Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Sakimoto_Misa    25/06/2013    0 recensioni
Prima o poi l'amore ripaga, soprattutto il giorno di Natale. E Katie Bell questo lo scoprirà molto presto. Dopo aver compreso i sentimenti che si celano nel suo cuore, deciderà di fare il grande passo della sua vita: riverlare al ragazzo che le piace i suoi sentimenti per lui... con l'aiuto di qualcosa di speciale.
Questa storia ha partecipato al contest: Festività ad Hogwarts
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Angelina, Johnson, George, e, Fred, Weasley, Katie, Bell, Lee, Jordan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il Dono di Natale



« Sospesa? »
« Esatto, Jordan! La partita di Sabato, Grifondoro contro Serpeverde, è stata sospesa! » La professoressa McGranitt guardò i ragazzi presenti nella Sala Comune, aveva appena appeso l'avviso che sospendeva la partita più attesa di tutta la coppa di Quidditch, era normale che ci fossero delle lamentele. « Sospesa per il maltempo! Buon pomeriggio ragazzi! » e dopo aver pronunciato quelle parole uscì a fatica dal buco del passaggio segreto per la torre di Grifondoro.
« Ma avete sentito? » esclamò Fred Weasley guardando incredulo il gemello che scosse la testa senza parole.
« Così le Serpi avranno più tempo per lanciarci qualche brutto scherzo! » commentò amaramente Angelina.
« Allora noi glielo lanceremo prima! » Lee Jordan guardò i gemelli e Angelina che stavano ricambiando il suo sguardo confusi, si poteva vedere dalle loro espressioni che non capivano a cosa l'amico si stesse riferendo, ma proprio in quel momento arrivò un gruppetto di ragazze.
« Oggi Piton è stato più maligno del solito! » commentò una entrando, Jordan riconobbe immediatamente la voce di Katie Bell, cacciatrice di Grifondoro, un anno più piccola di lui.
« Hai ragione! Insomma, la tua pozione era più che accettabile! » sbuffò l'amica concordando con il gruppetto.
« Una perfetta Essenza di Dittamo! » ridacchiò una delle ragazze.
« Ehi! Bell! » Lee Jordan la richiamò e la ragazza notò che la maggior parte della squadra era riunita lì, così salutò le sue amiche e si avvicinò a loro.
« Ciao, ragazzi! » sorrise sedendosi allegramente vicino ad Angelina. « Alicia? »
« è in biblioteca! » le sorrise e ritornò a guardare i gemelli, che erano intervenuti prima che Lee Jordan potesse riprendere. Katie non riusciva a capire perché Fred e George avevano iniziato a proporre schemi di gioco, che Jordan, spazientito, aveva bocciato tutti. Ora avevano davanti anche delle fumanti tazze di cioccolata e sembrava che stessero creando un complotto.
«E tu questa la chiami una gara di Quidditch?» scoppiò Jordan all'ennesima proposta di Fred.
Sentendo i loro discorsi Katie aveva scoperto che la partita era stata sospesa per il maltempo. E di certo questo non la sorprendeva: dentro le mura del castello si gelava e nessuno osava uscire, poiché una immensa distesa di neve ricopriva il giardino e tutti gli esterni di Hogwarts. Persino il Lago era ghiacciato!  
«Beh, sentiamo che cosa proponi tu, invece?» sbottò Fred visibilmente innervosito, guardando il migliore amico, e poi tornando a concentrarsi sulla cioccolata calda di fronte a lui. 
«La tua idea fa schifo Fred!» continuò Lee prendendo il foglio sul quale Fred aveva preso alcuni appunti. «La tua idea di gara è sfidarvi voi della squadra e basta! Non c'è divertimento! Io pensavo a qualcosa di più divertente! Il tempo non ci permette molto, ma... nessuno ha mai giocato a Quidditch sotto la neve? Non è giusto che abbiano rimandato la partita di Grifondoro contro Serpeverde! Non si è mai sentita una cosa del genere per un po' di neve! Quindi ce la faremo noi, senza l'aiuto dei professori! E come ha detto Angelina poco fa, lanceremo noi un attacco a Serpeverde, prima che possano farlo loro!» 
«Cosa?» sbottò Angelina guardando il ragazzo con occhi sbarrati «vorresti fare una partita contro i Serpeverde con un tempo del genere?» 
Katie, che fino a quel momento era rimasta zitta, guardò Lee con uno sguardo confuso. Sapeva che teneva molto alla sua performance di telecronista, ma forse stava esagerando. 
