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Autore: Just a Shapeshifter    21/06/2013    1 recensioni
“Capelli rosso fuoco, sembrano fiamme quando corre, cavalli che galoppano sulla sua chioma, liberi nel vento. Occhi color terra, ma sul serio, inglobano diversi colori, dal verde della foresta al marrone della corteccia al giallo delle dune nel deserto.
Magra, alla sola vista potresti spezzarla con un grissino, ma ha la tenacia di mille uomini.
E il suo sorriso... oh, é pura armonia per la ragazza dagli occhi dove la nebbia e il prato si fondevano...”
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Piccolo avvertimento. LadraDiZuccheroFilato mi ha proposto questa sfida. Generalmente non scrivo oneshot o long originali, diciamo che mi diletto meglio nei contesti "cartone o fumetti"... ma era una sfida, e io adoro le sfide :3
Dovevo fare una oneshot fluff, -e spero di esserci riuscita- inserendo all'interno del testo quattro precise parole:
-toast
-abbandono
-sensuale
-ballare

Beh, buona lettura ^^"
-M

Sbadigliò la ragazza, donando al mondo la vista dei suoi splendidi occhi verdi, cerchiati intorno all'iride da un cerchio denso di nebbia, che contornavano il prato che si celava nei suoi occhi.
Erano il suo unico vanto, gli occhi... si vedeva grassa, brutta, odiava la sua pelle, quei brufoli che capitavano sempre nei punti più visibili ed ogni altro insulso particolare fuori posto nel proprio corpo. Ma non era ora il momento di pensare a simili sciocchezze. Spostò lo sguardo verso la finestra, ovvero verso sinistra.

“Lei adorava dormire vicino alla finestra, poter aprire gli occhi e guardare quello splendido giardino, con quel salice piangente che regnava sovrano al centro, circondato da ogni tipo di fiore.”

Sorrise, alla sola vista della propria ragazza che dormiva, supina. Un braccio era sopra la testa, che le copriva gli occhi, l'altro abbandonato sull'addome, le gambe scomposte, piegate, scombinate... ma era così, lei... strana, ed era per questo che alla bionda dagli occhi color prato circondato da nebbia piaceva da impazzire. Le diede un delicato bacio a fior di labbra, per poi scendere silenziosamente dal letto e scendere nella stanza di sotto, zampettando fino in cucina.
Salutò con un sussurro Leslie, la loro pitbull dal pelo argentato e con due calzini bianchi corti sulle zampe anteriori, ricevendo uno scodinzolio ed uno sbadiglio. Si avviò verso il frigo, prendendo delle uova, un pezzo di burro, del latte, aprendo poi uno scaffale li affianco e afferrando farina, sale,zucchero e un pizzico di lievito, cercando di non far cadere nulla mentre depositava il tutto accuratamente sul tavolo.

“Sorrise, lei adorava i pancake...”

Prese anche diverse ciotole ed iniziò, cercando di evitare Leslie e le sue scodinzolate, la pitbull di nove mesi l'aveva raggiunta di corsa, appena aveva sentito lo sbatacchiare di ciotole e cibo. Divise dapprima le uova, mettendo i due tuorli nella ciotola e versando del burro in un padellino, facendolo sciogliere.
Sbatacchiò poi i due tuorli e il burro fuso, insieme a del latte, aggiungendoci infine la farina e il lievito, completando quella miscela. Montò a nuvola il bianco d'uovo, che aveva salvato poco prima dalla loro palla di pelo, spostando in un secondo il bicchiere in cui aveva messo i tuorli crudi, insieme a quel pizzico di sale e zucchero. Mise infine l'impasto sul fuoco, dividendoli in tanti piccoli cerchi, leccandosi il dito, dopo averlo fatto passare sui resti dell'impasto, e facendolo assaggiare un poco anche alla sua amica a quattro zampe, per poi mettere nel lavello ciotola e lavarsi velocemente le mani, rimettendo via tutti gli alimenti.
Girò ogni pancake, fino a quando non furono pronti. Sorrise nuovamente, la ragazza bionda, impilando i sei pancake in un piatto e versandoci sopra un goccio di sciroppo d'acero, completando il tutto con una deliziosa spremuta d'arancia. Salì di nuovo su, dopo aver posato il tutto in un vassoio, il piatto di pancake guarniti da sciroppo d'acero, al suo fianco le posate, in un angolo il bicchiere di spremuta, al suo parallelo una piccola ciotolina con tante fragoline di bosco... lei le adorava. Ed infine una piccola ninfea bianca, pura... come lei.

