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Autore: Blossom_Sarah    24/06/2013    2 recensioni
- E ora? Che ne sarà di te? -
- Ho fatto qualcosa per qualcuno. Ho salvato qualcuno. -
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La fragilità del mio esile corpo non equivaleva neanche alla metà di quella della mia anima.
Tutto il peso di quella che era stata la mia vita, gravava su un cuore calcificato senza alcuna traccia di vita.
Il freddo iniziava a pungere come aghi sulla pelle e un eco di voci , dal basso, si levò alla mia altezza forzando i timpani ad ascoltare tutte quelle effimere parole col compito di persuadermi dall’azione che ero in procinto di attuare.
Premetti con forza gli auricolari intenti a riprodurre la playlist dei Parachute.

Well, I'm not sure what this is gonna be,
But with my eyes closed all I see
Is the skyline, through the window


Bene, non sono sicuro di ciò che succederà,
ma con i miei occhi chiusi tutto quello che vedo
è l’orizzonte attraverso la finestra.
 
“Caduta”. La mia vita riassunta in una parola. La mia vita riassunta nel mio nome.
Fall mi avevano chiamata. E come non poter mettere fine alla propria vita con una “caduta” ?
Riguardai in basso scorgendo i miei genitori avvolti da una folla di persone che calorosamente li consolavano.
Mi ri-promisi di non voler incontrare quegli sguardi colmi di falsità , gli stessi che non avevano fatto altro che giudicarmi dalla nascita.
-Flashback
Le guance andarono a fuoco dopo l’ultimo schiaffo sferrato da quello che doveva essere mio padre.
“Vuoi capirlo che sei soltanto l’errore di una scopata? “ ringhiò facendo passare la sua cintura nero cuoio tra i passanti.
“E non chiedermi mai più perché ti abbiamo chiamata così! Fall è il nome più appropriato ad una puttana come te!” concluse sbattendosi la porta,della mia camera, alle spalle.
“Avrei dovuto fare causa all’azienda di profilattici la sera stessa!” rise mia madre scherzando con lui.
 
Scossi la testa per cancellare quegli orribili ricordi da quella mente contorta che giaceva nel mio cranio e ripresi a dondolare i piedi dal davanzale della mia finestra.
Il vento sfiorava leggero i miei capelli quando qualcuno avanzò alle mie spalle.
Scorsi un testa riccia nel buio fitto della mia stanza e ridussi gli occhi a due piccole fessure per tentare di riconoscere la figura.
Arrivato al davanzale, un ragazzo con un sorriso sgargiante e due occhi così verdi da potermi perforare il cuore e nello stesso tempo suturarmi le ferite con un solo sguardo, aprì del tutto la finestra e con un gesto veloce si ritrovò al mio fianco.
<< Strano incontrarci sul davanzale di una finestra >> esclamò inducendomi a togliere gli auricolari.
<< Si, strano >> risposi tentando di capire il suo scopo << Ascolta, non so chi sei e sappi che non avrai nessuna possibilità di farmi cambiare idea. >>
<< Chi ha detto che è quello il mio intento!? >> sorrise
<< E quale sarebbe allora? >> maledetta curiosità.
<< Beh , in realtà nessuno. Ti ho vista da laggiù e ho colto l’occasione per incontrare una giovane e bella ragazza, tutto qui. >>
<< Non ha alcun senso, sto per morire. >> ribattei ritornando alla realtà
<< E tu sei sicura che suicidarsi abbia un senso? >> ritornò serio.
I suoi occhi presero a guardare e osservare profondamente i miei come in cerca di qualcosa. Una sensazione di benessere attraversò il mio corpo e lasciai che un sorriso potesse disegnarsi sulle mie labbra.
Lui sembrò accorgersene.
<< Nessuno ti ha mai rivolto attenzioni, non è così? >>
Annuì. << Sono diciassette anni che sono succube dei miei genitori,come potrei ricevere mai attenzioni? >>  dissi, poi, chinando il capo e trovando interessante il movimento dei miei piedi nel vuoto.
<<  Non hai lottato. >> esclamò lui.
<< Vengo picchiata da diciassette anni, odio me stessa e per giunta mi hanno chiamata Fall perché sono “l’errore di una scopata” come dice mio padre. Con quale forza avrei potuto lottare contro tutto questo? Nessuno è stato mai al mio fianco, nessuno mi ha mai aiutata, come avrei potuto lottare?!  >> sputai tutto d’un fiato.
Ho cercato di lottare ogni giorno, ogni settimana, ogni mese , ogni anno. Tutti i miei sforzi sono stati inutili e la mia vita è appesa a un filo.
<< Ognuno trova la forza in qualcosa. Arrendersi non serve a nulla. Il sottoscritto si è arreso. >> rispose con un velo di tristezza.
<< E ora? Che ne sarà di te? >> incalzai.
<< Ho fatto qualcosa per qualcuno. Ho salvato qualcuno. >> concluse poi.
I suoi occhi colmi di tristezza,non avevano la forza di dire altro.
 
<< Comunque io sono Fall. >> dissi tendendogli la mano.
Lui la afferrò con decisione e non appena un brivido rigò la mia schiena esclamò : << piacere Fall, io sono Harry.>>
Ma le nostri mani restarono unite. Uno strano filo mi teneva legata a lui e , come se avesse percepito i miei pensieri, si chinò a poca distanza dal mio viso. Quella utile per potersi appropriare delle mie labbra.
Quando ormai il sapore delle sue labbra si era intriso nelle mie, capii che avevo una possibilità. Avevo la possibilità di imparare ad amare.
E così, senza rivolgermi neanche una parola, ritornò dentro e uscì dalla mia stanza.
Con una spinta che non avrei mai creduto , mi spostai da quello squarcio tra vita e morte e tentai di seguire Harry. Di seguire il ragazzo che mi aveva salvata.
Ma tutto mi impediva di raggiungerlo, era andato via ed io ero di nuovo sola. Nell’oscurità di quella stanza.
 
Sono passati tre anni.
I miei genitori sono stati arrestati e mi sono trasferita ad Oxford per l’università.
Sono passati tre lunghi anni in cui non mi sono data pace per la morte di Harry.
Il mio vicino di casa, che si è ucciso la notte in cui non l’ho fatto io.
Il vicino di casa che mi ha amato dal primo giorno in cui mi ha vista, che ha dato il via alle indagini per i crimini e i reati commessi dai miei genitori, che ha donato la sua vita a me.

<< E ora? Che ne sarà di te? >>
<< Ho fatto qualcosa per qualcuno. Ho salvato qualcuno. >>

Quelle maledette frasi continuavano a torturami la mente, lui sapeva già a cosa saremmo andati incontro.
A cosa sarebbe andato incontro.
Le lacrime mi facevano compagnia ogni notte costringendomi a maledire me stessa per non essermi uccisa prima che lui potesse arrivare.
E puntualmente penso alle sue labbra. Penso a lui.
Lui rappresenta la mia forza.
La forza per rialzarmi dopo ogni “caduta”.



*Spazio Autrice

Salve c:
In realtà non so cosa dire... è la mia prima OS e quindi non ho idea di come sia venuta.
Però, essendo un sogno trasformato in OS ho voluto condividerlo con voi.
Lasciatemi una recensione se vi è piaciuta e viceversa ahahhah

Oook, non so cos'altro dirvi. ^_^

Ciao :D
 
  
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