Fanfic su artisti musicali > Franz Ferdinand
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Autore: Acid_    22/06/2013    2 recensioni
Alex aveva bisogno di essere amato. Nick aveva bisogno di amare.
Poi c'è Bob che ha bisogno delle torte e Paul della sua batteria, ma quello è diverso.
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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I personaggi non mi appartengono.
Se così fosse non impiegherei il mio tempo a scrivere fanfic,
ma credo farei cose altrettanto divertenti. EHEH. Ok, avete capito il concetto.
Gli avvenimenti raccontati non sono realmente accaduti, o questo è quello che vogliono farci credere. :’D
Questa storia è frutto di una mentalità perversa unita a quasi quattro anni di Franz Ferdinand, Beatles e Green Day.

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We only work when we need the money. So, what if I need you?


 

- Io dico di no.
- E io dico di sì, invece!
- Ma non è vero!
- Sì, che è vero!!
Era un po’ di tempo che andava avanti così. Nessuno dei due ricordava per quale motivo avessero iniziato a discutere, ma entrambi difendevano le proprie ragioni come meglio potessero fare due ventenni: litigando come dei bimbi dell’asilo.
Alex li guardava, con il gomito sul tavolo e la mano a sorreggere la testa, e gli occhi che andavano a destra e a sinistra come in una partita di ping pong. Annuiva ogni tanto, ma non sapeva neanche cosa stessero dicendo, vedeva solo il movimento delle loro labbra.
Aveva un mal di testa cane e l’alcool che aveva ingurgitato fino ad allora non l’aveva aiutato a migliorare la situazione.
Stare a guardarli era interessante come una partita di scacchi tra due galline.
- E invece io dic.. - Io vado a farmi una sigaretta- lo interruppe Alex, alzandosi dalla poltroncina ad angolo in pelle scura, bloccando l’esposizione di una sicuramente interessante argomentazione di Bob su quanto gli aperitivi fossero migliori lì, che in qualsiasi altro pub di Glasgow.
- EH?! – risposero in coro i litiganti. – Tu non fumi! – continuò Paul, sostenuto un deciso movimento di accondiscendenza con la testa di Bob.
- Imparerò! – urlò Alex sorridendo, mentre era già diversi metri lontano da loro.
La musica gli rimbombava fin dentro le ossa e le luci strobo del locale facevano il conto alla rovescia per lo scoppio della sua testa.
Camminava attraverso tutto il pub a passo deciso, dritto verso l’uscita.
 
 
La musica si sentiva anche da lì fuori, con una potenza che avrebbe sfondato anche i muri e Alex si domandava come facesse a stare ancora in piedi, quel posto, dopo tutti quegli anni. Si sedette.
Con tutta quella musica, con tutta quella gente che andava, con tutta quella gente che andava e lasciava la sua storia, e poi la pioggia, e il sole, e la luna. Tutte le notti e tutti i giorni.
Lui sarebbe crollato dopo qualche anno. Adesso aveva 25 anni, e ancora non era successo.
Ma sarebbe bastata anche una piccola folata di vento che la sua piccola, inutile vita gli sarebbe crollata addosso. Aveva bisogno di un muro di cristallo tra sé e il mondo.
Non c’erano molte auto parcheggiate lì, Glasgow si svuotava sempre d’estate. Diventava una città fantasma: abitata solo da anziani e giovani che non hanno abbastanza soldi per scappare.
Ma è molto meglio d’estate, per questo i ragazzi lavorano solo quando hanno bisogno di soldi. E vanno via.
Oh, è passata un’auto. Vecchia, sporca. Si ferma. Scende un ragazzo con una chitarra.
Però non è detto che sia una chitarra, quel che si vede è che è una custodia per una chitarra. E la società si basa su quello che c’è all’esterno, quello che si vede. Proviamo a pensare come vuole la società.
Dentro quella custodia potrebbe esserci di tutto: un mitra, ad esempio. Droga, un violoncello. Di tutto.
Ok, forse un violoncello non ci stava in una custodia di una chitarra. O sì? Non ricordava mai quanto fosse grande un violoncello.
‘Se c’è dentro un mitra, voglio vedere come spara. Così in paradiso potrò dire di averne visto uno sparare prima di morire. SE andrò in paradiso.’ Ridacchiò, mentre con un palmo a terra e l’altro attaccato al muro cercava di tirarsi su.
 


