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Autore: Piccola_Roxas    24/06/2013    1 recensioni
[...]Eppure, quando incontrò la prima volta quei gelidi occhi diffidenti, un brivido gli percorse tutta la schiena. Partì dalla nuca per poi diffondersi lungo la sua intera colonna vertebrale. L’aveva folgorato.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Axel, Roxas
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Axel poteva essere definito come un assassino a sangue freddo, o un tipo sexy da morire. Un idiota patentato o il pigliaccio di turno. Il nullafacente ed il presuntuoso del gruppo.
Insomma, tutto fuorché sentimentale.

Non era da lui. E poi su era un Nessuno, se riusciva a ridere era già un’eccezione.

Eppure…

Eppure, quando incontrò la prima volta quei gelidi occhi diffidenti, un brivido gli percorse tutta la schiena. Partì dalla nuca per poi diffondersi  lungo la sua intera spina dorsale. L’aveva folgorato.

Era stato azzardato, quella volta, a tentare un approccio con il soggetto in questione, ma il tempo lo aveva ben ripagato.

Più o meno.

In tutto il tempo che era passato, il rosso continuava a provare dei brividi a stargli accanto. E molte, troppe volte, gli pizzicavano le dita dalla voglia che aveva di conoscere quella pelle chiara.

Aveva sviluppato un discreto autocontrollo.
Certo, perché nelle sere più indulgenti e prepotenti, la sua mente soddisfava quel bisogno con la sua mano.
Ah, che visione paradisiaca quella che fantasticava la sua testa.

Quegli occhi furbi…sapevano il fatto loro, i bastardi. Taglienti ma seducenti.
E le sue labbra… le sue labbra appena appena incurvate in un sorriso malizioso quanto spietato.
Se ne stava lì, seduto su di lui,  completamente nudo, a fissarlo languido, stuzzicando maggiormente la sua fantasia, soddisfatto come un cacciatore che ha in trappola la sua preda.

Roxas nei suoi sogni era il ritratto del desiderio. Era letalmente seducente, una tentazione mortale.

E dire che… non aveva niente di speciale. Era mingherlino, con qualche muscoletto accennato, niente di eccezionalmente eccitante.

Roxas.. nh..

Al desiderio della carne era abituato, ormai. Vivono in un corpo umano, quindi era lecito.
Oh, ma il problema non è solo quello, vero Axel? Per quello ci sono tante soluzioni.
Ma tu lo vuoi. Lo vuoi tra le braccia. Lo vuoi sulle labbra. Lo vuoi tra le dita.
Brami quel cuore che non vi è stato concesso di avere. E che pure, da qualche parte, sapevi che Roxas aveva. E forse anche tu.

Roxas..gh.. Rox-ah!..

Si sentiva un idiota lì, su quel letto, a masturbarsi come un adolescente in piena crisi ormonale, facendo sogni erotici sul suo migliore amico. E si sentì ancor più spogliato della sua virilità quando le calde lacrime che gli rigavano le guance gli ricordavano che lui non aveva tra le braccia il suo piccolo demone.
E mentre sentiva quella stessa mano più calda, affondò così tanto il viso sul cuscino da sperare di soffocare, sarebbe stato meno doloroso, e sicuramente un morta più dignitosa.

Lui provava dolore. Piangeva. Rideva. Sentiva.

Axel non era un semplice Nessuno. Forse era Roxas stesso a scatenare in lui questa sua umanità.

E lui, umile teatrino di battute beffarde e sguardi accattivanti, si sentiva solo più sporco nel pensare a come infangava la purezza e l’innocenza del biondo.
Ah, se solo avesse saputo che razza di maniaco pervertito era il suo migliore amico..
Se solo sapesse quante notti  ha passato insonne quando sentiva bussare alla porta e si trovava davanti un pulcino biondo assonnato, con la manica del pigiama più grande di lui che gli chiedeva con voce dolce:“Axel, ho gli incubi, posso dormire con te?”
E come dirgli di no?  Non era lui, in fondo, quello che doveva trattenersi dal deflorarlo lì e subito.
Ma era così bello sfiorare quelle ciocche dorate con ledita ed osservare quel viso angelico, che non aveva niente a che fare con quello perverso delle sue fantasie.

E continua a farsi schifo.
Ah dannazione!
Come faceva, come?!

Roxas è un demonio!

Riusciva a minargli i sensi, a far esplodere ogni granello del suo controllo, a prosciugare ogni goccia di sanità mentale. Gli mandava in blackout il cervello e li risvegliava istinti puramente animaleschi.

Se solo potesse stringerlo a sé.. giusto un po’.
Giusto per fargli sentire il calore. Ma non quello del suo potere. O quello che darebbe un focoso amante.
Ma il suo calore. Il calore che ci sarebbe stato nelle giornate buie e fredde.

Quel calore che solo Roxas riusciva a fargli provare.

Era questo essere…completo? Significava provare dolore, gioia, desiderio, frustrazione? Significa davvero questo? E chi mai lo vorrebbe, essere umano, se regna solo il dolore? Perché tutti, in quel dannato castello, aspiravano a tutta questa sofferenza?

E lui? Lui..era già..completo?
Ed era quel demonio biondo a farlo sentire completo?

Mentre Axel si crogiolava in domande senza risposte, in tormenti che non sapeva potesse mai provare, capì. Capì che poteva provare e sentire. Ed era stato Roxas a portarlo a quello.

La sua benedizione e la sua dannazione.

La realtà era che avrebbe passato tutta la vita tra santi e demoni, per quel biondo.

Lo faceva sentire vivo.

E poteva pensare ad una sola risposta.

Lui possedeva ciò che i suoi colleghi cercavano così disperatamente da tempo.




He makes me feel like I have a heart.





La Piccola Roxas




Nota:
Detta sicneramente, non so da dove sia uscita. Doveva partire con l'essere molto dura ed
è finita con lo sfociare nel "dolce", come ogni mia storia, qualcuno mi aiuti a smetterla
 con questo romanticismo messo ovunque ;_;
Quindi.. spero sia piaciuta, la mia idea era quella di mostrare un Axel in balia
di se stesso, che si trovava faccia a faccia con quelli che ha scoperto essere i suoi desideri, ecco.
Diciamo...un Axel "umano"!
Non linciatemi per questo obrobrio. Grazie se avete letto fin qui :3

 
 
  
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