“Avevano un piccolo stagnetto, dietro casa... l'avrebbero messa li, insieme alle altre...”

La ragazza posò il tutto sul comodino, avvicinandosi a gattoni alla rossa, fino ad arrivare a quattro zampe su di lei. La fissò, sorridendole, mentre ancora dormiva.

“Capelli rosso fuoco, sembrano fiamme quando corre, cavalli che galoppano sulla sua chioma, liberi nel vento. Occhi color terra, ma sul serio, inglobano diversi colori, dal verde della foresta al marrone della corteccia al giallo delle dune nel deserto. Magra, alla sola vista potresti spezzarla con un grissino, ma ha la tenacia di mille uomini. E il suo sorriso... oh, é pura armonia per la ragazza dagli occhi dove la nebbia e il prato si fondevano...”

Arrivò la piccola pitbull a rovinare i pensieri della bionda e a svegliare la rossa, scodinzolando ed abbaiando, come ogni mattina, per dare il buongiorno alle due.
Elieen stropicciò gli occhi, finalmente, rivelando quella tavolozza di colori al mondo, e alla sua amata. Si ritrovò Leah sopra di se, e sorrise, sporgendosi per baciarla, prima di essere attratta dal profumino che si espandeva dal comodino, solleticandole il naso... sgranò gli occhi, poi
“Leslie no! Cuccia!” La bionda scattò in avanti, sorpassando la propria ragazza e riuscendo a mettersi tra la belva affamata di pancake e il vassoio che aveva preparato con tanto amore, salvandolo.
“Ehi piccola peste, tu hai i tuoi croccantini, giù in cucina” Elieen sorrise, sporgendosi per accarezzare Leslie, tirando di nuovo a se la ragazza, baciandola.
“E quelli?” Sussurrò, sorridendole, baciandole la punta del naso ed indicando il vassoio. “Mmmh...” La bionda alzò le spalle, baciandole di nuovo ed accarezzandole la guancia “La tua colazione” Sorrise, poi, appena la rossa sparì tra le sue braccia, ritrovandosi seduta ad ammirare quello spettacolo che sostava sull'angolo del vassoio, esponendo i suoi candidi petali alla luce solare che filtrava dalle tapparelle. Arrossì, senza smettere di sorridere.
“É...lei é...”
“Perfetta, bellissima, candida... pura... proprio come te.”
Sussurrò Leah, alzandole il mento e baciandola, nuovamente. “N-NO!” Elieen scattò in piedi, fissando il vassoio e la ragazza, che con occhi sgranati la fissava, mordendosi il labbro e chiedendosi che cosa avesse sbagliato, quella volta.
“Tu hai mangiato?” Sussurrò, sorridendo maliziosamente, mentre si avvicinava alla ragazza, posandole una mano sul corso e spingendola lievemente giù, fino a farla stendere completamente sul letto, supina, arrivando a far sfiorare i nasi, senza togliersi dal viso quel sorriso. “Ehm... no” Sussurrò a sua volta Leah, sospirando alle cure della rossa, che aveva iniziato a mordicchiarle il lobo dell'orecchio, contornato da un dilatatore da quattordici millimetri. Mugolò di disapprovazione, appena questa si staccò, schiacciandole l'occhio e alzandosi da lei.
“Beh, e allora aspetta qui” E detto questo si alzò definitivamente dal letto, avviandosi alla porta e successivamente in cucina, seguita da Leslie.
Leah rimase così, con un sorrisetto ebete stampato sul volto, mentre la osservava uscire, con una maglia troppo grande per lei e quelle splendide culotte nere, che risaltavano le sue fantastiche gambe da modella. Aveva una camminata tutta sua, strana di solito, molleggiante... ma quella mattina aveva deciso di modificarla, facendola diventare del tutto irresistibile, sensuale. Ma anche il suo intero corpo era estremamente sensuale, agli occhi della bionda. Curve perfette, così come l'intero corpo che lei giudicava sempre, ritenendolo sproporzionato, brutto... ma, oh... era perfetto.
Si sdraiò sul letto, sospirando e guardando la colazione della propria ragazza, che mano a mano si raffreddava. “Farai tardi e si raffredderanno!” Mormorò a voce abbastanza alta affinché Elieen la sentisse, per poi poggiare la testa sul cuscino, fissando il soffitto e sorridendo. Erano state fortunate, ad incontrarsi. Sette mesi. Quel giorno festeggiavano sette mesi... ed entrambe erano euforiche, felici... si erano giurate amore eterno, e di certo non si sarebbero rimangiate la parola. Le veniva un groppo in gola ogni volta che pensava a quella terribile parola: “abbandono”.
Più volte era stata abbandonata, in passato... volte terribili, il culmine fu quando uno dei pochi esseri a cui teneva maggiormente l'abbandonò. L'amava, la bionda... l'amava con tutta se stessa. Oh, non era un amore umano, nessun tradimento... Era solo una doppia pony, dal manto color della notte, con una balzana bianca sul posteriore sinistro e una lunga lista che le contornava il muso, e che finiva in un piccolo rombo color carne. Non era sua, ma l'amava come se lo fosse. Un giorno andò li, insieme alla sua bella, percorse ogni box, con un paio di dolcetti in mano, presi apposta per lei... un peso allo stomaco, che diventava sempre più pesante ad ogni passo, ed ad ogni muso che sbucava dalla finestrella... ogni muso, che però non coincideva a quello stampato nella mente della ragazza amante dei cavalli. La terribile notizia, poi... il buio. Vedeva il mondo in bianco e nero, e pianse, pianse per ore, stretta alla propria ragazza, su una balla di fieno...