«Più o meno!» rispose Lee «potremmo chiedere a qualche Serpeverde e sfidarli in una partita di Quidditch non ufficiale! In queste vacanze natalizie siamo costretti a rimanere tutti al castello a causa della neve, in questo modo non ci annoieremo!» 
«Oh Fred!» sbottò George guardando il gemello «abbiamo fatto proprio un ottimo lavoro con il nostro pupillo, non è così?» 
Katie e Angelina scoppiarono in una piccola risata, mentre Fred annuiva orgolioso guardando prima il gemello e poi il migliore amico.
«Ci sarebbe un'altra cosa...!» disse Lee dopo un po', azzittendo le ragazze e guardando in direzione dei gemelli «voglio giocare anche io!»
  «Tu?» stavolta fu Katie a parlare. Di solito non era una ragazza riservata e partecipava attentamente alle discussioni della squadra sulle strategie, ma da un po' di tempo a quella parte, davanti a Lee Jordan, Katie Bell era diventata la ragazza più timida del mondo ed era già tanto se riusciva a spiccicare due parole in croce. 
«Proprio io, Bell!» 
«Tu non sai giocare a Quidditch!» esclamò Angelina confusa. 
«Chi te lo ha detto?» domandò Lee un po' imbarazzato. 
«Noi!» fu l'onesta risposta dei gemelli. 
«Ti ricordi l'estate dei nostri 12 anni?» cominciò Fred. 
«... abbiamo giocato a Quidditch, dopo che i tuoi ti avevano regalato una scopa...» continuò George.
«... sei caduto e ti sei rotto il braccio!» concluse Fred con fare teatrale. 
«E' stato molto tempo fa!» disse Lee diventando leggermente rosso, guardando male i due migliori amici. Katie sorrise nel vederlo così imbarazzato. Non aveva mai pensato all'eventualità che Lee giocasse a Quidditch. Sembrava quasi impossibile. Però sarebbe stato bello giocare in squadra con lui. 
«Bando alle ciance!» continuò Lee «allora ci state o no?» 
«Dovremmo farti un corso intensivo di Quidditch!» disse George scuotendo il capo. 
«Non ce la farai mai!» continuò Fred guardando il migliore amico.
«Ti insegnerò io!» Lee Jordan stava quasi per picchiare i gemelli quando Katie parlò.
Angelina la guardò sorpresa e Katie cercò di ignorare gli sguardi increduli dei gemelli che la stavano scrutando come per leggerle nella mente. «Sono una brava Cacciatrice, nessuno può dire il contrario, io... posso aiutarlo!» 
Angelina ridacchiò sotto i baffi, mentre anche Fred e Geroge la imitavano, entrambi divertiti dalla stessa cosa che aveva divertito Angelina. 
«Che ruolo gli insegnerai?» chiese quest'ultima sorridendo alla compagna di squadra. 
«Beh, dato che ci mancano un Portiere e un Cacciatore ci alleneremo per quei due!» 
«Già!» intervenne Lee «Io potrei fare entrambi!» 
«Non sai giocare a Quidditch e ora vuoi anche fare due ruoli?» esclamò Fred perplesso guardando il migliore amico con sguardo indagatore. Dai loro occhi identici, Katie capì che stavano tramando qualcosa. 
«Smettila, Fred!» lo ammonì Lee e tornò a concentrare la sua attenzione sulla ragazza che le stava offrendo aiuto. 
Katie arrossì e di istinto abbassò il capo. Non riusciva a credere di aver davvero detto quelle parole, in più le sembrava così strano essere così vicina a Lee Jordan e parlare con lui. Avrebbero passato molto più tempo insieme ed era quasi esclusivamente per quello che Katie si era proposto di allenarlo. Era da un po' che Katie provava dei sentimenti, all'inizio poco rilevanti, ma ora molto forti per Lee. Non voleva ammetterlo con le sue amiche e neanche a se stessa, ma più il tempo passava e più si rendeva conto che non poteva fuggire ancora per molto. 
«Ok!» disse Lee dopo quelli che per Katie sembrarono secondi interminabili «ci sto! Non vedo l'ora di iniziare!» 
Batté il cinque a Fred e George, che si stavano convincendo che probabilmente, con l'aiuto di Katie, il migliore amico avrebbe avuto qualche possibilità di riuscita. 
«Quando si inizia?» 

