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Autore: telesette    24/06/2013    0 recensioni
Sentendo quelle parole, assieme alle forti braccia che la cingevano, Pirotase sbarrò gli occhi.
Se Ashram avesse tardato un solo istante di più, la Rosa avrebbe assorbito l'energia vitale di lei fino all'ultimo. Fortunatamente invece, una volta contrastati gli effetti del veleno, le straordinarie capacità di recupero del cavaliere furono più che sufficienti per impedire che l'elfa arrivasse a commettere un sacrificio inutile.
Così com'era apparsa, la Rosa dell'Oblìo svanì nuovamente nel nulla.
Pirotase aveva rinunciato a gran parte della sua energia per evocarla ma, fortunatamente, non al punto di spegnersi tra le braccia del suo innamorato. Il calore di Ashram fu più che sufficiente a ridestarla, così come lei era riuscita a salvarlo da sicura morte, ed entrambi ringraziarono le divinità per aver concesso loro il miracolo di essere ancora insieme...
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Record of Lodoss War ( ロードス島戦記 Rōdosu-tō Senki ) anche conosciuto come "Cronaca della guerra di Lodoss", è un universo fantasy ideato dallo scrittore giapponese Ryo Mizuno e composto di romanzi, manga, serie animate e videogiochi. In Italia l'universo della guerra di Lodoss è conosciuto in particolare per la prima serie animata ( OAV ) del 1990.
Le light novel ( insieme agli anime e ai manga da esse derivate ) di Record of Lodoss War ruotano intorno alle avventure di un giovane chiamato Parn, figlio di un cavaliere disonorato. Parte dei motivi che spingono le sue azioni è proprio il desiderio di scoprire cosa accadde a suo padre, e conseguentemente ripristinate l'onore della propria famiglia. A dispetto della sua inesperienza, Parn è considerato un leader, e viene accompagnato nelle sue avventure dal fedele amico di infanzia Etoh, dal suo consigliere ed amico Slayn, e dal suo mentore Ghym. Al gruppo nel corso della storia si unisce l'elfa Deedlit, di cui si innamorerà Parn. Nel corso della vicenda il gruppo di eroi dovrà affrontare numerosi avversari e si vedrà spesso aiutato da alcuni nuovi alleati.

Foto
Sigla Record of Lodoss War Finale
( clicca qui per guardare )

 

Le Rose dell'Oblìo
( immagini tratte da internet )

 

Pirotase non sapeva ancora quanto sincero e profondo fosse il suo amore per il nobile Ashram.
Malgrado lei fosse la Suprema Signora degli Elfi Scuri, votata a riscattare la supremazìa della sua razza, non poteva negare oltremodo la sua attrazione per quel cavaliere dai lunghi capelli scuri e dall'armatura nera come la notte. Ashram non era debole e vigliacco come la maggior parte degli umani: nei suoi occhi brillava ardente la fiamma del vincitore, colui il cui destino dipendeva esclusivamente dalla forza e dalla sua straordinaria volontà, e non vi era dubbio che egli fosse degno del titolo di EROE al pari dei sei Guerrieri Leggendari di Lodoss...
Per amor suo, Pirotase aveva giurato lealtà.
Per amor suo, Pirotase aveva giurato fedeltà.
Per amor suo, Pirotase era pronta a trascendere le antiche leggi elfiche.
Il sangue di elfo era l'essenza stessa dell'immortalità, un nettare preziosissimo, cui ogni altro essere vivente ambiva più di qualsiasi altra cosa. Sacrificare tale essenza, per consentire la sopravvivenza di un misero ed insignificante essere umano, era considerato uno spreco assolutamente inaccettabile.
Tuttavia Pirotase non sopportava di vederlo soffrire a quel modo.
Il suo nobile e coraggioso Ashram, vittima di un veleno mortale che lo stava consumando lentamente, soffriva e gemeva un tormento indescrivibile.
L'incidente era occorso durante il trasferimento delle genti di Marmo sulle imbarcazioni pronte per salpare. Un bambino rischiò di scivolare in una delle pozze velenose che delimitavano l'area di imbarco e solo Ashram, col suo provvidenziale intervento, riuscì a salvargli la vita. Nel compiere questo gesto però, il cavaliere era entrato accidentalmente in contatto coi fluidi pestilenziali, restandone infetto in modo pressoché incurabile.
Per due giorni e due notti Pirotase era rimasta al suo fianco, assistendolo con tutto il suo amore, ma neppure le sue conoscenze magiche potevano alleviare le sue indicibili sofferenze.
Ashram aveva il volto madido di sudore e, nel delirio della febbre, non riusciva a trovare quiete neppure per un istante.
Né l'acqua o gli infusi medicinali potevano placargli la sete, segno che il veleno era esteso a tutto il suo organismo, e la sua voce era rotta da gemiti strazianti.
Pirotase ascoltava tutto questo con fitte violentissime al petto.
Il dolore di Ashram era il suo dolore.
Per lui avrebbe rinunciato di buon grado a qualunque cosa, fossanche sé stessa, tutto pur di salvarlo.

