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Autore: Oroborus    24/06/2013    1 recensioni
Un popolo in perfetta armonia con la natura con un particolare dono, quello di essere sempre collegati alle menti altrui, creando un continuo circolo di idee e pensieri. In questa società perfetta dove vige la regola del più saggio, cosa potrebbe turbare la quiete del giorno, il silenzio della notte?
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Empnos

“Pace”, pensò. “Pace”, riverberarono tutti, silenziosamente, nelle loro menti.

La Dea aveva fatto loro dono del Pensiero in tempi sepolti dalla memoria e ne avevano fatto buon uso. Nessuna guerra, nessun conflitto era nei ricordi della gente poiché la pace era stata perenne.

Il Pensiero, così la chiamavano, era la capacità di condividere costantemente i ricordi, le emozioni, le idee ed i punti di vista tra gli individui, formando un'intricata rete. Tale peculiarità aveva permesso alla popolazione di vivere nella più totale pace e comprensione per tantissimo tempo, dimenticando com'era vivere sull'orlo dell'incendio, sul nascere di una guerra.
Il loro legame con la natura era molto profondo: osservavano con religioso silenzio la tempesta ed intonavano inni alle maree, cercavano il ramo di fuoco invisibile del sole e facevano del nucleo dell'immensa montagna il loro cuore.


Gli Empnos, questo il loro nome, vivevano in un modesto villaggio affacciato sul mare situato tra due catene montuose, le quali formavano tra di loro una enorme vallata fertile e verde. Numerosi campi coltivati tappezzavano il circondario del centro abitato, il loro verde rigoglioso confuso con quello dei boschi e delle foreste, luoghi di culto per la popolazione.
L'avere il Pensiero aveva fatto nascere l'abitudine di riunirsi in numerosi gruppi, di vivere radunati sotto un unico tetto, per favorire il circolo di pensieri e di idee, per avere un quadro più ampio delle questioni, per poter avere una visione migliore della società. Non negavano mai l'accesso ad un nuovo membro poiché gli Empnos erano esseri estremamente socievoli e semplicemente amavano essere in compagnia, amavano avere qualcuno da scaldare presso il proprio focolare.
 

La Dea aveva fatto dono del Pensiero ai suoi figli prediletti ed era venerata da questi; non era però una venerazione cieca, atta all'ingraziarsela, era una venerazione di ringraziamento.
C'era però un'altra deità che gli Empnos non osavano venerare, non osavano ringraziare, ed era la dea del Silenzio. Sorella della divinità riverita, non aveva potere sui figli dell'altra e portava l'oblio. L'assenza di suono, l'assenza della mente. Il vuoto del Pensiero.
Non venivano costruiti veri e propri santuari dedicati alla Dea poiché Ella veniva ringraziata quasi ogni qual volta il suo dono veniva usato in modo significativo alle persone; gli Empnos non avevano bisogno di cose frivole come una statua od un edificio apposito per ricordarli la regalia che gli era stata fatta.
Meno comune ma più sofisticata era invece l'adorazione della natura, compivano infatti pellegrinaggi nei boschi vergini, cantavano per il mare, scalavano la Grande Montagna per ammirarne la possanza ed ascoltavano il rombo della tempesta, che uniformava cielo ed acque nel suo tristo grigiore.

Solamente l'idea più pura, il concetto più argomentato poteva emergere nel denso oceano mentale che dominava le discussioni, faro nella nebbia. La loro era una società giusta, quasi perfetta.

 ~


La frequenza con la quale pubblicherò i nuovi capitoli non sarà precisa poiché scrivo quando mi sento di farlo, ergo potrebbe essere estremamente irregolare, scusatemi.

  
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