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Autore: BellatrixWolf    22/06/2013    0 recensioni
Ok, premetto che il titolo originale era "fantasticherìe", perché inizialmente questa era una storiella che scrivevo per me, ma è dato che ci sta venendo fuori qualcosa di interessante ho deciso di pubblicarlo come racconto. "Quasi per caso" si riferisce alla creazione della fic.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash, Shoujo-ai, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Da quanto tempo non aggiorno? Hohohohoho *rotola via*


Mi svegliai il mattino dopo riposata come non mai. Eravamo rimaste nella stessa posizione in cui ci eravamo addormentate e, incredibilmente, avevo aperto gli occhi prima del suono della sveglia - anziché alzarmi all'ultimo squillo - per scoprire che Lucille era sveglia. Beh, circa: aveva gli occhi socchiusi in un'espressione di sonnolenta soddisfazione.
Le sorrisi «Buongiorno. Cosa direbbe il tuo amico Claude, se sapesse che hai dormito nel letto con me?»
«Probabilmente guarderebbe male te e me, poi borbotterebbe e andrebbe via.»
«Quasi quasi glielo dico, per curiosità.»
Lucy mi guardò ed inarcò un sopracciglio.
«Scherzavo!»
Lei ridacchiò. «Mhm.» Richiuse gli occhi per qualche istante, poi li riaprì e sorrise. Io le sorrisi di rimando.
«Che dici, ci alziamo?» Chiese dolcemente.
«Perché? Si sta così bene qui.»
Lei mugugnò e si voltò, alzandosi a sedere. Rimasi a guardarla, ancora troppo assonnata per muovermi.
«Mi sa che devo tornare alla mia camera.» disse Lucy contrariata mentre mi dava la schiena, seduta sul bordo del letto.
Scattai in ginocchio con una prontezza di riflessi che non mi sarei mai aspettata, le spalle tese. «Perché?» Il tono era quasi lamentoso.
Un attimo dopo sentii una risata. Osservai confusa Lucy, che si voltò ridendo. «Così ti alzi, eh?»
Rilassai le spalle e rimasi in silenzio, inarcando le sopracciglia. «Oh.» Realizzando lo scherzo, ghignai e decisi di vendicarmi. «Oh, adesso ti faccio ridere io.» dissi tra il divertito ed il minaccioso.
«Uh?» mi guardò incuriosita, voltando completamente il busto verso di me, sedendosi sui talloni. Mi avvicinai a lei con aria predatrice, e Lucy rimase semplicemente a guardarmi, piegando leggermente la testa di lato, come un cucciolo. Cosa si aspettava? Un bacio, forse? Il mio ghigno si allargò leggermente mentre il suo sguardo vagava sul mio volto. Quegli occhi cerulei mi rapirono per qualche istante, ma quando portai le labbra accanto alle sue non chiusi le distanze, né permisi a lei di farlo. Avvicinai le dita ai suoi fianchi, e prima che lei potesse rendersene conto, iniziai a farle il solletico.
Si piegò su se stessa cercando di evitare il mio tocco, ridendo forte, gli occhi chiusi, ma io seguivo ogni suo movimento senza lasciarle via di fuga. Non ero sicura che soffrisse il solletico, era stato un tentativo; tentativo riuscito.
«B... Basta!» disse tra le risa, ma scossi la testa.
«Vendetta.» Mi limitai a risponderle, sorridendo divertita. Lucy si lasciò cadere su un fianco, cercando aiuto nel letto, ma peggiorò solamente la situazione. E mentre si contorceva ridendo, non potevo fare a meno di pensare a quanto dolce fosse quella risata. Mi distrassi per un attimo, nemmeno un secondo, ma le fu sufficiente per bloccarmi i polsi. Che agilità aveva quella donna? Un istante e fu su di me, un sorriso trionfante sulle labbra rosse. Ah, dannazione! Ma la vista era stupenda.
«Vendetta.» Sussurrò appena, maliziosa, avvicinando il volto al mio. Il mio cuore mancò un battito alla sua voce, e seriamente non seppi se avrebbe iniziato a farmi il solletico fino a farmi soffocare o se mi avrebbe baciata con passione. O entrambe, per farmi soffocare prima.
La terza opzione, decisamente. O meglio, una variante. Le sue labbra si posarono sul mio collo, mentre le sue dita presero a solleticarmi i fianchi, mandandomi scariche lungo il corpo. Risi, o gemetti, non lo sapevo nemmeno io; diciamo che ero distratta. Le sue mani mi scorrevano lungo i fianchi ed io sentivo l'irrefrenabile bisogno di ridere, ma allo stesso tempo le sue labbra mi baciavano il collo e non mi sarei stupita se quella risata fosse uscita incrinata.
Cercai di liberarmi, ma mi teneva entrambi i polsi con una mano, continuando a punzecchiarmi il ventre. «B---basta!» provai a protestare tra le risa, ma lei si limitò a sussurrare accanto al mio orecchio "nessuna pietà". Dèi, voleva farmi impazzire... Dèi, ci stava riuscendo. Tentai di muovere le braccia, inutilmente: lei mi teneva stretta -non immaginavo potesse avere tanta forza. O forse ero io che non volevo veramente liberarmi.
La sua mano fermò il proprio assalto, le labbra no. Potei respirare nuovamente, anche se i suoi baci erano mozzafiato. Sentii le sue dita sul ventre, sotto alla maglietta, risalire dolcemente. Socchiusi gli occhi, sorrisi, quando...