***



Devi stare calma! Devi stare calma! Devi solo insegnare a Lee Jordan a giocare a Quidditch. Si ripeteva Katie, mentre con passo sempre più spedito, si avvicinava al campo di Quidditch, dove si era data appuntamento con Lee Jordan per la loro prima lezione. Avevano deciso di iniziare il giorno stesso, dato che Lee non aveva mai giocato a Quidditch, se non quella volta a dodici anni, era meglio sfruttare il tempo che avevano. Mentre camminava in mezzo alla neve, che le arrivava quasi alle ginocchia, incontrò Fred e George, camminare nella direzione opposta alla sua. Stavano ridacchiando tra di loro e quando la videro, fecero un vago gesto della mano esclamando all'unisono «Buon pomeriggio, Bell!» e allontanandosi, continuando a ridacchiare e borbottare tra loro. Katie si voltò e notò che anche loro avevano fatto la stessa cosa, voltandosi e ridacchiando di nuovo. Delle volte li odiava, ma non poteva fare altro che ammirarli. Erano due bravi Battitori, in più erano i migliori amici di Lee. 
Prese un profondo respiro e dopo quelli che sembrarono interminabili minuti, passati a lottare contro la neve alta arrivò finalmente al campo di Quidditch e lo vide. Lee la stava aspettando mentre si alitava sulle mani e le sfregava per scaldarle. 
«Jordan!» gridò Katie, con tutto il coraggio che aveva, oltre che al fiato. Non riusciva più a proseguire da sola. 
«Oh!» disse Lee mentre si avvicinava per aiutarla a camminare in mezzo alla neve. «Sembra che questa sia la nevicata più forte di tutti i tempi. Fortuna che da questa mattina ha smesso!»  
Arrivarono al centro del campo, dove giacevano due scope e le palle. «Già!» rispose lei imbarazzata «a-allora... vogliamo inziare?»
«Certo!» rispose Lee sorridendo, mentre Katie si affrettava ad appoggiare la borsa in mezzo alla neve. Aveva appena finito una noiosa lezione di pozioni, le ci voleva proprio un po' di svago sulla scopa.
«Mettiti sulla scopa!»  ordinò a Lee.
«Ai suoi ordini!»  
Katie prese solo la Pluffa e se la portò al petto, mentre anche lei saliva sulla scopa e raggiungeva Lee in alto. 
«Eh, eh... cazzo non salivo su una scopa da quando avevo 12 anni!» esclamò Lee guardando in basso e perdendo leggermente l'equilibrio. 
«Jordan!» disse Katie avvicinandosi a lui preoccupata «non guardare in basso! Ora ci alleniamo prima come Portiere ok? Io ti lancio la Pluffa e tu devi impedire che entri negli anelli! Credi di potercela fare?»  
Da quell'altezza faceva ancora più freddo di quando erano al suolo. Tremò leggermente stringendosi alla scopa con la mano libera, mentre con l'altra teneva stretta la Pluffa sotto il braccio.  
«Per chi mi hai preso, Bell? Ho commentato tante di quelle partite da quando sono ad Hogwarts che ormai sono un giocatore professionista!» rispose Lee ridendo e guardandola. Si avvicinò leggermente e, mantenendo l'equilibrio sulla scopa, tolse le mani dal manico e afferrò tra le sue quelle di Katie, alitandoci sopra dolcemente. 
«Hai freddo?» chiese.
Katie arrossì leggermente e di nuovo si sentì avvampare, come qualche minuto prima. «I-Io sto bene! Dai, vai vicino agli anelli!»  
Lee fece come gli era stato detto e si preparò per parare. Sembrava sicuro di sé, e poiché si stava abituando alla scopa, di destreggiava in alcuni giochetti di equilibrio, girando attorno agli anelli e attraversandoli. 
«La Cacciatrice, Katie Bell, si prepara a lanciare! In porta un nuovo giocatore! Il Grifondoro Lee Jordan pronto a parare!»  
Katie ridacchiò quando lo sentì fare la telecronaca della sua stessa partita. Si era posizionata non poco distante dagli anelli. Come inizio potrebbe andare! Pensò mentre calcolava la distanza e si preparava a lanciare. 
I primi quattro lanci andarono a segno. Lee aveva quasi parato il secondo, ma gli era sfuggito proprio all'ultimo momento. Nonostante ciò non si stava perdendo d'animo. Era sempre più voglioso di continuare. 
Katie si avvicinò di più. Cominciava a salire un po' di nebbia e non riusciva a vederlo molto bene. 
«Jordan, ci sei?»  
«Certo!» rispose lui e quando Katie gli lanciò la Pluffa, nonostante la nebbia, riuscì a vederla. Diede un colpo di scopa e la mandò dall'altra parte del campo. 