Il ragazzo con la chitarra non era di Glasgow, si vedeva da come si muoveva, da come non facesse altro che fissarsi le scarpe. Era visibilmente imbarazzato. E ad Alex piaceva punzecchiare la gente in difficoltà, anche se questi forse erano dei killer con i mitra. Lo faceva per far scaricare la tensione, anche se sembrava uno strano modo.
- CiaosonoAlex,tunonseidiquivero?- la frase era diventata tutt’unica parola, buttata fuori con una sicurezza di sé estremamente aumentata da diverso alcool nelle vene.
Il ragazzo alzò lo sguardo e incontrò quello di Alex. Allungò la mano. –Ehm, no. Nick, piacere. –
Questa frase pronunciata a velocità normale, dopo la cannonata sputata fuori dall’altro, sembrava rallentata con la moviola.
La mano di Alex non si muoveva, così come tutto il resto del suo corpo.
Tutto quel sangue caldo gli si era congelato nelle vene, che si sentiva scoppiare nel cervello.
Sentiva una stretta allo stomaco, e stava iniziando a tremare. Di sicuro è stata la birra, si convinceva.
Il suo sguardo era fisso su quello di Nick, cercavano di leggersi l’anima.
Il tempo, il mondo, l’universo in quel momento potevano anche fermarsi, e per loro non ci sarebbe stata differenza.
Cade. La chitarra, cade a terra. E allora Alex si abbassa per prenderla, ma Nick è più veloce.
Mormora comunque un ‘’grazie’’, e torna a studiarsi le scarpe.
- C’è un mitra o una Stratocaster qui dentro?- In Alex si era scatenata una risata irrefrenabile.
- Eh? –
Risate. Era una vita che aspettava quelle risate.
Si toccava i capelli, Alex. Le lunghe dita passano attraverso i sottili fili biondi quasi rasati sulla nuca e salgono sul ciuffo che gli copre gli occhi azzurri, quasi grigi. A molti farebbero paura.



- E poi le ho detto i-i-io non sono stato esccppulso, sono iiio chè decido di espellermi da qui! - Alex era totalmente ubriaco. Sapeva di non reggere l’alcool, eppure (come quando deve farsi figo davanti alle ragazze) aveva bevuto come una spugna e non si manteneva neanche in piedi.
Nick era solo un po’ alticcio, e molto stanco.
- Hey, tu. Poi alla fine hai imparato a fumare, o no? – Bob e Paul parlavano in totale sincronia, e non se ne accorgevano. Chissà come era andata a finire poi la loro conversazione e, soprattutto, chissà se era finita.
Nick rivolse un sguardo interrogativo ai due arrivati, che lo liquidarono con un vago gesto delle mani.
- Cieeerto che ho imparato, cosha crrreddi, ah? – Era uno spettacolo. Portava quel bicchiere di whisky davanti e dietro al suo naso, mentre la maggior parte del liquido cadeva sul bancone.
Fissava tutti con lo sguardo stupito di un bambino, e con gli occhi lucidi.
- Ehhhyyy, ma voi non vi sciette prressentatti, scuuu! Non fate i maledducatti! – E giù con le risate.
- Io sono Paul, piacere –  Lo sguardo perso di Paul andava su e giù il viso del nuovo amico, evidentemente a disagio. – Piacere, Nick - .
- Io Robert, per gli amici Bob! - - Nick!- .
- E io ssshono Alexxx! - - No, tu sei un cretino. Quante volte ti ho raccomandato di non bere? – Bob si abbassò a guardare negli occhi l’amico seduto e gli tirò un pugnetto sulla fronte.
- Non ho bevuto tanto! Soooolo un bicchierinno! - - Alla volta! –
- Uffa! Ma era piiiiccolo piccoloo! E non prendermi in girooo! AHAHAHAHAH!! – Era oggettivamente esilarante.
- Qualcuno di voi lo porti a casa, è davvero ubriaco – iniziò Bob voltandosi verso Paul e Nick – Porco cazzo, dov'è quel cretino? –
- L’ho visto uscire con quella ragazza che prima era seduta lì – rispose Nick, mettendo le mani dietro la testa.
- Quel porco arrapato! Quel pedofilo! Quanti anni poteva avere quella ragazzina, 14 – 15?! – Bob scappò via smadonnando.

