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Autore: perfectweapon    23/06/2013    3 recensioni
Lo sguardo era fisso sulla ceramica bianca interrotto a tratti per via dei lunghi capelli scarlatti che le ricadevano sul viso. .
In questa One-Shot ci sono due personaggi: Andrew (Andrew Biersack, ovviamente) e Taylor.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Andy Biersack, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                  Ehy, recensite, mi raccomando. Anche con un commento negativo. :3

                                                                    http://www.youtube.com/watch?v=gTxmCv4vH3M buona lettura!



Erano già passate due ore da quando aveva assunto quella posizione.

Le mani appoggiate ai lati del lavandino con i muscoli delle braccia tese, nonostante non facesse alcun movimento era pur sempre uno sforzo per il suo corpo non abituato alla fatica fisica.

Lo sguardo era fisso sulla ceramica bianca interrotto a tratti per via dei lunghi capelli scarlatti che le ricadevano sul viso. .

Non era facile guardarsi nello specchio dopo ciò che era avvenuto quella mattina, non aveva il coraggio di alzare il volto e incontrare quei due smeraldi. L'unica cosa che i suoi occhi avevano in comune con quelle pietre preziose era il colore, la brillantezza si era spenta. .

Le braccia la stavano abbandonando. Si voltò continuando ad ignorare la specchiera ed uscì dal bagno dirigendosi nel soggiorno. Si accomodò sul divano, l'ultimo aquisto che aveva fatto, di pelle, finta, nera e prese il suo cellulare con fare insicuro.

Aveva paura ma aveva un dannato bisogno di lui. L'aveva avvertita ed ovviamente sgridata ed era certa che sarebbe andata anche peggio di quello che si aspettava.

Ingoiò a fatica la saliva.

Schiacciò sull'opzione: messaggi e digitò un paio di parole. Le cancellò per poi riscriverle. Ripetè la stessa procedura una decina di volte, doveva scegliere la frase giusta. Premette “invio”.

Tic tac.

Tic tac.

Quella piccola scatoletta metallica situata su una mensola era diventata improvvisamente rumorosa. La mattina non la svegliava mai ed ora quel suono le entrava da un orecchio e non usciva dall'altro, rimaneva nella sua testa innervosendola più di quanto non lo era già.

Controllò a che ora era stato inviato il messaggio: 15.09. 11 minuti fa.

Lo stomaco iniziò a dolerle a causa dell'ansia.

Due colpi forti alla porta. Scattò in piedi sentendo le fitte alla pancia aumentare. Le freddezza dei colpi le giunse fino alle orecchie, diamine se lo conosceva bene.

Andò alla porta. Fece un respiro profondo.

Il braccio destro si mosse in direzione della maniglia dorata, tremava come il resto del suo corpo. La maniglia venne abbassata, tutte quelle azioni si stavano svolgendo così lentamente.

Tutto venne concluso da una spinta alla porta da parte di Andrew il quale entrò senza troppi comodi all'interno dell'appartamento e chiuse con un tonfo la porta.

Taylor indietreggiò di qualche passo presa completamente dalla paura. I freddi colpi alla porta, la sua impazienza nell'entrare ed ora si era aggiunto il suo sguardo.

Il ragazzo le si avvicinò, il timore di lei evidente e ciò lo aiutò a farla indietreggiare ulteriormente contro il muro. Allungò le braccia poggiando entrambi i palmi alla parete, non lasciandole via d'uscita.

Lei abbassò lo sguardo. Quella posizione le impediva qualsiasi movimento, o forse era la paura.

“Allora?”

Sentendo quella parola Taylor sgranò gli occhi. Lui sapeva già tutto, perchè le aveva posto quella domanda?

“Voglio sentirlo da te.” Disse lui, oltre alla freddezza era percepibile un certo sadismo.

Lei sapeva che era capace anche di molto peggio, lo aveva capito dal loro primo incontro e ne era al corrente prima di inviare il messaggio. Forse era lei ad essere masochista?

Tirò un sospiro profondo. Aprì bocca ma rimase con lo sguardo fisso sul pavimento. .

Andrew le strinse il mento tra il pollice e l'indice, costringendola ad alzarlo. I loro occhi si trovarono per la seconda volta.

“S-sono andata a casa di Seth perchè lui voleva passare del tempo con me. Stava andando tutto b-bene. .poi lui è andato oltre le semplici coccole. Mi voleva ma io non ne ero sicura, allora lui si è innervosito e. .” Lui non riuscì a sentire altro. Spostò la mano dal muro, la quale finì sulla guancia destra della ragazza. Taylor non proferì parola, quel gesto l'aveva spiazzata. Istintivamente portò una mano sulla parte dolente, come a coprirla, non volendo ricevere un altro schiaffo.

Andy scosse la testa, non immaginava che tutto ciò gli faceva così male.

