Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Miss Black_Lady Riddle    06/01/2008    0 recensioni
Voldemort è stato sconfitto, ma anche Harry Potter ha perso la vita. Il Ministero ha deciso di non correre più alcun tipo di pericolo: tutti coloro che sono accusati di essere mangiamorte devono essere arrestati e puniti, con ogni mezzo e ad ogni costo. Oramai non c'è più possibilità di appello, per nessuno.
Fred non ci sta, non sopporta questa nuova 'esistenza', una nuova vita peggiore di quella al tempo dell'Oscuro Signore se possibile, e salvando per caso Pansy Parkinson si ritroverà a convivere con lei e i suoi migliori amici in una delle ultime proprietà non soggette ai controlli del Ministero.
Genere: Romantico, Malinconico, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Fred Weasley, Nuovo personaggio, Pansy Parkinson, Theodore Nott
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

All’ombra di Diagon Alley

Che bel posto che è diventato il mondo ora che Voldemort è stato sconfitto!’ ovviamente Fred era sarcastico e quanto mai ironico mentre pensava quelle parole. ‘Ironico, proprio io… Chi lo avrebbe mai detto? Io no di certo e nemmeno George, ma sono sicuro sarebbe dalla mia parte, come sempre.
Andava in giro solo per… non lo sapeva nemmeno lui il perché, oramai le scene che si vedevano erano sempre le stesse: persone catturate e giustiziate senza processo o possibilità d’appello; la gente che camminava a testa alta e sorridente solo perché c’erano in giro gli Auror a sorvegliare, e punire, ad oltranza.
Aveva combattuto anche lui al loro fianco all’inizio, ma non si riconosceva più nei loro ideali. Non combattevano più per la giustizia e il fatto che erano così violenti non aveva più un perché.
Bastava intrufolarsi un po’ più nell’ombra per vedere scene che avrebbero dell’assurdo se non fossero così raccapriccianti.
“Spostati!” sentì gridare ed una mano lo buttò di peso per terra senza quasi che se ne rendesse conto.
Era un Auror, ormai gli unici che avevano ancora il diritto di comportarsi da bulli.
Fred lo seguì, nascosto nell’ombra, finché l’uomo non raggiunse quattro suoi compagni che stavano accerchiando una ragazza.

