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Autore: dilpa93    23/06/2013    9 recensioni
“Alcuni dicono che il tempo sana tutte le ferite. Io non sono d’accordo. Le ferite rimangono. Col tempo la mente, per proteggere se stessa, le cicatrizza, e il dolore diminuisce, ma non se ne vanno mai”
Rose Kennedy
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Quasi tutti, Rick Castle
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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-Cadere nel baratro-


Sbatte le palpebre nel tentativo di aprire gli occhi. Le sente pesanti, doloranti, sigillate da qualcosa di appiccicoso e caldo.
Riesce ad aprire un solo occhio. Distingue a fatica i dettagli che la circondano avvolti da una luce fioca, tutto le appare sfocato, ma nonostante questo riconosce un cassonetto della spazzatura proprio davanti a lei.
Richiude gli occhi, troppo dolore nel tenerli anche solo socchiusi. Si concentra su ciò che ha intorno, tentando di ricostruire l’accaduto.
Muove quasi impercettibilmente le dita, sentendo sotto i polpastrelli il freddo dei ciottoli bagnati dalla pioggia che fino a qualche ora prima batteva imperterrita sulla città.
L’odore penetrante della spazzatura è nauseabondo, i conati le provocano fitte all’altezza dello stomaco, il solo respirare le fa desiderare di essere morta. L’aria entra a fatica bruciando a contatto con i polmoni, e ogni volta che inspira sente qualcosa colare lento fino alle labbra.
Il sangue ancora scorre da tagli e piccole abrasioni impiastrandole il viso, lasciando che il sapore simile a ruggine le riempia la bocca insieme alla bile.
Si carezza lenta le gambe, sentendo i jeans strappati; uno squarcio profondo parte da metà polpaccio fino ad arrivare alla metà dell’altro. Si accorge solo allora di essere scalza, quando un brivido la travolge dalla punta dei piedi.
Il suo copro sembra non volerle dare ascolto, i muscoli non si contraggono, non riesce a muoversi nonostante ci stia provando con tutta se stessa.
Riapre gli occhi per pochi secondi, le luci dei lampioni la raggiungono appena, le sagome dei passanti si confondono con le loro ombre, tra le auto e gli edifici cupi.
Mormora qualcosa, nulla di comprensibile. Una richiesta di aiuto fatta di piccoli gorgheggi e lettere sconnesse, nulla di udibile da fuori quel vicolo, ma unite danno come risultante una sola parola ‘Rick’, e poco prima di perdere i sensi riesce solo ad incolpare se stessa per quanto successo.




Diletta's coroner:

Eccomi tornata con una mini long...
Un breve prologo che lascia poco spazio all'imaginazione.
Spero, nel corso della storia, di riuscire a trasmettere tutto ciò che ho pensato ed immaginato. 
Buona serata!
Baci
  
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