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Autore: Sayuri_92    25/06/2013    3 recensioni
Prima classificata al 'Naruto Couples: surpise paring contest' indetto da Sakura_e_Ino + Vincitrice premio originalità
Dalla storia: - Non chiamarlo 'quello'. Era tuo amico, Sasori, e sai bene che l'amavo, l'amavo da impazzire! Per quanto tenga a te, non posso scordarmi di lui da un momento all'altro. - gridò l'Haruno, con gli occhi che iniziarono a divenirle lucidi.
- Passarti da un momento all'altro, Sakura? Sono trascorsi due anni, due anni, cazzo! - sbottò il ragazzo, alzandosi in piedi e fissandola con uno sguardo iroso. - Pensavo che prima o poi te lo saresti lasciato alle spalle ed invece no, ancora mi fai sentire inferiore, ancora non raggiungo la sua altezza! Lui era perfetto, d'altronde! - urlò, fuori di sé.
L'Uchiha si sedette sul divano, ascoltando interessato quella discussione. C'era qualcosa che non capiva, qualcosa che forse il suo cuore aveva già intuito. Di chi parlavano?
- Questi sono solo complessi tuoi e non è colpa mia se il suo ricordo è ancora vivo! Lo sapevi che ci avrei pensato sempre, l'hai sempre saputo, eppure ti sei messo ugualmente con me e mi sei stato vicino! Ultimamente non ti riconosco più, che cazzo ti è successo? - || SasukeXSakura
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akasuna no Sasori , Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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 I see you
 
Camminava per le stradine di Tokyo con uno sguardo serio e con un ghigno stampato sul volto. Non diceva nulla e si limitava a lanciare qualche fugace sguardo di tanto in tanto alla sua nuova fidanzata. Lei camminava al suo fianco e sorrideva fiera, come a voler sfoggiare la sua conquista.
Povera sciocca. Non aveva idea che sarebbe durata poco più di una settimana, proprio come tutte le altre. Lui era indiscutibilmente un bel ragazzo, probabilmente il più gettonato dell'intera città. Alto, moro, con due occhi profondi e penetranti ed un fisico invidiabile.
Sasuke Uchiha aveva tutto. Fama, popolarità, soldi e ragazze.
- Sasuke, andiamo in discoteca questa sera? - domandò la fortunata di turno, o sfortunata, dipendeva dai punti di vista.
- Forse. - rispose il moro, diretto e poco loquace come al suo solito. Gran parte del suo fascino derivava proprio dal suo comportamento da bel tenebroso. Alle ragazze piaceva, in fondo cercavano qualcuno che le ascoltasse, o per lo meno fingesse di farlo, e non chiacchierasse troppo. Enigmatico e misterioso, Sasuke appariva così.
- Vi prego ragazzi, datemi qualche spicciolo ... ho fame. - 
Un'anziana signora si trovava seduta a terra, sul ciglio della strada, e chiedeva le elemosina ai vari passanti. 
Il destino volle che si rivolgesse proprio a Sasuke ed alla fidanzata del momento. La sorte fu molto ingrata, ma era ancora da stabilire per quale delle due parti.
- Non rompere i coglioni. - rispose sgarbato l'Uchiha, con una smorfia di disgusto dipinta sul volto.
- Dovresti essere più gentile, ragazzo. Un no sarebbe bastato. - disse l'anziana, scrutandolo dal basso. Era mal ridotta, sporca e le mancavano molti denti. Oltretutto emanava un olezzo non indifferente.
Sasuke si fermò e scostò il suo sguardo sulla mendicante. Schioccò la lingua sul palato ed un ghigno poco rassicurante comparve sul suo volto.
- Gentile, dici? Sei una stracciona, una nullità. Continua a restare nella fogna da dove vieni e non rompere i coglioni. -
Così dicendo il moro le sputò addosso, senza alcun ritegno.
La mendicante non disse nulla e scrutò con i suoi piccoli occhi il ragazzo dinnanzi a sé, che la fissava con sguardo da sbruffone.
- Necessiti di prendertela con i deboli per sentirti forte, Sasuke Uchiha? - domandò l'anziana e questa volta fu il suo turno di ghignare. 
- Come conosci il mio nome? - domandò lui, aggrottando le sopracciglia. Ringhiò, tentato di prenderla a calci, ma un minimo di buon senso gli era rimasto.
- Io so molte cose su di te, Uchiha. Il tuo cuore è tormentato dalle tenebre ... Colpa di Itachi? Del tuo defunto fratello? Ti senti responsabile della sua morte e per questo ti sei trasformato nella feccia della peggior specie, non riesci a donar sollievo al tuo giovane cuore. - sibilò l'anziana, infilando una mano all'interno di una vecchia borsa strappata.
Sasuke ringhiò e fece un passo avanti, tentato di farla a pezzi. Tuttavia, qualcosa iniziò a tormentarlo dentro, qualcosa di molto somigliante al senso di colpa.
- Che succede, Sasuke? Perché perdi tempo con questa ... questa barbona? - domandò la ragazza, attaccandosi ad un suo braccio.
- Molto presto ti accadrà una cosa brutta e dovrai fare una scelta, Uchiha, e questa scelta deciderà della tua vita. Se seguirai la giusta via, se seguirai ciò che ti dirà il cuore, allora vivrai. Ti sto dando la possibilità di cambiare, di redimerti! - esclamò la mendicante, lanciandogli addosso una strana polverina bianca. 
Sasuke si allontanò istintivamente, fissandola furioso.
- Tu sei una dannata pazza! Vaffanculo! - sbottò il moro, afferrando per una mano la fidanzata. Si allontanò, senza dire altro. Dentro di sé percepiva qualcosa di strano, un sentimento familiare. Il dolore per la morte di Itachi si stava riaccendendo, per quel fratello morto troppo prematuramente.