«Robyn!» Bussarono. Quella voce maledettamente familiare. Lucy saltò come un gatto, spostandosi da sopra di me con un gemito sorpreso soffocato sul cuscino, ed io apersi gli occhi con quello che doveva essere uno sguardo assassino.
«Lo uccido.» Sussurrai furente. «Ora vado lì e lo uccido. Lentamente.» Lucy intanto si era praticamente nascosta sotto al lenzuolo, creando una massa informe di pinguini.
«Tranquilla che poi ti aiuto col cadavere.» La sentii mugugnare da oltre la stoffa.
«Robyn!!» Bussò ancora. Roteai gli occhi e mi alzai, dirigendomi all'entrata. Apersi la porta quanto bastava per tirar fuori la testa -non che la camera fosse in vista, semplicemente non ci tenevo a farmi vedere mezza nuda da quell'idiota- e squadrai Claude.
«Che vuoi?» Non mi sforzai nemmeno di dissimulare insofferenza e fastidio.
«Hai visto Lucy?» "Fottiti". Ce l'avevo sulla punta della lingua, davvero.
«Sì.» Secca.
Attimo di pausa.
«Pensi di dirmi dov'è?» "Pensi di andare a farti fottere?"
«No. Altre domande?» Feci fatica a trattenere un sogghigno al suo sguardo indignato. Fece per parlare ma si bloccò. Roteò gli occhi e se ne andò seccato.
Feci appena in tempo a chiudere la porta ed una risata giunse alle mie orecchie. Sorrisi e tornai in camera, trovando Lucy ancora immersa nel lenzuolo.
«Ma perché viene sempre da me?»
«Ah, immagina. Dio, avrei pagato per vedere la sua faccia!»
Ghignai soddisfatta. «Non era un bello spettacolo.» rise ancora. Mi sedetti accanto a lei e ci guardammo per qualche istante, ogni risata terminata, prima di unire le labbra in un bacio. Dati i presupposti, il nostro era un amore impossibile. Lo sapevamo. A parte il fatto che ci saremmo perse di vista finito quello stage, tutta la storia di Claude e del matrimonio complicava non poco le cose.
La strinsi a me, abbracciandola oltre al lenzuolo, sospirando appena.
«Meglio se ci prepariamo.» Disse, appoggiando la fronte alla mia spalla.
«Sì.»
Restammo ferme, strette l'una all'altra ancora per qualche minuto. Poi ci separammo lentamente, controvoglia, e ci vestimmo.
Facemmo colazione con le merendine alla Nutella ed un caffè, chiacchierando di tutto e nulla. Mangiammo e bevemmo con calma, e si fecero le sette. Quel giorno Andreina non avrebbe avuto bisogno di me, quindi potevo benissimo arrivare alle otto passate -l'appuntamento era alle otto, ma nessuno arrivava mai in orario. Giocherellando con l'involucro della merendina, sorrisi a Lucille. «Abbiamo quasi un'ora. Qualche idea?»
Lei mi guardò. «Ieri l'idea sembrava interessante.» fissò gli occhi nei miei, un sorriso malizioso ad incurvarle le labbra. Sì, aveva deciso di uccidermi.
«Dannati cellulari.» Commentai assente, lo sguardo perso nel suo. «Anzi, mi correggo. Dannato Claude.»
«Gli vuoi proprio bene, hm?»
«Oh, non farmi diventare volgare.»
Lei mi guardò divertita, poi allungò la mano, posandola sulla mia. Dèi, era la tentazione fatta donna. Non solo il suo sorriso malizioso mi faceva impazzire, ma il semplice tocco delle sue dita sulle mie mi fece letteralmente avvampare. Feci per parlare, ma Nil Se'n La risuonò nell'aria.
«SERIAMENTE?!» sbottai frustrata. Lucy alzò gli occhi al soffitto, mormorando "dannati cellulari", mentre io tiravo fuori il mio. Controllai il numero sul display e sospirai.
«Andreina, dimmi.»
«Ciao, scusa se ti disturbo ma... Mi servirebbe una mano.»
«Altri video da guardare? Ieri ci abbiamo messo dieci minuti a mettere le sedie... Sono le-» Guardai l'ora «- sette e dieci.»
«No, mi si è scaricata la batteria della macchina.» Merda? Merda. «Scusa se chiedo a te, ma Susy non ha un mezzo proprio, Amanda sa a malapena arrivare in sede dal suo appartamento... Tu sei l'unica rimastami.»
«Però c'è un problema...»
«Sarebbe?»
«Ho già promesso un passaggio a Lucille...» Come odiavo quelle situazioni.
Lei scosse appena la testa, dicendo sottovoce «Non fa niente, chiedo a Claude.» La guardai come per dire "davvero?" e lei annuì.
«Oh... Capisco...»
«Come non detto. Lucy ha già un passaggio.»
«Ma è lì con te?» Andreina e le sue domande.
«Sssì. Comunque, quando passo?»
«Appena puoi.» Perlomeno si evitò altre domande. Mi ringraziò, ci salutammo, chiusi la chiamata e sospirai rumorosamente.
«Mi spiace...» mugugnai infastidita a Lucy, ma lei mi rassicurò con un sorriso ed un "non preoccuparti". Tuttavia, il fatto che si facesse accompagnare da Claude mi infastidiva. Assurdo, ero gelosa del suo fidanzato.
Lei chiamò il ragazzo, chiedendogli un passaggio e dicendo che l'avrebbe aspettato fuori dalla propria stanza.
Io mi congedai per andare a prendere Andreina, ma non senza prima strapparle un veloce bacio.
«A dopo.»
«A tra poco.»
  
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