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Autore: MissDJ    22/06/2013    0 recensioni
Una storia che fa paura? Può darsi. Due sorelle separate da un futuro ancora lontano. Una vita che nessuno è ancora riuscito a godersi pienamente. Un dono o forse una pena. Un esperimento mal riuscito e un'anima afflitta a causa sua. Nonostante ciò lei non si ferma, non vuole. La curiosità porta l'anima all'Inferno.
Genere: Malinconico, Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Forse è tutto un sogno. O forse no. Sarà questo il mio destino? Gli uomini ce ne hanno uno? Io faccio parte dell'umanità? Troppe domande. Davvero troppe. Risposte che non sono tali. Brevi. Prive di significato. Sono sola. Davvero sola. Lei non mi basta. E neanche lui. Nessuno, tanne me. Io non lo voglio questo dono. Non ne ho bisogno. Per niente. Voglio solo vivere, essere in pace con me stessa. Stufa del sangue. Odio il rosso. Non esiste colore più brutto al mondo. No. La curiosità mi porta oltre, ma contro la mia volontà. La morte dei miei genitori non ci voleva, ha portato solo guai e steso un velo di tristezza sul volto di mia sorella. Io non voglio che stia male, non se lo merita. In fondo lei non c'entra, è solo una vittima, come me e come tanti altri. Innocenti che non ci sono più. Uccisi per puro divertimento. A causa del nostro egoismo. Del mio egoismo. Quella lì per terra era mia madre, lo sapevo, il suo era sempre stato un rosso così puro, ma troppo dolce, decisamente troppo. Ogni volta che cercavo di mandarlo giù tornava indietro, insieme a quello di altre migliaia di persone. Brutto vizio il mio. Non lo voglio. Non voglio niente. Ma l'altro chi era? Assomigliava tanto a mio padre, ma mancava quel retrogusto amaro che mi lasciava sempre quando lo assagiavo. Mia sorella mi guardava davvero male in quel momento, lei era sconvolta, mentre io, improvvisandomi una detective, guardavo la scena del crimine. Non sono una brava investigatrice, toccando con il dito il loro sangue e portandolo alle labbra e come se inquinassi le prove. Ma è così che capisco cosa può essere successo. Vedo volti e li assoccio in base a ciò che scorre nelle loro vene. Era tanto che non lo facevo. Crescendo mi ero resa conto delle mie capacità e di quanto fossero inutili a una ragazzina di a malapena 16 anni. Nathe ne ha 17. Ma sembro io la più grande. Ogni volta penso che dovrei morire, ma ho troppa paura del suicidio. Anzi, della morte in sè. La mia non si può definire vita. Non più.

"Angelica!" Sentii la voce di mia sorella, aveva appena interrotto il mio solito esame di coscienza. "Angelica! Ti prego, rispondimi." insistette lei.

"Che c'è?" chiesi con tono infastidito.

"Non fare l'antipatica con me e stammi a sentire: le vacanze sono vicine e di conseguenza manca poco al ballo di fine anno." Esitò, come se aspetasse una mia risposta, poi continuò: "Dobbiamo comprare dei vestit, ma soprattutto trovarci un accompagnatore."

"Sono impegnata per quella data." metii io.

"Ma se non ti ho ancora detto quando sarà!" Notai una punta di nervosismo nella sua voce. "Smettila, ti fai solo del male." Era sorprendente il modo in cui riusciva a cambiare umore, ma non mi feci intenerire e risposi seccata: "Fatti gli affari tuoi."

A quel punto la vidi chiudere la porta e sparire silenziosamente, lasciandomi sola. Come sempre.

  
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