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Autore: albalau    23/06/2013    6 recensioni
Una missione noiosa e insensata a Suna, porterà a Shikamaru dei risvolti inaspettati.
[storia partecipante allo ShikaTema Day]
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Shikamaru Nara, Temari | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Camminava con passo stanco, lento, spossato. Arrancava in quella sabbia, che gli rendeva l'avanzata sempre più difficoltosa.

Si fermò, alzando il viso verso il cielo e schermandosi gli occhi con una mano.

Ma chi diamine glielo aveva fatto fare? E per cosa? Per portare uno stupido messaggio che anche un falco poteva fare.

Ma no, quell'arpia doveva mandare lui!

Non erano bastate le missioni di livello S alle quali aveva partecipato ( ben cinque in quattro mesi ), non bastava averlo sommerso di scartoffie da compilare per tenere i contatti con gli altri Paesi.

Figuriamoci!

Adesso, quella strega, doveva mandarlo pure li, a Suna!

Per tutto il viaggio, aveva imprecato contro quella donna, in tutte le lingue a lui conosciute. Anche in quelle sconosciute...

Quando, due giorni prima lo aveva convocato, con quel suo sorrisino sadico, avrebbe già dovuto pentirsi di essersi alzato dal letto. Infatti era stato così.

Tranquilla tranquilla, gli aveva semplicemente detto di consegnare al Kazekage la sua lettera di partecipazione ai festeggiamenti del suo compleanno. Per un momento aveva cercato di obbiettare, insomma! Anche lui doveva riposare!

Ma poi, dopo che lo aveva abilmente raggirato ( ancora si chiedeva come ci era riuscita ), era capitolato.

In fondo aveva ragione. Lui era stato nominato ambasciatore di Konoha e lui doveva andare.

Perfida stronza.

Si diede un pugno sul capo. No, non doveva pensare certe cose dell'Hokage, anche se effettivamente....era così!

Sbuffò. Ormai era in ballo e doveva ballare. Solo che quel caldo, lo faceva impazzire!

In un attimo di lucidità, e mettendo per un momento in moto i suoi leggendari neuroni, si ricordò di un luogo, quasi paradisiaco.

Infatti, volse gli occhi verso destra, individuando, in lontananza, ciò a cui stava pensando.

Quel posto, così strano, quando magnifico.

Pensò rapidamente.

Un giorno da Suna, un'ora dal Paradiso.

Optò per il Paradiso.

S'incamminò nuovamente, decidendo che un po' di ritardo nella consegna di quella pergamena non avrebbe ammazzato nessuno.

 

Si addentrò in quel piccolo boschetto di palme, dirigendosi verso le rocce da dove proveniva quel suono dolce di acqua scrosciante. Ancora si stupiva di quello che la natura fosse in grado di fare.

Un ambiente, per niente adatto ad alberi, erba verde e fresca e acqua corrente, era riuscito a sbocciare.

Sentiva la frescura della cascata raggiungerlo, incitando il suo cammino. E accendendogli una voglia irrefrenabile di un bagno. E, per tutti i Kami, niente lo avrebbe fatto desistere.

Sbucò dalle fronde, avvicinandosi al laghetto ai piedi della cascata. Trovò un punto particolarmente adatto per posare le sue cose, ma, con enorme sorpresa, vide che era già occupato.

Vagò con lo sguardo su quella veste nera piegata, sulla fascia rossa posta sopra. Accidenti, non era stato l'unico ad avere quell'idea.

Poco male, si sarebbe nascosto attendendo il momento opportuno per stare in santa pace. Ma un luccichio lo distolse da quell'iniziativa. Il sole batteva su qualcosa di metallico, attirandolo.

Guardò meglio e gli venne un colpo.

Un ventaglio e quel ventaglio lo conosceva molto bene!

-Che diamine ci fai qui?- ecco la domanda giungergli da quella voce conosciuta.

Si voltò verso l'acqua, incrociando i suoi occhi. Non la ricordava così bella, ma ricordava il colore dei suoi occhi. Come avrebbe potuto scordarli?

Quegli occhi ammaliatori, indagatori, scrutatori. Quegli occhi che tanto amava.

Ecco il punto. Non aveva desistito nell'accettare la missione solo per rivederla. Un anno di distanza era anche troppo per lui. Bramava per avere un incarico che lo portasse da lei e, visto che questo non arrivava, sperava ardentemente che fosse il Kazekage a mandarla a Konoha. Ma niente. Nessuno sembrava ascoltare le sue, per quanto intime, preghiere.

Solo che adesso, era li, inaspettatamente con lei.

La guardò attentamente, quasi senza rendersene conto.

I capelli, legati nei soliti codini, erano cresciuti e le ricadevano avvolgendogli il viso. Lo stesso volto si era affilato, accentuando quella maturità che aveva sempre avuto. Rendendola ancora più affascinante. La sua pelle, abbronzata, faceva risplendere ancora di più i suoi occhi.

-Ehi, ma ti sei incantato?- chiese con tono leggermente irato.

Shikamaru si riscosse, scuotendo il capo. Ma che pensieri faceva?

-No, figurati.- rispose con leggera noia.

-Allora, che fai da queste parti?- continuò lei.

-Lettera per tuo fratello.- spiegò.

Temari inarcò un sopracciglio. Da quando l'Hokage mandava un ambasciatore per una semplice lettera?

-Davvero?-

-Davvero.- disse l'altro annoiato.

