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Autore: FeverSkating    23/06/2013    1 recensioni
Dal testo:
Mi volto, le lacrime scorrono sul mio viso ormai da tempo, perché fermarle se ci sono abituato?
Ti guardo. Non cambierai mai, vero Sasuke? Anche ora, quando potresti, rimani immobile, non piangi, non gemi di dolore, il tuo viso non è una smorfia contratta dal dolore, ma forse è chiederti troppo.
Con noi, di solito ti lasciavi andare, avevamo visto il vero te.
Ma adesso non siamo soli, ci sono altre persone, giusto quattro o cinque, e sono già abbastanza a trattenerti. Tanto adesso se ne vanno, siamo qui già da molto.
Gente vestita di nero si allontana, cigolando sulla ghiaia.
Siamo di nuovo soli, io te e lei.
***
[AU] [Accenni SasuSaku]
Genere: Introspettivo, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessun contesto
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The A team

 
 
[The A team – Ed Sheeran]
 
An angel will die 
Covered in white 
Closed eye 
And hoping for a better life 
This time, we'll fade out tonight 
Straight down the line 

And they say 
She's in the Class A Team 
Stuck in her daydream 
Been this way since 18 
But lately her face seems 
Slowly sinking, wasting 
Crumbling like pastries 
They scream 
The worst things in life come free to us 
And we're all under the upperhand 
Go mad for a couple of grams 
And we don't want to go outside tonight 
And in a pipe we fly to the Motherland 
Or sell love to another man 
It's too cold 
For angels to fly 
Angels to fly 
To fly, fly 
Or angels to die.

 
 

 
Eravamo sempre rimasti insieme, per quel che ricordo. Sostenerci l’un l’altro era quotidianità.
   Ci trovavamo ogni giorno, scherzavamo, ci divertivamo.
   Non ci interessava nulla all’infuori di noi.
   Poi la realtà aveva deciso di venire a bussare anche alla nostra porta. Rimanere indifferenti era un lusso che non potevamo permetterci.
   Io e Sakura perdemmo il lavoro. Ci disperammo per riuscire a rimediare. Quando rischiammo di finire per strada, Sasuke ci offrì casa sua. Lui da solo riusciva a sostenerci, mentre noi tentavamo in ogni modo di raccattare soldi qua e là.
   Anche lui perse il lavoro e il mondo ci crollò in testa.
   In pochi mesi avevamo perso tutto ciò che è necessario a un uomo per vivere, sopravvivere.
   Fu forse per miracolo che trovammo  quell’appartamento in periferia, era piccolo, malmesso, ma ce lo facemmo bastare.
   Facevamo lavori semplici, nulla di complicato. Erano cose che duravano qualche giorno, a volte anche meno, ma sembravano abbastanza.
   E, invece, ci trovammo di nuovo sul ciglio di un precipizio.
   Avevamo perso la vita, i colori, la voglia di vivere e di sperare in qualcosa di migliore. Guardaci metteva tristezza. Se mai avessi pensato che un uomo può vivere al meglio senza soldi, devo essere stato un povero pazzo. Quella mancanza ci stava uccidendo.
   Ci accusavamo l’un l’altro, persino, di essere la causa delle nostre tragedie. Sasuke, me lo ricordo bene, mi aveva spedito in ospedale. Un paio di costole rotte e contusioni un po’ ovunque. Io ero arrivato ad alzare le mani su Sakura. Ancora oggi mi faccio schifo. Forse era proprio Sakura a soffrirne di più.
   Mancava cibo e noi lo dividevamo con lei. Lei piangeva.
   Noi litigavamo. Lei piangeva.
   Parlavamo del passato. Piangeva.
   Piangeva anche così, senza un apparente motivo, solo per i suoi pensieri. Magari le faceva bene, la aiutava a sfogarsi, o forse mi sarei dovuto preoccupare prima delle sue lacrime.
   All’improvviso aveva smesso. Rimaneva stesa a terra, abbracciata a un polveroso cuscino e protetta solamente da un’ispida e vecchia coperta.
   Quando non aveva gli occhi chiusi, le iridi verdi fissavano il vuoto. Nessuna emozione, altrettanto vuote anche loro. Rimase così per non so quanto tempo.
   Da idiota, non m’impensierii, pensai che fosse depressione o più semplice e logorante tristezza. Io e Sasuke continuavamo a cercare di tirare avanti.
   Poi, un giorno, Sakura si alzò, in silenzio, uscì. Noi, lì, a vedere parte della nostra vita che usciva di casa per andare a morire; immobili.

