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Autore: siempreconpela2    22/06/2013    0 recensioni
[Mariana Esposito, Peter Lanzani, e altri.]
Mi portò attraverso una di quelle stradine sperdute, avrei dovuto immaginarmelo, è il suo forte scoprire posti che nessuno conosce, quelli dimenticati da tempo. A lui piacciono proprio per questo, perché mentre la gente dimentica, lui vuole ricordare tutto.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Nonostante quel giorno avessi avuto una giornata libera, senza lavoro, alle 8.00 ero già sveglia. Avrei passato le mie ore guardando film, forse sarei andata a casa dei miei genitori, non c’era un piano sicuro. A quello ci avrebbe pensato Benjamin, ma lui al contrario mio doveva lavorare. Penzolante, scesi dal letto e andai in bagno. Mi rinfrescai, indossai un pantalone di tuta e maglia larga, aggiustai i miei capelli e andai in cucina. Misi a riscaldare un po’ di latte e accesi la tv, mettendo uno di quei canali dove si può ascoltare musica: una vecchia canzone, chiamata “Somewhere only we know”, la conoscevo già, sia perché era stata come sottofondo di una delle puntate di Casi Angeles e sia perché amavo quel cantante. Con la musica, tu ti sentivi davvero a casa.
Sentii bussare alla porta, pigramente andai ad aprire: non c’era nessuno, ma poi abbassai gli occhi e vidi un orsacchiotto con in mano un foglietto: “GIORNATA LIBERA?”. E io annui, come se gli stessi rispondendo, lo presi in mano e mi affacciai ancora un po’ più fuori, uscì così un ragazzo con in mano un altro foglietto: “PENSAVO CHE AVREMMO POTUTO PASSARLA INSIEME”. Era Peter, e io sorrisi. Poi girò foglio: “HO I CORNETTI”. Mi venne come d’impulso, corsi tra le sue braccia. Appoggiai il mio viso sul suo petto e rimasi così per qualche decina di secondi. Alzai il viso verso il suo e gli accennai un “sì”.
«Non ho portato il latte, sapevo che quello l’avresti fatto tu.» rise.
«Mi conosci bene. Come facevi a sapere che avrei avuto la giornata libera.» chiesi.
«Ce l’ho anche io e quasi sempre facciamo le stesse cose, quindi ho azzardato, e ho fatto bene.» mi fece l’occhiolino.
«Prego, si sieda sul divano, adesso le porto il suo cornetto e il suo latte.» dissi, con fare da cameriera, lui sorrise e si sedette.
«Grazie.» cominciò a sorseggiare il suo latte. «Avevi piani per stamattina?» mi chiese.
«No, niente di pianificato. Non fa per me, giusto?»
«Ecco, avevo ragione anche su questo.» rise.
«Mi sarebbe piaciuto venire alla presentazione di Aliados, ieri sera.»
«A me sarebbe piaciuto lavorare ancora una volta insieme.»
«Anche a me, ma sono già impegnata. Poi, abbiamo lavorato per tantissimi anni insieme..»
«Per quello sentirò la tua mancanza.»
«Anche io la sentirò, però tu sei bravissimo, ogni cosa che fai diventa un successo.» gli accarezzai il viso.
«Mmh..» abbassò il viso.
«Non dubitare del tuo talento. E nemmeno del tuo essere, sei così buono. Non meriti del male.» avvicinai le mie labbra alle sue.
«Nemmeno tu meriti del male, Là.» si allontanò. «Vieni, andiamo.» mi prese la mano e mi fece alzare dal divano.
«Dove stiamo andando?» chiesi.
«Un posto che non conosci, che conosco solo io. Oggi lo conoscerai, quindi sarà solo nostro.»
«E se ci vede qualcuno?» chiesi un po’ preoccupata.
«In macchina non ti vede nessuno.» rise, riferendosi alla mia altezza.
«Mi sento offesa.» mi staccai dalla sua presa e rimasi immobile.
«Dai, scherzavo.» rise e si avvicinò a me.
«Baciami.» dissi, senza scrupoli.
«Andiamo.» non rispose al mio comando e mi portò con sé.