Attraversò in modo frettoloso la strada, non accorgendosi di una macchina che svoltò all'ultimo. Fu impossibile scansarsi, fu impossibile evitare quell'incidente.
Il duo venne investito e l'ultima cosa che Sasuke vide fu il rosso. Era sangue, il suo sangue.
 
Quando riaprì gli occhi, si ritrovò all'interno di una stanza bianca, illuminata dai fiochi raggi solari che filtravano attraverso i vetri della finestra.
Ci mise qualche istante a mettere a fuoco, a capire che fosse all'interno di un ospedale.
Sentiva un gran mal di testa attanagliarlo e qualche dolore sparso. Il ricordo dell'incidente stradale gli tornò alla mente, così come il discorso fatto con quella mendicante.
Storse le labbra, iniziando a credere di aver subito qualche malocchio.
- Fottuta strega. - ringhiò tra sé e sé, portandosi a sedere. Tutto sommato stava bene e non aveva riportato danni gravi. Era stato fortunato.
Si guardò attorno, alla ricerca dei suoi vestiti e quando li vide si alzò. Riusciva a camminare senza problemi e non aveva intenzione di rimanere un istante di più in quel posto che puzzava di disinfettante.
Indossò i suoi blue Jeans e la sua camicia nera, per poi uscire dalla stanza senza farsi vedere. Camminò silenziosamente, facendo finta di nulla.
- Ehi tu. - 
Una voce femminile lo fece irrigidire e si girò, scrutando con estrema attenzione una donna dai lunghi capelli rosa, gli occhi verdi ed un camice bianco. Probabilmente era uno dei medici dell'ospedale.
- Mh ... - mugugnò il moro, seccato. Non aveva la minima voglia di sorbirsi una paternale da un dottore, per giunta una lei.
- Cosa ci fai qua in giro? Dovresti essere in camera. - disse la donna, avvicinandosi alla figura di Sasuke, il quale sbuffò vistosamente. 
- Guarda che io sto bene, voglio uscire. - rispose, autoritario e sbruffone come al suo solito. Inarcò un sopracciglio quando la dottoressa non si fermò e proseguì nel suo cammino. Sembrava avere l'intenzione di andargli addosso, forse attratta dal suo aspetto, come tutte del resto.
- Che intenzioni hai? - domandò Sasuke, ammiccando un sorriso malizioso.
La donna lo ignorò totalmente e l'impatto avvenne.
L'Uchiha non si aspettava che gli sarebbe realmente venuta addosso e strizzo gli occhi, stupendosi nel constatare che non c'era stato alcun contatto.
Le sue palapebre si sollevarono lentamente e, perplesso, fissò dinnanzi a sé, aspettandosi di ritrovarsi quel medico ad un palmo dal suo naso, ma gli si raggelò il sangue nelle vene quando si rese conto di quello che stava accadendo.
Boccheggiò, iniziando a credere di essere ancora addormentato. Era impossibile, sicuramente si trattava di un sogno.
La dottoressa lo aveva letteralmente attraversato, come se lui fosse privo di consistenza, come se fosse aria, come se fosse ... un fantasma.
- Ma ... ma cosa? - balbettò tra sé e sé, sconvolto.
- Allora, che ci fai qui? Fila nella tua stanza. -
Sasuke si voltò di scatto verso quella donna e notò finalmente che non stava parlando con lui, ma con un altro paziente, probabilmente in giro senza permesso.
- Tu ... ehi, tu. - provò a chiamarla, avvicinandosi a lei titubante. Non lo sentiva. Oltre ad essere inconsistente era anche invisibile ed inudibile. - Ma come diamine è possibile? - sbottò successivamente, ringhiando. Era certamente un sogno, o forse un incubo. Non c'erano altre ragioni.
Tentò di poggiarle una mano sulla spalla, ma le passò attraverso. 
- Ridicolo ... sarei un fantasma? - si domandò Sasuke, ghignando. Se prima aveva qualche dubbio, in quel momento ne ebbe la certezza: lui era ancora tra le braccia di Morfeo.
- Dottoressa Haruno, presto. Il paziente della 238 ha avuto un arresto cardiaco. - disse un infermiere, chiamando d'urgenza quel medico dai capelli rosa.
- Visto che è un sogno ... - mormorò il moro, seguendo quella donna. 
Quanndo arrivarono dinnanzi la stanza 238, Sasuke sgranò gli occhi. 
Nel letto, disteso in fin di vita, si trovava lui stesso. Era piuttosto malconcio e come poteva ben vedere dai macchinari, il cuore gli si era fermato.
- C'è bisogno del defibrillatore, forza. - disse la dottoressa, afferrando quei due attrezzi a lui sconosciuti. Sapeva solo che rilasciavano una scarica elettrica. - Carico, libero. - proseguì l'Haruno, poggiandoli sul petto di Sasuke, o meglio, sul petto del Sasuke tangibile.
L'Uchiha boccheggiò ancora, cercando di capire se si trattasse veramente di un sogno, della sua immaginazione, o se ci fosse qualcosa di vero. Era impossibile che fosse accaduta una cosa simile, gli sembrava una storia da Film e lui viveva nel mondo reale, non in uno fantastico.
Sentì una scarica elettrica pervaderlo dentro nell'esatto istante in cui la dottoressa utilizzò il defibrillatore sul suo corpo. C'era una connessione tra lui ed il se stesso in coma, fin troppo ovvio, soprattutto se si fosse trattato di un sogno.
- C'è polso, i suoi valori stanno tornando nella norma. - disse l'Haruno, dopo diversi tentativi. Sospirò di sollievo, osservando il paziente con un sorriso. - Sei salvo, Uchiha Sasuke. Vedi di risvegliarti da questo coma. - proseguì, assumendo un'aria triste.
