Fighter.
Prologue.
-Carly, vieni, l’autobus non aspetta noi!- mi incitò una voce.
-No, non voglio- risposi io.
-Dai non fare storie!- mi rispose la voce.
-No. Decido io cosa fare.- risposi acida.
All’improvviso sentì una rapida pressione sulla guancia seguita da un fastidioso pizzichio mischiato a bruciore.
-Cicciona muovi!-Sghignazzava un’altra voce.
-Dai balena!- Un’altra.
-Ecco! Carly la mammut! Ti prego evita di mettere questi pantaloni che starebbero bene ad una bomba sexy, non ad un individuo come te!- Un’altra ancora.
Mi ritrovai a terra singhiozziante.
‘inizia una nuova giornata di merda’ pensai.
Mi alzai e mi diressi allo specchio. Iniziai a toccarmi il corpo partendo dalle cosce.
Grande problema, grande quanto le mie cosce. Le odiavo, con tutta me stessa.
Sopra c’erano alcuni segni rossi e alcune cicatrici. Tolsi i pantaloncini che indossavo come pigiama e la canotta. Sulla pancia c’erano altri segni. Tanti segni. Segni di sofferenza, dolore, che nessuno è mai riuscito e mai riuscirà a placare.
Ero bianca quanto una mozzarella e questo mi dava fastidio. Amavo la pelle abbronzata ma non potevo permettermi una bella sfilata per la spiaggia in costume.
Proprio no.
Mi girai di lato e osservai le mille smagliature che ricoprivano i miei glutei.
Iniziai a toccarle leggermente ed accarezzarle, finchè dopo un attacco di rabbia iniziai ad infilzare le unghia nella mia povera carne.
‘queste sono le cause di tutta la mia sofferenza.’ Pensai.’queste sono le cause di tutte le prese in giro’
Rimasi a fissare quei segni indelebili che sarebbero rimasti li a vita per un po’, finchè non iniziai ad osservare il mio viso.
Ero paffuta anche in faccia purtroppo. Avevo un doppio mento che avrebbe fatto invidia a quello di un giocatore di sumo. Gli zigomi erano flosci come il resto del mio corpo.
Avevo gli occhi color cioccolato con qualche pagliuzza verde dentro e le labbra sottili. I capelli erano tutto ciò che mi piacevano. Erano lunghi e biondi con le punte tinte di castano.
Mi strofinai gli occhi e mi diressi in bagno.
Presi la bilancia e ci salì sopra.
Dopo un paio di minuti scesi delusa.
’78 kg. Non va affatto bene’ pensai sentendo le lacrime agli occhi.
Mi lavai e mi vestiì.
Misi un jeans largo ma stretto alle caviglie con le vans sotto e un maglioncino bianco sopra.
Mi truccai calcando ben bene con la matita il contorno degli occhi e riempì le ciglia di mascara.
Sistemai la cartella e mi diressi verso la porta di casa.
Salve gente. Sono Carly Jackson e questa è la schifosa vita di una diciassettenne sottoposta ogni giorno a torture di ogni genere, la mia vita.
NOTE D'AUTRICE.
Saaaaalve.
Non so da dove sia uscita questa storia, ma l'ho fatta leggere ad alcune persone che mi hanno detto di pubblicarla....e bè...io sono qui a farlo!
Premetto che non ripeterò la solita pallosa frase:'RECENSITE IN TANTI',no.
Se volete recensire, bene, se non volete farlo siete completamente liberi.
Io scrivo per passione e pubblico qui le storie per ricevere consigli e confrontarmi.
Spero in ogni caso che la storia vi piaccia e ora tolgo il disturbo che c'è mia mamma che mi sta minacciando di sequestrarmi il pc se non stacco lol.
Byeeee!
-liamdonemybg