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Autore: Some_problems    25/06/2013    14 recensioni
Cheryl, ma per gli amici Cher, aspettate amici? Quali amici? Nemmeno l'ombra di un amico vero.
Londra, la mia infanzia, mia nonna, il mio passato, magari lì troverò quello che cerco, l'amore.
O magari prima di arrivare a Londra durante il volo qualcosa va storto e io finisco su un'isola...
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Credi nei tuoi sogni come loro credono in te

 

Io non credevo più nei miei sogni, non più, non ero più una bambina, ero diventata una donna, troppo in fretta, ne ero consapevole, ma era meglio vedere in faccia la realtà, che girarci intorno o far finta di non vederla. Mio padre mi aveva mentito, mia madre non mi aveva abbandonata, lei dopo avermi data alla luce era morta, e pur di salvarmi lei si era sacrificata per me.
Era colpa mia, io l'avevo uccisa, inconsapevolmente, io ero stata la causa della sua morte.


- Cher tesoro, potresti andarmi a prendere una penna dal mio studio? - mi aveva chiesto mio padre, io guardandolo con gli occhi di una persona che ammirava e voleva bene al proprio padre, anche se era suo solito assentarsi per qualche riunione importante, gliela andai a prendere quella fottuta penna. Una penna mi aveva mostrato la verità, rivelato qualcosa che sicuramente mio padre non avrebbe mai avuto il coraggio di dirmi e farmi vedere.
- Certo papà, torno subito - con passo felpato ero andata nel suo studio, mi ero seduta sulla sua poltrona dannatamente comoda e mi ero messa a cercare una penna, la sua preferita, non gli potevo portare una semplice BIC, io sapevo che lui desiderava una penna in particolare, quella con cui firmava documenti importanti. Non trovandola sul tavolo, iniziai a rovistare tra i cassetti, mi soffermai su una parola 'Marion', la mamma si chiamava Marion, tirai fuori il foglio e iniziai a leggere, c'era scritto 'atto di morte', come era morta, dove era morta, per quale causa... ero io la causa.
Il mondo mi era crollato addosso, strinsi il foglio tra le mie mani, mentre i rubinetti d'acqua dei miei occhi si aprivano.
Dal salotto, mio padre urlò un 'Trovato Cher, era qui, sotto il cuscino!'.
Le orecchie mi iniziarono a ronzare, scattai in piedi e in lacrime corsi in salotto, mio padre quando mi vide si sistemò meglio sul divano guardandomi interrogativo.
- Che succede piccola? - mi chiese, realmente preoccupato, i suoi occhi color mare mi scrutavano da capo a piedi, voleva sapere, cosa non andava. Si sistemò i suoi capelli castani, che erano un po' in disordine, poi si sistemò pure i suoi occhiali a mezzaluna.
- La mamma non mi ha abbandonata, io in tutti questi anni l'ho odiata profondamente per questo, per il fatto che non mi scrivesse mai, per il fatto che non mi chiamasse mai, per tutto! E ora scopro che tu mi hai mentito, mi hai mentito senza sentirti in colpa, per diciotto fottutissimi anni! Non ti vergogni? - gli chiesi urlando, rossa in volta. Lui si sedette e posò i suoi gomiti sulle sue ginocchia, mettendosi la testa tra le grandi mani, quelle che mi avvolgevano ogni volta che mi sentivo giù, quelle mani che in quel momento mi facevano schifo, come la persona che ora era davanti a me!
- Io non ti volevo far soffrire - biascicò, mentre le lenti dei suoi occhiali si appannavano e le lacrime iniziavano a rigargli il viso.
- Tu non mi volevi far soffrire? Mia madre è morta e tu non volevi farmi soffrire? ma che razza di padre sei? - chiesi infuriata.
- Mia madre è morta per colpa mia e io non ne sapevo niente! - urlai disperata.
- Cher, io non volevo che ti sentissi in colpa, perché non è stata colpa tua, davvero! - continuò lui.
- Io per te sono Cheryl non Cher, non hai più il diritto di chiamarmi così! - continuai, iniziava a mancarmi la voce - Me ne vado da questa casa, tu mi hai mentito spudoratamente, vado dalla nonna! Non ti voglio più vedere! - finii correndo poi verso le scale, per dirigermi in camera.


Quell'uomo tanto generoso era diventato solo un bugiardo! 
- Scusi signorina, vuole qualcosa? - mi chiese l'hostess sorridente, scossi lentamente la testa, lei si congedò e mi passò a fianco.
Ero su un aereo diretto a Londra, da Meredith, la mia nonna materna, quella che non avevo mai conosciuto, quella che mio padre mi aveva fatto odiare per nulla, ero sicura che quella donna era diversa da come me l'aveva descritta l'innominabile, quell'uomo.
- Scusa è libero questo posto? - mi chiese un ragazzo, mi girai verso di lui, distogliendo gli occhi azzurri dal finestrino, lo guardai meglio era circa della mia stessa età forse un'anno più grande, con gli occhi verdi e dei ricci ramati, un bel ragazzo insomma.
- Si, certo - dissi lievemente, spostando la mia borsa dal sedile accanto. Si sedette e iniziò a scrutarmi, magari avevo qualcosa in faccia.
- Perché mi guardi? Ho qualcosa in faccia per caso? - chiesi incrociando gli occhi per vedere se avevo qualcosa sul naso.
- No, scusa è che hai degli occhi bellissimi - fa imbarazzato, grattandosi la nuca.
- Ohw, grazie - faccio distogliendo lo sguardo dai suoi occhi color smeraldo.
- Come ti chiami? - mi chiese,mi voltai di nuovo verso la sua figura, era così bello.
- Cheryl, ma per gli amici Cher, tu invece? - gli chiesi increspando le labbra in un sorriso.
- Harold, ma per chiunque sono Harry - fece e io mi misi a ridere seguita da lui, inclinai la testa.
- Perché mi guardi così? - mi chiese, sorridendo.
- Sei bello, tutto qui - dissi sorridendo.
- Anche tu, ti posso chiamare Cher? - mi chiese.
- E io ti posso chiamare Harold? - gli chiesi beffarda.
- No, Harlod no è! - fece ridendo.
- Harold, Harold, Harold, Harold - iniziai a canticchiare, lui mi guardò e dopo un attimo iniziò a farmi il solletico.
- Harold smettila di farmi il solletico! - urlai mentre lui continuava, mi erano venute anche le lacrime agli occhi dalle risate.
- Dì Harry e ti lascio - ride.
- Har... - inizio, lui si interrompe e mi guarda negli occhi.
- ... old - finisco, lui tira su le mani in segno di resa.
- Ci rinuncio - mi sorride.
*Gentili passeggeri, allacciate le cinture, ci sono delle turbolenze in arrivo, restate calmi* 
- Cher, aggrappati al mio braccio - mi fa serio Harry, io annuisco e gli stringo forte il braccio.


Now you were standing there right in front of me
I hold on scared and harder to breath
All of a sudden these lights are blinding me
I never noticed how bright they would be

   
 
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