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Autore: Touma    05/01/2008    2 recensioni
Squall e le sue riflessioni natalizie... riuscirà a risollevarsi dalla tristezza e dalla solitudine che prova? Beh, è Natale...
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rinoa Heartilly, Squall Leonheart
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eclipse on Christmas Eve
I could see my life, short film passing my eyes
I tried to look away from her, as always I just tried
Sweetness in her eyes, gone thru one million miles
How could I turn my back on her, the sweetest thing alive

Look what I have done to my San Sebastian
I wasted all my childhood dreams by staring at the sun
Back in time with a dream of mine
I try to find my way back to life
Burning fever, night time screamer, waiting time when I'd come alive

Sun of San Sebastian oh why I cannot stay
She's all I ever dreamed, but now my skies are turning gray
It was good I got to know her well, because it made me see
That the sun of San Sebastian is just too hot for me

E’ Natale. O meglio, lo sarà fra qualche ora.
Non mi è mai piaciuta questa festa, ne ho solo vaghi ricordi da piccolo, ai tempi in cui stavamo con la Madre.
Ma il Natale è una festa per famiglie.
Ultimamente, ci stavo ripensando. Come festa non mi apparteneva ormai da tanto tempo, se mai lo è stata.
Però… per quest’anno avevo una speranza, un desiderio relativo ad essa.
Anche se non davo a vederlo, desideravo ardentemente passarlo con la mia famiglia, la mia nuova famiglia.
E soprattutto con lei, con cui sognavo una vera famiglia.
Ma… scemo io, che credo a Santa Claus, scrivendo mentalmente letterine di richiesta di doni…
“Sono stato meno scorbutico del solito, ho dato tutto me stesso ad una persona, e ho pure salvato il mondo, che dici, sono stato buono quest’anno? Se sì, vorrei come dono averla accanto, sotto l’albero.”
Il particolare dello stare abbracciati sotto la stessa coperta a guardare il cielo, senza preoccupazioni, doveri, incombenze, insicurezze, non l’avevo aggiunto, era troppo imbarazzante.
Ma non fa niente, tanto si vede che sono stato un bambino cattivo.
Se n’è andata.
Pensavo di stare facendo del mio meglio, tutto il possibile ma… a quanto pare, ‘tutto il possibile’ non è stato abbastanza.
O forse, semplicemente non lo era.
Non lo so. So solo che questo dolore al petto non la smette di affermare la propria esistenza. Che queste lacrime che scivolano bollenti sulle guance non mi scaldano come faceva la sua pelle in quel giorno di Marzo. Che questi incubi che mi tormentano ogni notte non riescono ad uccidermi per quanto ci provino, e che i bei sogni dei quali il mio cervello ogni tanto mi grazia per non farmi impazzire sono solo un sollievo temporaneo, e quando mi rendo conto che non è realtà, sto peggio di prima.

Rivedo le mie foto. Non sono un grande modello, c’è da dire… e non mi piace molto farmi fotografare, soprattutto da solo.
Ma rivedendo le sue foto, ho rivisto anche quelle in cui ci sono io.
E… lì sorrido. Anzi, di più. Direi proprio che in quelle foto sono felice.
Lo sguardo acceso ma tranquillo, sicuro… un sorriso che mi solleva le guance, roba mai vista.
Io la cingo in vita, e rido. Chi mi ammazza? Ho rigene, shell, protect castati all’infinito mentre poso per quella foto.
Accanto a lei. Non voglio altro. Ma mi sento pronto a salvare altri dodici universi, se lei me lo chiede.
Che faccia da ebete. Talmente tanto allegro che sembro ebete. Io. Allegro. Indimenticabili le facce di Zell e Quistis le prime volte che mi scattavano le foto con lei.
Lei che in quelle foto è naturale, solare per usare un termine abusato. Io direi semplicemente viva.
Il suo viso trasmette la forza della vita, serena e tenace.
“Guardatemi, sono qui accanto a lei, invidiatemi. Lei è mia.”
In fondo agli occhi, a quel sorriso, mi vanto della mia fortuna, forse senza rendermene conto. O forse sì.
Voglio che tutti vedano il miracolo che lei ha operato in me, dandomi una ragione a quel sopravvivere senza scossoni fino a quel momento.