- Non può fare nulla, dottoressa? - domandò l'infermiere di poco prima, sospirando.
- A livello fisico ora sta bene. Non ho idea del perché sia in coma, non c'è una spiegazione medica. - spiegò la donna, scuotendo la testa.
- Non ci sono parenti da avvisare? - chiese un altro infermiere, preoccupato per le sorti del paziente.
Sasuke ringhiò ed era tentato di ribattere che non c'era proprio nessuno da avvisare. Lui era rimasto solo al mondo, senza una famiglia.
- No, non risultano. È orfano ed il suo unico fratello è morto due anni fa. - spiegò il medico, con un'espressione tristissima. Fece cenno ai vari presenti di uscire dalla stanza. Lì non avevano più nulla da fare.
Sasuke sbuffò. Ci aveva pensato quella donna a spiegarlo, a far sapere a tutti che fosse solo come un cane. Si avvicinò al suo corpo, incuriosito. Ci doveva pur essere un modo per risvegliarsi da quell'incubo, perché di ciò si trattava. Anche se tutto sembrava così reale, niente poteva essere vero. 
Provò a sedersi vicino il se stesso tangibile, a sdraiarsi al proprio interno, ma niente.
Sembrava che il suo corpo e la sua 'entità spirituale' fossero separate.
Dopo svariati tentativi, Sasuke si arrese e decise di attendere spontaneamente che si svegliasse. Si sedette su una sedia, fissando il se stesso in coma.
Senza rendersene conto, si abbandonò alle braccia di Morfeo. Era possibile dormire in un sogno? Beh, lui c'era appena riuscito.
Forse passarono ore, forse solo pochi minuti, ma Sasuke si risvegliò a causa della voce di quella dottoressa di poco prima. Era tornata nella stanza e si era seduta su una sedia, affianco al suo letto.
- Sasuke ... Uchiha. - mormorò il medico, accennando un sorrisino gentile.
- Io sono Sakura, Sakura Haruno. - proseguì, scrutandolo con interesse.
Il moro la scrutò perplesso. Cosa voleva fare? Perché parlava con un uomo in coma?
- Sei il primo a cui non sono in grado di fare una diagnosi. Cos'hai, Sasuke? Perché non vuoi svegliarti? - domandò, sbuffando. Una nuova espressione di dolore si dipinse sul volto della dottoressa. Sembrava molto vicina a quel paziente, come se fosse coinvolta emotivamente.
- Perché siamo in un sogno e tu sei frutto della mia fantasia, ma immagino che non mi sentirai. Anche questo fa parte dell'incubo. - disse l'Uchiha, incrociando le braccia al petto. Come si aspettava, lei non si accorse di nulla, non percepì alcun suono.
- Deve essere brutta la solitudine. Nessuno che viene a trovarti, nessuno che ti aspetta a casa ... magari hai una fidanzata. Vorrei tanto avvisarla se ci fosse, o forse si trattava di quella ragazza che era con te, la ragazza che è morta. - mormorò Sakura, tristemente.
Sasuke rimase per un attimo sorpreso da quella notizia. La sua neo fidanzata era morta? Non che ci fosse legato, ma non era un mostro e non avrebbe augurato la morte a nessuno.
Perché quella stupida dottoressa continuava a parlargli? Lei non sapeva nulla di lui, né della terribile solitudine che provava da ormai due anni.
- Mi piacerebbe aiutarti in qualche modo, Sasuke, anche se non ti conosco. - mormorò l'Haruno, sorridendo in modo spontaneo e sincero. 
- Fatti i cazzi tuoi e vattene, non mi serve la tua pietà. - sbottò il moro, ricordandosi solo in un secondo momento che lui poteva vederla, lui poteva sentirla, ma che al resto del mondo fosse invisibile. - Voglio svegliarmi, cazzo! - urlò successivamente, alzandosi in piedi. Quel sogno iniziava a dargli fastidio.
- Tornerò domani ... porterò dei fiori freschi. Spero ti piacciano i tulipani bianchi ... a lui piacevano. - disse la dottoressa, enigmatica, alzandosi in piedi. 
Solo in quel momento Sasuke si rese conto di un vaso ricolmo di fiori posto accanto al suo letto, sul comodino. Era stata lei a portarglieli?  Perché mai aveva compiuto un gesto tanto gentile nei suoi confronti? Nessuno faceva niente per niente, nessuno era così buono da fare qualcosa senza aspettarsi nulla in cambio. Forse sapeva che era ricco e credeva di ricevere dei soldi una volta uscito dal coma. O forse ... Ma cosa andava a fantasticare? Era la sua mente ad aver creato quella donna, la sua immaginazione. Nulla era reale e nulla meritava attenzione. Tuttavia, che significava 'a lui piacevano'? Di chi parlava? 
Stufo di quel posto, decise di andare a farsi un bel giro. Doveva ingannare il tempo in attesa che si svegliasse.
Uscì dall'ospedale indisturbato, nessuno poteva vederlo e quindi si sarebbe evitato scocciatori. Non sarebbe stato male anche nella vita reale essere invisibile, non avere seccature di alcun genere e vivere in tranquillità.
Camminò per le affollate stradine di Tokyo, sorprendendosi di come la sua mente riuscisse a riprodurre ogni dettaglio in modo così minuzioso. Doveva avere una gran memoria per riuscire in ciò.
- Ancora non ti rendi conto della realtà, Uchiha? - 
Una voce a lui familiare attirò la sua attenzione e sentì un brivido percorrergli la schiena. Girò lentamente la testa, stupito che qualcuno potesse vederlo. 
Dinnanzi ai suoi occhi si palesò la figura di quell'anziana signora, quella mendicante che aveva già incontrato.