«Ce l'ho fatta!!!!!» disse alzando le braccia felice «E il mitico Lee Jordan ha parato una fantastica Pluffa. Non c'è Port-»  
Katie non lo sentì più e volò accanto agli anelli, solo per notare che... Lee era sparito! 
«Jordan!» gridò spaventata. Guardò in basso e lo vide steso per terra. Si lanciò immediatamente verso il basso e non appena lo raggiunse scese dalla scopa gettandola dietro di sé. 
«Jordan, mi senti? Stai bene?»  
«Oh... cazzo!» disse lui alzandosi, mentre si teneva il braccio dolorante. Aveva una ferita aperta, e il sangue usciva copioso. 
«Oddio... è... tutta colpa mia!» esclamò Katie spaventata «Non avrei dovuto farti giocare! Con questo tempo poi!»
Guardò la ferita al braccio del ragazzo e rabbrividì e non a causa del freddo. Si sentiva tremendamente in colpa per non essere stata abbastanza attenta e iniziò a tremare agitata. E se cadendo avesse sbattuto la testa? O se peggio fosse morto? 
«Dai, andiamo, Bell!» sbottò Lee, notando che la ragazza stava quasi per impazzire dall'agitazione. «Sto bene! Tutte le squadre più importanti hanno giocato a Quidditch con la nebbia, sotto la pioggia o la neve!» le accarezzò la mano cercando di calmarla, ma subito dopo si accorse che era leggermente sporca di sangue. Katie la allontanò immediatamente poiché era di nuovo diventata rossa e il suo cuore aveva cominciato a battere all'impazzata. 
«Scusa!» esclamò Lee. 
«Non preoccuparti!» la ragazza dovette fare appello a tutto il suo auto controllo per riprendersi da quella situazione e cominciò a guardarsi attorno, non sapendo che cosa fare. 
«Io.. forse è meglio che chiami qualcuno!»  
«No!» esclamò Lee bloccandola per il braccio «Non occorre davvero! Tra poco passerà!»  
«Ma il sangue non smette di uscire!» sbottò Katie sempre più agitata. Doveva cercare di bloccare l'emorragia, prima che fosse troppo tardi. Non ci pensò due volte a togliersi la sciarpa e legarla attorno al braccio del ragazzo, cercando di stringere abbastanza, ma senza fargli male. 
«Cosa stai facendo?» chiese Lee guardandola perplesso. 
«Fermo l'emorragia!» rispose Katie stringendo la sciarpa. «Dimmi se ti faccio male!»  
«Stupida! Si sporcherà tutta!» il ragazzo la guardò, ma lei sembrò non averlo ascoltato, perché aveva iniziato a guardare freneticamente all'interno dello zaino che si era portata dietro per allenarsi. 
«E adesso che stai facendo?» ripeté Lee stavolta incuriosito. 
Katie levò l'attenzione dallo zaino per guardarlo. «Io... ho con me una boccetta di Essenza di Dittamo! L'abbiamo fatta oggi a lezione...» borbottò la ragazza, mentre continuava a cercare. Lanciò un gridolino felice, misto a un'esclamazione di sollievo, quando finalmente la trovò. 
«Oh, sei piena di risorse, Bell!»  
La ragazza era arrossita per poi aprire la boccettina. L'unguento all'interno sembrava sul procinto di congelarsi da quanto faceva freddo. 
«Ehi, frena, che stai facendo?» Lee Jordan portò le mani avanti mentre cercava di indietreggiare nella neve. 
«E' una pozione che fermerà l'emorragia!» rispose Katie avvicinandosi. 
«Ma... ne sei sicura? Insomma è stato Piton a farla, non è vero?»  
«Beh... non proprio! Era il compito della lezione... ma Piton ha detto che era... accettabile!»  
«Accettabile??» sbottò Lee, sempre più terrorizzato. Ora era lui che la guardava in preda all'ansia. «Sei sicura che funzionerà?»
  «M-Ma certo! Ora... devi stare calmo ok?»  
«Calmo? Ma certo! Io sono calmissimo! Ho solo un braccio che sanguina e sto per prendere una pozione fatta da te! Per il resto... va alla grande!»  
Katie decise di ignorare le sue parole e applicò la pozione sulla ferita, mentre toglieva con delicatezza la sciarpa che aveva avvolto attorno al braccio. Il sangue non voleva proprio smettere di uscire. «Che cosa vuoi che succeda? Io sono brava in pozioni!»
  «Non ne dubito!» disse Lee sarcastico, poi la guardo. «Insomma, Bell! Sei sicura che funzionerà, giusto?»  