- Resisti, prode Ashram - mormorò lei, passandogli il panno umido sulla fronte e le guance. - Non puoi morire, tu sei destinato a diventare il sovrano di tutti coloro che credono in te; la gente di Marmo ha bisogno della tua guida per sopravvivere; gli occorrono la tua forza e il tuo coraggio, per affrontare ciò che li attende aldilà del grande mare... Non puoi abbandonarli, devi reagire!
- A... Aaa... Aaarrrggghhh !!!

L'urlo lancinante di Ashram, seguito dai suoi spasmi violenti, gettò Pirotase ancora di più nello sconforto.
L'elfa dalla splendida carnagione bruna, incapace di sopportare che quell'uomo a lei caro morisse davanti ai suoi occhi, pianse amaramente la propria impotenza versando calde lacrime al suo capezzale.
Tanto era disperata che, appellandosi a tutti gli arcani che conosceva, improvvisamente rammentò un'antica leggenda del suo popolo.
La Rosa dell'Oblìo, il fiore originario della Foresta del Non Ritorno, era in grado di salvare chiunque. La magica fragranza di quella pianta, oltre a risanare completamente chiunque fosse ferito o moribondo, poteva consentirgli di ritornare pienamente in salute fossanche ad un passo dalla morte.
Ma era necessario un prezzo, per evocare il fiore fuori del suo ambiente naturale, e il tributo in questione altro non era che il sangue di un elfo.
Purtroppo si trovavano in mare aperto e, tra tutti coloro che erano a bordo, Pirotase era l'unica in grado di offrire tale tributo per la vita di Ashram.
Richiamare a sé le Rose dal loro luogo di origine, oltre a richiedere un incredibile dispendio di energia magica, per l'elfa significava il sacrificio estremo. Pirotase era perfettamente consapevole di ciò cui sarebbe andata incontro ma, se ciò significava offrire ad Ashram almeno una possibilità, per lui era pronta a rinunciare sia alla propria immortalità che alla sua stessa esistenza.

- Accetta il mio sacrificio - mormorò l'elfa, poggiando delicatamente le proprie labbra su quelle di Ashram.

Quel bacio era destinato ad essere il primo e l'ultimo per lei.
Prima di allora, Pirotase non aveva mai amato nessuno. Ashram era stato l'unico uomo in grado di farle battere il cuore, accendendo in lei la passione e il desiderio di una donna innamorata, e per lui si sentiva pronta a qualsiasi sacrificio. Mormorando alcune parole in lingua elfica, Pirotase entrò in meditazione e richiamò a sé la rosa proibita. Questa prese a sbocciare per magia, lentamente ma inesorabilmente, e la cabina della nave andò a riempirsi ovunque del suo dolce e soave profumo.
Man mano che il fiore dischiudeva i suoi petali, Pirotase sentiva scorrere la propria essenza dal corpo, diventando via via sempre più debole. L'espressione distesa sul volto di Ashram, segno che finalmente stava cominciando a riprendersi, non avrebbe potuto riempire l'elfa di gioia maggiore.
Pirotase sorrise, senza interrompere il flusso di energia necessario ad alimentare la Rosa nella dimensione degli uomini, e tuttavia le sue palpebre si fecero sempre più pesanti.
L'oblìo stava per avvolgerla completamente ma, proprio quando ormai tutto sembrava sul punto di concludersi, Ashram riaprì gli occhi e realizzò istintivamente ciò che stava accadendo. Il fatto che Pirotase fosse accanto a lui in fin di vita, così come la presenza di quel magico fiore che lui non aveva mai visto, era più che sufficiente. Prima che fosse troppo tardi dunque, Ashram abbracciò a sé Pirotase, supplicandole di interrompere l'incantesimo.

- No, ti prego - esclamò. - Qualunque cosa tu stia facendo per me, ti prego, non farlo... La mia vita non vale la tua, ti prego!

Sentendo quelle parole, assieme alle forti braccia che la cingevano, Pirotase sbarrò gli occhi.
Se Ashram avesse tardato un solo istante di più, la Rosa avrebbe assorbito l'energia vitale di lei fino all'ultimo. Fortunatamente invece, una volta contrastati gli effetti del veleno, le straordinarie capacità di recupero del cavaliere furono più che sufficienti per impedire che l'elfa arrivasse a commettere un sacrificio inutile.
Così com'era apparsa, la Rosa dell'Oblìo svanì nuovamente nel nulla.
Pirotase aveva rinunciato a gran parte della sua energia per evocarla ma, fortunatamente, non al punto di spegnersi tra le braccia del suo innamorato. Il calore di Ashram fu più che sufficiente a ridestarla, così come lei era riuscita a salvarlo da sicura morte, ed entrambi ringraziarono le divinità per aver concesso loro il miracolo di essere ancora insieme.

- Ashram, io...
- Non dire nulla - rispose lui sottovoce, carezzando riconoscente la bianca capigliatura argentea dell'elfa sfinita. - Ho capito, e te ne sono grato!
- Ti amo, mio signore - disse allora Pirotase, con occhi lucidi di commozione. - Senza di te, l'immortalità non avrebbe senso...
- E la vita, a prezzo del tuo sacrificio, sarebbe priva di significato!

Pirotase comprese.
L'amore che ella provava, oltre ad essere ricambiato in egual misura, era più forte delle regole.
Più forte della razza.
Più forte del suo stesso sangue.
Più forte di tutto...

FINE

   
 
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