- Ancora tu? Cazzo, mi perseguiti anche negli incubi. - ringhiò il moro, infilandosi le mani nelle tasche dei pantaloni.
- Non è un incubo, Uchiha. È tutto reale. Ti sei separato dal tuo corpo e solo riunendoti ad esso potrai risvegliarti dal coma. - spiegò l'anziana, accennando un ghigno.
- Speri che ci creda, stracciona? Torna a fare l'elemosina e non rompermi i coglioni. - sbottò Sasuke, con ben poca pazienza.
- Vedo che l'incidente non è servito a cambiare i tuoi modi. Forse per te non c'è speranza, forse sei destinato a vagare in questo limbo per l'eternità. Essere invisibile è la condanna peggiore che un uomo possa avere, la pena più grande per chiunque. Riscopri ciò che di buono c'è nel tuo cuore, Uchiha, ed allora potrai trovare la salvezza. -
Inutile dire che il ragazzo rimase colpito da quelle parole e per un attimo iniziò pensare all'eventualità che dicesse il vero, che lui fosse veramente finito in una sottospecie di limbo dove nessuno poteva vederlo o sentirlo. Poi la sua mentalità scettica tornò a regnare sovrana e schioccò la lingua sul palato.
- Tutte balle. Tu sei solo frutto di un brutto sogno, proprio come questa situazione. -
Non disse altro, si limitò a riincamminarsi ed avviarsi nuovamente verso l'ospedale. Prima o poi si sarebbe dovuto svegliare e tutto sarebbe finito. Quell'incubo stava durando fin troppo per i suoi gusti ed il fatto che fosse così nitido e reale, unito alle parole di quella vecchia, iniziò ad insinuargli il tarlo del dubbio nella mente.
 
 
Si trovava ancora lì, seduto dinnanzi al se stesso tangibile disteso in un letto d'ospedale in fin di vita. Per quanto continuasse a ripetersi che non era reale, ormai era troppo tempo che si trovava lì. Erano passati due giorni dall'incidente, o almeno quello era il tempo passato nel suo 'incubo'.
I suoi pensieri vennero interrotti dal rumore della porta. Qualcuno era entrato e senza nemmeno il bisogno di aprire gli occhi, lui sapeva di chi si trattasse: il suo medico, Sakura Haruno.
- Eccomi qui anche oggi, Sasuke. - mormorò la ragazza, con un insopportabile e squillante vocetta. Si avvicinò al giovine in coma, controllando i valori e le sue pupille. Proprio come il giorno precedente non dava alcun cenno di ripresa. - È sconfortante non capire cosa hai ... se solo potessi parlare, darmi qualche segno ... Ma niente, sei in coma ed io non riesco a trovarne il motivo. Lui non me lo perdonerebbe. - disse la dottoressa, sbuffando. Per lei era una sconfitta.
- Forse perché è un sogno. - ipotizzò Sasuke, come se potesse sentirlo. - Oppure perché il mio corpo è lì ... ed io sono qui. - proseguì, iniziando a prendere vagamente in considerazione tale ipotesi. - E poi chi cazzo è lui? -
- Ed ancora non è venuto a trovarti nessuno. - bofonchiò tristemente Sakura, sospirando. Gli carezzò lievemente una guancia, scostandogli un ciuffo di capelli dal viso in un gesto insolitamente dolce.
- Ehi, non toccarmi! - sbottò l'Uchiha, alzandosi in piedi e ringhiando, inutilmente. La sua presenza era sconosciuta a tutti, tranne che a quella vecchiaccia. 
- Ora devo andare. Domani ti porterò uno stereo e qualche CD. Non so che musica ti piaccia, ma magari ti farà bene sentire qualcosa. - disse Sakura, uscendo dalla stanza con un triste sorriso.
Il moro la scrutò per lunghi istanti, continuando a domandarsi per quale assurdo motivo facesse tutto ciò. Lui era certo che nessuno avrebbe aiutato il prossimo senza un doppio fine, ma allora perché lei lo faceva? Si trattava semplicemente di una stupida ingenua o era una mente malefica? Ghignò, incuriosito da quella ragazza. Visto che era invisibile, tanto valeva sfruttare la sua condizione. Si decise a seguirla, a capire che tipo fosse e magari a spiarla nei suoi momenti più intimi. Era certo che sarebbe stato divertente.  
Le prime ore furono abbastanza noiose. Sakura aveva visitato svariati pazienti e chiacchierato con qualche collega, ma nulla di più. Quando terminò il suo turno lavorativo, lei tornò a casa e Sasuke le stava dietro come se fosse la sua ombra.
- Finalmente! - esclamò l'Haruno, una volta rincasata. Si buttò sul divano in modo sgraziato, lanciando le sue scarpe una a destra ed una a sinistra. Affondò la testa nel cuscino, esausta. - Non vedo l'ora di rilassarmi un po'. - mormorò successivamente. Ci pensò un po' su e poi sbuffò. Si era appena ricordata di avere un impegno o per meglio dire, un appuntamento con il suo fidanzato. - Dai Sakura, lo ami. Uno sforzo. - 
L'Uchiha si guardò attorno, fissando la ragazza in modo strano. Erano così le donne lontane da occhi indiscreti? Si comportavano in modo poco aggraziato e parlavano da sole? Delle pazze e la sua decisione di non volersi mai sposare o avere un rapporto stabile si rafforzava sempre di più.
Seguì la dottoressa prima con lo sguardo e poi 'fisicamente', per quanto di fisico potesse trattarsi in quel momento. 
Sakura si recò in bagno ed accese l'acqua della doccia, iniziando a spogliarsi.
- Oh, bene. Finalmente qualcosa di interessante. - disse Sasuke, poggiandosi con la schiena contro lo stipite della porta.
