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Autore: Tomoko_chan    22/06/2013    3 recensioni
Ten Ten, dopo la morte del suo più caro amico, si è rinchiusa in sé, rifiutando di cedere al dolore dei ricordi. Con Rock Lee, affronterà una missione che la costringerà a ricordare. Una missione che la cambierà.
Genere: Avventura, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Neji Hyuuga, Tenten | Coppie: Neji/TenTen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Come fiori di ciliegio.
 
 

Autore: Tomoko_chan.
Pacchetto: PANNA (ratiting verde, genere romantico/avventura, coppia con Ten Ten, contesto: dopo la serie.)
OneShot: 1632 parole.
Personaggi: Ten Ten, Neji Hyuga, Rock Lee.
Genere: Romantico, Avventura, Malinconico.
Coppia: Neji/Ten
Desclamaier: questo testo è ispirato al Manga “Naruto” realizzato da Kishimoto, senza scopo di lucro. Tutto ciò che non appartiene al Manga è di mia proprietà.
Introduzione: Ten Ten, dopo la morte del suo più caro amico, si è rinchiusa in sé, rifiutando di cedere al dolore dei ricordi. Con Rock Lee, affronterà una missione che la costringerà a ricordare. Una missione che la cambierà.
Angolo Autrice: Allora… non ho mai usato questi personaggi! Un pacchetto che mi ha messo in estrema difficoltà! Però, avevo già in mente di scrivere qualcosa sulla morte di Neji, che mi ha profondamente colpito. Inoltre, ho inserito nella storia ciò che rappresenta il ciliegio per i Giapponesi, devo dire che mi ha ispirato molto! Forse, sono andata un po’ fuori raiting, ma dato che efp dice, e cito testualmente, “adatto ad ogni fascia di età, può contenere tematiche dolorose (morte, separazioni, sofferenze) ma solo se trattate in modo lieve”, spero di aver affrontato queste tematiche in modo abbastanza leggero, anche se ho aggiunto un bel po’ di malinconia. Spero di aver rispettato il pacchetto! Grazie a chiunque leggerà.
 

Guida alla lettura.
< >: discorso.
Corsivo: pensiero.
“ ”:ricordo.
 

 
Ten Ten correva, saltando di ramo in ramo, rapida come una lepre. Di fianco a lei, Rock Lee correva a sua volta, tentando con tutte le sue forze di aumentare il passo, prendendo quella gara di velocità come una sfida personale. Erano partiti per una missione, non troppo difficile: andare presso il Villaggio del Fiore Bianco e fare da guardia del corpo al capo di una famiglia molto nobile, che doveva incontrarsi con il capo di un’altra famiglia per ottenere un accordo. Da anni, quelle due famiglie erano in lotta.
Ten Ten sentiva il cuore batterle a mille, le mani sudate e le gambe tremanti. Non si era mai sentita così, lei che era spavalda e fiera della propria forza. Però, mentre raggiungevano quel paese, sentiva di avvicinarsi a molto più di un semplice villaggio. Già, perché lei non era in ansia per la missione, che poi non era nemmeno così complicate, ma perché quel posto le ricordava incredibilmente qualcuno.
Infatti, non era la prima volta che la ragazza si recava in quel luogo. Più di una volta quelle due famiglie avevano tentato di darsi una tregua, ma quegl’incontri finivano sempre nella violenza. Così, Kaname Akihiko, il capo di quella nobile famiglia, si era abituato ad incaricare sempre loro per proteggere la propria persona.
Loro: Ten Ten, Rock Lee e Neji Hyuga.
Era proprio quello il punto: Neji non c’era più. Erano passati due anni dalla Quarta Grande Guerra Ninjia, ed Hinata ancora piangeva la sua perdita; lei, invece, aveva versato lacrime amare solo una volta, proprio durante gli scontri.
Come si dice? “La goccia scava la pietra”? Allora, si può dire che Ten Ten piangesse dentro di sé, scavando e scavando il proprio cuore pur di non ricordare nulla di quella persona cara che era venuta a mancare brutalmente.
Lei non voleva vedere, non voleva ripensare, ricordare. Si era buttata a capofitto negli allenamenti, nelle missioni, distaccandosi quasi da tutti i suoi amici: solo Rock Lee le era rimasto vicino, lui che, oltre a volerle un bene dell’anima, era anche la persona più ostinata e paziente del mondo.
Lei non voleva soffrire, cercava di distrarsi col proprio lavoro, ma contemporaneamente si richiudeva nel proprio mondo, si incatenava al proprio dolore, poiché infatti anche tutti quegli stancanti allenamenti le facevano ricordare Neji. Con la mente aveva messo un lucchetto a quei ricordi, ma le proprie membra rammentavano meglio di lei il sudore e la fatica a cui il ragazzo la spingeva.
C’era quella cicatrice, sul fianco, che per sbaglio Neji le aveva fatto lanciandole malamente un Kunai, oppure c’era la spalla sinistra che ogni tanto le doleva ancora dopo aver subito uno dei palmi di chakra del ragazzo.
Ten Ten incatenava i propri ricordi rifiutandosi di ricordare: era carnefice di se stessa, quasi masochista.
< Ten-chan, se vinco mi devi offrire una bottiglia di Sakè!> disse Rock Lee, ridendo sonoramente e affrettando il passo. >
< Neanche per sogno, Rock Lee! > protestò lei, diventando più rapida < Vorrà dire che sarò io ad arrivare prima al villaggio! >
Prima al villaggio, prima al ricordo di lui.
 
