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Autore: barriex    24/06/2013    4 recensioni
-Sei un fottuto stronzo.- sputai.
-Io.. si, è vero. Hai ragione.- disse.
-Perchè sei qui?- lo squadrai da capo a piedi. Era bagnato fradicio, tante goccioline cadevano dai suoi capelli sul suo volto.
-Mi mancavi.- sussurrò.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Calum Hood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I missed you.

 


Where are you and I'm so sorry.
I cannot sleep, I cannot dream tonight.
I need somebody and always.

-  Blink 182




 
Sei la mia ossessione, Calum Hood.” pensai vedendolo attraversare la strada. Ero in macchina, con mia madre. Mi riempiva di domande ed io non la badavo per niente. Era sempre così, non l'ascoltavo, ma lei continuava a parlare. Poi quando scendevo dalla macchina borbottava qualcosa e, senza salutare, partiva in quarta.

-Cassie!- una voce alle mie spallemi fece voltare, notai Brooke sbracciarsi, ma continuai per la mia strada. O almeno avrei voluto farlo, perchè qualcosa, o meglio, qualcuno me lo impedì.


-Tu sei Cassie Williams, giusto?- sbattei gli occhi più volte per rendermi veramente conto con chi stessi parlando.

-Si.- dissi con un filo di voce.

-Quella brava in letteratura inglese?- mi chiese di nuovo.

-Si, proprio quella.- risposi.

-Beh, io sono Calum, Hood.. Calum Hood, Hood Calum.-

-Ho capito!- lo interruppi. -Scusa, cosa vuoi da me?- mi limitai a dire dopo.

-Mi servirebbe una mano con quella relazione.. sai, su quel tipo..-

-Shakespear?- chiesi.

-Esatto, proprio lui. Non è che mi daresti una mano?-

-Io?!- con chi credeva di parlare? La fatina dei suoi compiti?

-Si, tu. Ti prego, è importante. Devo prendere almeno B.- mi sembrava sincero. Aveva un'espressione delusa in volto, quasi si aspettasse un mio no.

Ed invece: -Ok, va bene.- dissi -Ma ad una condizione.-

-Oh, tutto quello che vuoi. Sei la mia salvatrice!- sei serio? Mi farà morire di cuore questo ragazzo.

-Invitami al ballo.- sorrisi innocentemente.

-Solo questo? Certo, dolcezza.- STAI SCHERZANDO, VERO?

-Okay, quindi..- balbettai.

-Ci sentiamo dopo, a pranzo.- disse e se ne andò dentro scuola, lasciandomi sulla guancia un dolce bacio.

 

Non feci altro che pensare a lui e al nostro “appuntamento” per tutta la giornata. Nella settimana seguente ci incontrammo ogni pomeriggio ed ogni volta la mia guancia rosea veniva in contatto con le sue labbra, diventando bollente.

Calum Hood è stata la mia vera prima cotta, il mio primo vero amore adolescenziale. Lo avevo notato all'inizio del primo anno; era nella mia stessa classe di inglese e scienze. Perdevo giornate ad immaginarmi al suo fianco, con la mia mano stretta nella sua. I filmini mentali sono sempre stati il mio forte e quando di notte mi capitava di sognarlo, rimanevo mezz'ora a ripensarci e a modificare come avrei voluto che avvenisse il nostro primo bacio.

 

Mi ricordo quando venne la prima volta a casa mia. Mia madre era sul divano che “leggeva” un libro di Agatha Christie. Lei odiava quella scrittrice, eppure sembrava così interessata nel leggerlo. In realtà era solo un modo per spiarmi ed origliare. Ci mettemmo in cucina e subito iniziai ad avere caldo, poi improvvisamente freddo e così via.

-E' buffo, no?- mi chiese ridacchiando.

-Cosa?- domandai.

-William, Williams, si assomigliano.- e rise di nuovo. La sua risata era una cosa che ti faceva venire i brividi.

-Già- sospirai. Poi iniziammo la sua ricerca. Era tutto un sorrisi e battutine, sembrava che ci conoscessimo da una vita. Amai ogni singolo secondo che passammo insieme, così come odiai ogni secondo che non riuscivo a vederlo.

 

Arrivò così velocemente la sera del ballo. Ero rimasta tutto il pomeriggio a prepararmi, a cercare le scarpe giuste da abbinare al vestito. Ma lui non venne.

Lo aspettai per più di un'ora, sotto il portico di casa mia, sulla sedia a dondolo. Quella sera piansi molto e gettai il vestito direttamente nel cassonetto. non volevo più che tormentasse la mia mente, con spiacevoli immagini di quella serata. Mi chiedevo dove fosse e se mai sarebbe venuto. Con ogni minuto che passava la mia speranza diminuiva.

Calum Hood era diventata la prima persona sulla lista di quelle che odiavo.

Alle undici e mezza suonò il campanello. Mia madre non era in casa ed era convinta che fossi a quella dannata festa. Andai fino alla porta asciugandomi le ultime lacrime; si era messo a piovere, anzi a diluviare. Abbassai la maniglia e tirai verso di me. Alzai lo sguardo ed incontrai due occhi neri: i suoi occhi neri. Fui tentata dal sbattergli la porta in faccia, ma non lo feci. Rimasi immobile, mentre l'aria fresca mi scompigliava i capelli.

 

-Sei un fottuto stronzo.- sputai.

-Io.. si, è vero. Hai ragione.- disse.

-Perchè sei qui?- lo squadrai da capo a piedi. Era bagnato fradicio, tante goccioline cadevano dai suoi capelli sul suo volto.

-Mi mancavi.- sussurrò. E lo schiaffo che lo colpì in pieno volto fu il più forte che diedi in tutta la mia vita.

-Adesso mi sento meglio.- sorrisi. Si mise a ridere massaggiandosi la guancia. Nonostante tutto era felice. Felice che gli avessi dato uno schiaffo. Felice di essere lì davanti alla porta di casa a mia a farsi insultare.

 

-Sei un tale..-

Le sue labbra umide e carnose sulle mie. Le lacrime che ricominciarono a scendere, senza un valido motivo. La mia mano che automaticamente raggiunge la sua guancia, quella che prima ha ricevuto lo schiaffo. Accarezzare quel viso perfetto, leggermente tondo, che ho sempre sognato sfiorare. Aprii gli occhi e sorrisi.

 

-Rimani comunque uno stronzo, Calum Hood.- dissi. Lui sorrise.

-Ne sono consapevole, Cassie Williams, ma ti andrebbe di trasformare lo stronzo in qualcos'altro?- mi chiese. Guardai i miei piedi nudi e mi sentii avvampare.

-Sei dolcissima quando arrossisci.- mi alzò il viso con l'indice e portai di nuovo lo sguardo sui suoi occhi.

-Sì.- annuii.

-Cosa sì?- chiese.

-Ci voglio provare, voglio provare a trasformarti.- affermai. Sorrise e strinse le mani attorno al mio corpo infreddolito, per colpa della porta rimasta ancora aperta. Feci un passo indietro e lui uno in avanti, poi con il piede chiusi la porta.

 

-Se vuoi puoi rimanere.- dissi. Mi baciò, con tutta la calma e la dolcezza possibile.

-Penso che mi abituerò facilmente a tutto questo.- sorrisi e stavolta fui io a baciarlo, dimenticandomi del resto del mondo.



Ah aspettate! Vi ricordate di quel compito, della relazione su Shakespear? Prese A+.


 

 

 



-Arianna

  
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