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Autore: Shoreiju88    22/06/2013    0 recensioni
[mafia]
[mafia]Mentre la ragazza si avviava di sopra,Sergio fissava l’uomo con un ghigno fiero sul viso,si avvicino un po’ di più all’uomo e disse a bassa voce –Voglio essere buono con lei don Ciro,voglio darle un’altra possibilità,un altro giorno per pagarmi … - Alzò il dito indice vicino al volto dell’uomo - … solo uno,e se si rifiuta ancora di pagarmi,la prossima volta sua figlia a casa non ci torna …. O capisse?-dopo l’ennesima minaccia ,Morello se ne andò.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Lost Heaven City anno 1930
Emma aprì gli occhi svegliata dalla luce che filtrava da uno spazio tra le tende bianche della camera da letto e , ancora un po’ assonnata, si mise a fissare il soffitto della stanza,rimanendo incantata dai giochi di luce che l’oscillare delle stesse tende produceva su di esso, distolse poi  lo sguardo e lo puntò verso l’orologio inchiodato alla parete di fronte a lei,guardò l’ora,segnava le 7:00 in punto. Era ora di alzarsi!!!
Scese dal letto, e poggiando i piedi sul pavimento gelido , fece un piccolo verso – Brr - stringendosi nelle spalle si affrettò ,in punta di piedi,ad aprire la porta della camera e si diresse poi verso la toilette.
Dopo aver fatto un bel bagno caldo,ritornò in camera,aprì uno dei cassettoni del comò,prese un paio di calze e dopo averle indossate,prese degli abiti poggiati sulla sedia a dondolo,posizionata ai piedi del letto,lasciati li la sera prima. Poi si infilò le scarpe, si sistemò i capelli e uscì dalla camera dirigendosi verso le scale che collegavano casa al negozio della sua famiglia situato al piano di sotto.
I genitori di Emma erano due emigranti come tanti ,partiti dall’ Italia su di una nave insieme ad altri centinaia di disperati che affrontavano un estenuante viaggio in mare lungo dei giorni mantenuti in piedi solo dalla speranza di fare fortuna nella terra delle opportunità.
Sbarcati in America,dopo qualche anno di duro lavoro e tanti sacrifici,suo padre riuscì ad essere uno di quei pochi fortunati che riuscì ad aprirsi un attività tutta sua,realizzando così il sogno di una vita.
Aperta la porta,come ogni mattina,Emma venne inebriata da un profumo di pane che riempiva tutto il negozio,anche se conosceva bene quei profumi non era mai stanca di sentirli,la riportavano indietro nel tempo quando era bambina e suo padre le insegnava a preparare il pane.
I suoi pensieri vennero interrotti dalla voce di sua madre
-Buon giorno tesoro – le disse mentre poggiava un vassoio nella vetrina del bancone
-Buon giorno mamma- si avvicinò alla donna, e le diede un bacio sulla guancia
- Com’è stato il risveglio ? –le chiese la donna
-Bello,fino a quando sono rimasta a letto ,ma appena alzata . . .che freddo!-
- E’ arrivato l’inverno tesoro,anzi,appena abbiamo un po’ di tempo dobbiamo andare a comprare delle coperte nuove,quelle che abbiamo ormai sono troppo vecchie per essere sfruttate ancora –
Le chiacchiere di madre e figlia vennero interrotte da una voce
-Rosa l’ultima infornata è pronta – Era Ciro ,il padre di Emma,che chiamava dal retrobottega
-Mamma continua a sistemare la vetrina vado io ad aiutare papà –disse la ragazza.
-Buon giorno papà –
-Oh tesoro mio buon giorno- rispose l’uomo,mentre allungava una mano per prendere un vassoio riposto sul piano da lavoro e iniziando a poggiare uno ad uno i pezzi pane appena usciti dal forno - E questo è l’ultimo pezzo –disse poi- Puoi portarlo a tua madre?Così finirà di riempire il resto del bancone-
 - Certo! –Uscita dal laboratorio Emma poggiò il vassoio sul ripiano della vetrina.
-Grazie tesoro,lascialo pure li ci penso io a sistemarlo- le disse la donna
-Va bene!C’è altro da fare?-
-Dovresti andare al mercato,a prendere delle verdure per pranzo-
-Vado subito-
-Questa è la lista delle cose che devi comperare-disse Rosa prendendo dalla tasca un pezzetto di carta piegato più volte -E questi sono 2 dollari,dovresti farcela con questi a prendere tutto- e li infilò nella tasca della gonna di Emma.