Non l'aveva nemmeno potuta salutare, gliel'avevano strappata via, rapita. Sentì il cuore rompersi, spezzarsi. Una parte di lei era morta.

Si toccò il collo, proprio vicino al lobo sinistro. Una D maiuscola in corsivo, dalla quale spuntava un piccolo cavallino, solo il muso e le zampe anteriori, intento a galoppare sulla parte più alta di essa. Se l'era fatto dopo la sua scomparsa, un modo per ringraziarla di tutto quello che aveva fatto per lei.
Scosse la testa, riprendendosi appena sentì dei passi sulle scale. La rossa rientrò, con un piattino e una tazza in mano, porgendo alla bionda ambedue le cose. Nel piatto un toast cotto, con sopra un velo di marmellata alle fragole, la preferita di Leah. Nella tazza del caffè bollente. “Due zollette, come piace a te” Sussurrò Elieen, baciandola e risiedendosi sul letto, prendendo il proprio vassoio e degustando la colazione, le due che cercavano di ignorare Leslie e i suoi occhioni da cucciolo, finendo di mangiare...
Elieen sgranó gli occhi, appena vide il regalo, poco dopo. Un album. Un bellissimo album, ogni pagina corrispondeva ad un mese passato insieme, ogni pagina conteneva foto, oggettini o fiori che le due avevano trovato, e le frasi piú significative.

Novembre : La prima foto delle due ragazze, che si baciavano, sul divano della rossa, ed un'altra foto li accanto, le due in banco assieme, Leah con una mano poggiata sotto il mento, che fissava rapita una Elieen intenta a prendere appunti di psicologia, in un angolo della foto il prof, che schioccava le dita per riportare alla realtà la bionda sognatrice. In poche parole un prologo, descritto da una data: 21-11-2012

Primo mese, dicembre : Quella pagina conteneva un delizioso alberello di natale, o meglio, una specie di cartolina. Elieen era buddista, ergo non festeggiava il Natale, ma erano le parole scritte al suo interno, quelle significative. “Dopo anni, ho ricevuto finalmente il regalo che desideravo, te...” e una foto delle due, o meglio: la foto di Leah che apriva la porta, e Marcus, il loro amico gay, sbucava dal nulla, con un fagottino rannicchiato sotto la giacca, un fagottino dal manto argenteo e occhi color nebbia, un fagottino che prese il nome di Leslie. E s'intravedeva il ditone della rossa, che aveva scattato la foto in fretta e furia, pur di catturare il momento, pur di catturare la faccia sorpresa della sua ragazza.

Secondo mese, gennaio : Faceva freddo, quel gennaio... la foto più carina che aveva trovato era una della rossa a letto, sotto le coperte, un libro poggiato sulle ginocchia semi raggomitolate fino al petto, e un the caldo in una mano, dalla tazza usciva una nuvoletta di fumo. Un'altra foto, li affianco. Più piccola, ma perfetta. Raffigurava le due, o meglio... le due mani, le cui dita intrecciate le une nelle altre, ad entrambe, all'anulare, un anello nero. Semplice ed affascinante.

