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Autore: eleanor89    08/01/2008    15 recensioni
«Ma andiamo! Sai cosa ti dico? Se riesci a spacciarti per una ragazza tutto il giorno senza che le altre se ne accorgano, giuro che mi prendo tutti i tuoi turni di guardia notturni!»
Per via postumi della sbornia non ricordava come Kiba fosse arrivato a proporgli quella scommessa folle. Ricordava invece con orrore il suo biascicato «Ci sto!» seguito da urla animali e fischi di approvazione, in mezzo a cui aveva faticato ad udire la risposta dell’amico, «Bene! Ma se perdi, tu ti fai i miei!», prima di correre fuori a rimettere il sakè rubato sulle aiuole.
Prima ed ultima volta che aveva alzato il gomito, questo era deciso.
[ShikaIno dedicata a tutte le mosche bianche, in particolare Akami e Kaho_chan accenni Naru/Saku]
Genere: Romantico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Shikamaru Nara | Coppie: Shikamaru/Ino
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Inizio col dire che è dedicata alle mosche bianche, anche se non capisco perché noi Shika/Ino fan dobbiamo chiamarci proprio così e le Shika/Tema mosche nere… voglio dire, proprio le mosche? Un altro animale raro no? Tigre bianca o… vabbé...

Dedicata a tutte le fan della coppia Shika/Ino, ed in particolare a Kaho_Chan che ce ne regala strepitose e questa non potrà certo competere visto che l’ho scritta a scuola mentre gli altri facevano compiti, e ad Akami, che ha sempre bisogno di ShikaIno.

A voi due soprattutto la parte Naru/Saku (Sono per le NaruHina, spero di non avervi rovinato la coppia…)

Buona lettura a tutti!





Androgynous conversation.



Era una dannata, dannatissima seccatura.

Una ragazza mora, alias Shikamaru Nara obbligato in quel corpo da una scommessa che intendeva vincere, borbottava astiosamente frasi sommesse contro il destino avverso che avrebbero fatto la felicità di Neji Hyuuga, mentre inorridito stiracchiava verso il basso la gonna corta che lo faceva sentire nudo.

«Ma andiamo! Sai cosa ti dico? Se riesci a spacciarti per una ragazza tutto il giorno senza che le altre se ne accorgano, giuro che mi prendo tutti i tuoi turni di guardia notturni!».

Per via postumi della sbornia non ricordava come Kiba fosse arrivato a proporgli quella scommessa folle. Ricordava invece con orrore il suo biascicato «Ci sto!» seguito da urla animali e fischi di approvazione, in mezzo a cui aveva faticato ad udire la risposta dell’amico, «Bene! Ma se perdi, tu ti fai i miei!», prima di correre fuori a rimettere il sakè rubato sulle aiuole.

Prima ed ultima volta che aveva alzato il gomito, questo era deciso.

Ed ora eccolo lì, trasformato in una donna, mora con occhi castani, vestito con abiti gentilmente offerti dalla sorella affetta ormai da ridarella incontrollata di Kiba, deciso a non perdere, che in compagnia di Choji andava a presentarsi a Sakura e, secondo le regole, magari a indurla a truccarlo.

Errore.

Sarebbe dovuto essere accompagnato da Choji, ma il carissimo compagno di squadra si era fermato metri e metri prima su di una panchina dopo aver incontrato Naruto, e i due erano ancora stesi su quella a ridere fino alle lacrime; Shikamaru sperò che con tutte quelle risate andasse di traverso qualcosa ad entrambi già che c’erano, e chissà, magari che gli venisse un colpo a quegli infami. Del resto era poco propenso alla misericordia ora che aveva scoperto quanto un paio di tacchi potessero fare del male ai suoi polpacci.

Poi accadde l’irreparabile.

Non avrebbe mai potuto rimangiare la sua scommessa, ne andava del suo onore, ma impietosendo gli altri era riuscito a strappar loro che almeno una delle kunoichi non avrebbe avuto il piacere di conoscerlo in quella versione indecente, perché quella donna se avesse saputo lo avrebbe preso in giro fin dopo la morte.