Posso essere salvatore del mondo o dell’universo, ma l’ho fatto perché era giusto, andava fatto. E perché avevo lei a fianco a spingermi. Altrimenti non ne avrei avuto la forza, le motivazioni personali. Certo, c’erano anche loro, insostituibili.
Sono importanti per me, importantissimi. Mi mancherebbero.
Ma loro mi hanno aiutato, mi sono stati vicini, ma non mi hanno cambiato la vita.
Posso essere salvatore del mondo o dell’universo, ma personalmente, se non posso godermelo con lei, non mi cambia granché.
E’ crudelmente ironico. Riesco a salvare il mondo, ma non riesco a salvare il nostro amore.
Forse è proprio così di base, come ho sempre pensato, non sono fatto per riuscire a voler bene a qualcuno compiutamente.
Il mio fine ultimo era solo di salvare il mondo, e Dio o chi per lui mi ha dato lei a fianco per essere sicuro che riuscissi a trovare la forza per farlo. Una volta assolto il mio compito, Dio si è guardato bene di lasciare in mano a me un bene così prezioso.
Ha voluto mettermi alla prova contro Artemisia, e lo sta rifacendo ora.
Ma ora non saprei proprio cosa dovrei dimostrare… Di essere diventato più forte? Di poter sopravvivere e sopportare? Che siccome sono riuscito ad aprire il mio cuore e amare davvero finalmente, ora posso farlo anche senza lei? Che le ferite ti fanno crescere?
Ma questa non è una ferita che fa crescere - questa è solo una ferita che ti segna a vita, e ti rende più duro, più cattivo e arrabbiato. Insicuro e triste. Di quelle che non si rimarginano da sole, e continuano a ricordarti in continuazione tramite il dolore quanto sei stato idiota a procurartela.
Tutti, anche lei, mi dicono che non lo sono, perché ho dato tutto me stesso. E il risultato?
Bella prova Squall, torna a squartare mostri e sedare rivolte.
Non posso credere che da tanto amore…
E’ tutto così effimero? O sono io che…
La vita perde il suo significato così, e io non la capisco più… ne perdo il valore e perdo la stima di me stesso e la voglia di vivere... che vivo a fare se poi i miei obiettivi non li posso raggiungere?
Se quello che trovo per il cammino, per quanto meraviglioso, mi si distrugge in mano?
A quanto pare, per quanto tenti di essere delicato, la mia vita è sempre più fragile di quanto le mie mani possano essere in grado di maneggiarla...
Basta, questi pensieri mi stanno facendo scoppiare la testa.
Ho bisogno di un po’ d’aria fresca.
E questi rapporti… aspetteranno. Trasgrediamo alle regole per una volta. Tanto anche se continuo a fare sempre il bravo ragazzo mi spetta comunque il carbone.

Chi è rimasto qui al Garden non ha certo un’espressione triste… si vede che è rimasto per scartare quello stesso dono che desideravo anch’io… già… guarda quei due, ad esempio.
Quella scalmanata di Selphie che rincorre Irvine con gli addobbi in mano…

