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Autore: love_fool    07/01/2008    8 recensioni
Odio la neve.
Questo unico pensiero mi tormenta da stamattina quando, dopo essermi svegliata ed essere andata alla finestra di camera mia ho visto quest’inutile e umida distesa di neve.
Qualcuno la trova uno spettacolo affascinante. Taluni addirittura romantico!
Mi chiedo come mai queste persone non sia ancora state internate dopo certe affermazioni di carattere puramente folle.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa è una scemenza che ho scritto la scorsa settimana, nei due giorni in cui ha nevicato qui. Non sapevo che fare e mi è uscito questo XD. Non aspettatevi nulla, è una one-shot senza pretese scritta per passare il tempo...


Angel in the snow.

Odio la neve.
Questo unico pensiero mi tormenta da stamattina quando, dopo essermi svegliata ed essere andata alla finestra di camera mia ho visto quest’inutile e umida distesa di neve.
Qualcuno la trova uno spettacolo affascinante. Taluni addirittura romantico!
Mi chiedo come mai queste persone non sia ancora state internate dopo certe affermazioni di carattere puramente folle.
Andiamo, è odiosa! Così...bianca.
Che colore vuoto e triste.
E poi è umida.
Odio, odio, odio la sensazione di madido tra i capelli e sui vestiti, piacevole quanto il rumore di un potente motore dopo due giorni di insonnia.
Bussano alla porta.
Eh andiamo a vedere chi interrompe le dolci riflessioni sulla mia candida amica...
Apro la porta e lo vedo.
Visione paradisiaca. E non sto utilizzando un’iperbole.
Ha le fattezze angeliche, magnifiche come al solito, credo non mi abituerò mai a tale bellezza.
“Buongiorno” mi dice con il sorriso stampato sul volto angelico e perfetto.
Mi fa addirittura dimenticare la neve, impresa che credevo irrealizzabile.
“Ciao” rispondo con un sorriso ebete, che di fronte al suo ha un valore che si avvicina allo zero assoluto.
“Bel tempo oggi” dice sempre sorridendo.
Gli chiudo la porta in faccia, mi volto e faccio per salire le scale. Accidenti, l’avevo dimenticata e lui me la riporta in mente?
Sentendo nuovamente bussare, mi dirigo alla porta e lo vedo ridermi in faccia.
Ciò non giova al mio umore già in stato di furia.
“Volevi?” gli dico senza mezzi termini, in modo piuttosto scortese.
“Prendi le scarpe, il cappotto e la sciarpa, ti porto fuori.” mi dice, sempre con quel sorriso tentatore disegnato sulle labbra.
“Uscire? Con quello schifo tutto intorno? Tu sogni. Dai una ripassata al tuo manuale ‘come non fare irritare a morte Isabella’, in ogni pagina c’è scritto odia tutto ciò che è umido e viscido. E guarda un po’ cosa c’è fuori, qualcosa di umido e viscido! Quindi a ‘prendi le scarpe, il cappotto e la sciarpa’ rispondo con ‘no, nemmeno fra 100 anni’. E non mi smuovi carino. No, non sorridere così. Via via via immediatamente!”
Eppure mi fissa ancora, il suo divertimento traspare dall’espressione che ha.
Ma io, stoica e impavida come sono non mi lascio certo incantare così. Proprio no.
Ha sbagliato se pensava che cedessi così.
Certo però che quel sorriso...
No Bella! Rimani lucida!
“Mi dispiace ma no, io non esco. E sto prendendo freddo qui così sulla porta. Io entro, se vuoi seguimi, altrimenti bye bye”.
Sempre sorridendo mi segue in cucina.
“Hai intenzione di liberarti di quel sorriso prima o poi?”
“Ti adoro quando fai così. Se possibile sei ancora più bella del solito...”
Sento del rossore imperlare le mie guance.
“E sai cosa ti renderebbe ulteriormente bella? Una bella gita sulla neve!”
Certo che vuole proprio farmi arrabbiare.
“Non te ne sei ancora andato?” sbotto in tono antipatico.
“Bella, non fare troppo la difficile.”
“No. Fa schifo la neve. Qui al caldo, all’asciutto si sta benissimo. Perché andare a cercarsi la sciagura tra la neve? Con la fortuna e la stabilità che ho rischierei oltretutto di farmi male e...”
“Credi che permetterei a qualcosa di danneggiarti?” chiede serio.
“No, ma..”
“E allora accontentami. Ti prego”. Mi scruta negli occhi. Sta sfoggiando uno dei suoi sguardi migliori. Così bello. Così penetrante. Così...suo.