Per un momento rimasero in silenzio. Lui per cercare un modo per allontanarsi, lei per calmare i battiti del suo cuore. Già, quel muscolo traditore!

Infatti si era messo letteralmente a correre quando aveva scorto la figura di lui. Accidenti, quanto era cambiato in un anno!

Si era stupita.

Era diventato ancora più alto, senza contare i muscoli che aveva messo su. Cavolo, prima la maglietta gli andava leggermente larga, mentre ora sembrava attaccata a quel corpo...

Temari, calmati! In fondo è solo...un figo da paura!

A quel pensiero, sprofondò nell'acqua, in cerca di refrigerio. Caspita, stava ribollendo! Altro che scappare dal caldo di quei giorni.

Cercò di ricomporsi, ne andava la sua reputazione!

-Se devi andare da Gaara, che fai qui?-

-Caldo. Sai che non lo sopporto.- rispose, incrociando le braccia dietro alla testa.

-Ma bravo, trascuri i tuoi doveri.- disse canzonatoria.

-Non è stata una mia scelta. Io ne avrei fatto a meno di questo viaggio.-

Quella frase la colpì. Sapeva che lui non amava fare “sforzi”, ma pensava che fosse contento di vederla. Alla fine, era da molto che non avevano occasione di vedersi, parlarsi. Ma per lui, non significava molto, anzi, niente.

Recuperò del tutto il controllo di se.

Uscì lentamente dal piccolo laghetto, fortunatamente aveva tenuto addosso il corto kimono lilla che usava sotto all'altro.

-Allora vedi di darti una mossa. Al Kazekage non piace attendere.- disse con tono duro.

Tono che mise lui, Shikamaru, in allarme. Ripensò al discorso appena fatto e capì di aver commesso un errore colossale.

Praticamente le aveva detto che non aveva piacere di vederla e di stare con lei! Idiota e imbecille!

Te la sogni ogni notte e, quando te la trovi finalmente davanti, fai la figura del cretino!

-Umpf.- borbottò solo, invece.

La guardò, con la coda dell'occhio. Cavolo era davvero bellissima. Senza contare che quel misero pezzo di stoffa le aderiva addosso come una seconda pelle.

Temari non lo dava a vedere, ma dentro di se le sue parole l'avevano ferita. Allora era vero che a lui non importava niente di lei. Quindi, a che pro provocarlo?

Fatica inutile.

Sciolse i codini, scompigliandosi i capelli, afferrò il kimono nero e la fascia rossa. Si voltò verso di lui.

-Lascia stare, ti precederò io al villaggio e informerò Gaara che arriverai entro un paio di giorni. Sai, non vorrei ti stancassi troppo e prendessi un colpo di calore nel deserto. Poi come spiegheremo a Tsunade che sei crepato per troppa stanchezza?-

Gli diede le spalle ridendo, ma senza allegria. E lui lo percepì.

Ok, forse era stanco, forse era anche il sole, ma non poteva restare così, inerme a sentire le sue frecciatine.

Guardò in faccia la realtà, per la prima volta comprendendo fino in fondo ciò che realmente voleva. E che voleva anche lei. Quel modo di punzecchiarsi, da parte loro, era solamente un modo per nascondere quello che sentivano. Nel tempo passato l'uno affianco all'altra, gli sguardi, gli occhi avevano parlato più delle parole. E toccava a lui fare la prima mossa, almeno per una volta e rinnegare la sua innata pigrizia.

L'afferrò per un braccio, stupendola.

-Che diamine...- non finì la frase, che si trovò lanciata nuovamente in acqua.

Riemerse, pronta a sbranarlo, quando lo lo vide emergere di fronte a lei. In quel breve lasso di tempo, si era liberato di zaino, giubbotto e maglia.

Da quando era così veloce?

Non poté chiederglielo, perché sentì le braccia di Shikamaru intorno alla vita e lei, di riflesso, le appoggiò sulle sue braccia.

-Ok, vediamo di finirla, una volta per tutte.- le disse con decisione.

-Come?!- fu solo quello che riuscì a dire, dato che il giovane le aveva posato un dito sulle labbra.

-Sta zitta.- le intimò prima di riprendere fiato.- Mi sei mancata, ma non ho potuto venire prima e chiedere a quella pazza di Tsunade di mandarmi a Suna sarebbe stato troppo seccante, per via di quello che avrebbe pensato.-

Temari comprese completamente il discorso. Anche lui le era mancato, ma come il ragazzo, nemmeno lei poteva chiedere a suo fratello di mandarla a Konoha senza un incarico preciso.

Gli sorrise, quel sorriso che Shikamaru aveva imparato ad amare e desiderare solo per se.

Fece scivolare le braccia intorno al collo del chunin, mentre lui scese con le mani fino ai suoi glutei. La stretta di entrambi era forte e i corpi incollati.

-Penso, allora, che dovremo recuperare il tempo perduto.- bisbigliò maliziosa Temari selle sue labbra.

-Per una volta, sono d'accordo con te.- ribatté Shikamaru con un sorriso.

Senza aggiungere altro, si abbandonarono all'istinto. Istinto che li spinse a baciarsi, a conoscere ogni minima parte dell'altro, a donarsi completamente. Per la prima volta insieme.

Avrebbero avuto tempo per arrivare a Suna, per trovare una soluzione alla distanza che li divideva.

Per ora, si accontentavano di assaporare quel momento che li vedeva, finalmente, uniti.

 

  
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