 
Come previsto, Ten Ten arrivò per prima, vincendo la gara. Il compagno mise su il broncio, strappandole dalle labbra la promessa di una rivincita sulla strada del ritorno verso Konoha.
Erano arrivati con largo anticipo, per cui potevano riposarsi nelle stanze che il signor Akihiko aveva riservato loro. Il ragazzo, fischiettando, andò a farsi un bagno alle terme, mentre Ten Ten, che non sapeva rimanere con le mani in mano, decise di concedersi una lunga passeggiata all’interno del villaggio.
Non era cambiato proprio nulla. C’erano gli stessi fiorai, gli stessi rivenditori di Kimono, le stesse bancarelle, forse le stesse persone in giro a fare compere. La ragazza si fermava spesso per assaggiare quello, per provare quell’altro, ma le sue gambe, che parevano aver preso vita propria, la portavano proprio dove lei non voleva andare: laggiù, dove i fiori bianchi regnavano, dove gli alberi di camelia e di ciliegio facevano da padrone.
Quando vide quello spettacolo di fiori profumati rosa e bianchi, il suo cuore ebbe un singulto. Si mosse così violentemente, nel petto della ragazza, da farle male. Era quel ricordo, che le faceva male….
 
“  < Rock Lee si sta perdendo uno spettacolo davvero incredibile! > disse la ragazza, sorridendo beffarda all’amico.
< Vero > disse lui, impassibile < Potrebbe essere l’ultima volta che vediamo questo posto >
< Oh, non dire queste cose o porterai iella! > rispose lei, storcendo il naso.
< Potrebbe essere così. Non ci pensi mai? > chiese lui, osservando i rami in fiore sopra di sé.
La ragazza osservò Neji, ansiosa. Non diede nessuna risposta, ma dentro di sé sapeva bene che era un pensiero ricorrente anche per lei quello che aveva appena espresso il moro. Stavano per partire per la guerra e le loro vite, a soli sedici anni, si sarebbero potute spegnere.
< I ciliegi in fiore sono uno spettacolo bellissimo, ma contemporaneamente, quando la loro fioritura comincia, questa esibizione sta già volgendo al termine. I fiori di ciliegio non durano molto. > continuò lui, atono < E’ come la vita stessa. Prima o poi tutti moriremo, lo sappiamo fin da quando siamo nati. >
Aveva sempre pensato che, se questo non faceva fare una piega a Neji, non avrebbe significato nulla neanche per lei. Invece, ora che lui aveva dimostrato, in un certo senso, la sua paura, anche lei aveva cominciato a temere quello che sarebbe potuto succedere in guerra.
< Ti riferisci al Mujookan1? > chiese lei, parlando in un sussurro.
< Sì. I ciliegi dovrebbero farci capire che in questo mondo tutto è provvisorio. >
Neji strappò un petalo e lo guardò nel palmo della propria mano. Bianco sfumato di rosa, splendido e profumato. Era rimasto intatto nonostante lo strappo. Integro nella sua bellezza, in quel momento gli sembrava così forte, seppur delicato.
< Se solo potessimo morire come i fiori di ciliegio in primavera: così puri, così luminosi > asserì, la voce di un tono più basso.
Alzò il suo sguardo bianco e incontrò gli occhi da cerbiatta di Ten Ten, che per la prima volta vide tremanti ed emozionati.
< Non mi dirai che ti sto facendo paura, con tutti questi discorsi. >
Lei spostò lo sguardo di lato. < Non ho paura di niente. >
< Sei così fiera di te, così forte, Ten Ten. Eppure sei così dolce, quando vuoi. Sei l’unica persona che mi stupisce ogni volta che la vedo. >
< Oh, beh, non sembra proprio, signor cuore di ghiaccio! > rispose acida lei.
Lui le regalò una delle sue rare risate. Le si avvicinò, il petalo ancora sul palmo aperto.
Le baciò delicatamente la fronte, facendola arrossire.
< Anche io vorrei essere forte e dimostrarmi aperto e docile come te, Ten. Sei tutto ciò che vorrei essere. >
Lei sgranò gli occhi e lo osservò, stupita. Quello era molto più di un complimento, ed assumeva un doppio valore se detto da Neji. Triplo, se si considerava che lei lo amava tantissimo.
Si alzò sulle punte dei piedi e lo baciò, per la prima volta. Un bacio caldo, dolce e forte. Come i petali di ciliegio.
Il petalo volò via libero e leggiadro, portato lontano dal vento.   “
 
