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Autore: _That Star_    24/06/2013    3 recensioni
Le urla si bloccano.
Il suono macabro svanisce.
Le tinte si accavallano fino a formare colori spenti.
C'è qualcosa o qualcuno che desta la mia mente, facendomi ricordare che io sono il bersaglio.
E che lui...è la ingiusta vittima, caduta adesso ai miei piedi.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gary Barlow, Mark Owen, Robbie Williams
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Da solo, non ci vai.

Da solo, non ci sto qua.

 

 

-I don't know where you are
Or how you may be
But I know I love you still.-
[…]

-If I close my eyes
I'll dream a little deeper baby
'Cause you are always on my mind
yeah you are always on my mind
For life-
[Take That, I'd wait for life]
 

 

 

E' un colpo secco, violento, forte.

Lo percepiscono solo le mie orecchie, gli occhi sono concentrati sulle nostre mani sul pianoforte.

Le mani del mio migliore amico ora però scivolano giù, ai suoi fianchi.

Sento un altro colpo e qualcosa di rosso sporca i tasti del piano. E' una tinta forte, e subito trova contrasto con il bianco spettrale dello strumento.

Poi c'è un tonfo, un rumore triste, un suono di sconfitta che continua a riecheggiare nelle mie orecchie, come a sottolinearmi che qualcosa, è successo.

Ruoto il mio capo con una lentezza esasperante, sono spaventato dal silenzio che si è formato, tutto d'un tratto, e del quale fatico a trovare una motivazione. Incuriosito di scoprire, giro anche le mie gambe in direzione del luogo da cui ho sentito provenire lo struggente rimbombo.

Mark è per terra, immobile, se non fosse per le labbra che si aprono tremando.

Mi sta guardando.

Dimmi.” dico io invitandolo a parlare. Non capisco cosa succede, è tutto così strano. E come se non bastasse, ora i miei occhi scorgono solo il bianco, come se quelle settantamila persone fossero sparite nel nulla. Non odo suoni, o forse essi sono così acuti che le mie orecchie non riescono a raccoglierli.

Mi alzo dallo sgabello e avanzo con passo confuso verso il mio amico. Perché non canta più? E' venuto a sedersi accanto a me, al piano, affinché suonassimo insieme la nostra canzone preferita, quella che abbiamo scritto un giorno di primavera trascorso a ridere e scherzare, ed ora che fa? Se ne sta lì, fermo.

Guardo il suo esile corpo che è caduto miseramente al suolo, c'è qualcosa che non va in lui. Ha una chiazza sul fianco sinistro che continua ad allargarsi, la stoffa prende animosamente colore. Che diavolo è?

Poi un altro colpo.

Mi giro in tempo per vedere un proiettile sfracellarsi contro la cassa del piano. Alzo lo sguardo ed uomo mi guarda dritto negli occhi puntandomi un'arma addosso.

E la verità mi giunge all'improvviso, come una mano che pressa la mia testa nell'acqua, e mi costringe a vedere quell'essere che mi minaccia, mi obbliga a sentire le urla isteriche di quella gran quantità di gente che si era radunata al nostro concerto e sento una sorta di senso di colpa, ancora non ben giustificato.

Quella forte mano invisibile infine, orienta con un movimento rapido il mio viso sul corpo supino del mio migliore amico. Lo scenario è lo stesso, ma l'atmosfera è ben diversa. Il bianco attorno a me si è trasformato in nero, e quella chiazza rossa, è diventata sangue.

Un brivido mi percorre dapprima le braccia, poi raggiunge le gambe ed inizia ad agitarle convulsamente. La scossa è tale che cado in ginocchio, sorreggendomi sulle braccia tremanti. I miei occhi spaventati si posano sul bel viso di Mark, che ora si distorce in una smorfia amara, credo causata al dolore del fianco, ma poi focalizzo sulla sua fronte, un punto rosso che scorga sangue. Respira a scatti e il suo petto si alza e si abbassa a un ritmo sconnesso. Una riga rossa spunta al margine delle sue labbra.

