Letter To a Future Killer
17/09/2004
Caro Yuriy,
lo so che toccherebbe a te scrivermi, ma devo
raccontarti una cosa.
Forse quando leggerai queste parole, la voce
sarà già giunta a te.
Beh…ti ho sognato.
Lo so che non è la prima volta che ti sogno,
ma questa volta è stato diverso.
I colori erano molto vividi, le pareti e le
cose, molto reali.
Insomma, sembrava vero.
Più vero del solito.
E poi, al contrario dei soliti sogni, io non
mi sentivo strana o fuori posto, questa volta, è stato molto diverso.
Per certi versi, migliore.
Mi sentivo a mio agio, e non solo perché
c’eri tu con me.
Era come una sensazione di già visto, già
fatto, come se fosse una routine.
Fin qui, nulla di male, peccato che nel sogno
non facevamo una passeggiata tra le margherite trallallero trallallà, no.
Yuriy, io e te abbiamo ammazzato una persona.
Sono sicura che ora scoppierai a ridere, ma
io quando me ne sono ricordata, non avevo molta voglia di ridere.
Era come se ne fossi consapevole.
Sapevo già che avremmo ucciso quell’uomo.
Sapevo già le modalità, il momento.
Come caricare una M16, come sparare.
Io sapevo fare quel lavoro.
Quello era il mio lavoro.
Il nostro lavoro.
I tuoi occhi erano fermi e duri, senza
compassione.
E così i miei.
Quella era solo un altro componente della
lista.
Non avevo paura o rimorso.
Forse provavo un sottile e famigliare brivido
freddo nell’impugnare la balestra.
Ma per il resto, niente.
Era una cosa normale, ovvia.
Tu di solito, non sei un tipo che mostra i
suoi veri sentimenti, o quello cui sta pensando.
Vebbè, diciamo pure che sei un cubetto di
ghiaccio surgelato.
E per questo, mi sei piaciuto subito.
Ma il problema è, che non penso che tu sia
capace di sparare ad una persona senza dire neanche -Ah!-.
Sei spietato, ma non crudele.
In questo caso, tu hai ucciso senza pietà.
E così io.
Lo so, non significa nulla, è solo uno
stupido sogno.
Ma io sono comunque irrequieta.
E’ come se avessi sbirciato qualcosa di
proibito.
Qualcosa che non avrei dovuto vedere.
Spero davvero che non si ripeta, perché io comincio
ad innervosirmi.
Non sto dicendo che probabilmente finiremo
per far parte di una nuova schiera di Takemikazuchi (*),
dico solo che questa volta è stato diverso.
Tu non hai mai fatto un sogno simile?
Spero per te di no.
Scrivimi presto, ho bisogno di sentirti.
Baci,
Ice
Hola a tutti!
Questa è una lettera che ho scritto per davvero a
Yuriy, un mio amico sloveno che ho conosciuto quest’estate.
Anche il sogno è vero.
In tutto e per tutto.
Spero che vi sia piaciuto, più che altro è uno
sfogo.
Baci,Ice
(*) i Takemikazuchi < - - -me si inchina*___* sono un’antica famiglia giapponese di killer a pagamento.