Terzo mese, febbraio : Pure febbraio era stato poco generoso, con le due... Leah si era presa l'influenza, e Elieen si era divertita a farle da infermiera, assistita dalla bravissima infermiera/cane/assistente Leslie. Elieen si divertiva anche a scattarle foto, e alla fine la bionda ne aveva attaccate un paio... Leah sotto tre piumoni e con la testa sopra un mare di cuscini, Elieen che le preparava il brodo di pollo, bruciando sia il brodo che... il pollo. Ma erano divertenti, e piacevano ad entrambe.

Quarto mese, marzo Leslie era “grande”, oramai, cinque mesi di cucciolo, poteva resistere un paio d'ore da sola in casa, di sera... questo speravano, le due amanti, mentre accarezzavano la piccola, per poi uscire a cenare fuori. Di una cosa, non avevano tenuto conto, però... quella sera ci fu uno dei più violenti diluvi e, quando tornarono a casa, la trovarono semi ribaltata, e la pitbull era inglobata nel letto, sotto le coperte, tra i due guanciali, che cercava di tranquillizzarsi annusando l'odore delle due donne. Elieen si portò le mani ai capelli, strillando per il casino che regnava intorno, Leah sorrise, infilandosi sotto le coperte insieme a Leslie, accarezzandole la testa e ricevendo una leccata sul viso, seguita poco dopo da un bacio sulle labbra da parte di Elieen. Attaccata alla pagina c'era quella piccola lettera, che raccontava “l'incidente” di quella sera, insieme ad un biglietto da visita del ristorante, come foto... beh, la casa sottosopra descriveva bene quella serata.

Quinto mese, aprile : Si erano dati alle spese folli, comprando ogni sorta di aggeggino, per abbellire casa e camera da letto. Scontrini su scontrini addobbavano quella pagina, al centro la foto di Elieen al centro della loro camera, in piedi sul letto e con le mani chiuse a pugni, sui fianchi, che ammirava soddisfatta la camera, ora completamente nuova, rimodernata.

Sesto mese, maggio: Qui si era trovata in difficoltà, la ragazza... non aveva foto, non aveva nulla... Un lampo di genio la scosse, infine... Entrambe adoravano Mika, ed entrambe erano riuscite a vederlo dal vivo, ma purtroppo non erano riuscite ad accalappiare l'autografo. Voleva attaccarlo li, la bionda, ma non poteva creare dal nulla un autografo originale, così si limitò a trascrivere il testo della canzone preferita di Elieen, Blue Eyes .
La rossa si girò, dopo aver osservato la pagina, guardandola con sguardo interrogativo. Leah si limitò a sorridere, sussurrando un “Dopo vedi” mentre Elieen girava pagina, l'ultima.

Settimo mese, giugno: La pagina era vuota, e la ragazza dagli occhi e dal corpo perfetto si girò nuovamente, rivolgendo un altro sguardo interrogativo a Leah, la quale sorrise, scendendo giù dal letto e mettendo un cd nello stereo, sorridendo all'unisono insieme alla rossa, appena entrambe avvertirono le prime note, che conoscevano benissimo.
“Ti va di ballare con me?” Sussurrò Leah, ricevendo un sorriso ed un capo che annuiva, mentre Elieen si alzava. Sapeva benissimo che la bionda odiava ballare, eppure... eppure lo stava facendo, per lei... solo per lei. Una lacrima le solcò il viso, e scoppiò in un pianto alla fine della canzone. La ragazza dal collo tatuato la strinse a se, baciandole la spalla e sussurrandole un “Che c'è, bella?”
“C'è che ti amo, stupida, c'è che il mio cuore da sette mesi batte per te... C'è che... che... che quando saremo vecchie voglio morire tra le tue braccia...”
Mormorò Elieen, senza smettere di piangere quelle lacrime salate di pura gioia.
“Ti amo anche io, mia piccola alba” Sussurrò a sua volta la ragazza bionda, unendosi a quelle lacrime di gioia.
Entrambe avevano sofferto in passato, e molto... Leah litigava spesso con i propri genitori ed aveva perso un'amica preziosa, Elieen aveva vissuto come un pacco postale, sbatacchiata qua e la da una casa all'altra, per via dei genitori separati. Ma si erano incontrate le due, si erano amate, da sette mesi si amavano, dopo appena tre già convivevano assieme... e lo avrebbero fatto fino a quando Morfeo non le avrebbe fatte addormentare, per sempre, questa volta... ma alle due non importava, avevano tutta una vita da vivere: assieme.

  
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