Le strinse il polso con forza per poi spingerla per terra. La osservò. Era una persona completamente diversa dal solito: accovacciata sul pavimento freddo, tremante e con due scie nere che le sporcavano le guance. In quel momento non poteva avere Seth tra le mani e stava scatenando la sua rabbia su di lei.

“Lo ami?” Chiese d'un tratto, stupendosi delle sue stesse parole.

Taylor cercò di pulirsi la faccia dal trucco e provò ad alzarsi in piedi ma non ci riuscì.

“No” Sussurrò, temeva che ogni cosa che avrebbe detto non gli sarebbe piaciuta e l'avrebbe ferita.

Andrew si abbassò, sedendosi per terra accanto a lei. Taylor tentò di allontanarsi ma fu trattenuta dal ragazzo che le cinse la vita con le braccia tirandola a sé, fino a quando tra i loro corpi non ci fu nemmeno un millimetro di distanza.

“Continua” Disse lasciandola con un'espressione confusa.

“Continua da dove ti sei fermata” Il tono della voce era rimasto uguale, freddo e prepotente.

Taylor cercò di sfuggire alla sua stretta ma lui non glielo permise. La ragazza sospirò e iniziò a parlare con voce insicura.

“Praticamente lui si è arrabbiato. Ho cercato di dissuaderlo ma lui mi ha s-spogliata e vedendo che io non lo volevo mi ha. .picchiata.” L'ultima parola faticò ad uscire, non riuscì a guardare Andy in faccia dopo averla pronunciata.

Lui si alzò in piedi per poi porgerle la mano, aiutandola a rialzarsi. Tay fece fatica a rimanere in una posizione stabile, la forza l'aveva abbandonata. Al ragazzo non sfuggiva nemmeno un suo movimento, non riusciva a non immaginare e pensare a tutto ciò che lei aveva subito solamente qualche ora fa.

Posò le mani sui suoi fianchi delicatamente, l'aveva già spaventata troppo. Lei non disse nulla, lo lasciò fare. Sì, era un bastardo ma lei lo conosceva meglio di chiunque altro e si fidava. L'aveva picchiata ma lei lo avrebbe perdonato sempre, perchè per sempre lui sarebbe rimasto al suo fianco.

Le afferrò i lembi della t-shirt e la alzò lentamente, togliendola del tutto e lasciandola cadere.

Pensava di esser forte ma non lo era abbastanza. Appena vide i segni della violenza subita si paralizzò, le macchie violacee e le ferite ancora rosse erano ovunque e le aveva soltanto tolto la maglia.

Deglutì sfiorando i segni. Taylor si scansò cercando di nascondere il suo corpo coprendosi con le braccia, si sentiva sporca.

Andrew si passò una mano tra i capelli cercando di mantenere la calma. Come diamine aveva osato farle una cosa del genere? Come?

Si avvicinò nuovamente a lei e la strinse a sé, sperando che non scappasse. Lei lo guardò.

Quanta perfezione in quegli occhi. Tristezza. Delusione. Vergogna. Ma poteva scorgere anche la speranza.

Chinò la testa e le lasciò un leggero bacio sulla guancia.

“Questo ti meriti, nient'altro” Le sussurrò all'orecchio, le guance della ragazza si colorano di rosso per l'imbarazzo.

Lui mascherò un sorriso per la reazione di Taylor. Le baciò la guancia ancora ed ancora, spostandosi pian piano vicino alla bocca. Decise di interrompere quel 'giochino' e posò le labbra sulle sue, inizialmente rimase fermo, sapeva benissimo che lei era rimasta sconvolta e non voleva precipitare le cose. Le baciò il labbro inferiore, lo mordicchiò e leccò. .tutto ciò con troppa lentezza.

Taylor non si mosse, questo era troppo anche per lei ma non era spiacevole.

Appena sentì la lingua di lui fare pressione sulle sue labbra non seppe che fare ma decise di rischiare e le socchiuse, lasciandolo entrare. Lui provò a resistere ma era impossibile. La sua lingua cercava quella di lei e quando la trovò iniziarono una danza veloce, impossibile da fermare.

Avevano bisogno di prendere fiato quindi si fermarono.

Questa volta lui le sorrise. Poteva finalmente considerarsi felice.

“Mi ami?” Domandò Taylor con strana sicurezza.

“Sì” Le rispose immediatamente.

Lui sapeva che tipo era Seth e perciò si era arrabbiato quando lei gli parlò del loro appuntamento ma non fu l'unico motivo, non sopportava vedere Taylor tra le braccia di altri.

La abbracciò, forse lei ricambiava ma non era quello di cui si preoccupava in quel momento, voleva soltanto guarirla. Guarire le sue ferite e farla sentire al sicuro.

Appena la ragazza gli circondò il collo con le braccia fu certo di una cosa, lei glielo avrebbe permesso.

  
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