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Autore: Vally_    24/06/2013    0 recensioni
ciao, questa è la prima storia, che pubblico. non sono brava a creare l'inizio di un racconto, quindi ho deciso che questa,
sarà una storia senza inizio, e la dividerò in one-shot, che saranno collegate tra loro.
bhè, spero che qualcuno la legga.. xD
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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~ Scusa ~

 

E' passata ormai una settimana da quando io e Leo siamo tornati a Bologna. Una settimana in cui non siamo riusciti a vederci spesso, per gli impegni di entrambi.

La vibrazione del cellulare, mi fa svegliare. Dopo essermi stiracchiata, mi giro, e vedo che mi è arrivato un messaggio ''Ho bisognodi parlarti.''
Guardo il mittente, ma non riconoscendo il numero, lascio stare.
Dopo una decina di minuti, mi arriva un altro messaggio ''Sono Matteo. Vediamoci nel bar vicino a xx, alle 14:30''
E questo, come cavolo fa ad avere il mio numero??
Lancio il teleono sul letto, e vado a farmi una doccia.
Dopo essermi rilassata sotto il getto d'acqua, mi lego un asciugamano sopra il seno, e vado in camera.
Mi vesto, e torno in bagno. Mi metto il fondotinta, e un filo di mascara.
Mando un messaggio alla mia migliore amica, mentre mi avvio verso la porta di casa.
Dopo essere arrivata al bar, ordino una pasta al cioccolato e un latte macchiato.
Quando vedo Eleonora, le faccio un segno con la mano, per farmi vedere. Si siede di fronte a me, e ordina qualcosa anche lei.
E: Che è successo?
A: Matteo mi ha chiesto di vederci
E: Scusa?
A: Questa mattina mi ha mandato un messaggio, dicendo che aveva bisogno di parlarmi
E: Aspetta, come fa ad avere il tuo numero?
A: Me lo sono chiesta anche io. Glielo chiederò, se deciderò di vederlo
E: È per questo che mi hai chiamata?
A: Ho bisogno di un consiglio
...
A: Grazie, sei sempre la migliore
E: Lo so, lo so. Tu cerca di non combinare qualche casino, mi raccomando
A: Yes sir – le risposi, mentre mi avvicinavo all'uscita del bar.
Erano ancora le 11:15, così decisi di andare a fare un po' di shopping.


