Rimpianti
Sei scappata e non so il perché.
No, ripensandoci bene forse
lo so.
Ti ho trattata
male e non mi vanto delle mie parole.
Dove sei?
Ti sto cercando
ma non ti trovo.
L’angoscia mi assale quando sento un urlo.
Riconosco la tua voce
cristallina turbata da un sentimento che non avevo mai
sentito uscire dalla tua bocca.
Orrore.
Corro.
Fino a sentire le mie gambe
cedere a terra come un pezzo di legno caduto dal carretto che lo trasportava.
Non ti sento più.
Mi faccio strada tra le
grandi frasche degli alberi della foresta e ti vedo.
Accasciata addosso a un pino sofferente.
Sento il tuo sangue.
Non voglio credere a quello
che la mia mente sta pensando.
Sei lì, corpo nudo coperto di
sangue.
Non riesco a capire cosa può
aver provocato tutto questo.
E non mi importa.
Io, ancora imbambolato, fermo davanti alla tua esile figura, non riesco a muovermi.
Ma quando ti vedo perdere i sensi e far cadere la testa
su di un lato, mi sveglio.
Ti sorreggo col mio braccio
forte.
Solo adesso vedo i momenti
felici passati con te.
E solo adesso ho la forza di parlarti.
Ti chiamo.
Ma tu non rispondi.
Stai ferma, accoccolata tra
le mie braccia, e mi guardi.
I tuoi occhi esprimono
tristezza, paura.
Vedo uscire una lacrima che
riga il tuo candido viso.
No.
No!
NO!
Tu sai cosa sto provando e
cerchi di consolarmi.
Mi sussurri fragili parole.
<< Starò bene….non ti
preoccupare >>
Dopo di che mi mostri un
sorriso e un’altra lacrima esce.
Forte fino all’ultimo.
Invidio la tua forza perché
da quando ti conosco sei sempre stata con me.
Nei momenti brutti.
Nei momenti belli.
Tu eri sempre qui con me.
E ora, non so chi dei due abbia più paura di perdere l’altra persona.
Continuiamo a guardarci mentre sento che il tuo corpo sta diventando
sempre più freddo.
Allora solo una cosa mi viene
in mente.
Ti faccio stendere sull’erba
fresca e mi tolgo il karingiu.
Ti copro e mi maledico per
non averlo fatto prima.
Ma appena ti sollevo, risistemandoti sul mio petto, tu
mi lasci.
Esali l’anima e con lei il
mio cuore.
Mi sollevo con il tuo corpo
su di me.
Ti porto nel luogo in cui
riposerai per sempre.
Ti distendo sul tuo futon e ti bacio.
Bacio quelle labbra che
appartengono ad un corpo senza vita.
Bacio quelle labbra che ho
sempre desiderato assaggiare.
E rimpiango…
Rimpiango tutto quello che ho
passato con te, per te.
Rimpiango.
Sì.
D’ora in poi la mia vita sarà
fatta di rimpianti.
Rimpianti per essere stato un
codardo anche quando la vita ti stava scivolando via dalle mani.
Un codardo per non averti mai
detto le fatidiche due parole che ho nel cuore da
sempre.
Ed ecco che ora, mentre guardo la casetta di legno che
tanto adoravi bruciare, le grido:
Ti amo
Kagome!