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Autore: Aout    24/06/2013    3 recensioni
Ve lo dico subito, è una storiella leggera leggera quella a cui state per avvicinarvi.
Sul serio, non pretende di essere niente di più di un semplice lieto fine allegro, fluff fino alla nausea, con alcuni piccoli intermezzi divertenti. Una cortissima commedia romantica, condita con qualche ansia e preoccupazione qui e là, un pizzico di ironia e una bella risoluzione finale.
Non pretende altro, forse, che di strapparvi un lieve sorriso.
James e Lily, piccole angosce prima di un giorno importante, solo questo.
(Ha partecipato al "Time to say I do. Accio wedding ring" indetto da Piratessa_ sul forum di EFP)
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Nuove prospettive
 

Era partito tutto da una risposta.
Era stata una cosa piuttosto semplice, in effetti. Insomma, quanto poteva averci mai messo? Un centesimo di secondo?
Ecco, era bastato quello, un centesimo di secondo, era bastato un “sì” biascicato con le guance rosse e il respiro mozzo e tutto era partito. Potrà sembrare quantomeno retorico dirlo ora, vista la situazione, ma il tutto si stava risolvendo in un magnifico e completo disastro.
Per esempio, partiamo da qualcosa di molto semplice: per quale diamine di ragione i suoi capelli non volevano stare in ordine?
D’accordo, forse sarà stato stupido prendersela per una cosa così da poco, ma, insomma, dover sopportare un’ora intera una dannatissima parrucchiera con tutti  i suoi “Tesoro, sto solo cercando di metterteli a posto” e “Ma come faccio a lavorare se non stai ferma, cara?”, era già stata un’impresa titanica. Se contiamo poi che, avendo il coraggio di aprire gli occhi – e lei non ne aveva –, Lily non sarebbe stata sorpresa di ritrovarsi con una bella chiazza pelata sulla nuca, le cose andavano decisamente peggio.
Perfetto, almeno così James si dà subito alla fuga e la piantiamo con tutta questa farsa.
Aveva pensato, piagnucolando peggio di una ragazzina in preda ad una crisi ormonale.  Poi, però, si era calmata, aveva preso un respiro profondo e si era detta che quell’atteggiamento non l’avrebbe portata da nessuna parte.
Ecco, quando era arrivato il momento della prova dell’abito era stata tutta un’altra storia.
Insomma, parliamoci chiaro, come diamine era possibile che si fosse ridotto a quel modo, il suo vestito, chiuso com’era stato in un armadio per un mese intero? Non l’aveva nemmeno tirato fuori un attimo, lei, per ammirarlo, aveva resistito per paura di rovinarlo. E lui, e lui…
Beh, sembrava proprio fatto apposta, ecco.
Lily, le cose inanimate non possono avercela con te.
Si ripeteva, ma serviva a poco.
Balze, pizzi, pieghe, strascichi… era tutto al posto sbagliato, tutto troppo disordinato, tutto talmente…
Ah, poi qualche colpo di bacchetta aveva risolto tutto, certo, ma ci era voluta una vita. Lily si era convinta che niente ormai avrebbe potuto andare per il verso giusto.
Mmh, aveva quasi ragione.
Tralasciamo il fatto che mai aveva piovuto così tanto nel mese di maggio e che ci era voluto un complicatissimo incantesimo impermeabile per evitare di rovinare tutto. Evitiamo di dire che avevano dovuto prendere un’altra strada, perché quella che avevano deciso in precedenza era chiusa per lavori ed erano arrivati con un’intera ora di ritardo.
Dannata me e la mia stupida, stupida idea di usare una carrozza, manco fossimo in una fiaba per bambini
Diciamo solo che, alla fine, Lily era piuttosto sorpresa di aver trovato, una volta arrivata, la chiesa ancora tutta intera.
Nessun bombardamento? Terremoto? Inondazione?
C’era solo da sperare, a quel punto, che James non fosse seriamente scappato a gambe elevate, stanco di aspettarla.
No, Remus glielo impedirebbe… magari Sirius no, ma confido in Remus. Credo. Spero.
Poi aveva varcato la soglia.
C’erano i fiori, c’era la luce soffusa, c’era perfino quello stramaledetto di Sirius che le scoccava un occhiolino dall’altare, sorridendo come un ebete.
E quando aveva voltato lo sguardo verso destra… diamine, quei capelli a spazzola li avrebbe riconosciuti in una folla di mille persone, di notte, perfino se ci fosse stato un nubifragio come quel giorno.
Non cadere, non cadere, per Merlino, Lily vedi di non cadere.
Si era ripetuta, camminando, chiedendosi stupidamente per quale diamine di ragione avesse dovuto scegliere proprio un paio di scarpe così alte, vertiginose, e scomode, se sotto al vestito nessuno comunque avrebbe mai potuto vederle. Un paio di scarponi, si era detta, al prossimo matrimonio.
E lì, le era venuto da ridere. E stava ancora sorridendo, come una povera sciocca, quando James le aveva preso la mano.
Non aveva avuto la forza di guardarlo in faccia per i primi dieci minuti. Non sapeva se sarebbe scoppiata in una sonora risata o si sarebbe semplicemente messa a piangere a dirotto come una fontana.
Isterica, la pressione mi rende isterica.
Quando poi però era venuto il momento di alzare il capo, l’ultima cosa che aveva potuto fare, prima di pronunciare di nuovo quella semplice risposta, era stato notare quanto fossero lucidi gli occhi che aveva dinnanzi.
In fondo, forse, era tutto perfetto, bastava solamente guardarlo da un’altra prospettiva.

  
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