«Io... non lo so! Cioè... forse...» Katie lo guardò avvilita. Forse non era stata una buona idea. 
«Cosa? Ok, ora sono davvero agitato!»  
«Il sangue si sarà fermato! Guarda!» Ma contro le sue migliori aspettative, il sangue continuò uscire ancora più copioso di prima. 
«Katie... chiama... qualcuno!»  
Il cuore le saltò un battito, quando vide Lee Jordan perdere piano i sensi e in preda al terrore iniziò a urlare disperata in cerca di aiuto. Fu proprio in quel momento che sentì due voci familiari. Fred e George Weasley si stavano dirigendo verso di lei correndo come pazzi, notando il loro migliore amico steso a terra privo di conoscenza.
I minuti che seguirono, Katie li ricordava appena. Dopo circa venti minuti si trovavano nell'Infermeria da Madama Chips. I gemelli la guardavano dritta negli occhi, con uno sguardo impossibile da decifrare! 
«Mi dispiace...» sibilò piano, mentre stringeva la mano di Lee, che per fortuna, dopo le cure di Madama Chips stava bene. 
«Avresti potuto ucciderlo...» cominciò Fred. 
«... che ti è saltato in mente???» continuò George. 
«Io... ma voi che ci facevate lì vicino??» Katie alzò lo sguardo demoralizzata e i gemelli addolcirono il proprio, notando l'ansia nel suo tono di voce e sul suo viso. 
«Niente!» risposero all'unisono. Nascondevano sicuramente qualcosa. 
«Oh, signorina Bell! Avreste dovuto chiamarmi subito!» disse Madama Chips passando un braccio attorno alle spalle della ragazza. 
«Io... ma perché la pozione non ha funzionato?»  
Madama Chips sospirò. «Probabilmente non è stata preparata nel modo giusto!»
Katie abbassò il capo ancora più avvilita. 
«Come vi è saltato in mente di uscire con questo tempo!» la donna si alzò, per controllare Lee «tra poco si sveglierà. Siete stai fortunati che non ho chiamato la professoressa McGrannit!» disse mentre usciva per lasciarli soli. Fred e George restarono ancora un po', poi uscirono anche loro, troppo preoccupati per continuare a stare fermi e seduti. Katie rimase da sola con lui e strinse la mano di Jordan. Aveva rischiato di fargli del male.. Aveva rischiato di perderlo. In quel momento si rese conto che il sentimento che covava nel suo cuore era arrivato al limite. Doveva dirglielo, o senza volerlo lo avrebbe ridotto a pezzi. 

***



Dopo quell'episodio, Lee si riprese abbastanza in fretta. Dopo neanche due giorni, si aggirava già per i corridoi in compagnia di Fred e George a combinarle di tutti i colori ai ragazzini del primo anno. Non aveva ancora rivolto la parola a Katie, la salutava solo quando la vedeva a colazione o durante i pasti e se la incrociava nei corridoi, le rivolgeva un sorriso, ma nulla più di quello.
Katie era sempre più convinta che ce l'avesse con lui e che sarebbe stata dura perdonarla. Però voleva rimediare. Avrebbe fatto di tutto per ottenere il suo perdono e in più... gli avrebbe dichiarato i suoi sentimenti una volta per tutte. 
E aveva deciso che quel giorno sarebbe stato a Natale. Così la mattina del 25 dicembre, Katie Bell saltò giù dal letto, ignorò le sue compagne di stanza, infilò uno dei suoi più bei vestiti, di un bellissimo lilla che le cadeva dolcemente sui fianchi e scese di sotto. Non poteva sperare di trovare Lee Jordan da solo, così si era preparata all'eventualità di dichiarare il suo amore anche in presenza dei gemelli Weasley. 
Infatti Lee stava ridendo e scherzando con loro, quando Katie scese le scale del suo dormitorio e si ritrovò in Sala Comune. Prese un respiro profondo ed esclamò: «Jordan! P-Posso parlarti?»  
Lee la guardò e sorrise, alzandosi e dirigendosi verso di lei. Angelina, che stava seduta dietro ai gemelli ridacchiò e Katie vide che Fred le sussurrava qualcosa all'orecchio prima di baciarle le labbra. 
«Ti andrebbe di andare in un altro posto?» chiese Lee sorridendole e si allontanarono un po' dai compagni, trovando un angolino per loro. 
«Ecco io...» Katie si sentì avvampare, sentiva caldo, come durante un'entusiasmante partita di Quidditch, con la voce di Lee Jordan che le riempiva le orecchie e le forniva l'adrenalina che le serviva. 
