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Autore: Morwenna    24/06/2013    0 recensioni
"Un'isola idilliaca, una sacerdotessa custode e una dea". Amon, giovane principe malinconico, è in procinto di sposare una principessa misteriosa che non ha mai incontrato. Come richiede la tradizione, tutti i giovani in età da matrimonio sono tenuti a trascorrere un periodo di meditazione e purificazione sulla splendida isola di Krisalis. Luogo paradisiaco quanto misterioso, Krisalis nasconde numerosi segreti, alcuni innocui altri mortali, e Amon, purtroppo, lo scoprirà a proprie spese...
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Le Cronache di Seafidian
-Krisalis-
Capitolo I
Il principe malinconico

 
                                    
All’alba il sole baciava sempre per prime le chiare spiagge di Krisalis, arrampicandosi su per la bianca scogliera, rotolando giù dal picco della più alta montagna dell’isola. Poi, la pioggia di luce danzava fra gli alberi come  una cascata di diamanti,  carezzando ogni foglia carnosa, vestendola di un prezioso drappo di rugiada. Più tardi, quando il sole finalmente abbracciava tutta l’isola in un trionfo di colori, i versi che le creature di Krisalis emettevano riempivano l’aria come una suprema melodia di libertà.
Il lago, con le sue  acque blu pallido, lambivano dolcemente i verdi prati ammantati da fiori variopinti.
Il vento amava soffiare tra le chiome degli alberi che , sulle  rive di quel maestoso specchio d’acqua,  donavano un piacevole riparo agli animali e agli uccelli dell’isola.
Non molto lontano da lì, la cascata scorreva placidamente sulle rocce coperte di muschio,  creando  meravigliose nuvole di vapore scintillante.
Ma Krisalis non era solo abitata da animali e creature misteriose, era il luogo nel quale i giovani principi si recavano per trascorrere un periodo di purificazione e addestramento, per diventare uomini.
Amon, il più giovane dei sette figli maschi di re Heliorn, era un ragazzo appena ventenne che si accingeva a sposare la principessa di Vaelius.
Era un giovane malinconico, che amava la quiete e il silenzio, e che preferiva trascorrere il proprio tempo dedicandosi alla lettura di vecchi manoscritti riportanti antiche leggende e miti.
Amon detestava il fatto di dover sposare una sconosciuta del quale non conosceva assolutamente nulla, lo trovava assurdo e sconsiderato.
Per quello che aveva appreso leggendo i racconti conservati nella sua biblioteca, due persone destinate a stare insieme tutta la vita erano legate da qualcosa di indissolubile, qualcosa che certamente non si acquisiva senza essersi mai incontrati, o con un contratto a tavolino stipulato in assenza dei due interessati.
Amon era tormentato da quello che poteva succedere se costei non avesse gradito la sua compagnia, tantomeno avrebbe sopportato una moglie che non suscitava in lui quei sentimenti tanto declamati nei racconti che lui adorava leggere.
I personaggi di questi miti compivano imprese incredibili per le loro donne, talvolta perdevano la vita per salvare quella delle loro amate.
Erano tutti spinti da una forza superiore a quella fisica, e di gran lunga maggiore di quella intellettiva.
Si trattava di qualcosa di superiore: l’amore.
Ma cos’aveva l’amore di tanto potente per condurre un uomo a sacrificare sé stesso per una donna?
Amon non lo comprendeva.
Spesso, quando la piazza ai piedi del suo palazzo si gremiva di gente, il ragazzo si soffermava ad osservare le ragazze con la speranza di essere anche lui colpito da quell’irrefrenabile passione che  infiammava l’animo di quegli eroi.
Purtroppo ai suoi occhi qualsiasi donna appariva non più speciale delle altre che aveva già visto, sia che ella fosse di bellezza incantevole, sia che le mancassero uno o più denti e fosse zoppa.
Amon trascorreva le notti insonni, disteso sul proprio letto, sforzandosi di fantasticare sulla sua promessa sposa, ponendosi domande alle quali lui non poteva dare risposta.
Cercava senza sosta un rimedio alla sua freddezza e indifferenza, ma senza ottenere alcun successo.
E quando le nozze ormai si stavano avvicinando, e il ritiro spirituale a Krisalis incombeva, Amon aveva ormai perso ogni speranza di comprendere cosa fosse il vero amore.
Il giorno della sua partenza, il giovane principe salutò mestamente il padre Heliorn, che preoccupato per la perenne malinconia del figlio domandò: “Figlio mio, cosa ti turba? Gioisci, stai diventando uomo e presto sposerai una figlia di Vaelius! Non è forse questo lo scopo supremo di un vero principe?”
Amon rispose: “Padre, ti ringrazio per avermi concesso una degna istruzione e una formazione privilegiata. Grazie ai miei studi ho appreso qualsiasi arte e scienza e ho sviluppato una profonda dedizione per la poesia e la musica. Tuttavia, ho realizzato che nulla di tutto ciò mi appaga come desidero. Ho capito di conoscere tutto lo scibile, ma a me restano estranei alcuni sentimenti, e di questo mi raccapriccio.
Come possono, dunque, due persone estranee, essere tenute a condividere il resto dei propri giorni? Come posso io sapere se colei alla quale sono promesso soddisferà la mia sete di vita, o mi priverà di qualsiasi motivo di giubilo?
Padre, perdonami, ma ciò non mi è comprensibile.”
Re Heliorn, colpito dalle parole angosciose del figlio, per la prima volta si trovò impotente di fronte a tale problema, per cui si limitò a rispondere: “Figlio, devi capire che spesso essere un uomo comporta doveri che bisogna anteporre alla felicità personale. Bada, io l’ho appreso con il tempo, ma di una cosa sono certo, quello che sta cercando arriverà da sé, proprio quanto meno te lo aspetti. Ora non devi far altro che dedicarti al tuo compito, va’ e fai buon viaggio. Che gli dei siano dalla tua parte”.
Congedato il padre, Amon salpò con un’unica convinzione: se un principe è condannato a vivere senza conoscere amore, allora lui non avrebbe compiuto il proprio destino.
Ciò che non sapeva, tuttavia, è che non era nelle facoltà di un uomo decidere delle proprie sorti.
 
 
Morwenna’s Corner:
Rieccomi con un’altra strampalata storiella in stile mito edonistico. Ok, forse ho rivelato troppo con “edonistico”. O forse no…. Comunque, questa volta ho voluto cimentarmi in un genere differente, un mix di epico con tinte fantasy e avventurose. Insomma, sta sempre a voi decidere se devo darmi all’ippica o meno. Spero di aver stuzzicato la vostra curiosità, non vi resta che farmi sapere cosa ne pensate. Alla prossima! Morw
   
 
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