-Prefazione-
Non poteva essere vero. Non era reale, punto.
Ogni singola cellula del mio corpo negava l'evidenza, totalmente assurda e inquietante. Evidentemente stavo impazzendo...
Sì, a quanto pare era questa la verità: ero uscita di senno e stavo vagando in una specie di limbo parallelo, un luogo inconscio in cui i miei incubi divenivano realtà, come avevo visto una volta, tanto tempo prima, in un documentario a scuola: cose del genere erano sintomi di un grave problema mentale. Ma quella versione non mi convinceva.
Sauvage era sempre stato un paesino tranquillo, monotono...forse troppo.
Perchè le cose dovevano cambiare proprio ora? Risi cupa di me stessa: che stupida, quando i casini devono accadere non vengono mica a chiederti il permesso! Accadono e basta.
A dir la verità mi conoscevo abbastanza da ammettere che probabilmente non sarei mai stata pronta psicologicamente, ero sempre stata troppo tranquilla e abituata alla solitudine perchè potessi vedere sotto una buona luce ciò che stava accadendo.
Sì, ma il punto era proprio quello: che stava accadendo di preciso? Qualcosa che avrei potuto controllare? Qualcosa da cui era facile difendersi? No, ne l'uno ne l'altro.
Qualcosa di più sinistro.
La foresta intorno a me era ammutolita, come se stesse ascoltando le mie preoccupate riflessioni.
Ma qualcosa non andava. C'era troppo, troppo silenzio.
Per un po' l'unico rumore fu il mio cuore che batteva violentemente contro le costole, come a voler spiccare il volo. E all'improvviso un rumore agghiacciante eccheggiò nella foresta, dietro di me...
E mi obbligò a voltarmi, impietrita dal terrore.