«Ehi, non ti mangio mica, eh!» ridacchiò Lee mentre aspettava che la ragazza si decidesse a parlare. 
«Io... mi dispiace molto per quello che è successo l'altro giorno. Volevo... chiederti scusa! E regalarti... ecco...» tirò fuori un pacchetto e lo mise tra le sue mani. Era morbido al tatto e Lee lo fissò perplesso. 
«Che cos'è?»  
«Buon Natale, Jordan!»  
«Oh...» Lee sembrava visibilmente sorpreso di quel gesto e non riuscì a nascondere la sua sorpresa. «Grazie... ma io... non ti ho fatto nulla!»  
«Non importa!» Katie sorrise, mentre Lee scartava il regalo. 
«Oh... un cuscino! E cosa me ne dovrei fare?» sbottò Lee ridendo «Sedermici sopra?»  
Katie rimase un po' offesa dal suo tono di voce. «R-Razza di scemo! No! Serve per...»  
«Ahhh ho capito! Devo tenermelo stretto al culo per quando cado, dico bene? È stato un pensiero carino!»   Katie non rispose, leggermente arrabbiata per quel commento poco carino. Lei voleva solo essere gentile, ma a quando pare non aveva apprezzato il suo gesto. 
«Vermante io...» era stata una vera stupida a pensare che avrebbe funzionato. Inoltre... tutti i suoi buoni propositi di dirgli che era pazzamente innamorata di lui svanirono in un istante a quelle parole.
«Grazie, Katie Bell!» disse Lee sorridendo, ma vide nello sguardo di Katie qualcosa di strano. «Ehm... vorresti... fare un allenamento speciale questo pomeriggio?»  
«Perché un allenamento speciale? Oggi è Natale, ho altri impegni!» avrebbe voluto allenarsi con lui, però non poteva offenderla a quel modo e pretendere di stare con lei quel pomeriggio come se fosse la cosa più normale del mondo.
«Andiamo, che devi fare? Spettegolare con le tue amiche, invece di insegnarmi a giocare a Quidditch? Non ci siamo più allenati dall'ultima volta!»
«Non è stata colpa mia... sei tu che non mi hai più rivolto la parola!»
«Andiamo, Bell!» la implorò Lee con uno sguardo da cane bastonato che faceva sempre quando doveva dimostrare la sua innocenza.
La ragazza lo guardò irritata, mentre Jordan sembrava voler sfruttare il suo sguardo da cane bastonato. Sospirò rassegnata.
«Solo per il bene della squadra!» sentenziò puntandogli un dito contro.
Lee rise «a questo pomeriggio allora!» sorrise e le baciò la guancia. «Grazie per il regalo!»

***



Il pomeriggio di Natale era stato forse il più bello che Lee Jordan avesse mai trascorso in tutta la sua vita. Katie gli aveva insegnato tutto quello che sapeva e che era in grado di insegnare a una testa dura come lui e fortunatamente non c'erano stati incidenti, al contrario del loro primo allenamento.
«E' impressionante!» stava dicendo ai gemelli Weasley in Sala Comune, di ritorno dall'allenamento con Katie «ma mi sembra di aver imparato più sul Quidditch questo pomeriggio che in tutta la mia vita con voi due!»
Fred e George assunsero lo stesso sguardo offeso, alzando un sopracciglio, ma dopo un po' risero e gli diedero una pacca sulla spalla.
«Davvero? Katie è brava, vero?» pronunciò Fred.
«Già! Non mi ero mai accorto di quanto fosse brava a giocare a Quidditch.»
«E' anche carina!» aggiunse George, come se avesse buttato lì quella affermazione del tutto casualmente.
«Oh beh sì, sicuramente!» rispose Jordan con un sospiro, mentre fissava il vuoto davanti a sé, senza realmente guardare i due gemelli.
Fred e George si scambiarono uno sguardo di intesa, che sfuggì all'attenzione di Lee, mentre questi era perso nei suoi pensieri, ricordando ancora il pomeriggio appena trascorso.
«Ma dov'è finita Angelina?» domandò dopo un po', notando che la ragazza mancava all'appello. Di solito stava sempre assieme a Fred, ormai da quando stavano insieme sembravano inseparabili.
«Beh, aveva delle cose da fare!» risposero in coro i gemelli.
«Oh, ma quello che cos'è?» George prese in mano uno strano cuscino, mentre aveva parlato, che Jordan si premunì di togliere dalle sue mani così velocemente, che il migliore amico non aveva neppure avuto il tempo di osservarlo attentamente.