In quel momento preciso davanti alla panetteria si fermò un’auto che sembrava appena uscita dalla concessionaria. Ne uscì un uomo vestito tutto elegante,Fedora,abito scuro di fine sartoria,cravatta rossa e scarpe lucide,con al seguito un altro ragazzo vestito altrettanto bene,che aveva addirittura provveduto ad aprirgli la portiera della macchina.
L’uomo entrò nel negozio camminando in modo presuntuoso con la mano destra nella tasca dei pantaloni,si tolse il cappello con l’altra e con tipico accento siciliano disse.
-Buon giorno donna Rosa-
 la donna lo fissò rimanendo in silenzio per qualche secondo poi rispose al saluto-Buon giorno signor Morello-
L’uomo tolse la mano dalla tasca dei pantaloni e la poggiò sul vetro del bancone -Me lo date un bel pezzo di pane-
-Subito- rispose Rosa poi si voltò verso la ragazza –Emma tesoro servo io il signor Sergio,tu vai pure a fare quella commissione che ti ho chiesto-
- Va bene,allora vado- prese il suo cappotto dall’appendiabiti e si avviò fuori.
Mentre usciva dalla panetteria Morello seguiva con lo sguardo i suoi movimenti.
Emma era davvero una bella ragazza,capelli di un bel biondo scuro,occhi verdi e un fisico dalle forme generose l’uomo la fissò fino a dove i suoi occhi potessero arrivare poi si voltò verso Rosa ,che nel frattempo era andata dietro al bancone,e le chiese.
-E vostra figlia?-
-Si!-
-E una bella picciotta,complimenti-facendo comparire sul volto un ghigno
-Il vostro pezzo di pane-cambiando completamente argomento,Rosa,poggiò un sacchetto di carta sul bancone.
Sergio poggiò una mano su quella della donna che era ancora sul sacchetto-Grazie, . . .sono qui anche per quella cosa di cui abbiamo parlato l’altra volta –
–Le abbiamo già detto che non abbiamo nessuna intenzione di pagare- Ciro uscì dal laboratorio
-Don Ciro,dove eravate?-chiese Sergio
-Ero a lavorare,per guadagnarmi i soldi onestamente,diversamente da quello che fate voi -
-E con questo che vorreste dire?Chi vi ascolta chi sa cosa pensa!-
-Nessuno pensa niente,qui tutti sanno che andate in giro a chiedere il pizzo ai negozi del quartiere -
-Io,preferisco chiamarla protezione  –Si avvicinò vicino ad una mensola su cui erano poggiate delle bottiglie di vino –Vede Don Ciro, questa città e piena di vandali,di teppisti ,che potrebbero,che ne so, entrare all’improvviso e rompere qualcosa –prese tra le mani una bottiglia e,con violenza,la gettò a terra a qualche metro da lui .Rosa sobbalzò per la paura,ed istintivamente si aggrappò alla camicia del marito che era accanto a lei-E per questo che vi chiediamo del denaro,per potervi aiutare contro questi criminali,voi non vorreste che accada qualcosa a vostra moglie e a vostra figlia,vero?-
-Le vostre minacce non mi spaventano -rispose Ciro stringendo a se Rosa,poi indicando la porta della panetteria aggiunse –Ed ora,fuori dal mio negozio-
Sergio guardò l’uomo con uno sguardo minaccioso e rispose –Cambierete idea Don Ciro -
Uscì dal negozio e se ne andò.
Dopo un po Emma,tornò dal mercato, ed entrando nella panetteria,vide sua madre intenta a pulire il pavimento da pezzi di vetro e da quello che dall’odore sembrava essere vino.
-Mamma cos’è successo ?-
-Oh nulla tesoro stavo sistemando e per sbaglio ho fatto cadere una bottiglia
-Ma ti sei fatta male,c’è del vetro a terra –
-No,non mi sono ferita –
-Vuoi aiuto per pulire?-
-Non preoccuparti ho quasi finito,vai pure a portare le cose che hai comprato di sopra  –
La ragazza ubbidì e si avviò verso la cucina,sistemò le spesa , e si mise ai fornelli per preparare il pranzo.
Verso le tredici,come tutti i giorni,la famiglia si riuniva a tavola per pranzare,finito,Ciro ascoltava per un po’ la radio seduto sulla sua poltrona,e madre e figlia si dedicavano alla pulizia della cucina. Mentre Emma e Rosa parlavano del più e del meno,la ragazza notò che sua madre era pensierosa,chiese alla donna se fosse successo qualcosa,ma nonostante la risposta negativa che la donna le diede non si convinse,decise comunque di non insistere,d'altronde sua madre non le aveva mai nascosto nulla e se ci fosse stato qualunque tipo di problema gliene avrebbe sicuramente parlato.