La mia bocca si apre benché non abbia nulla da dire, il mio corpo si accascia sul cuore del mio Mark.

Lui sta morendo.

Lo so, lo sento, l'ho capito.

Non c'è nemmeno bisogno che io tasti il suo polso o che lo prenda in braccio e lo porti correndo in ospedale. Iniziò invece ad accarezzargli i capelli. Gli sorrido e gli bacio una guancia. Poi lo guardo dolcemente.

 

You light...

 

Inizio con un sussurro. Lui ama questa canzone, e ha tutto il diritto di farlo perché l'ho scritta per lui. E' sua.

Inizia piangere e a tentoni cerca la mia mano. Gli vado in contro con la mia e la stringo forte, per poi baciarla e appoggiarla sul mio cuore.

Lui sta morendo. Ed io non posso fare niente. Sono pessimo. Inizio a piangere anch'io ma lui si anima improvvisamente.

NO!”-dice per poi tornare a tremare-”Canta..”riesce ad aggiungere.

Io sospiro e lo accarezzo ancora, devo trovare una forza dentro di me, che mi permetta di sussurrargli le parole che lui spera, senza versare lacrima. Sento un altro sparo, ma lo ignoro ed intono la canzone.

 

The skies up above me

A star so bright you blind me

 

Mi fermo e mi mordo il labbro obbligandomi a continuare.

 

Don’t close your eyes

Don’t fade away, don’t fade away

Ohhh

 

E il mio è un grido poco intonato, è un urlo nero ed accusatorio, un ordine al rimanere vivo.


Yeah, you and me we can ride on a star,

If you stay with me, Mark,

we can rule the world

Yeah, you and me we can light up the sky

If you stay by my side, we can...

 

Ora mi guarda con occhi sbarrati, la sua mano cade fiacca a terra. E sento un brivido gelido paralizzarmi la schiena fino alle ultime vertebre del collo che vengono reclinate velocemente verso il cielo. Boccheggio in cerco di aria quando due braccia forti mi prendono con violenza e mi scaraventano in un angolo del palco.

Robbie mi guarda infuriato, mi prende per la giacca ed inizia a ringhiarmi addosso.

Che cazzo c'hai in testa tu? Stai lì a cantare le canzoncine mentre c'è un uomo che ti punta una pistola addosso e Mark muore! Porca puttana, Gary!”

Io mi sforzo ma non riesco a concretizzare, com'è possibile che un uomo voglia ucciderci? E poi, Mark non è morto. Lui tornerà.

Mark torna sempre.

Anche quando litighiamo, dopo un po' torna, e ti abbraccia.

Ed è bello.

Robbie mi sbatte ancora contro la parete, deve avermi letto nella mente e i miei pensieri che riconosco essere sciocchi lo hanno turbato.

Svegliati, cazzo!” -lo dice a metà tra le lacrime e la disperazione.- “Mark non ce la farà!”

Io rimango fermo a guardarlo, e lui stanco, mi lascia andare la stoffa e fa per correre verso il lettino in cui stanno portando via Mark.

Dove vai?”-gli chiedo io con voce rassegnata.-”Se è morto come dici, ormai è inutile.”

Non lo so dove vado.” mi risponde lui piangendo.

Io invece so esattamente dove andare.

 

 

 

 

 

 

Popolo!

Aspettate a prendermi a sassate!

Concedetemi le mie ultime parole...o meglio, scuse.

Questa One-shot intanto, non era in programma, perchè è stato il triste sogno che ho fatto ieri notte e non so cosa, mi abbia spinto a scriverla. Forse proprio la paura che io stessa ho provato.

Leggerlo sarà stato difficile, ma credetemi, molto di più è viverlo -per quanto possa essere vissuto un sogno- e trascriverlo.

Ok, detto ciò, procedete con la lapidazione. u.ù

With Love.

'Cuz

I'm

Tha

TT

er_

  
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