 
 
 

Labbra bianche, viso pallido 
respira tra i fiocchi di neve 
polmoni bruciati, sapore acido 
la luce si è spenta, il giorno è finito 
combatte per pagare l'affitto 
lunghe notti, strani uomini 



 
 
 
  Quasi ogni giorno, Sakura portava a casa dei soldi. Ce li dava come se fossero fiocchi di neve caduti dal cielo, come se guadagnarli per lei fosse stata una passeggiata.
   La prima volta io e Sasuke le chiedemmo dove fosse andata a prenderli. Lei scollò le spalle, rifugiandosi in bagno, scappando alla nostra vista.
   Noi non domandammo altro, ci servivano, i soldi.
   La cosa si ripeté più volte, sino a diventare un’abitudine, e noi, stolti, ancora non avevamo capito nulla.
   Ma lei era cambiata, non era più la stessa, usciva la sera, rientrava la mattina, a volte non mangiava.
   Insospettiti, finalmente, incominciammo a fare domande a Sakura. Lei non ci rispondeva, sviava i discorsi, diceva che non era importante. Non ci aveva mai nascosto niente.
   Quando portò uno sconosciuto a casa e si chiusero in camera, tutto fu più chiaro. L’uomo, quel verme orribile, appena prima di andarsene, lasciò dei soldi sul tavolo, di fronte a noi. Subito corremmo da Sakura, le chiedemmo il perché e lei, ingenuamente, rispose che, se li portava a casa, poteva chiedere di più.
   Sasuke e Sakura litigarono quel giorno. Le loro grida impregnarono ogni angolo dell’appartamento. Se avessimo avuto dei vicini normali, invece di quei delinquenti, sarebbero venuti a lamentarsi per il rumore.
   Però non venne nessuno e io rimasi solo, seduto malamente a terra, rigirando per le mani una vecchia foto smunta, con noi tre da bambini, ad ascoltare i  miei amici attaccarsi l’un l’altro con ferocia. C’era sempre stato del tenero tra di loro, ma entrambi erano troppo orgogliosi da ammetterlo per primi.
   Stupidi, avevo pensato e, quando sentii Sakura urlare un “Ti odio” contro Sasuke, pensai che, ironia della sorte, a volte si odia ciò che si ama. Sarà vero? Possibile?

 
 
E dicono che lei sia nella squadra di serie A 
bloccata nei suoi sogni ad occhi aperti 
è così da quando aveva 18 anni 
ma ultimamente il suo viso sembra 
si stia lentamente scavando, logorando 
sgretolandosi come pasticcini 
e urlano che le peggiori cose nella vita 
arrivano da noi gratuitamente 
perché siamo sotto le mani del Signore 
e impazzisco per un paio di grammi 
e lei non vuole uscire stanotte 
e improvvisamente vola verso la patria 
o vende l'amore ad un altro uomo 
fa troppo freddo fuori 
perché gli angeli possano volare 
gli angeli possano volare 


 

 
   Sakura continuò, se ne fece poco delle nostre parole, che la esortavano a desistere. Disse che ci serviva e che lei ce l’avrebbe fatta.
   A fare cosa? Resistere? Stava crollando lentamente.
   Come un castello di sabbia, eroso pian piano dal vento, anche lei veniva lentamente logorata.
   Era dimagrita, vedevi la spina dorsale premere dolorosamente contro la pelle, bianca e tirata, come se facesse di tutto per lacerarla e uscire. Non riuscivo quasi più a guardare il suo viso, quel pallore, che faceva a cazzotti con le occhiaie violacee, mi dava la nausea.
   Avevo la convinzione che fosse tutta irrimediabilmente colpa mia.
   Cos’avevo fatto per evitare che tutto questo accadesse?
   E, intanto, uomini – sconosciuti e luridi uomini – entravano e uscivano da casa nostra come trascinati dalla corrente di un fiume, con una velocità impressionante.
   Sakura non usciva più di casa, aveva perso la voglia di fare.
   Ancora me la ricordo, com’era prima. Sorrideva e le sue guance paffute avevano la forza di tingersi di un lieve rossore. Girava per casa saltellando, ballava la musica, che a tutto volume le girava nelle orecchie.
   Era dolce, spensierata e complicata, come solo una donna sa essere nella sua semplicità. Era il mio piccolo angelo, il nostro angelo. Donava e necessitava protezione.
   Quante volte aveva donato anima e corpo per aiutare gli altri!
   Ma autodistruggersi per salvarci, non lo sopportavo. Era rimasta un angelo, e mai vidi angelo più tormentato.
   Se penso che è anche per me che si era ridotta così, se penso che proprio io avrei potuto fare qualcosa per salvarla, ma non feci nulla, se penso che confidavo che un angelo non potesse morire, ma mi sbagliavo…

 

Guanti fusi, impermeabile 
ha provato a nuotare e a restare a galla 
casa asciutta, vestiti bagnati 
cambiamento libero, banconote 
occhi stanchi, gola secca 
chiamo la ragazza, ma non ha il telefono 


[…]
 
Un angelo morirà, 
coperto di bianco 
occhi chiusi 
e spererà in una vita migliore 
questa volta, svaniremo stanotte 
dritti verso il confine 

 

 