Dopo aver riaperto la panetteria al pomeriggio e fatta passare l’altra metà della giornata lavorativa,si chiudeva il negozio e si andava a cenare.
Ciro e Rosa andarono a dormire subito dopo ,dovendosi svegliare il mattino seguente all’alba per preparare il pane.
Quella sera,mentre si infilavano sotto le coperte,la donna disse al marito.
-Oggi mentre pulivamo la cucina,Emma mi ha chiesto se fosse successo qualcosa stamattina –
-Cosa le hai risposto?-chiese Ciro
-Che non era successo niente,naturalmente,d'altronde anche quando Morello è venuto a cercarci i soldi la prima volta non hai voluto dirle niente per non farla preoccupare –
-Voglio solo che nostra figlia viva la sua vita serenamente,senza mettergli addosso delle preoccupazioni inutili –
-Lo so,ma,non è più una bambina Ciro,è una donna ormai e mentirgli su delle cose così importanti mi fa male,perché io e lei . . . non abbiamo mai avuto segreti –
- Mi dispiace Rosa,davvero,ma per ora e meglio lasciare le cose come stanno -
La donna sospirò e disse – D’accordo!Ma,se dovessero peggiorare … – l’uomo la interruppe
-Se dovessero peggiorare,gliene parlerò io personalmente,te lo prometto - dopo queste parole,diede la buona notte,e poggiò la testa sul cuscino,ma quella notte non riuscì a chiudere occhio .La cattiveria nello sguardo di Sergio quel “vi farò cambiare idea”gli si era impresso nella mente ed ogni volta che lo ricordava la stessa paura provata in quel momento,si rifaceva viva.
L’indomani mattina Emma si svegliò al solito orario, e appena scesa al negozio,sua madre le ordinò,come sempre,di andare a fare la spesa.
Al ritorno dal mercato mentre camminava per tornare a casa una macchina si accostò al marciapiede e suonò il clacson,per attirare la sua attenzione.
La ragazza si fermò,e riconobbe l’auto,era quella di Morello.
L’uomo abbassò il finestrino posteriore  e disse
- Emma vero?La figlia di Ciro il panettiere-
-Si!E lei è Sergio,è venuto ieri a comprare il pane -
-Tra tanti clienti,ti ricordi di me?-Chiese sorpreso
-Nessuno dei nostri clienti ha una macchina così-disse Emma guardando l’auto
Morello sorrise come per vantarsi  –Vuoi un passaggio fino al negozio,quei sacchetti sembrano pesanti –
-La ringrazio ma,sono solo ingombranti e poi si tratta di fare solo un’altro po’ di strada a piedi –
-Non sarei un gentiluomo se non insistessi per farti salire- entrambi rimasero in silenzio guardandosi  per qualche secondo fino a che Emma disse
-Va bene,accetto volentieri il passaggio –
Al negozio Rosa era intenta a spicciare un cliente,quando fuori vide fermarsi li davanti la macchina di Sergio .
- Ciro -urlò
suo marito uscì dal laboratorio di corsa
-Cosa c’è ? –
-E tornato Morello,la sua auto e qui fuori-rispose spaventata
Al nome Morello il cliente si affrettò a prendere il pane dal bancone e camminando svelto uscì dal negozio
-Non ti preoccupare,lo mando via non lo faccio neanche entrare –
L’uomo fece per avviarsi alla porta quando,si fermo come paralizzato,vedendo sua figlia uscire dall’auto di Sergio
Ciro si avvicinò ai due e chiese,cercando di mascherare la sua agitazione,ad Emma
- Tesoro,cosa ci fai insieme al signor Morello?–
-Stavo tornando a casa ,il signor Sergio passava di li con l’auto,ha notato che ero un po’ in difficoltà con i sacchetti della spesa e mi ha offerto gentilmente un passaggio –
-Ho capito tesoro. . . . perché non vai di sopra a posare la spesa adesso –
-Va bene -si voltò poi  verso Sergio dicendogli –Arrivederci,e grazie dell’aiuto-
-Ciao Emma e figurati,è stato un piacere-
Mentre la ragazza si avviava di sopra,Sergio fissava l’uomo con un ghigno fiero sul viso,si avvicino un po’ di più all’uomo e disse a bassa voce –Voglio essere buono con lei don Ciro,voglio darle un’altra possibilità,un altro giorno per pagarmi … - Alzò il dito indice vicino al volto dell’uomo - … solo uno,e se si rifiuta ancora di pagarmi,la prossima volta sua figlia a casa non ci torna …. O capisse?-dopo l’ennesima minaccia ,Morello se ne andò.