La ragazza si sfilò dapprima la maglia, poi il reggiseno ed infine i pantaloni, rimanendo con le sole mutandine indosso. Il moro si mangiò con lo sguardo ogni centimetro del suo corpo, sbiancando quando arrivò alle gambe.
- Dio, una ceretta non ti farebbe male, sai Sakura? - mormorò l'Uchiha, inutilmente visto che non poteva essere udito. Dei lunghi peli rosa si trovavano su tutta la superficie delle sue gambe. Uno spettacolo veramente orrido. Forse le donne l'inverno evitavano di depilarsi, soprattutto se avevano una scarsa attività sessuale e portavano spesso i pantaloni.
Sakura si sfilò gli slip, per poi entrare all'interno della doccia. Afferrò una lametta ed iniziò a rimuovere ogni singolo pelo sul suo corpo, ignara che due occhi scuri continuassero ad osservarla.
- Dio Sakura, hai proprio un bel culo, ma sei piatta come una tavola ... e poi che razza di donna sei? La lametta la usano gli uomini, non le donne. Bleh. - commentò nuovamente Sasuke, dentro la doccia assieme a lei. Peccato che l'acqua non lo bagnasse. Lui poteva vederla e sentirla, ma non il contrario. Si sentiva una specie di stalker, ma era divertente.
- Sono in doccia con una donna nuda e tu stai buono? - domandò l'Uchiha al suo amichetto in mezzo alle gambe. Quesito stupido. Non era un corpo, ma solo un'entità intangibile.
- Devo ammettere che non sei niente male, tette a parte ovviamente. -
Era ironico che lui si decidesse a diventare loquace proprio quando nessuno poteva sentirlo.
Sakura si depilò per bene e poi si fece lo shampoo. Infine uscì dalla doccia.
- Non è divertente senza un corpo ... pensavo di trovarlo più emozionante. - bofonchiò il moro, sospirando. Quella storia iniziava a diventare seccante.
Continuò a seguire i movimenti di Sakura per tutto il tempo, non conoscendone nemmeno lui il motivo. Quella donna lo incuriosiva, forse perché si era dimostrata gentile senza un apparente doppio fine.
Si appuntò mentalmente che le 'femmine' erano false. Davanti agli altri erano dolci e carine, quasi perfette, ma quando erano sole facevano di tutto, senza contare che in assenza di trucco e depilazione somigliavano a mostri. Ecco perché non si facevano vedere in quelle condizioni prima del matrimonio, per paura di essere mollate!
- Ok, sono pronta. - mormorò Sakura, agghindata di tutto punto, fatta eccezione per le scarpe. Indossava ancora le ciabatte e non sembrava intenzionata a cambiarle. Il motivo di tale mistero fu svelato all'Uchiha in breve. Il campanello della porta suonò ed un uomo dai capelli rossi entrò nell'appartamento.
- Che pessimi gusti. Sembra un deficiente. - commentò l'Uchiha, ghignando.
- Sasori ... puntuale come sempre. - mormorò l'Haruno, sorridendo e permettendo al ragazzo di entrare. 
- Non arrivo mai in ritardo. - biascicò Sasori, il presunto fidanzato del medico.
- Vieni, entra ... - 
Sakura fece strada al rosso e lui si sedette sul divano con poca grazia. Aveva uno sguardo strano, come se fosse ubriaco. La dottoressa sembrò accorgersene e si portò le mani sui fianchi, fissandolo severamente. - Hai di nuovo bevuto? Che cazzo Sasori! Ti ho già detto di non farlo, sei un idiota! - sbottò furibonda. Non c'era ombra di felicità sul suo volto, solo rabbia.
- È colpa tua ... non mi fai mai sentire all'altezza, pensi ancora a quello ... - bofonchiò il rosso, con la classica voce di chi ha alzato un po' troppo il gomito.
- Io te l'ho detto che è un deficiente. - disse Sasuke, con aria saccente.
- Non chiamarlo 'quello'. Era tuo amico, Sasori, e sai bene che l'amavo, l'amavo da impazzire! Per quanto tenga a te, non posso scordarmi di lui da un momento all'altro. - gridò l'Haruno, con gli occhi che iniziarono a divenirle lucidi.
- Passarti da un momento all'altro, Sakura? Sono trascorsi due anni, due anni, cazzo! - sbottò il ragazzo, alzandosi in piedi e fissandola con uno sguardo iroso. - Pensavo che prima o poi te lo saresti lasciato alle spalle ed invece no, ancora mi fai sentire inferiore, ancora non raggiungo la sua altezza! Lui era perfetto, d'altronde! - urlò, fuori di sé.
L'Uchiha si sedette sul divano, ascoltando interessato quella discussione. C'era qualcosa che non capiva, qualcosa che forse il suo cuore aveva già intuito. Di chi parlavano? 
- Questi sono solo complessi tuoi e non è colpa mia se il suo ricordo è ancora vivo! Lo sapevi che ci avrei pensato sempre, l'hai sempre saputo, eppure ti sei messo ugualmente con me e mi sei stato vicino! Ultimamente non ti riconosco più, che cazzo ti è successo? -
Il tono di Sakura aveva un qualcosa di disperato e la sua voce uscì incrinata. Stava per mettersi a piangere.
- Ti sono stato vicino perché mi piacevi, mi sei sempre piaciuta, fin da quando stavi con lui. Ma tu niente, hai sempre avuto occhi solamente per Itachi, per il ragazzo considerato il genio degli Uchiha! Ora lui è morto, fattene una ragione ed ama me, ama soltanto me! - urlò Sasori, poggiandole le mani sulle spalle ed iniziando a scuoterla con violenza. 