La roccia dura del suo cuore si spezzò e divenne sabbia. Lacrime calde le bagnavano il viso.
Era stata costretta a ricordare, probabilmente il tuffo nel passato più duro fra tutti.
Ma l’aveva liberata dalla sua stessa prigione.
 
 
Rock Lee e Ten Ten erano ritti immobili accanto al capostipite della famiglia Akihiko, seduto su una sedia che sembrava più un trono. Solo un tavolo di poco più di un metro lo separava dal suo acerrimo nemico, con cui da anni cercava di stipulare una tregua.
Si sperava per il meglio, che l’incontro andasse a buon fine, ma in breve tempo i toni di voce si alzarono e pugni cominciarono ad essere sbattuti sulla superficie di legno duro.
Sembrano proprio due bambini, pensò la ragazza, mostrando una faccia impassibile.
Succedeva sempre così. Le urla, i pugni, le offese e poi lo scontro. E così accadde, in un attimo, anche stavolta.
Due Shinobi della famiglia nemica avanzarono subito verso di lei, mentre uno, molto più grosso, cominciò a combattere contro il suo compagno di squadra.
I due capofamiglia cercavano di strozzarsi a vicenda.
Ten Ten parò un calcio, un pugno e schivò un Kunai. Uno dei due si preparò immediatamente a tirarle un altro gancio, che però finì nel muro, spaccandolo. La mano dell’uomo rimase incastrata e lei ne approfittò per tirargli un pugno dritto alla bocca dello stomaco, dove Neji le aveva insegnato a colpire. L’uomo crollò sulle ginocchia, tenendo una mano sul punto leso.
Allora, lei colpì con una ginocchiata il viso dell’uomo, mettendolo al tappeto.
Subito l’altro uomo sfruttò quell’attimo in cui era rimasta scoperta e passò un braccio intorno al collo di lei, cercando di soffocarla. La ragazza si liberò con una gomitata.
Poi, tutto accadde in un attimo. Rock Lee urlò disperato, avvertendola. Un Kunai le ferì mortalmente la schiena.
Cadde a terra.
 
Non è vero che sono forte e dolce come un fiore di ciliegio, Neji.
Tu sei forte.
Dolce, come quando mi hai detto quelle cose e ti sei lasciato baciare da me, che non meritavo le tue labbra delicate.
Labbra delicate e rosee capaci di pronunciare parole forti, come fiori di ciliegio.
I tuoi occhi sono bianchi e rosei, come fiori di ciliegio.
I tuoi modi sono delicati e sicuri, come fiori di ciliegio.
Le tue mani sono robuste, ma capaci di regalare tenere carezze.
E poi, guarda. Io mi sono lasciata ferire, mi sono lasciata uccidere in una stupida missione, quando avrei potuto benissimo difendermi, se solo la mia mente non fosse stata occupata dai pensieri che questo posto mi dà.
Tu sei morto per una buona causa.
Ed eri così puro, così luminoso. Libero, poiché hai scelto di andartene in quel modo eroico.
                                                                                                          Come un petalo di ciliegio.
 
 
 
Note1: senso di evanescenza della vita in giapponese.
   
 
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