel sonno il Re riesce a trovare pace.

Gli accarezza piano la guancia e si allontana in silenzio, per non destarlo.


Arthur sente male al cuore.

Ha finto di non notare lo sguardo di Guinevere, che cercava dietro di lui, a coprirgli sempre le spalle, un volto che le avrebbe sorriso triste e fiero, un uomo di grande valore che avrebbe cavalcato su quel settimo destriero rimasto senza padrone.
Ha finto di non registrare le sue confessioni, i suoi sensi di colpa, il suo animo che si perdeva in lacrime.
Non ha mai creduto sul serio di poterla definire sua, ma averne la certezza è un colpo che non si può superare.

Il fuoco mangiava tutto ciò che rimaneva tangibile di Lancelot. Il suo volto sbiadirà, Arthur lo sa, perché la memoria è vaga e sommaria. Gli deve tanto e non gli resta niente se non poche parole di commiato.


Arthur resta in piedi davanti alla porta delle enormi e vuote stanze del principe, le dita che sfiorano la maniglia lucidata ogni giorno dai servitori, immobilizzato da paure inconsistenti, dalla colpa dei sopravvissuti.

Quando entra, non si stupisce di trovare Merlin che accende il fuoco nel camino.

Ha il viso spento e neanche si gira a guardarlo e tu maledici la tua cecità, la tua inettitudine.

Merlin ti sta incolpando.

Deglutisci a fatica. La gola è riarsa, hai sete di perdono e vorresti dire tanto, ma hai perso troppo e ancora non sai come rimetterti in piedi. Lui contempla le fiamme – forse gli ricordano quel pomeriggio, forse l’ultima scintilla di Lancelot che sfrigola contro il cielo e la notte.

« Arthur »

Sussurra piano fra le labbra e ancora non ti guarda, forse non lo farà mai più.
Ha la schiena ricurva, appesantita dal rancore che prova per te – ma tu devi provarci, devi alleggerirlo o sarà la fine.

Fai un passo verso di lui (ti ricorda la tua prima volta su un cavallo – avevi paura di fare una mossa falsa, avevi paura che ti schiacciasse, di farti male) e tendi la mano, per raggiungerlo o tenerti pronto per una caduta.

A quel punto, lui si volta e pianta il suo sguardo nel tuo, abbassandolo un momento per scrutare la tua mano tesa.

«Art– »

«Avrei dovuto esserci io al suo posto » non gli dai neanche il tempo di dire il tuo nome. Non vuoi che lo pronunci, vuoi solo che ti perdoni, che sappia che anche tu ti stai incolpando e lo farai per il resto della tua vita, perciò che bisogno c’è che lui ti odi in tal modo?

Merlin abbassa gli occhi sui tuoi stivali, lontano dalla tua faccia (fa male, troppo per poterlo definire). Scuote lentamente la testa e si avvicina a te, solleva lo sguardo.

Ti sta sorridendo.

«Quando la smetterete di essere un tale babbeo? »

Lo guardi senza capire, non capisci e mai capirai – perché Merlin sta piangendo, davanti a te e senza vergogna. Piange e ignora le tue colpe.

E tu esplodi.

«Non puoi fare sempre così! »  sbotti, lanciando in aria le tue braccia a enfatizzare le parole, a scaricare la tua rabbia.
Lui esibisce ancora quel suo sguardo, quello che ti mette in difficoltà, e tu scalci via gli stivali, buttandoti a sedere sul letto, i muscoli tesi.

«Così come? »

«Leale »  sospiri, piano.  «Perché sei leale a me, che sono meno nobile della metà dei miei cavalieri? Lancelot si è sacrificato al mio posto, salvando la mia vita e quella di tutti, e non è giusto. Tu sei quasi… »  la tua voce si spezza.


Lasci la frase lì, appesa al silenzio, nella speranza che lui lo dissolva.
Lo guardi, ma è rivolto verso il camino. Le sue spalle (quand’è che sono diventate così larghe, quand’è che quell’idiota dalla dubbia intelligenza è diventato un uomo?) si muovono con i suoi respiri, in un controluce che ti sembra quasi metaforico.


«Non volete che vi sia leale? »domanda. Non c’è un’emozione che la sua voce trasudi.

«Potevi morire. »

«Non sono morto. E neanche voi » si gira, avvicinandosi a te, fissandoti negli occhi, la fronte aggrottata come a incolparti.

