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Autore: Edenya404    07/01/2008    1 recensioni
Quando l'anima lotta attaccata a vane speranze...
Genere: Triste, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Seconds of death

 Sul respiro del tramonto i miei piedi scandiscono il tempo aritmicamente. Picchiano sul cemento vibrando tremolanti passi, ci vorrebbe un bastone, come una vecchia, per sorreggermi. Un bastone per scalare la salita del tuo cuore, salita che un tempo era discesa, dolce pendio su cui scivolare rotolando sul prato umido e fresco delle tue parole e dei tuoi abbracci.
Adesso quei fiori non li vedo più. Non faccio in tempo perché affogo nelle tue iridi dipinte di mare prima ancora di aver potuto gustare il tuo profumo, come una volta. Dolce, aspro, delicato, forte. Non si descrive, è lui, semplicemente, è te e tu sei lui; ti precede sulla strada afferrandomi il volto e girandolo verso il tuo, anche se non vorrei, anche se mi oppongo. Non sono mai stata brava a nuotare, e le onde dei tuoi occhi sono troppo vorticose, troppo profonde per permettermi di riprendere fiato. Annaspo, annaspo senza sosta e le orecchie rimbombano a vuoto, fischiano, o urlano il tuo nome? È come soffocare, come sentire di stare morendo e non poter far niente. Tu neanche ti rendi conto, tanto bello quanto indifferente; è una morte momentanea e dolorosa, ma è tutto quello che mi rimane di te, di quello che eravamo o che credevamo di essere. Un trapasso così dolce che non posso farne a meno, buffo no?! Per vivere, ho bisogno di sentirmi morire.
Magnete velenoso mi attiri tra le tue fauci spalancate e la parte volubile di me non oppone resistenza. Ma è questione di attimi, di secondi inafferrabili. Il soffio di una stella e già mi hai sorpassata, e l’attrazione magnetica si rompe brutalmente, tanto brutalmente che il gorgo dei tuoi occhi mi vomita sul cemento richiudendo le porte dei ricordi e uccidendo la speranza di un ritorno. Sdraiata sulla strada cerco di stringere tra le mani il tuo odore, ma anch’esso scivola via, lento, disfacendosi nell’aria in mille corpuscoli che veloci tornano sul tuo collo battuto dal vento, sui tuoi capelli neri come la pece su tutto quello che un tempo tenevo tra le braccia ogniqualvolta volevo.
Mi rialzo perché è l’unica cosa che posso fare, mi rialzo e scuoto dai vestiti la polvere di te, ogni cosa lasciata da quel momento svanisce e già io ne sogno un altro. Sul respiro di questo tramonto che oramai è un rantolo, cammino sorreggendo l’anima al bastone, come una vecchia oscillante nelle sue debolezze, come una zanzara in mezzo a un tornado. Cammino curva sotto al peso del mio dolore, ma a testa volta verso l’orizzonte che si sfoca nelle lacrime. È finita la mia morte e sono pronta a rinascere, rivivere ancora per poter continuare a gridare senza sosta che, se tornerai, io ci sarò…ferma sulla punta del mio cuore a braccia aperte aspetterò qui per te, se vorrai.

Storia triste dettata da esperienza personale…accoglietela così, è senza pretese, solo uno sfogo, solo un messaggio lanciato. Ma mi farebbe piacere sapere che ne pensate..
Mione14

  
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