Ed ora era .

Per raggiungere casa di Sakura aveva automaticamente preso la strada più corta senza pensarci troppo, occupato a non cadere da quei trampoli che le donne si ostinavano a portare per sembrare più alte, e si ritrovò a passare davanti al negozio di fiori Yamanaka. Impallidì vedendo Ino sistemare qualche fiore all’esterno in compagnia proprio di Kiba, che evidentemente aveva previsto il suo arrivo.

E non appena i loro sguardi s’incontrarono, uno quasi implorante e l’altro con l’aria di aver ricevuto il più bel regalo della sua vita, Shikamaru con un brivido si rese conto che sarebbe stato male quel giorno.



Non male, uno schifo.

Uno schifo terribilmente seccante.

«Shika…ko-chan!» esordì come nel peggiore dei suoi incubi Kiba, con un ghigno che andava da un orecchio all’altro. Ino si voltò di scatto con una rosa ancora tra le mani e uno sguardo curioso; subito si dipinse un sorriso cordiale sulle labbra della ragazza, che attese che si avvicinasse ulteriormente per porgergli la mano.

Shikamaru maledì Kiba ad ogni passo traballante, prima di raggiungerli e stringere la mano ad Ino, con lo sguardo basso per l’imbarazzo e le guance che gli si imporporavano per il disagio di trovarsi in quelle condizioni davanti a lei; ma sentendosi arrossire finì col bloccarsi ulteriormente, poiché lo reputava un segno di debolezza.

Che quel corpo fosse di ragazza o meno, lui era pur sempre un uomo!

«Piacere! Sono Ino Yamanaka!» si presentò intanto la bionda.

«Piacere, io sono…» e fulminò Kiba con lo sguardo mentre lo diceva, «…Shikako.»

Ino attese qualche secondo senza lasciarle andare la mano, quando fu Kiba a parlare per lui: «Shikako viene da un altro villaggio, è una mia vecchia amica…»

Shikamaru sentì la rabbia affievolirsi mentre montava la riconoscenza. Così avrebbe avuto modo di fuggire da lei senza farsi scoprire.

«… ti sono mancato, vero tesoro? Oh, è una ragazza così timida! Visto che ora devo andare dalla Godaime per fare rapporto sull’ultima missione, che ne dici Ino di farle un po’ di compagnia?»

A quelle parole Shikamaru si sentì precipitare in un pozzo senza fondo. Decise che Kiba l’avrebbe pagata, più di Choji e Naruto.



Del resto era stata sua l’idea, no?

Ed era stato lui a sfidarlo a bere sakè. Bastardo.

Ino stava già annuendo con una strana luce negli occhi, che mise in guardia il povero shinobi della foglia ora kunoichi della foglia, prima di trascinarlo dentro senza mai lasciare andare la sua mano.

«Ecco veramente io…» cominciò a mormorare sotto la stretta stritolatrice di Ino. Improvvisamente la ragazza si bloccò e ruotò su se stessa, ritrovandosi ad un passo da lui.

«Dì la verità, tu sei innamorata di Kiba, vero? È per questo che sei venuta da tanto lontano e che sei arrossita così in sua presenza…» dichiarò Ino con aria convinta.

Shikamaru trattenne un’esclamazione di disgusto al pensiero, facendo un passo indietro per negare, ma il tacco maligno si vendicò degli improperi ricevuti e fece sì che inciampasse; fu Ino a sorreggerlo di scatto, scoppiando a ridere credendo di aver ricevuto conferma alle sue supposizioni.

«Non è come pensi!» si affrettò a negare Shikamaru distrutto, ben sapendo che quella frase equivaleva ad una condanna.

«Ma come no… e poi dai, l’amore è una bella cosa, non te ne devi vergognare…» ribatté Ino con un sorriso dolce a pochi centimetri dal suo viso.

Shikamaru sentì tutto il sangue confluire alla faccia e si voltò violentemente, facendola ridere ancora.