L'Haruno singhiozzò e lo fissò con sguardo spaventato. In quel momento provava paura per il fidanzato e desiderava solo che se ne andasse.
Sasuke sgranò gli occhi nel sentire quelle parole e roteò di scatto gli occhi su Sakura. Era lei la ragazza di cui Itachi gli parlava ogni tanto? Era lei quella ragazza che gli aveva rubato il cuore e che voleva presentargli? Era lei la persona a cui teneva tanto suo fratello, quella persona che non era riuscito a conoscere a causa di quel dannato incidente che se l'era portato via, risparmiando lui, la persona sbagliata. Se solo quella notte non avesse bevuto, se solo si fosse messo al volante, sarebbe stato lui a morire e non Itachi. 
- Lasciala stare ... - 
Quelle parole gli uscirono flebili, tremanti e quasi stonavano sulla sua bocca, sulla bocca di Sasuke, quel ragazzo che mai avrebbe preso le difese di nessuno e proprio quando aveva deciso di farlo, era impotente, impossibilitato a proteggere quella creatura che suo fratello avrebbe desiderato felice, al sicuro.
- Non potrò mai dimenticarlo, Sasori ... e lasciami, mi fai paura ... - balbettò Sakura, singhiozzando. Non ce la fece più ed alla fine scoppiò in lacrime. 
- Cazzo Sakura, cazzo! Perché mi vuoi far diventare cattivo, eh? Perché vuoi che diventi uno stronzo con te? Ho detto che devi lasciarlo perdere, tu devi amare solo e soltanto me, me, me! - gridò il rosso, tirandole un forte ceffone. 
L'Haruno cadde a terra, singhiozzante e con una guancia dolorante. 
- V-Vattene, vattene ... VATTENE! - urlò la ragazza, terrorizzata. Si abbracciò da sola, inginocchiata sul pavimento. In quel momento era veramente pietosa, patetica.
- Sei un figlio di puttana! - sbottò Sasuke, provando a tirargli un pugno, ma niente. Non era riuscito a colpirlo, gli era passato attraverso. - Dannazione! - 
Sasori fissò la fidanzata dall'alto in basso e poi schioccò la lingua sul palato. Le diede le spalle e se ne andò, sbattendo con violenza la porta di casa.
La dottoressa continuò a piangere, maledicendosi mentalmente per essersi messa con quel ragazzo, quel ragazzo che era appena diventato un mostro.
- Itachi ... Itachi ... perché? - singhiozzò, sentendo il bisogno, la necessità di averlo accanto a sé. Eppure lui non c'era, lui era morto e mai sarebbe tornato.
L'Uchiha la fissò con uno sguardo tremendamente triste. Finalmente tutto gli era chiaro. Sakura sapeva che lui era il fratello di Itachi, per questo era stata così gentile e si era occupata di lui come una mamma apprensiva, per questo gli portava i fiori tutti i giorni. Oltretutto, lei poteva comprendere il suo dolore, poteva capire cosa significasse la vera sofferenza.
- Sakura ... - mormorò semplicemente, inginocchiandosi dietro di lei, alle sue spalle.
Anche se era inutile, anche se lei non avrebbe sentito nulla, ci provò lo stesso e circondò il suo corpo con le proprie braccia, tentando goffamente di abbracciarla e donarle un po' di conforto. Mai si era sognato di donare un simile atto di dolcezza a nessuno, ma l'Haruno era diversa, era ... speciale.
- Ma cosa ...? - mormorò la dottoressa, girandosi di scatto. Per lei era stato un attimo, una sensazione durata un millesimo di secondo. Le era sembrato di percepire il suo calore, le sue forti braccia che la cullavano e la tranquillizzavano, le era sembrato di sentire Itachi. Era tutto frutto della sua immaginazione e lo sapeva bene, ma si sentiva meglio. - ... Itachi ? - chiese successivamente, sorridendo tra le lacrime. - No, impossibile. -
- Tu ... Sakura, tu sei riuscita a percepirmi? - domandò Sasuke, tentando vanamente di toccarla. Lui era ancora intangibile, era ancora uno spirito privo di corpo. Com'era possibile? Forse c'era speranza e forse non era veramente un sogno, ma solamente una stupida maledizione di quella dannata vecchiaccia!
La ragazza si alzò in piedi, asciugandosi le lacrime. Si buttò sul divano stancamente e fissò per lunghi ed interminabili minuti il soffitto, ripensando a quella strana sensazione. Era stata meravigliosa, era stato come se lui fosse nuovamente al suo fianco.
- Te lo prometto, Itachi ... riuscirò a curare Sasuke, riuscirò a salvarlo. -
L'Uchiha la fissò con sguardo triste. Forse tutto era stabilito ancor prima che lui avesse quell'incidente, forse era destino che lei fosse il suo medico e che lui, da fantasma, la seguisse. Che si trattasse della chiave per farlo risvegliare? Probabilmente sì, doveva solo trovare il modo.
Nel momento in cui aveva provato sentimenti positivi, sinceri, sentimenti veri, lui era riuscito a toccarla per un nano secondo e quell'episodio, assieme alle parole di quella vecchia, rendevano il puzzle chiaro.
 
 
Erano due giorni che Sasuke seguiva Sakura ovunque, senza lasciarla sola nemmeno per un istante. Lei aveva una vita abbastanza monotona. Andava a lavorare la mattina presto, rincasava la sera e si guardava un film, per poi farsi una doccia ed andare a dormire. Del bastardo non c'era alcuna traccia, non si era più fatto vivo e questo non poteva che render felice l'Uchiha. Una volta tornato nel suo corpo l'avrebbe fatto a pezzi.
- Ed anche oggi è finita ... - mormorò l'Haruno, buttandosi sul divano sgraziatamente.
