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Autore: SoRomantic    22/06/2013    3 recensioni
Una storia intessuta di mistero e di profonda tristezza. Una ragazza che si sente persa, credendo di non trovare se stessa dentro il mondo di ipocrisie e di falsità in cui vive. Una ragazza che avrebbe bisogno soltanto di qualcuno in cui credere, quando invece tutti coloro che le si avvicinano lo fanno per i soldi o per il suo corpo. Una ragazza a cui manca solo di conoscere il solito strafottente ragazzo, con un fascino bestiale. L'ennesima tragedia. Ma se lei nasconde qualcosa dentro di sè che ha bisogno di uscire, non credete che anche lui possa indossare solo una maschera? Resta solo da scoprire chi sono davvero.
Dal 3° capitolo:
"Che hai da guardare?"
"Mi chiedevo perché tra tutti i posti per vomitare hai scelto proprio quello in cui io passo le serate."
"Scusa, la prossima volta chiederò al mio corpo di avvertirmi prima e di dirmi quale luogo preferisce." Rispondo sarcastica. Lui continua ad aspirare e non mi degna di uno sguardo, di una risposta. Non emette neanche una sola sillaba per farmi intendere che ha sentito quello che ho detto.
"Te ne devi andare."
"Cosa?"
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Dal mio diario, 22 Luglio 2012

 

Cosa mi passa per la testa? Non lo so neanch'io. Probabilmente se lo sapessi non starei qua ore e ore a cercare delle risposte dentro di me che non riesco a trovare nonostante gli sforzi e forse sono proprio le pressioni di chi mi sta vicino a non permettermi di andare oltre alle apparenze per vedere dentro di me, per cercare qualcosa in più che mi caratterizzi del mio metro e settantacinque e dei miei lunghi capelli biondi. Perché quando penso a me, penso a questo. Ad ogni oggetto associamo un nome, ad ogni persona associamo un nome. Ora il tutto sta nel comprendere cosa si presenta davanti alla nostra mente nel momento in cui viene fatto il nostro nome, perché a differenza degli oggetti che non sono formati da anima, bensì unicamente da materia, noi siamo più complessi. A cosa penso quando sento il mio nome? Quale reazione scatenano in me quelle otto lettere, che siano urlate al vento o sussurrate nel più dolce dei modi? Vedo la me dello specchio, quella che anche tutti gli altri possono vedere semplicemente camminandomi vicino per pochi secondi, oppure vedo qualcosa di più profondo? La mia anima magari, quella che in pochi conoscono, quella che forse nessuno ha ancora visto. Ma io? Io so chi sono? Riconoscerei la mia anima se la incontrassi? Oppure la scambierei per quella di un altro?

E' passato tanto tempo, forse troppo, dall'ultima volta in cui sono stata sicura di una scelta che ho preso, quando senti il tuo corpo scosso da un brivido e il sorriso spinge per uscire e illuminarti il viso perché sai di essere esattamente dove dovresti, sai che per nulla al mondo cambieresti ciò che ti circonda perché esso è tutto quello che ti serve per vivere e ti rende felice; quella felicità assoluta che ti persuade per un attimo che niente cambierà. E invece dopo il primo anno di liceo, le cose sono andate peggiorando, prima impercettibilmente e poi pian piano il cambiamento è diventato insostenibile: così ti accorgi che non puoi più nasconderlo; così ti rassegni e quella sensazione che tutto nella tua vita è al posto giusto ti abbandona. Sono diventata indifferente. A tutto e a tutti. Il tempo scorre e lo lascio fare, non mi oppongo. E' come se mi trovassi su un fiume e la corrente mi allontanasse sempre di più dalla meta (che poi, qual è la mia meta?), però non ho la forza né la voglia necessarie per contrastare la violenza con cui lo scorrere dell'acqua mi trascina nel senso opposto, mi faccio cullare e dopo un po' i pensieri svaniscono e trovo che non c'è niente di male ad essere in balia della vita, il destino fa tutto per te e ti solleva dall'incarico penoso di dover prendere delle decisioni, di dover imboccare la strada giusta verso il tuo futuro. In questo modo non si può sbagliare.

Forse sto straparlando, forse è la stanchezza o probabilmente l'alcool a dismisura che ho visto circolare stasera anche se ne ho ingerito ben poco.

Diario, ne riparliamo un'altra volta, quando non sto crollando dal sonno e sono un po' più lucida. E magari la notte mi porta consiglio. Peccato che io cerco me stessa, non un banale consiglio.

 

 

  
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