«Appunto.» concluse la ragazza, lasciandolo andare non appena fu certa che fosse stabile sulle sue gambe.

Shikamaru prese una boccata d’aria a fatica, ora più lontano dalla fonte del suo futuro infarto, chiedendosi quando mai Ino si era mostrata così dolce con lui. O gli avesse fatto un sorriso così carino. O avesse parlato con un tono femminile e gentile.

.

Ma ora sono una femmina...

Maledetta femminista del cavolo….

«Ti piacciono i fiori?» domandò Ino mentre spostava un vaso sopra un ripiano.

«Eh? Ah… si, non mi dispiacciono. Sono la passione di una mia amica.» rispose incerto, andando a sedersi sopra il bancone come era solito fare. Miracolosamente ricordò di avere una gonna ed ebbe il buon senso di accavallare le gambe.

«Anche la mia.» disse allegra la ragazza. «E dimmi, come hai conosciuto Kiba?»

«In missione.» buttò giù lì.

«Anche tu sei una kunoichi?»

Shikamaru pensò che probabilmente si stava chiedendo come potesse una ninja non essere neppure in grado di camminare senza inciampare ogni due passi.

«Così dicono…» rispose vago.

«Andresti d’accordo con un mio compagno di squadra, siete altrettanto loquaci…» commentò Ino con un sorriso.

«Ah si?»

«Si, si… lui è un tipo che non parla molto. A dire il vero non fa nulla molto. È uno scansafatiche, e trova tutto noioso. Mi domando come non si annoi anche di se stesso già che c’è.»

.

Mi becco i suoi rimproveri anche quando sono donna…

Possibile che abbia sempre da ridere? Pallosa….

«Deve essere una persona terribile allora, perché non cambi squadra?» replicò offeso Shikamaru, poggiando i gomiti contro le proprie gambe per usare le mani a sostegno del viso. Era abituato alle sparate gentili di Ino, ma in quel momento aveva un fastidiosissimo reggiseno a fargli saltare i nervi abbastanza senza bisogno di ulteriori aiuti esterni.

«Oh, ma non è affatto terribile.» rispose Ino scuotendo la testa, mentre sistemava meglio la terra su di un vaso. «Anzi, è fantastico.»

Shikamaru sollevò il capo di scatto, guardando la ragazza lavorare con ancora un mezzo sorriso in volto.

«Come sarebbe a dire fantastico?» non riuscì a trattenersi dal chiederle.

«Quello che ho detto.» rispose semplicemente non dandogli troppa attenzione. Una volta finito di occuparsi di quella pianta, andò al bancone accanto a cui sedeva Shikamaru e vi posò qualche fiore.

«Dimmi, ti sei dichiarata a Kiba?» chiese infine, indecisa su che composizione fare. Sollevò il viso verso di lui con aria interessata.

«Certo che no!» rispose con fin troppa veemenza.

«Dovresti farlo prima che sia troppo tardi…» suggerì Ino, optando infine per l’utilizzo dei gelsomini bianchi e delle felci*. Trascorse qualche secondo di pesante silenzio, mentre il ragazzo teneva d’occhio le mani esperte della kunoichi impegnate nella scelta dei colori più adatti da mettere l’uno accanto all’altro.

Shikamaru captò l’aria malinconica con cui osservava la futura composizione, e si decise a parlare.

«Sei innamorata?» si costrinse a chiedere con una stretta al cuore.

Ino annuì mogia.

«…E non va molto bene…» rispose per lei.

.

Vestito da donna…

… Mi comporto come una donna…?.

«Lui neanche mi vede.» confessò Ino.

«E allora è un idiota. Fattelo dire, uno che non ti vede non ti merita proprio.» s’infervorò Shikamaru, di fronte a quell’aria da cucciolo abbandonato.

Se Ino avesse parlato col solito tono al solito Shikamaru, probabilmente si sarebbe limitato ad una risposta annoiata, ma ora gli stava mostrando un lato decisamente più fragile e non lo sopportava. Anzi gli faceva male pensare che non riuscisse ad aprirsi davvero con lui solo a causa del suo sesso e ancora di più che soffrire per un amore non corrisposto in silenzio.