- Ora tu mi porti a casa? – Alex assunse la faccia più triste che un ubriaco potesse avere.
- Certo, su alzati. – Nick non sapeva se portare in auto prima la sua chitarra o l’ubriaco, che nel frattempo aveva iniziato a cantare. Aveva lo stesso problema del contadino che deve attraversare il fiume con una barca, con sopra una capra, un lupo e un cavolo.
- Ich heiße Super Fantastisch! - - Sìì, sta buono! –
- Ich trinke Schampus mit Lachsfisch! - - Chi ti ha insegnato il Tedesco? –  Era riuscito a salvare ‘capra e cavoli’, aveva portato fuori sia la chitarra che Alex. Chi era la capra..?
- EH?! - - Lascia perdere.. -
 - Ich heiße Su-per-phan-tas-tisch! - -Certo, e anche bevo-come-una-spugna-e-non-so-reggermi-in-piedi –
- EH?! – - Dove abiti? Te lo ricordi? –
-  A Glasgowwwww! – urlò, lanciando un pugno in aria e quasi facendo perdere l’equilibrio a Nick, che lo teneva alzato.
- OGGESU -
- Non è ora di pregare, nonnono! –
 - Sali in macchina, forza.-
 

 
- Ecco, io aaabbbbito qua –  Alex indicava una serie di villette a schiera poco illuminate.
- Ok, devo accompagnarti alla porta? - - Sccierto! Ci facciamo un bicchierino! –
- Basta bicchierini per oggi! - - UFFAA! –
Nick era sceso dall’auto e aveva aperto il sedile del passeggero, Alex quasi cadde a terra.
- So camminare da solo! – - Certo. - Aveva una pazienza che avrebbero potuto dargli il Nobel per la pace.
Era solo che gli piaceva la sensazione di avere Alex che dipendesse da lui, anche se solo per camminare.
- Entra. – Il suo tono era deciso, sembrava che la sua sbornia fosse già completamente passata.
- No, davvero io..- - Per favore, entra.-
Teneva la porta aperta, mentre entrava la candida luce della luna e un leggero soffio di vento.
Il vento. Avrebbe buttato giù il suo muro di cristallo.

- Ti prego. –  La sbornia sembrava non esserci mai stata.
Nick si logorava i polsini della camicia. Sembrava non avere scelta .  – Ok. –
Il viso di Alex si illuminò quando l’altro entrò in casa sua. Chiuse la porta, ma non accese la luce.
Riuscivano comunque a vedersi, gli occhi si erano già abituati al buio.
Alex poggiò la sua mano sul collo di Nick, che diventò bollente. Le sue lunghe dita passavano tra i capelli dell’altro, che restava immobile.
Le dita dell’altra mano erano incastrate in un passante della cintura di Nick.    
- Resta per stanotte – Alex aveva sussurrato con voce roca all’orecchio dell’altro. - Se vuoi. – La sua voce era diventata più profonda.
Nick degludì e annuì.
 






NDA
Okey, gente! Innanzitutto, salve! Io sono Acid_ e questa è la prima ff che scrivo, quindi siate clementi con i giudizi!
Sì, è una Nilex. Sapete, quelle robe lì. Inizialmente doveva essere una OneShot, poi ho abbandonato l’idea, visto che Alex fa tutto da solo la storia mi è scappata dalle mani.
Nella foto ci sono i Franz Ferdinand (ma no?) perchè boh, mi sentivo di dover mettere una loro foto visto che in Italia si conoscono poco. Da destra verso sinistra sono: Paul, Bob, Nick e Alex.
Ci sono diversi riferimenti a canzoni dei Franz Ferdinand: già nel titolo c’è Jacqueline.
Poi credo di averci messo ‘Darts of Pleasure’, ‘Ulysses’ e ‘The Dark of the Matinee’.
Il titolo di questo capitolo invece è in riferimento a ‘James Dean & Audrey Hepburn’ degli SWS.
Ho detto tutto, credo. Se avete correzioni, o qualsiasi cosa ditemelo!  

  
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