Quanta gente per strada, giù in città… Tutti pensierosi e affaccendati, ma allegri, con quelle sporte evidentemente piene di regali e pensieri per i propri cari…
Fa freddo, ma sembra non accorgersene nessuno.
Quante coppiette… a braccetto, mano nella mano…
Eppure non c’è un solo volto fra tutte queste ragazze a passeggio che mi dica qualcosa, in confronto al suo…
Ci sono ragazze carine, ma nel confronto perdono sempre, in un modo o nell’altro.
Ed è solo uno stupido confronto di bellezza fisica, come siano dentro non lo so… e non mi interessa saperlo.
C’è una sola interiorità che è riuscita ad affascinarmi davvero, e continua a farlo tutt’ora.
Però guardali, tutti questi maschietti raggianti. Molti stringono a sé ragazze starnazzanti e decisamente bruttine, eppure guarda, come sorridono.
Una volta a vedere una cosa del genere mi veniva un moto d’orgoglio, a pensare a quanto la mia fosse superiore, rispetto alla massa…
Ora invece, mi fa rabbia. Era forse troppo per me?
Mi manca, maledizione. Mi manca, da morire.
Mi mancano quegli occhi così emozionali e profondi, e a volte difficili da avvicinare…
Mi manca quella risata sincera che adoravo vedersi colorare su quel volto gentile…
Mi mancano quelle mani che cercavo in continuazione, quel ponte verso il suo cuore…
Mi mancano quelle chiacchierate fino a notte fonda, gli unici, veri attimi eterni di serenità che abbia mai provato.
Ora vado a dormire presto.
Per svegliarmi all’alba, più stanco della sera precedente, squassato da incubi peggiori della compressione temporale.
Brr, ma possibile che questo vento gelido lo senta solo io?
Forse è meglio tornare, mi sto solo deprimendo ancora di più.
Ma quello? Già, esistono i vagabondi solitari anche a Natale.
E’ vero, c’è sempre chi sta peggio di noi.
Questo non vuol certo dire che mi possa consolare, eh.
Però è… strano. Come se avesse una sua consapevolezza.
Chissà quante ne ha viste, in quali e quanti modi è stato ferito dagli altri, dal destino, dalla vita.
Però sta lì, senza apparentemente lamentarsi.
Seduto a gambe incrociate sul marciapiede, accorda la sua chitarra su un vecchio spartito stracciato posato per terra…
Sembra lui quello incurante della gente che passa, non il contrario.
Venti dei miei guil finiscono nel suo berretto. Una miseria, il resto della colazione di stamane, credo. Le mie tasche non sono più vuote di quanto non lo fossero prima.
Lui alza lo sguardo, e mi sorride. Vedo la felicità sul suo volto. Com’è possibile?
Non ci si compra neanche un panino con quegli spicci.
Turbato, me ne torno sui miei passi.
Poi, vedo due bambini che si dividono uno zucchero filato, e capisco.
Non era grato per quei quattro soldi.
Ma perché, anche se solo per un momento, ho pensato a lui, gli ho fatto compagnia.
Anche se non mi sentivo in vena di essere allegro, sono riuscito a farlo sorridere, per un attimo.
Che sia questo allora, lo spirito del Natale?
Non è questione di volere, ma di voler dare.
Allora, per noi… era Natale tutti i giorni. Che bello.
Peccato non averlo capito prima.
Soprattutto in quei giorni di incomprensione.
Non lo passeremo insieme, no. E senza quell’armonia tanto desiderata.
Ma voglio scacciare ogni brutto pensiero, almeno per un giorno.
Finchè ti penserò, sarà Natale.
Sereno Natale, Amore.
Perdonami se ti chiamo così, mi sento anche un pò stupido a farlo, ora che non stiamo più insieme, che non vuoi più... ma è l'unico nome con cui riesco a chiamarti. C'è anche Rinoa, è vero. Ma Amore mi piace di più. E' l'unico nome che rispecchia i miei sentimenti.
Ma quale che sia il tuo nome, auguri.

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Buenasalve a tutti, e benvenuti ^^
L'ho scritta il giorno della vigilia, ma tra una cosa e l'altra non l'ho potuta pubblicare prima di oggi...
Che dite, sono fuori tempo massimo per pubblicare una fanfic natalizia? Eppure le festività, almeno in Europa, finiscono domani, quindi... :P
All'inizio pensavo di fare una fanfic più "viva" con più personaggi e interazioni fra gli stessi, ma ho pensato che il ritmo dei penseri di Squall, in questa specie di Christmas Carol, si sarebbe perso. Quindi ho lasciato che parlasse liberamente, seguendo un flusso di pensiero.
il risultato non sarà James Joyce, ma spero che renda comunque XP
Mi ha fatto notare che "è strano sentire Squall così logorroico"... Secondo me Squall non è OOC per questo, per il semplice motivo che non gli sto facendo fare la parte del chiacchierone. Tutto quello che dice e pensa è un soliloquio, o al massimo si rivolge indirettamente a chi non può sentirlo per il semplice motivo che non è lì con lui... anzi per un tipo solitario e taciturno come lui farsi certe pippe mentali mi sembra un atteggiamento naturale... poi non so, ditemi voi :P
Stay tuned!
Alla prox!
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"San Sebastian" © Sonata Arctica]
  
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