   Mi volto, le lacrime scorrono sul mio viso ormai da tempo, perché fermarle se ci sono abituato?
   Ti guardo. Non cambierai mai, vero Sasuke? Anche ora, quando potresti, rimani immobile, non piangi, non gemi di dolore, il tuo viso non è una smorfia contratta dal dolore, ma forse è chiederti troppo.
   Con noi, di solito ti lasciavi andare, avevamo visto il vero te.
   Ma adesso non siamo soli, ci sono altre persone, giusto quattro o cinque, e sono già abbastanza a trattenerti. Tanto adesso se ne vanno, siamo qui già da molto.
   Gente vestita di nero si allontana, cigolando sulla ghiaia.
   Siamo di nuovo soli, io te e lei.
   Ti fa male, Sasuke, non è vero? Perché a me ne fa molto.
   Fiocchi bianchi volano dal cielo e si posano delicati sulla lastra di sasso bianco, puro come lo era lei.
   Lo vedo, vacilli.
   I tuoi occhi inumidiscono. Guardi la sua foto stampata sulla tessera di ceramica. Lei sorride e tu, come di rimando, alzi un lembo delle labbra in un sorriso amaro.
   Anche tu ti senti inutile, non è così? Impotente, debole, piccolo, schifoso.
   Un giorno magari ti chiederò com’è stato, per te, vederla morire, veder andarsene parte della propria vita per sempre.
   Non oggi però, non ne avrei la forza.
   Distrutto anche tu, ti lasci cadere, le tue ginocchia cozzano con il terreno, tra i fiori colorati – come una volta lo era anche lei –, lasciati dalle persone che, come noi, l’avevano amata.
   Tu più di tutti, è per questo che ti odi, giusto?
   Batti i pugni a terra, disperato, appoggi la testa alla lapide e piangi, lasci scorrere le lacrime, sulla sua foto e a terra.
   Nessuno ti biasima, ma non ti preoccupare, ci siamo solo io e lei, e il tuo dolore si confonde con la neve.
   Strepiti, lamenti, la tua voce straziata arriva attutita alle mie orecchie.
   Ti prego, smettila, non sono capace di resistere, non sono forte.
   Tu continui, chiedi perché, lo urli al cielo. Perché si sono portati via anche lei?
   Tremi come un bambino, le lacrime sono diventate ingestibili, sia per me che per te, e ti arrabbi per questo. Tiri un pugno al terreno, e poi un altro, un altro e un altro ancora.
   Perché siamo così deboli.
   La sento, la tristezza a livello dello stomaco, che sale, sale e continua, finché  neanch’io ce la faccio più.
   Mi appoggio a te, sei l’ultima cosa che mi rimane, e piango, singhiozzo. Lascio che il dolore m’inondi, l’oscurità mi pervade, come anche la solitudine, e uno stridio acuto e strozzato esce dalla mia bocca.
   Guardo un’altra volta l’immagine sorridente di Sakura che ci guarda. Ti stringo una spalla,sperando di confortati.
   Ce la possiamo fare, ce la dobbiamo fare; solo ed unicamente per lei.
 
 

 

E dicono che lei sia nella squadra di serie A 
bloccata nei suoi sogni ad occhi aperti 
è così da quando aveva 18 anni 
ma ultimamente il suo viso sembra 
si stia lentamente scavando, logorando 
sgretolandosi come pasticcini 
e urlano che le peggiori cose nella vita 
arrivano da noi gratuitamente 
perché siamo sotto le mani del Signore 
e impazzisco per un paio di grammi 
e lei non vuole uscire stanotte 
e improvvisamente vola verso la patria 
o vende l'amore ad un altro uomo 
fa troppo freddo fuori 
perché gli angeli possano volare 
gli angeli possano volare 
volare, volare, o perché possano morire.

 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo autrice
 
Ciao a tutti! 
Se state leggendo qui, vuol dire che la storia non   poi così brutta come mi aspettavo. ^^
Spero comunque vi sia piaciuta. È la prima volta che scrivo una cosa simile. La prima volta che scrivo una song-fic e la prima volta che scrivo qualcosa ti triste, o comunque con un “bad ending”. Spero di essere riuscita a rendere bene le vicende e le emozioni, sono cose che non mi vengono sempre facili, quindi ho voluto provare, sfidarmi, più o meno.
Non so bene cosa c’entri la canzone con quello che ho scritto, ho ancora qualche dubbio su come ho disposto il testo, ma, comunque, questo è ciò che mi è venuto in mente. ^^
Spero si sia capito che a narrare è Naruto. C’è anche un po’ di SasuSaku, non ho resistito. ^///^
Fatemi sapere se vi e piaciuta o meno. Se avete consigli, critiche, raccomandazione, che possano aiutarmi a migliorare, vi prego di farmelo sapere. ^^ Spero comunque vi sia piaciuta.^^
Per quelli che, magari seguono altre mie storie, non sono morta, ho solo una sorta di blocco dello scrittore! OoO Non riesco a scrivere. Q.Q Sigh…
Grazie a tutti quelli che leggeranno o recensiranno. ^^ 
Alla prossima. C;

   
 
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