«Camelot ha bisogno di Arthur, non di Lancelot. Voi sarete il più grande re mai esistito, Lancelot è stato il più valoroso fra i cavalieri e lo ha dimostrato. Se vi foste sacrificato, avreste rese vane le speranze che questa gente ripone in voi, avreste sputato in faccia al destino e al vostro trono. Non siate egoista, la vostra vita vale molto di più, è nel vostro sangue e nella vostra posizione. Non potete privare Camelot di un principe solo per comportarvi da cavaliere. Voi dovete essere sovrano di un regno prospero e felice, perciò non osate mai più pensare di sacrificare il vostro destino per un obiettivo minore. »

Abbassi lo sguardo.

«Merlin, io– »

Due colpi alla porta vi fanno sobbalzare, interrompendo quell’idillio greve che vi eravate creati.
Ti alzi, scrollando le spalle dandoti un contegno e concedi il permesso di entrare.

La testa ricciuta di Leon fa capolino, una scusa già pronta sulle sue labbra.

«Sire, mi dispiace di– »

«Di’ pure cosa ti porta qui, Leon. »

Il cavaliere fa un cenno a Merlin, alle tue spalle, e si pone davanti a te, un’espressione contrita.

«Il numero dei decessi entro le mura di Camelot è di settantacinque individui, di cui ventotto donne e undici bambini. Un uomo è stato rinvenuto completamente ustionato, probabilmente per via di una torcia difettosa che ha usato per difendersi. I deceduti delle zone limitrofe sono ancora da chiarire, ma il totale si aggira intorno ai duecento. » 

Prendi la notizia con la fermezza che ci si aspetta da te.
Annuisci e Leon si inchina e fa per accomiatarsi.

«Aspetta, aspetta »lo blocchi. «E i feriti? » 

«Una donna e tre uomini con ferite non riconducibili all’attacco dei Dorocha, sire. »

«I Dorocha… Nessuno è stato curato per tempo? Nessuno è guarito? »domandi, sorpreso.

Leon nega con un cenno del capo e tu annuisci ancora, incapace di aggiungere altro.
Il cavaliere augura una buona notte a entrambi e si dirige verso l’uscita, fermandosi un attimo prima di lasciare la stanza.

«Nessun mortale è mai sopravvissuto al loro contatto. Gaius ci ha avvertiti, sire, che nulla poteva essere fatto per salvarli. »

Il rumore della porta che si chiude è come un fulmine a ciel sereno.

Ti volti di scatto verso Merlin, che sta raccogliendo gli stivali che hai abbandonato sul pavimento. Non ti sta osservando, ma in qualche modo capisci che lui percepisce il tuo sguardo che gli trapana la nuca. Noti il suo esitare, il tentennamento di chi si sente improvvisamente a disagio.

Raddrizza la schiena e sorride, teso.

« Non sei morto. »

Ti guarda senza variare espressione, sollevando il braccio che regge i tuoi stivali.

«Devo lucidarli »  afferma, e ti supera, evitando di sfiorarti.

Potresti allungare la mano e afferrargli il polso, bloccarlo e chiedere risposte (ma il fatto è che neanche sei sicuro della domanda).
Lasci che ti passi oltre, che i suoi passi risuonino leggeri sul pavimento e che si allontani da te, senza aver concluso niente.

«Dovreste riposare, sire »  ti dice, chiudendo la porta.

Lasciandoti solo.

No, non lo sei, non sei solo.
Merlin è lì, lui e le sue cose non dette.

La sua lealtà – in te, solo in te – ti scalda il cuore e ti gela il sangue, perché lui sarà sempre fra te e la morte, a ricordarti che dovrai cullare il suo testardo cadavere per colpa della sua stupidità.

Ma lui sarà anche fra te e la rovina.

Domani mattina, Merlin entrerà con un vassoio di carne, formaggio e pettegolezzi ed il mondo tornerà alla normalità.

Non c’è da perderci il sonno.
 
 


Eppure…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 















 
NdA

Yay, che schifezza!
Il fatto che si passi dal “lui” al “tu” è voluto, non è una distrazione. :)
L’ispirazione mi è venuta ieri sera, quando il mio coinquilino mi ha costretta a vedere la 4x01 in italiano (le mie orecchie ç_ç).
Voglio dire, Arthur è o no un cretino? Ma non solo Arthur! Insomma “nessuno è mai sopravvissuto al contatto coi Dorocha” e Merlin è vivo e vegeto. Ma siete scemi o no, cavalieri di Camelot? Bah.
Comunque, spero vi sia piaciuta. L’ho scritta ritagliandomi una mezz’oretta di tempo fra una rottura di scatole ed un’altra rottura di scatole.
Ah, può essere letta in chiave Arwen o Merthur, magari perfino in Lancelot/Merlin. Insomma, è vaga proprio come la serie tv. (io la leggo in merthur, naturalmente, ma io sono malata u.u)
Accetto critiche costruttive e distruttive!
Se ci sono errori, fatemeli notare! 
   
 
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