«No, stavolta sono io a non farglielo capire… certo, lui forse non è un mostro di sensibilità, anzi… però fa del suo meglio…»

Shikamaru raggelò.

.

Non parla più di Sasuke…

Allora è per....

Si chiese cosa avrebbe fatto una ragazza al posto suo.

«Ma lui com’è?» si azzardò a chiedere.

Ad Ino si illuminarono gli occhi e seppe di aver chiesto la cosa giusta.

«Lui è bellissimo… ha gli occhi e i capelli scuri, come piacciono a me… e ha uno sguardo molto intenso… poi è alto, ed ha un bel fisico…» lo elogiò Ino con occhi sognanti.

.

…Sai..

Senza ormai neppure più domandarsi perché lo infastidisse, non a caso era un genio e ci era arrivato da solo, si finse interessato. Gli occhi però mandavano lampi di rabbia, e soprattutto non si spiegava cosa ci trovasse in uno come Sai. A parer suo aveva un sorriso insopportabile ed era tanto pallido da sembrare un cadavere, gli era stato antipatico sin dal primo momento.

«Ma non è solo per l’aspetto! È intelligente, è serio, è maturo e con lui mi sento al sicuro… é forte e sa anche essere dolce e gentile, come col suo migliore amico… è molto, molto calmo. Trasmette calma anche agli altri tanto è calmo. Però sa essere divertente, e poi è sicuramente astuto.» continuò Ino, riponendo la composizione in un mazzo da esporre con aria soddisfatta e andando alla vetrina.

«È perfetto insomma.» sbuffò Shikamaru contrariato.

«Te l’avevo detto che è fantastico.» affermò Ino, sporgendosi per appendere il mazzo al vetro.

.

Ma quando?!

No, aspetta… lei aveva detto che io sono….

Un tonfo improvviso la fece sobbalzare e si voltò per vedere cosa fosse accaduto, trovando Shikako a terra a massaggiarsi la schiena.

«Ma che hai fatto?!» chiese incredula avvicinandosi a lei.

L’altra si rialzò col viso scarlatto, senza sapere da che parte guardare pur di non incrociare il viso di Ino.

«Sei caduta dal bancone? Dai che non fa niente…» la rincuorò, ridendo divertita. Anche lei era arrossita ora, imbarazzata dal discorso di poco prima.

«S-sto bene…» balbettò Shikamaru in crisi.

«Comunque evita di dire a Kiba che sono innamorata del mio compagno di squadra, ok?» aggiunse facendogli l’occhiolino.

Shikamaru con la gola chiusa annuì soltanto, indeciso se fuggire subito o approfondire la questione.

«Anche perché lui ha già una fidanzata.» concluse Ino.

E ora, fosse stato per Shikamaru, avrebbe fatto un altro volo dal bancone.

.

Nel giro di cinque minuti scopro che sono l’uomo più amato di Konoha…

e… che ho una fidanzata?!.

«C-che fidanzata?»

«Una di Suna. Una jonin come lui.» il cervello già collassato di Shikamaru si rifiutò di fornirgli la risposta che cercava, troppo impegnato a ricordarsi di respirare.

«Jonin?» ripeté con un filo di voce.

«Si chiama Temari… quella strega esce sempre con lui… con una scusa o un'altra sono sempre insieme.» spiegò Ino con aria indignata.

.

Io non sono fidanzato con Temari…

Io non sono fidanzato con Temari, vero? Lo saprei….

Poi il suo sguardo s’intristì, mentre andava a sedersi a terra accanto all’altro. Si rannicchiò con la schiena contro il bancone, stringendo le gambe al petto.

«Temari è bella.»

«Oh.»

«È una donna matura, ha tre anni più di noi. Il mio compagno, Shikamaru, è un genio e sicuramente ha bisogno di una donna matura per poter fare i suoi discorsi geniali. In più è anche una grande kunoichi, superiore a me di sicuro. In genere io sono molto più sicura di me, c’è chi mi chiama arrogante… ma tra me e lei non c’è paragone, e non riesco ad essere combattiva. » mormorò depressa, poggiando il mento sulle ginocchia.

