Capitolo 1 

Guardai per l'ultima volta il corpo steso a terra.
Merda.Mi ero promessa che non l'avrei più rifatto.
Andai velocemente in bagno e mi guardai allo specchio;ero sporca di sangue e alcuni graffi,ma niente in confronto al ragazzo fuori dalla porta.
Era cominciato tutto come un errore,uno sbaglio:uccidere.
Col passare del tempo era diventato un lavoro,mi pagavano e io non facevo domande,ma tutto peggiorò quando iniziai a prenderci
gusto,mi piaceva quella sensazione di potere,di superiorità,di una vita senza regole e al di fuori della legge.
Iniziai a farmi paura da sola,così decisi di smettere di uccidere,ma il ragazzo steso fuori dalla porta del bagno,era un imprevisto,uno
sbaglio che non doveva ripetersi.
Tirai fuori un asciugamano dall'armadietto,mi spogliai velocemente lanciando i vestiti in un angolo indefinito - per quanto fosse possibile visto che vivevo in un piccolissimo appartamento a tre stanze - e entrai in doccia.
L'acqua era fredda,congelata avrei potuto dire,ma non perchè facesse freddo,anzi,eravamo in primavera quindi non c'era più il clima tanto freddo tipico dell'Inghilterra,ma perchè non mi ero mai preoccupata di picolezze come decorare il buco in cui momentaneamente vivevo,
avere il frigo pieno di cibo,l'armadio pieno di vestiti o addirittura preoccuparmi di avere l'acqua calda.
Uscii dalla doccia e andai in camera,se così si poteva definire,a prendere dei vestiti puliti,o almeno non macchiati di sangue.
Dopo essermi cambiata guardai,di nuovo,il corpo e inclinai la testa di lato pensando a dove nasconderlo o bruciarlo.

Ritornai all'appartamento,dopo aver fatto sparire il cadavere del ragazzo,ma ad apettarmi c'era qualcuno,mi fermai davanti alla porta e tirai fuori il coltello dalla giacca di pelle e aprii la porta lentamente,in bagno c'era una luce accesa,non c'erano finestre rotte e niente in disordine,questo voleva dire che era qualcuno che conoscevo.
Spalancai la porta del bagno facendo venire un infarto ad Aliya,ovvero la persona che si può avvicinare di più al termine 'amica'.
"Che ci fai qui?Ti avevo detto che sarei venuta io da te,per te è troppo pericoloso." dissi appoggiandomi al muro.
"Calma Lana,non sarò esperta come te ma lo sai che me la cavo - replicò lei scuotendo il capo - comunque,dove sei stata?" domandò incupendosi di colpo.
"Avevo una commissione." risposi voltandomi a guardare da un'altra parte.
"Hai ucciso di nuovo,non è vero?" chiese storgendo il naso.
Non serviva neanche che rispondesse,lei sapeva quale sarebbe stata la mia risposta.
"Perchè l'hai fatto?Non dovevi più uccidere!" affermò dando un colpo al lavandino.
"Sapeva troppe cose." risposi fredda incrociando a mia volta le braccia al petto.
Si guardò attorno,osservando ogni minimo particolare e cercando con lo sguardo Dio solo sa cosa.
"Comunque,cosa dovevi dirmi?" chiese cambiando argomento di colpo.
"Lascio Londra,me ne vado in un posto meno abitato,magari mi farò anche una vita." terminai facendo spallucce e raccogliendo la maglia che
avevo gettato a terra prima di farmi la doccia.
"E dove sarebbe?" domandò innarcando un sopracciglio.
"Meglio se non te lo dico,comunque è un posto dove non ci sono problemi." risposi passandomi una mano tra i capelli.
"Va bene - disse uscendo dalla porta del bagno e avviandosi all'uscita dell'appartamento - evita,però,di crearli tu i problemi." disse prima di uscire definitivamente  da casa mia.