Mi avvicino al bar, e lo vedo. E' appoggiato al muro, vicino all'entrata.
Sono ancora in tempo per andare via.
Faccio un passo indietro, continuando a guardalo. Ne faccio un'altro, quando Matteo alza lo sguardo, e incorocia i miei occhi.
Sono in trappola.
Si sta avvicinando, e improvvisamente le mie gambe non mi rispondono più ai miei comandi, facendomi fermare.
1. 2. 3. 4. 5... 12. Sono i secondi che impiega per raggiungermi. E' davanti a me, che mi sorride, ma io sono completamente paralizzata. Si avvicina ancora, e mi sfiora un braccio con la mano - Che succede? - Apro la bocca, pronta per rispondere, ma subito la richiudo.
Oddio, ma che mi prende?! Sto andando nel pallone!
Lo vedo ancora più vicino, e questa volta mi appoggia una mano sulla spalla, e mi squote leggermente - Alex, ti senti bene? - Questo gesto mi fa riprendere, e dopo aver sbattuto un paio di volte le palpebre, lo guardo negli occhi.
A: Si scusa, non so cosa mi sia preso – cerco di sorridergli.
M: Oddio, mi hai fatto davvero preoccupare
A: ...
M: Allora.. Entriamo?
A: Veramente non ne ho molta voglia, possiamo fare una passeggiata?
M: Certo - sorride
Ma perchè continua a sorridere?
Stiamo camminando uno accanto all'altro, e ogni tanto le nostre mani si sfiorano, ma quando succede, allontano subito la mia.
Non so perchè, ma ho davvero una brutta sensazione. Come se dovesse succedere qualcosa ...
A: Di che mi volevi parlare?
M: Oh.. Bhè.. Ecco.. Vo-vorrei scusarmi per quello che ho fatto al pub..
A: Ah.. Non ti preoccupare, è tutto ok
M: No, che non è tutto ok - mi afferra per un polso, costringendomi a fermarmi.
Mi spinse contro la colonna che avevo alle mie spalle, fancendomi male alla schiena. Lo vedevo avvicinarsi a me.
Continuavo a cercare una soluzione, per uscire da lì, ma niente: il mio cervello si era preso una pausa, nel momento meno opportuno.
È troppo vicino.
Istintivamente, girai la testa di lato. Con la coda dell'occhio, lo vidi fermarsi, e tirare un sospiro.
Magari si è rassegnato.
Come non detto. Con una mano, mi strinse le guance, facendomi rigirare il viso verso di lui. Cercai di resistergli, ma era troppo forte, mi stava facendo male.
Lo guardai dritto negli occhi, sfidandolo. Lo vidi fare un sorriso strano, quasi perverso.
Un brivido mi scese lungo la schiena, mentre le sue labbra si appoggiavano alle mie. Sentii la sua lingua bagnarmi il labbro inferiore, come per chiedermi il permesso di entrare. Serrai le labbra, e sbarrai gli occhi, più di quanto non lo fossero già. Ottenni solo, l'aumento di presa, sulle guance. Questo gesto, mi costrinse a dischiudere di poco la bocca, ma abbastanza per permettergli di entrare.
Avevo il voltastomaco, e mi mancavano le forze, per riuscire a reagire. Sentivo le mie gambe tremare, ed ero sicura, che da un momento all'altro, avrebbero ceduto.
Matteo si allontanò da me, per riprendere fiato, e prima che potesse baciarmi di nuovo, parlai – Ti prego, non farlo. - Mi guardava intorrogativo, senza però, staccare i suoi occhi dai miei.
A: Sto per vomitare
M: Ti faccio così schifo?!
Cosa gli dico? Perchè ho reagito così? Perchè provo questo senso di naus..
I miei pensieri vennero interrotti. Avevo il viso voltato da una parte, e una gancia che bruciava. Mi portai una mano sulla parte dolorante del viso, mentre lentamente, e con le lacrime pronte per scendere, mi girai verso Matteo, che aveva ancora il braccio sospeso in aria, e la faccia sconvolta. Probabilmente non si rendeva ancora conto, di quello che aveva appena fatto.
Senza dire una parola, mi girai pronta per andarmene, se non fossi stata trattenuta per un polso. Mi girai a guardarlo, con gli occhi pieni di rabbia e dolore. Quando i suoi occhi incontrarono i miei, lasciò la presa su di me, permettendomi di andarmene.


Durante la notte, mi svegliai, e sentendomi in colpa per quello che era accaduto nel pomeriggio, non riuscii ad addormentarmi, nuovamente.
Quando mi alzai dal letto e mi allontanai, sentii Leo alzarsi. Per istinto, mi voltai a guardarlo. Lui mi fu vicino e mi prese il viso con entrambe le mani, e mi baciò. Sgranai gli occhi, mentre mi travolgeva con le sue labbra. Mi sentii bagnare dalle mie stesse lacrime, e chiusi gli occhi. La lingua di Leo entrò nella mia bocca, e toccò la mia. Il sapore salato delle lacrime, i nostri battiti accelerati e il calore improvviso. Ero confusa e sopraffatta.
Con frenesia incontrollabile, lui continuando a baciarmi, mi spinse sul letto e poi mi sovrastò. Mi mise un ginocchio tra le gambe e si chinò a baciarmi, facendosi sostegno con entrambe le mani, sul materasso. Tremando, portai le mani attorno al suo collo. Leo mi mise una mano sulla pancia, sotto la maglietta. Risalì sul mio corpo, esplorandolo, e toccò il mio seno nudo. Gemetti, e lui mi baciò il collo, abbassando anche l'altra mano, fino a toccarmi i lembi della maglia, che mi sfilò. Poi sfilò la sua. Rabbrividii e lui si mise sopra di me, mentre continuava ad accarezzarmi.
Si abbassò nuovamente, sul seno e iniziò a mordere delicatamente i capezzoli. Mi sentii avvampare, sotto quel tocco, e ogni volta che la sua lingua entrava in contatto con la mia pelle, sentivo il fuoco scorrermi dentro.
Eravamo nudi, e in preda alla passione. Leo mi penetrò lentamente, e non riuscii a trattenere un grido, a causa dell'intensità di quella connessione che si era creata tra di noi. Non esisteva nulla. La nostra mente era svuotata, e riempita soltanto di noi.

Mi scuso per i ventuali errori
Dal momento che ho scritto anche il prossimo capitolo, non che ultimo, ho deciso che lo pubblicherò subito dopo questo. 
Ci rivediamo al prossimo capitolo :)

 

  
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