Rosa era rimasta dietro al bancone per tutto il tempo dell’accaduto,spaventata chiese al marito –Che ti ha detto?-
Stringendo i pugni l’uomo rispose -Ha detto che,se non pago entro domani farà del male ad Emma –
Dopo questa frase Rosa si avvicinò velocemente a Ciro,con gli occhi lucidi e con rabbia gli rispose
–E allora pagalo,così la finiamo con questa storia –
-No Rosa non capisci,non finirà mai,anche se domani gli do i soldi,dopo un po’ ritornerà e ne chiederà altri ,e più andremo avanti più la cifra aumenterà,fino a che non riusciremo più a racimolare i soldi che cerca,e torneranno le minacce,gli incidenti al negozio e tutto il resto-
Rosa ancora più arrabbiata poggiò le mani sulle spalle di suo marito e scuotendolo disse  -E allora che vuoi fare?Vuoi che succeda qualcosa a nostra figlia? –
Salvatore prese il viso di lei tra le sue mani,la guardò negli occhi e disse.
 -Non permetterò che accada nulla ne a lei ne a te-
Sentite queste parole,Rosa,tolse le sue mani che stringevano ancora forte le spalle di Ciro
 – So che ci proteggerai sempre,ma cosa puoi fare da solo contro Morello –
-Farò quello che avrei dovuto fare dal primo giorno in cui quel bastardo ha messo piede in questo negozio,chiamerò la polizia,e lo denuncerò –
Ciro non aspettò un solo secondo a materializzare la sua decisione ,prese il telefono compose il numero e dettagliatamente spiegò all’agente che gli aveva risposto,tutto quello che era accaduto,aspettandosi che la polizia venisse in suo aiuto.
L’indomani,mentre tornava a casa dal mercato,Emma notò una strana folla di persone che si faceva via,via sempre più folta man mano che continuava a camminare,sentiva le sirene delle auto della polizia che riecheggiavano,e una nuvola grigia di fumo,che diventava sempre più densa e scura,appesantiva l’aria.
All’improvviso i suoi passi si spezzarono.
I suoi occhi si aprirono in uno sguardo di paura,vide i vigili del fuoco,che erano intenti a spegnere delle fiamme che uscivano dalle finestre di casa sua.
Fece cadere i sacchetti della spesa che aveva tra le mani e affrettò il passo facendosi strada tra la folla
- Permesso!!!lasciatemi passare!!! -
 Era quasi arrivata vicino al negozio quando un poliziotto la fermò bruscamente afferrandola per un braccio.
- Signorina,qui non si può passare  -
- Mi lasci!!!Quello è il negozio dei miei genitori,è casa mia!!!!– disse cercando si svincolarsi dalla presa
- Non posso lasciarla passare,l’incendio al piano di sotto è domato ma è ancora troppo  pericoloso,perché ce ne un altro ancora vivo di sopra–
Emma si voltò per un’ attimo a guardare il negozio poi si rivolse nuovamente all’agente  - Ma i miei genitori?li ho lasciati che stavano lavorando . . . DOVE SONO I MIEI GENITORI? –
Lo sguardo del poliziotto diventò di colpo triste
 – Crediamo che la causa sia stata una fuga di gas  . . .– all’agente la voce quasi non gli usciva- . . .Dev’essere bastata una piccola scintilla a causare l’esplosione,poi è seguito l’incendio -
Ad Emma iniziarono a tremare le gambe e una sensazione orribile le pervase tutto il corpo
-L’onda d’urto è stata forte,è crollato tutto all’improvviso,probabilmente,non hanno avuto il tempo di scappare -
Il cuore ad Emma gli arrivò in gola
 - . . .mi dispiace –
Alla ragazza le gambe vennero definitivamente meno,il poliziotto la afferrò e la fece delicatamente cadere sulle ginocchia,la ragazza scoppio in un pianto disperato.
  Ok,il primo capitolo è andato :D Vi prego siate clementi con le recensioni è la prima volta che scrivo una fanfiction. Bhè che altro dire,spero che vi venga presto l'ispirazione per scrivere il secondo capitolo CIAOOOOOO                        
  
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