Mi portò attraverso una di quelle stradine sperdute, avrei dovuto immaginarmelo, è il suo forte scoprire posti che nessuno conosce, quelli dimenticati da tempo. A lui piacciono proprio per questo, perché mentre la gente dimentica, lui vuole ricordare tutto.
Arrivammo a destinazione: era una casa in legno, forse grande 50 metri quadri, abbastanza per due persone. Non c’era luce, né gas, né elettricità. C’erano solo tre candele accese ed una coperta posata sul divano.
«Quale sarebbe il tuo piano?» chiesi, sedendomi.
«Passare qui la giornata.» sorrise, e si sedette anche lui.
«E dove mangeremo?» chiesi, ridendo.
«Non ti preoccupare, ho pensato a tutto io. Lasciami fare.» mi fece l’occhiolino e mi abbracciò.
«Cosa ti succede?»
«Perché?» chiese, confuso.
«Ti comporti in modo strano. Hai rifiutato il mio bacio due volte..» dissi, quasi offesa. no, senza quasi.
«Voglio passare una giornata tranquilli.»
«Ma cosa c’entra? Abbiamo passato tanti bei momenti tranquilli, non capisco il tuo rifiuto.»
«Non è un rifiuto, Lali.» capii che stava mentendo, lui non mi chiama mai Lali.
«Mi stai mentendo.» incrociai le braccia.
«Per favore, non litighiamo.» mi diede un bacio sulla fronte, spostando i miei capelli.
«Scusami..» lo abbracciai forte.
«Tranquilla..» baciò i miei capelli. «Dai, vieni con me. Voglio passare e farti passare una giornata diversa.» mi prese in braccio e mi portò fuori.

Nessuno avrebbe creduto che quella casa abbandonata e ridotta così male avesse potuto avere un giardino così immenso e così bello. Non sembrava nemmeno inverno, visto il colore così acceso dell’erba. Sembrava piena primavera. Rimasi a guardare il paesaggio stupita. Mi piaceva davvero tanto. Girai lo sguardo verso Peter, che mi sorrise e abbassò il viso timidamente. Faceva di tutto per me, solo lui mi faceva conoscere posti nuovi, mi faceva fare esperienze mai fatte. E io mi sentivo così in colpa per aver litigato anche quei pochi secondi. Ma non so, è come se avessi avuto bisogno di lui, di un suo bacio e lui non c’era.
«Grazie.» mi avvicinai a lui.
«Tutto per te, Là.» mi abbracciò forte, tanto forte da poter sentire il battito del suo cuore, scandito. che man mano aumentava.
«Sei l’unico.» sussurrai sul suo petto.
«Anche tu.» alzò il mio viso e finalmente toccò le mie labbra con le sue: era un bacio casto, puro, senza malizia, era solo una dimostrazione d’amore. lui quel giorno voleva solo che io rimanessi con lui, non per fare l’amore, solo per stare insieme.
«Non dubitare nemmeno del mio amore per te.» io invece avevo bisogno di lui, in quel momento, come sempre. ricambiai il suo bacio, con uno passionale. anche questo era pieno d’amore, volevo che capisse che nonostante tutto io ero lì per lui.
«Ti amo, Là.» e con quelle sue parole, dette così dolcemente, capii di quanto l’amassi anche io, tanto.
«Anche io, ninio.» risi e lo fece anche lui, sentendo quel nomignolo.
«Ricorda che io farò sempre queste cose per te e solo per te. Ti aspetterò all’infinito, non mi stancherò mai. Anche se tu stai con un altro  e io starò con un’altra, ti amerò. Perché te l’ho promesso ed io mantengo le mie promesse.»
«Nessuno ci potrà mai dividere e credo davvero di non poter amare nessun altro quanto ho amato te, e quanto continuo a farlo. Dimmi che ci sarai.»
«Sempre, amore mio.»

Non era nei piani, non lo era. Passare quella giornata a fare l’amore, come matti, matti di passione, di necessità di restare insieme. Forse sarebbe stata l’ultima cosa a cui avremmo pensato, però era successo. Perché con Peter niente è prevedibile. Mi lasciava sempre a bocca aperta, ogni sua azione era differente ogni volta. Ed era questo che amavo di lui: farmi vivere diverse emozioni, sempre.
  
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