«… discorsi geniali?...» riuscì soltanto a ripetere Shikamaru, che invece faticava a comprendere.

Ino sembrò non capire, poi spalancò gli occhi.

«Ah si, certo! Shikamaru è un genio, sicuramente lui pensa in modi che io neanche capisco! Sono certa che con me e Choji si risparmia per non farcelo pesare… anche per questo…» la voce le si spense sul finale.

«Anche per questo…?»

«Temari sta bene con lui. Insomma lei è fantastica, lui è fantastico, è ovvio che siano fatti per stare insieme. E va bene così. Io non mi metterò di certo in mezzo. Non voglio che lui stia con me, prima o poi finirebbe per soffrirne perché io non sono alla sua altezza, mentre con Temari starebbe bene. E io voglio che lui stia bene, anche se non con me. Perché io lo amo.» concluse con un sorriso triste e bellissimo, che brillava di quell’amore segreto che tale sarebbe rimasto per lei.

«Tu sei fantastica. Non i… lui.» commentò rapito.

Ino si riscosse dai suoi pensieri giusto in tempo per tirar fuori una risatina imbarazzata.

«Ti ringrazio. Sai, non so perché ti ho detto tutte queste cose, ma mi viene facile parlare con te… Kiba mi ha detto qualcosa prima e…»

«Che ti ha detto?» la interruppe subito lui.

«Che una sua amica forse sarebbe passata a trovarlo, che sarebbe venuta da lontano. Ha detto che me l’avrebbe presentata perché è una ragazza speciale, affidabile e altre cose… beh, ho visto che aveva ragione!»

«Puoi scusarmi un attimo?» disse improvvisamente l’altro alzandosi in piedi. «Ho scordato di dire una cosa a Kiba e…»

La ragazza si alzò con lui, annuendo.

«In un certo senso… » mormorò, prima di rendersi conto di stare dimenticando qualcosa. Poggiò le mani sulle spalle di Ino, e la fissò dritta negli occhi.

«Ma tu pensi troppo. Il bene di una persona tu… non puoi sapere quale sarà. Tu sei tu ed io sono io, nessuno può dire chi sia giusto amare se non la persona stessa, secondo me. Dimmi una cosa: davvero lo ami? Ami Shikamaru Nara?»

«Lo amo da tanto tempo, con tutta me stessa.» dichiarò la ragazza a testa alta.

Ino strabiliata la guardò correre via dal negozio dopo la sua affermazione, chiedendosi cosa avesse intenzione di fare ora.

Shikamaru corse velocemente fino a trovare Choji e Naruto che mangiavano assieme sulla panchina dove li aveva lasciati. Appena lo videro arrivare Naruto soffocò con le patatine, colto da un altro attacco di ridarella acuta, mentre Choji ad occhi chiusi pregava Dio che gli desse la forza di resistere almeno fino alla fine del pacchetto.

«Datemi i pantaloni, ora! » ordinò, e Choji glieli passò sorpreso, mentre Naruto si calmava.

Shikamaru li infilò sotto la gonna, sfilando poi questa con cura per evitare che la sorella di Kiba lo uccidesse, e infine si ritrasformò in uomo. Tolse immediatamente la maglietta e l’odiato reggiseno e si scalzò, riprendendo a correre. Dopo un’occhiata sconcertata, anche Naruto e Choji lo seguirono.

Spalancò la porta scorrevole di un ristorante, dove vari adulti cenavano in compagnia, e tutti si voltarono a guardare il nuovo arrivo, che mezzo nudo e coi capelli per una volta sciolti, irrompeva tra i tavoli dritto verso Genma Shiranui, con cui aveva fatto conoscenza come organizzatore dei tornei di selezione dei chunin.