- Dovresti uscire e divertirti. E soprattutto, molla quell'idiota. - disse Sasuke, conscio di non essere udito. La fissò stendersi sui morbidi cuscini ed accendere la televisione, sgranocchiando delle patatine fritte. 
- Scegli dei film penosi oltretutto. -
Anche se sapeva di parlare a vuoto, gli piaceva stare in sua compagnia, forse per il profondo legame che condividevano nei confronti di Itachi, anche se lui rimaneva invisibile ai suoi occhi.
Il campanello di casa suonò e Sakura si alzò dal divano.
- Controlla chi è, cretina. - mormorò il moro, sbuffando. La vide aprire la porta senza chiedere chi fosse. Lei e la sicurezza non andavano proprio d'accordo.
- Sasori. - disse freddamente l'Haruno, immobile.
- Appunto. Sei una scema. - la insultò Sasuke, ringhiando. 
- Sakura. Sono venuto a parlarti. - sibilò il rosso, con gli occhi arrossati ed il fiato che gli puzzava d'alcool.
- Sei di nuovo ubriaco. Vattene via, non voglio avere più niente a che fare con te! - sbottò la dottoressa, cercando di sbattergli la porta in faccia, ma un piede del rosso glielo impedì, bloccandola.
- Non me ne vado! Io ti voglio, non posso fare a meno di te, Sakura! -
Pazzo di gelosia, Sasori spintonò l'Haruno, buttandola a terra. Entrò in casa, sbattendosi la porta alle spalle.
- Questo è un bastardo psicopatico! - sbottò Sasuke, frapponendosi tra il rosso e Sakura, ma fu tutto inutile. 
Sasori gli passò attraverso ed iniziò a prendere a calci la povera dottoressa, Lei urlò e si disperò, ma nessuno giunse in suo soccorso. L'ormai ex fidanzato sembrava come impazzito, forse per la gelosia o forse erano solo i fumi dell'alcol.
- Basta ... fermati! - urlò l'Uchiha, cercando di colpire con un pugno ben assestato Sasori, vanamente.
Improvvisamente qualcosa cambiò nel suo cuore, qualcosa scattò. Lui voleva aiutarla veramente e non solo per Itachi, ma perché per una volta sentiva di voler bene a qualcuno, proprio come quando suo fratello era ancora in vita. Stava tornando ad amare, a provare sentimenti. Furono proprio questi sentimenti a spingerlo a reagire, a permettergli di trovare finalmente la forza ed il coraggio.
Tirò l'ennesimo pugno a Sasori e questa volta andò a segno. Riuscì a colpirlo, buttandolo a terra ed allontanandola da Sakura, riversa a terra in una pozza di sangue.
Il rosso cadde, battendo la testa contro il tavolino posto vicino al divano e perse i sensi, un po' per la botta ed un po' per la sbornia.
La dottoressa respirava a fatica e fissava l'ex fidanzato con sguardo confuso. Non aveva idea di cosa fosse successo, non ci aveva capito nulla. Sentiva dolori ovunque ed a causa di tutte quelle botte era spaesata e ogni cosa le appariva poco lucida.
Furono solo pochi secondi, pochi secondi in cui riuscì a vedere una figura sbiadita, opaca.
Sbatté gli occhi per più e più volte, incredula. Il ragazzo che a poco a poco stava prendendo consistenza era Itachi, oppure stava sognando?
- I-Itachi ... - balbettò Sakura ed un lieve sorrise le nacque sul volto.
- Tu ... tu mi vedi? - domandò Sasuke, chinandosi su di lei.
- Sì, sì ... ti vedo, Itachi. - mormorò l'Haruno, tossendo sangue. Doveva avere gravi danni interni.
- E mi senti anche ... - disse il moro, cercando di prenderla tra le braccia, ma fu tutto inutile. Era diventato visibile ed udibile, ma non tangibile. - Io sono Sasuke, il fratello, non Itachi. - confessò successivamente, preoccupato per le sue condizioni. Se fosse morta non se lo sarebbe mai perdonato ed i sensi di colpa per non aver protetto la donna che il consanguineo aveva amato l'avrebbero tartassato per l'eternità e sarebbero stati ben peggiori della solitudine.
- Sasuke ... - sussurrò flebilmente la dottoressa, quasi certa di essere passata a miglior vita. Tutto ciò che stava vedendo non era reale, si trattava solo del frutto della sua immaginazione. 
La testa le pulsava terribilmente e percepiva terribili fitte. Oltretutto la vista si stava appannando. Se non era morta, sarebbe svenuta entro breve e probabilmente perita se qualcuno non l'avesse curata.
- Sento le sirene in lontananza, Sakura. Qualcuno deve aver chiamato la polizia ... resisti. - disse Sasuke, mordendosi il labbro inferiore.
La ragazza era conciata male e non riuscì a rispondergli.
Prima di perdere i sensi, percepì solamente uno strano calore, un contatto con le labbra del 'ragazzo fantasma' e per un attimo le sembrò di star baciando Itachi, di essere tornata a ricevere amore dall'unico uomo che aveva conquistato il suo cuore. Peccato che a procurarle tutte quelle sensazioni era un entità invisibile, un uomo che teoricamente si trovava in coma in una stanza d'ospedale, ma che in quel momento le era vicino.
 
 
Riaprì gli occhi lentamente e ci mise qualche secondo a mettere a fuoco, a capire dove si trovasse. Si guardò intorno più e più volte, percependo un sordo dolore alla testa.
Cos'era successo? Perché si trovava lì?
- Oddio, ti sei svegliato! -
Una squillante voce raggiunse le sue orecchie e lo infastidì parecchio.
Sasuke scostò lo sguardo su colei che aveva emesso quell'acuto e notò una giovane ragazza bionda vestita da infermiera. Solo allora realizzò che si trovasse in ospedale. Da quanto tempo era lì? E come ci era finito? Non ricordava nulla.