Quel giorno, vestita di un lungo mantello nero, la giovane si era avventurata oltre i sicuri confini di Nocturn Alley senza un motivo ben preciso se non la voglia di vedere facce nuove e magari comprare qualcosa al Ghirigoro.
Ma era pericoloso e lei troppo sicura di non poter essere riconosciuta, tanto che ben presto sentì passi ritmici dietro le sue spalle e la paura incominciò a salire insieme alla sua velocità, anche se sapeva che il primo trucco era non correre mai.
A forza di far finta di nulla si ritrovò con le spalle al muro e cinque di quei vigliacchi tutt’attorno. Fu ben attenta a non togliersi mai il cappuccio e incominciò a difendersi a raffica dai loro attacchi. ‘Se mai torno sana e salva a casa, dovrò accendere un cero a qualche santo babbano, prima di affrontare i miei amici furiosi.’ pensò ironicamente.
“Eccoli lì gli eroi del mondo magico.” mormorò Fred quando vide l’intera scena. Rimpiangeva Potter. Non pensava che la sua presenza avrebbe fatto sì che le cose fossero diverse, ma magari non sarebbero arrivati a quell livello; seppure, dopo la morte di Silente, Harry venne preso ancor meno in considerazione.
Era solo l’ennesimo mezzo per raggiungere gli scopi dei grandi vertici al Ministero.’ scosse il capo, non era il momento per perdersi in certi pensieri; quella ragazza se la stava vedendo brutta.
Il giovane mago riuscì a schiantare un paio d’Auror, rimanendo nell’ombra, prima che gli altri tre si accorgessero che qualcosa non andava.
La strega non sarebbe mai riuscita a spiegare il sollievo che provò in quel momento, ma solo in seguito si rese conto che era uno dei gemelli Weasley.
Approfittando della distrazione provocata dal rosso, schiantò altri due mentre al quinto ci pensò il giovane venuto in suo soccorso. Non aspettò che vennero altri e la ragazza lo afferrò per la mano, incominciando a correre verso Nocturn Alley.
Mentre correva, tirato dalla ragazza che avevo salvato e che - per via del cappuccio - non era riuscito a riconoscere, si ritrovò a pensare a quello strano atteggiamento; in genere quando aiutava gli altri ‘mangiamorte’ e poi lo riconoscevano si limitavano ad un “Chi ti ha detto di intrometterti, Weasley?!”.
“Ehi tu, dove stiamo andando?” domandò dopo un po’.
“Al sicuro Weasley.” disse questa per poi oltrepassare i cancelli di Nocturn Alley; solo allora si fermò in un angolo tranquillo e si tolse il cappuccio, liberando i capelli neri come la notte che negli anni erano diventati lunghi e lucidi.
“Parkinson?” domandò dopo alcuni secondi in cui era rimasto a scrutarla, cercando di capire la familiarità di quel volto.
Era diversa dai tempi della scuola, ma da allora tutto era cambiato.
“Grazie a te, altrimenti sarei stata uno dei tanti numeri della prigione…” rispose riavviandosi i capelli “Per la mia mania di uscire dai confini, per dirla con le parole di Nott.” asserì arricciando il naso, prima di fissarlo con i propri occhi neri, in attesa di una sua reazione.
La risata che uscì dalla gola di Fred suonò strana in quel luogo che forse mai aveva udito ridere di gioia, anche se la sua non era proprio gioia…
“Sei la prima persona che mi ringrazia per bene, Parkinson.” disse mentre si guardava intorno.
Di rado era stato a Nocturn Alley e mai per visite di piacere. Era un posto così tetro… nulla a che vedere con la Tana o il loro negozio di scherzi, anche se ormai non poteva tornare in nessuno dei due posti.
Un ghigno di sconforto piegò le labbra di Pansy. “Evidentemente il vivere da reclusi fa dimenticare le buone maniere…” disse stringendosi nelle spalle, per poi rivolgergli la domanda che le pesava di più, “Perché mi hai aiutata?”.
Fred posò gli occhi nei suoi. “Per lo stesso motivo per cui ho combattuto i Mangiamorte: non condivido le loro idee; non solo, le trovo ingiuste e disumane.” rispose, “Ciò che sta succedendo adesso non ha nulla a che vedere con ciò per cui combattevo io o molte altre persone e, non lo dico per spaventarti, ma non credo saresti riuscita ad arrivare ad Azkaban… non viva, per lo meno.”
“Non che io viva molto al momento…” accennò, agitando una mano per aria con fare non curante quasi, sarcastica. “Ora sei braccato lo sai, vero?”
“Oh, non da ora, non da ora…” mormorò “Ma tanto non ho più nulla da perdere ormai e visto che tanto devo morire, preferisco farlo a ventun anni difendendo le mie idee piuttosto che arrivare a cento e sopportare tutto ciò che sta succedendo.”
“Non ti facevo così, Weasley…” confidò incominciando a guardare il rosso con occhi diversi, sorridendogli leggermente. Poi le venne in mente che a causa sua sarebbe stato ancor più nel mirino. “E ora dove andrai a stare?”
Bella domanda! Intelligente la ragazza, non lo avrei detto… Ma da molto ormai ho imparato a non credere a ciò che pensavo delle persone prima di tutto questo.’ pensò mentre alzava distrattamente le spalle, “Tenterò un blitz al negozio per vedere se c’è rimasto ancora qualcosa, poi un posto lo troverò.” rispose sorridendo appena, con estremo ottimismo, pensando anche a Grimmauld Place, che era ancora la sede dell’Ordine sebbene dell’organizzazione originale era rimasto ben poco. Inoltre, le persone di cui più si fidava ed in cui credeva si erano rivelate molto diverse da come le ricordava.
Pansy lo guardò in silenzio per molti istanti e poi le venne il colpo di follia, “Verrai da me, allora!” voce imperiosa, la solita che usava, dovuta al suo carattere indurito.
“Cosa? Sei sicura?” chiese stupito.
Di certo la proposta era allettante, non sarebbe stato facile trovare un posto dove stare.
“Siamo nella stessa barca e mi hai salvato la pelle…” il tono era quello di una persona che non sorride da anni, abituata alle amarezze.
“Già… Okay, Parkinson!” disse porgendole la mano destra, come a voler sigillare un patto.
La ragazza gli strinse la mano e si alzai nuovamente il cappuccio dirigendosi verso un bar vicino, per poter usare una metropolvere. “Ah… a casa mia ci sono altri… inquilini…” buttò lì, cercando di non pensare alle reazioni dei suoi migliori amici.
“Inquilini?” ripeté Fred cercando di pensare, o meglio, non pensare a chi avrebbe trovato e piuttosto a come farsi accettare da loro, perché dubitava sarebbero stati lieti della sua presenza.
“I miei migliori amici.” continuò aprendo la porta del locale, muovendosi perennemente con piccoli movimenti, come una pantera, come chi è abituata a vivere nell’ombra.
“Capisco…”, avrebbe dovuto immaginarlo, più che altro.
Intanto si guardava intorno, diverse persone si erano voltate a osservarlo: si vedeva che non era nel suo habitat, ma ci si sarebbe dovuto abituare ed anche presto.
Seguì la Parkinson fino al camino dove gli disse cosa pronunciare per arrivare a casa sua. Era un nome straniero e per un attimo aveva creduto lo volesse far cadere in qualche trappola, tanto che la guardò sospettoso.
“Dai muoviti… e fidati, ti spiego tutto dopo.” disse lei in un sussurro.
E sia, non potrò trovarmi molto peggio di così.’, pensò mentre entrava nel camino.

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Miss Black_Lady Riddle