«Me lo ha regalato Katie!» rispose il ragazzo sorridendo. «Non è un pensiero dolce?»
«Un cuscino?» domandò Fred perplesso.
«Sì! Sicuramente ha paura che durante la partita possa cadere di nuovo!» rispose Lee sorridendo, mentre accarezzava il cuscino con fare dolce, come se fosse Katie Bell in persona.
George fissò il cuscino per un po' e poi guardò Fred, sperando che anche a lui fosse venuta in mente la stessa identica cosa che gli stava passando nella testa in quel momento.
«Perché non provi a fare un sonnellino!» esclamarono i gemelli all'unisono, mentre George poggiava il cuscino sulla poltroncina e Fred gli rimboccava le coperte.
«Ma che cosa fate?» domandò Lee perplesso e confuso dallo strano comportamento improvviso dei gemelli.
«Sarai stanco, no?» cominciò Fred.
«Devi essere in forma per la gara di domani...»
«... e perché non sfruttare il bellissimo regalo che ti ha fatto Katie...»
«... per farti una bella dormita e riflettere un po'?» George terminò la frase con uno sguardo furbesco e un sorriso malizioso, dopo di che i gemelli cacciarono fuori dalla sala comune i pochi studenti presenti, sotto lo sguardo ancora confuso di Lee Jordan, e uscirono dal Buco del Ritratto, lasciando il ragazzo completamente solo.
In effetti... sono piuttosto stanco! Pensò Lee sdraiandosi sul cuscino e rimboccandolo piano. Il solo pensiero che era stata Katie a regalarglielo, lo rendeva il cuscino più comodo del mondo.
Non appena chiuse gli occhi e poggiò la testa sul cuscino si addormentò quasi subito, rivelando quanto effettivamente l'allenamento lo avesse stancato fisicamente. Giocare a Quidditch non era una passeggiata, come aveva sempre creduto.
Improvvisamente si ritrovò in un posto che non aveva mai visto e sentì come una voce che proveniva dalle sue spalle. Sapeva che stava sognando, che in realtà non si era spostato dalla Sala Comune, e che la sua testa era ancora poggiata sul cuscino, ma come mai gli sembrava che la voce provenisse proprio da quest'ultimo?
Era la voce di una donna e in poco tempo capì che si trattava di quella di Katie Bell. Gli pronunciava parole che non gli aveva mai rivolto, ma che sicuramente risiedevano nel suo cuore da moltissimo tempo. Era quella la sensazione che quelle parole gli trasmettevano.
Che Katie provasse davvero quelle cose? Erano quelli i suoi sentimenti?
Lee sorrise nel sonno e strinse di più a sé il cuscino, mentre la figura di Katie Bell continuava a dominare i suoi sogni.

Angelina Johnson guardò Fred e George con sguardo confuso, mentre parlavano, uno dopo l'altro, di uno strano regalo che Katie aveva fatto a Lee Jordan per Natale.
«Un cuscino rivela sentimenti? Ma che roba sarebbe?» chiese perplessa.
«E' un cuscino a cui è stato applicato un incantesimo...» iniziò Fred.
«... se la persona che possiede il cuscino è particolarmente timida...»
«... e ha paura di rivelare i propri sentimenti...»
«... regala il suddetto cuscino alla persona che ama...»
«... e questi scoprirà i sentimenti nascosti nel cuore della ragazza dopo una sola dormita su di esso!» Fred guardò Angelina, che aveva iniziato a capire qualcosa del piano dei gemelli.
«Così lo avete lasciato solo a dormire su quel cuscino?»
«Esatto!» risposero in coro i gemelli.
«E io che cosa dovrei fare?» chiese Angelina dopo un po'.
«Con una scusa, manda Katie in Sala Comune, senza dirle che Lee Jordan ha dormito sul suo cuscino...» rispose George.
«... siamo sicuri che appena la vedrà, Lee sarà estremamente contento!» Fred le fece l'occhiolino e Angelina capì tutto.
«Era questo che volevate! Voi sapevate che Lee è...»
«Innamorato di Katie? Certo che lo sapevamo! Abbiamo spiato Jordan in questi ultimi giorni!» i gemelli sorrisero e anche Angelina fece lo stesso. Posò un bacio sulla guancia a Geroge e uno sulle labbra a Fred, estremamente grata verso i due gemelli.
«Katie è la mia migliore amica. Tutto quello che volevo era vederla felice! Corro a dirle di andare in Sala Comune. Spero che sia come dite voi!»