- Immagino che tu sia confuso. Vado a chiamare un medico, aspetta qui. - 
La ragazza uscì dalla stanza, lasciandolo solo. Notò di essere attaccato ad una macchina che rilevava le sue funzioni vitali. Sul comodino si trovava un vaso di tulipani bianchi. Chi poteva averglieli portati? Lui non aveva amici, né tanto meno parenti. Il suo unico fratello era morto due anni prima.
- Vedo che ci siamo svegliati. - 
Un'altra donna bionda era entrata all'interno della stanza. Aveva dei seni enormi e quella fu la prima cosa che Sasuke notò.
- Io sono la dottoressa Tsunade Senju, il primario di questo reparto. Sono il tuo medico per ora ... come ti senti? Ricordi come ti chiami? La tua età? - domandò la bionda, accendendo una lucina e puntandogliela nell'occhio. Lui si scostò istintivamente, seccato.
- Sasuke Uchiha, ventotto anni. Che diamine ci faccio qua? - sbottò, ringhiando.
- Sei stato investito diversi giorni fa da una macchina ed eri finito in coma senza un motivo. Nessun trauma cranico, nessun danno a livello fisico che potesse indurre un coma. Sei stato fortunato. - disse Tsunade, sorridendo compiaciuta nel constatare che stesse bene.
- Mh ... chi ha portato questi? - domandò Sasuke, riferendosi ai fiori. Non sapeva perché l'avesse chiesto, ma dentro di sé sentiva che fosse importante.
- Il tuo precedente medico. - rispose la donna, storcendo le labbra. Era come se non volesse parlare di quell'argomento.
- Precedente? Era un'incompetente? - chiese il moro, ghignando. Se la risposta fosse stata affermativa, avrebbe fatto un'ingente donazione all'ospedale per farla licenziare.
- No, è in terapia intensiva. A causa di un brutto incidente ha riportato gravi danni. - rispose acidamente Tsunade, dandogli le spalle. - Riposati, ripasserò più tardi. -
Era chiaro che fosse seccata, forse dalla sua insinuazione.
Sasuke fece spallucce. A lui non interessava minimamente di niente e nessuno. Non appena dimesso, sarebbe tornato alla sua solita vita.
 
 
Erano passati due giorni da quando si era risvegliato. Non era tipo da rimanere a letto tutto il giorno, motivo per cui si era alzato senza il permesso di nessuno e stava facendo un giro per l'ospedale. Aveva visto diverse persone urlare dal dolore, altre prive di sensi ed altre ancora praticamente in fin di vita. C'erano individui di ogni tipo e lui era disgustato dalla maggior parte di essi.
Si fermò davanti ad una stanza, scrutando una ragazza distesa sul letto dormiente. Aveva i capelli rosa ed il viso tumefatto. Un'espressione schifata stava per nascergli sul volto, accompagnata da un commento cattivo, ma tutto si fermò sul nascere. Sentiva qualcosa dentro di sé, come se la conoscesse. Eppure era sicuro di non averla mai vista in vita sua. Il cuore gli batté più forte per qualche secondo, senza un motivo apparente. 
Chi diamine era quella donna e perché gli procurava quelle strane sensazioni?
Sbuffò e si domandò mentalmente a cosa diamine stesse pensando. Stava per andarsene, quando udì il suo nome.
- Sasuke ... - balbettò Sakura, con gli occhi semi aperti.
Lo fissava dal suo letto, evidentemente svegliatasi. Le sue iridi erano verdi e profonde, tremendamente familiari.
- Come conosci il mio nome? - domandò il moro, aggrottando le sopracciglia.
- Ero il tuo medico ... - sibilò debolmente l'Haruno, accennando un sorriso.
- Ah, quella dei fiori. -
Gli sarebbe piaciuto essere scortese, rispondere male come al suo solito, ma non ci riuscì, come se qualcosa lo frenasse.
- Quando ... quando sarò di nuovo in piedi, vuoi prendere un caffè con me? - balbettò la dottoressa, tossendo svariate volte tra una parola e l'altra. Che lei ricordasse del loro particolare incontro? Forse, ma di certo lui non lo rammentava.
L'Uchiha la fissò perplesso, non riuscendo a capire perché gli facesse quella proposta. Loro due nemmeno si conoscevano, non si erano mai parlati e lei l'aveva visto solamente dormiente, quand'era in coma.
- Va bene. -
La risposta gli uscì spontanea ed i dubbi l'assalirono ancor di più. Perché aveva risposto affermativamente? Perché non l'aveva mandata al diavolo? Non ne aveva idea, non possedeva risposte. Era stato il cuore a parlare al suo posto, a prendere ogni decisione e questa era l'unica certezza che aveva. 
Cosa sarebbe accaduto in futuro? Un'incognita e chissà se avrebbe mai ricordato che lui era stato al suo fianco per giorni, che i suoi occhi l'avevano vista e conosciuta quando la sua anima sembrava ormai perduta e che lei alla fine era diventata la chiave per sbloccare i suoi sentimenti ed abbattere quella corazza che la morte di Itachi aveva creato.
 
 
The end

Yoh! Ultimamente sono fissata con le SasuSaku! Mi sono volutamente ispirata al Film GHOST, perciò se trovaste qualche somiglianza è per questo, ma come potrete notare la storia è nettamente diversa. Spero vivamente che vi piaccia questa storiellina. Mi sono divertita veramente molto a scriverla e rinngrazio Sakura_e_Ino per il suo giudizio e per il contest da lei indetto =) Faccio i miei complimenti anche alle altre partecipanti! Vi lascio alla lettura e fatemi sapere cosa ne pensate ^_^

Sayuri_92
   
 
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