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Autore: 365feelings    22/06/2013    5 recensioni
Rock, Revy e il caldo.
Nella stiva, per un lungo secondo, si sente solo il rumore metallico della porta che si chiude alle sue spalle; poi ci sono solo il suo sguardo disperato e quello assassino della compagna.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Revy, Rock
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Autrice: KumaCla
Titolo: Passo falso
Pairing: Rock/Revy
Rating: giallo
Avvertimenti: one shot, het, ust
Genere: generale
Prompt: Cliché #1: due o più personaggi si trovano chiusi in uno spazio ristretto senza aria condizionata durante una calda giornata estiva. Che cosa succede? Note: Rock, Revy, la stiva e il caldo e poi io che scrivo queste cose. Spero non sia troppo indecente.









«Che state combinando?» chiede Dutch, perplesso, nel trovare Rock e Revy chiusi nella stiva, grondanti di sudore, mezzi nudi. Si sfiorano i quaranta gradi là dentro, cose da pazzi.
«Niente!» esclamano nello stesso istante, come se fossero colpevoli di qualcosa.
«Non è come sembra» sbraita Revy, scoccando un'occhiata assassina al compagno, che annuisce.
Dutch li guarda rassegnato e scuote il capo.
«Andate a bere, siete disidratati» dice e si sposta per farli passare «Revy, paghi tu i danni».


Mezz'ora prima


«Cosa stiamo cercando?» chiede Rock, appoggiato allo stipite per tenere la porta aperta.
«Benny ha parlato di una cassa che si è dimenticato qui e che gli serve per non so cosa» risponde Revy, sbrigativa e lanciando svogliate occhiate all'ambiente senza trovare quello che cerca. Fa un fottuto caldo per i suoi gusti e sempre per i suoi gusti Benny avrebbe potuto alzare il culo dalla sedia e prendersela da solo la cassa; non è mica un facchino lei.
«L'hai trovata?»
«Ti pare che l'abbia trovata?!» sbraita lei e Rock prende mentalmente appunto di parlarle il meno possibile (con il caldo è ancora più irascibile) «Non stare lì impalato e dammi una mano».
«La porta...»
«Me ne fotto della porta, muoviti».
L'uomo lancia uno sguardo all'ambiente per trovare qualcosa che lo sostituisca, ma non trova niente e all'ennesimo richiamo di Revy sobbalza, facendo un passo in avanti - un passo falso in avanti.
Nella stiva, per un lungo secondo, si sente solo il rumore metallico della porta che si chiude alle sue spalle; poi ci sono solo il suo sguardo disperato e quello assassino della compagna.
«Cosa cazzo hai combinato, stupido colletto bianco!»
«Sei tu che mi hai messo fretta!»
«Non provare a dare la colpa a me» sibila, mentre con un calcio cerca inutilmente di sfondare il metallo della porta. Prova anche con una spallata, ma niente. Non che ci sperasse molto in realtà. Allora estrae le pistole (può giurare di aver visto Rock sbiancare) e le punta contro quella maledetta superficie che la separa dal cielo terso di Roanapur. Le pallottole esplodono contro la porta lasciandole giusto qualche ammaccatura che Dutch non gradirà, ma al momento se ne fotte.
«Benny ci verrà a cercare» prova a dire, l'uomo, con aria conciliante, ma la compagna lo zittisce con lo sguardo, come al solito.
Dieci minuti dopo Revy sembra una tigre in gabbia, riflette Rock, mentre la osserva andare su e giù per la stiva. Forse se continua così consuma il pavimento e poi lo scafo e infine si ritrovano in acqua. Un altro passo falso, pensare all'acqua fredda su cui la barca galleggia. L'idea di essere così vicino e allo stesso tempo così lontano a una simile fonte di refrigerio lo sfianca.
Un quarto d'ora dopo Revy continua a camminare e a ringhiare, il sudore che le appiccica al corpo i pochi vestiti che ha addosso. Si chiede come cazzo sia finita in una simile situazione e se davvero le toccherà morire là dentro, con Rock. Non si è mai sentito di una pistolera che crepa per il caldo, sai che vergogna (Eda si farebbe sicuramente un sacco di risate, quella stronza). Pensare alla suora le fa venire in mente un'altra cosa (passo falso!). Lancia un'occhiata a Rock, seduto sulla panca, e il pensiero di essere chiusa lì dentro con lui all'improvviso le balena nella mente. Deglutisce a vuoto (ha sabbia in gola) e si agita ancora di più.
«Calmati, non vedi che sei esausta? Non serve a niente sprecare energie. Stai buona e aspetta» le dice il compagno.
La donna si ferma, perché in fondo sa che Rock ha ragione, e si lascia scivolare a terra.
Venti minuti dopo sono ancora così, immobili e silenziosi. Il caldo, ormai, ha raggiunto livelli inumani.
«Che cazzo fai?!» scatta improvvisamente Revy, non appena lo vede sbottonarsi la camicia. La voce di Eda continua a risuonarle nelle orecchie e spera che se la porti via il diavolo, quella megera.
«Non si vede?» le risponde, restando a petto nudo.
Rock è un fottuto colletto bianco che di attraente ha ben poco e certamente non il fisico; questo continua a ripetersi la pistolera. Eppure nella stiva sembra fare ancora più caldo e davvero, non è possibile che faccia ancora più caldo - un altro grado e ci restano secchi.
Venticinque minuti dopo Revy ha slacciato le fondine e arrotolato la canottiera fin sotto il seno, mentre cerca qualcosa con cui farsi aria. Rock, invece, sa bene che la donna, nonostante i modi bruschi e rozzi, è attraente, sicuramente nel fisico; anni di sparatorie, combattimenti, allenamenti hanno lasciato le tracce - membra sode, muscoli guizzanti, forme ben definite. E' il caldo, pensa disperatamente l'uomo, deve essere il caldo, che gli sta facendo seguire con lo sguardo una goccia di sudore - parte dal collo, scivola lungo la clavicola e poi si insinua nell'incavo tra i seni, dove non può più vederla. Deglutisce, è certo che Revy si sia accorta e non osa guardarla negli occhi (se lo facesse vedrebbe curiosità e indignazione, infine, molto ma molto in fondo, qualcosa di simile al compiacimento).
Mezz'ora dopo, quando ormai credono di essere finiti («Moriremo qui, non è vero»), la porta si apre.



 
   
 
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