Sto per perdere la lucidità e cedere, ma mi desto giusto in tempo.
“Credi di incantarmi così facilmente?” gli chiedo posando lo sguardo sul tavolo.
“Non lo credo, ne sono sicuro” mi prende in giro mentre mi sfiora delicatamente una guancia.
“Ah ah ah. Che divertente” rispondo stizzita.
“Ora ti porto fuori di peso” minaccia.
“E io chiamo Alice”
“Fa pure, ma non credo che Alice ti sarà molto d’aiuto...”
“Perché no?” chiedo mesta.
“Vedi, voleva portarti fuori lei oggi. Per un intero giorno di shopping. Però l’ho convinta a concedermi il privilegio di passare la giornata con te. Però se vuoi essere catapultata da un negozio all’altro per tutta la giornata, chiamala pure” mi dice senza più nascondere tutto il suo divertimento.
“E va bene. Neve aspettami. Però sei subdolo. E cattivo. E non ti voglio più. E..”. Ma non faccio in tempo a terminare la frase perché mi si fionda addosso, abbracciandomi.
Cullata tra le sue braccia dimentico completamente il mio discorso e la mia rabbia.
“Dicevi?” mi chiede, baciandomi una guancia.
“Ehm...”
“Mi sembrava dicesse ‘sei cattivo, non ti voglio più’, è vero?” pronuncia dolcemente le parole, incantandomi.
“No..” gli rispondo tentennante.
“La mamma non ti ha insegnato a non dire bugie, Isabella?”
“Credo se ne sia dimenticata”
“In questo caso dobbiamo rimediare, allora” dice avvicinandosi sempre più a me, lentamente “impariamo a distinguere le bugie dalla verità. ‘Sei cattivo e non ti amo più’ appartengono alle bugie, soprattutto l’ultima affermazione. ‘Ti amo e voglio passare la mia vita con te’ appartengono invece alla categoria autenticità. Hai afferrato oppure devo spiegarmi utilizzando qualche pratico esempio?”
“Definisci pratico esempio”
“Per confermare ‘ti amo’ mi basta questo...” s’interrompe.
Una bacio dolce, a fior di labbra, ma carico d’amore e a suo modo passionale.
“Capito?”
“Si” rispondo afona.
“Bene” sorride immediatamente. “Vai a recuperare il materiale richiesto da una gita sulla neve, ti aspetto”
Un altro bacio, d’incoraggiamento.
Dio quanto lo amo.
Mi reco in camera a prendere ciò che lui chiama ‘materiale richiesto da una gita sulla neve’ e ritorno da lui quasi subito.
Mi fissa stupito, alzando impercettibilmente un sopracciglio.
“Quella è tua o l’hai rubata dall’armadio di Barbie?” chiede divertito, notando la mia sciarpa.
Ammetto che una sciarpa rosa confetto con dei fiorellini bianchi e azzurri a decorarla, non è molto nel mio stile...
“E’ un regalo di mia madre, devo utilizzarla ogni tanto, no? E il momento migliore per farlo è quando nessuno –a parte te- può vedermela indosso” dico sconsolata.
“E’ molto carina, ti dona. Sembri un confettino rosa. Adorabile”
“Ci muoviamo? Prima andiamo prima finisce...”
“Va bene capo” asserisce ridendo.
Ci mettiamo in viaggio e mi porta alla “nostra” radura.
Il paesaggio è come al solito bellissimo, nonostante l’umido candore che la ricopre. Studio l’ambiente attentamente, quando sento una palle di neve atterrarmi sulla testa.
Lo odio. Altro che ‘quanto lo amo’.
Ok Bella, chi prendi in giro?
Di malavoglia mi inginocchio per preparare una palla di neve, pronta a partire –inutilmente, quando il tuo ragazzo è un vampiro dalla velocità sovrumana- all’attacco.
Ma non faccio in tempo a lanciarla perché il mio angelo personale mi vola addosso, costringendo entrambi a terra. Sdraiati sulla distesa di neve e ghiaccio io sbuffo, lui ride. Ora ne ho la certezza, il mio ragazzo è un pazzo furioso. Dovrò convivere con questa cosa...
Sono pronta a lanciargli qualche epiteto di natura volgare però non me ne lascia il tempo, perché inizia a baciarmi dolcemente il viso. La fronte, gli occhi chiusi, le guance arrossate, le labbra secche.
“Che ne pensi ora della neve?”
“Mm, sempre umida.”
Mi bacia in modo sempre più tentatore e convincente.
“Ora?”
“Migliora. E’ quasi piacevole”
La sua opera di persuasione illecita continua.
“Adesso?” mi chiede coprendo lievemente con la sua voce i miei gemiti sommessi.
“E’...bella.” rispondo roca.
Ormai mi ha convinto.
Io amo la neve.

  
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