«Non preoccuparti!» Fred le sorrise e Angelina si allontanò. Ci mise un po' per convincere Katie a fare quello che voleva, ma finalmente, senza troppi convenevoli, Katie si fece convincere ed entrò in Sala Comune, dopo che la Signora Grassa le ebbe rivoltò un sorriso smagliante.
Un po' impensierita da quello che stava succedendo, Katie si avvicinò alla poltroncina, dove Lee Jordan stava riposando, indecisa se svegliare il ragazzo oppure no. Angelina le aveva detto che c'era una sorpresa per lei in Sala Comune, ma a parte Lee Jordan non vedeva nessuno. Solo quando ebbe posato gli occhi sul cuscino sul quale Lee stava dormendo capì tutto e, più veloce di un fulmine, si diresse verso il Buco del Ritratto trovandolo chiuso.
«Katie...» La ragazza si voltò quando sentì pronunciato il suo nome. Lee Jordan si era alzato, i capelli un po' arruffati, ma il volto ancora più bello di sempre, mente si dirigeva a passo lento verso di lei.
«C-Ciao... io non volevo svegliarti! Cioè... è stata Angelina...» Katie cercò di dire la verità, ma si rese conto che qualunque cosa avesse detto in quel momento, sarebbe suonato inevitabilmente come una scusa.
«Katie... voglio ringraziarti per il tuo regalo!» sbottò Lee dopo un po', facendosi sempre più vicino al voltò della ragazza.
«N-N-Non devi... cioè... io...» Katie arrossì, diventando più rossa di un pomodoro maturo. Indietreggiò, finché non arrivò a toccare il muro alle sue spalle e Jordan le prese dolcemente le mani.
«Voglio darti il mio regalo di Natale!» le labbra di Lee Jordan si fecero sempre più vicine alle sue. Katie non poté fare a meno di avvicinarsi di più al suo viso e quando finalmente le loro labbra si incontrarono, si lasciò andare e si rilassò completamente. Lee si staccò dolcemente e la guardò.
«Oh...» esclamò Katie estasiata. «Questo è il miglior regalo di Natale che io abbia mai ricevuto!»
«Davvero?» Jordan sorrise e attirò la vita della ragazza alla sua. «Katie Bell, io credo proprio di essermi innamorato di te. Ed è stato proprio... il tuo regalo a farmelo capire.»
Katie osservò il cuscino e arrossì furiosamente, aggrappandosi al suo collo e guardandolo. Si sentiva la ragazza più felice del mondo in quel momento. Niente avrebbe rovinato quel momento, niente avrebbe fatto in modo che le cose andassero diversamente dalla piega che stavano prendendo. Sorridendo, avvicinò ancora le labbra alle sue e lo baciò. Le dischiuse quel poco che bastava affinché le loro lingue potessero incontrarsi e suggellare l'amore che i due provavano l'uno per l'altra.
Quando quel bacio terminò, Katie arrossì e alzò lo sguardo, mentre Lee le accarezzava dolcemente i capelli.
«Lee... ti amo anche io!» esclamò la ragazza e Lee annuì sorridendo.
«Sei pronta per domani?» domandò «faremo a pezzi i Serpeverde!»
«Sarai bravissimo!» la ragazza annuì e ridacchiò.
«Sarà solo per merito tuo!»
Katie appoggiò il capo sul suo petto, mentre Lee l'abbracciava e la stringeva a sé. Non vedeva l'ora che arrivasse il giorno dopo. Di giocare fianco a fianco a Lee Jordan, il suo ragazzo. Lo strinse di più e sorrise felice. Quello era sicuramente il miglior Natale di sempre.

Eccoci qui con un'altra storia. Stavolta una One shot che ha avuto l'onore di partecipare al contest a pacchetti Festività ad Hogwarts in cui dovevamo ambientare la nostra storia durante una delle festività a nostra scelta. Il pacchetto era così suddiviso:
NATALE pacchetto n.7
Pairing: Katie/Lee
Pozione: Essenza di Dittamo
Oggetto: Cuscino
Genere: Romantico
Raiting: Giallo
Contesto: Generale, vago
Divieto: I protagonisti non devono usare le bacchette neanche una volta
E' stato divertente scrivere di questa coppia, a cui sinceramente non avevamo mai pensato prima. Quindi speriamo che la One Shot sia uscita nel modo migliore possibile e nell'attesa dei risultati del contest ci piacerebbe tanto sapere la vostra opinione :) Grazie in anticipo e a presto!

Mitsuki e Sion

  
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Sakimoto_Misa