«Nara, che diavolo hai combinato?» sbottò esterrefatto il jonin, lasciando cadere il senbon dalla bocca e guardandolo dall’alto in basso. Tutti i jonin e chunin presenti, da Kakashi a Iruka, seguirono il suo sguardo con la stessa identica espressione.

«Dammi il tuo giubbotto da jonin!»

I vari maestri e jonin si guardarono tra loro, senza che nessuno muovesse un muscolo.

«Senti ragazzo… ma siete stati attaccati o cosa…?» cominciò Ibiki Morino, seduto al bancone con un bicchiere in mano.

«Una donna.» rispose semplicemente, deciso.

Choji restò a bocca aperta assieme a Naruto, mentre la tensione si spezzò all’istante, e tutti, adulti o meno, si lanciarono in incoraggiamenti e risa festose, grottescamente simili a quelle del giorno prima opera loro, dopo aver deciso la posta della scommessa.

.

Certo che qui a Konoha, che siano ragazzi a rubare alcolici o adulti a cenare,

non cambia poi tanto….

Genma con aria solenne tolse il giubbetto, mentre il padrone del ristorante, tra l’altro amico del padre e portatore quindi di futuri guai, non si sa come o da dove gli procurava un paio di stivali.

E così, accompagnato da urla d’incitamento il ventenne rampollo Nara riprese a correre la sua ultima staffetta, dove alla fine il destino avrebbe deciso per lui.

Un uomo non poteva restare indifferente al discorso di una donna innamorata che rinunciava all’amore per il suo bene, tantomeno se questa donna era Ino Yamanaka, e quest’uomo Shikamaru Nara.

Corse, corse, e quasi sfondò la porta a vetri del negozio, facendo sobbalzare Ino che era tornata ad occuparsi dei fiori.

Il suo cervello stava andando a mille all’ora per elaborare la strategia giusta per evitare il disastro che sarebbe accaduto se Ino avesse scoperto che lui era Shikako, dato che di certo avrebbe pensato di essere stata presa in giro e peggio ancora si sarebbe rifiutata di rivolgergli la parola per sempre, a causa dell’imbarazzo.

«Ino, vieni un po’ qui…» la chiamò tetro, elaborando le successive frasi.

Ino posò l’innaffiatoio e ubbidì’, raggiungendolo alla porta con sguardo incuriosito.

«Hai mai scommesso qualcosa?» domandò a bruciapelo, e lei gli scoccò un’occhiata interdetta.

«Si, perché?»

«Se tu in cambio di qualcosa che vorresti tantissimo, dovessi soltanto usare un jutsu per trasformarti in uomo senza farti beccare per un po’, lo faresti?»

«Ma certo!» esclamò la ragazza, osservando interessata i capelli lunghi del ragazzo che sfioravano la sua fronte imperlata di sudore, leggermente ondulati, proprio come se li immaginava liberi dall’elastico che portava sempre.

«E dimmi… se qualcuno offendesse te senza sapere che sei tu mentre sei un uomo… oppure se qualcuno ti dicesse un suo segreto credendoti uomo, sarebbe colpa tua?» chiese ancora, agitato ma risoluto.

Ino parve dubbiosa, cercando di evitare di fissarlo almeno finché la guardava.

«No. È colpa dell’altro che non se n’è accorto. Anche se penso che lo bloccherei appena possibile per dirglielo.»

«Beh, non sempre puoi bloccare se sei scioccato.» sentenziò il ragazzo.

«Sei tu a scioccarti troppo facilmente, Shikako-chan.» lo provocò, poggiandosi le mani sui fianchi.

«Io non… come mi hai chiamato?» domandò dopo un attimo di pausa e il terrore che gli compariva negli occhi.

«Shikako-chan.» ripeté lei, arrossendo furiosamente e assumendo un cipiglio irritato.

«…Quando?»

«Tu sei tu ed io sono io. Hai detto una frase troppo alla Nara per non farti beccare. E poi quando mi hai guardata da vicino, dopo avermi appoggiato le mani sulle spalle, serio serio… i tuoi occhi ti hanno tradito, li riconoscerei tra mille.» spiegò con superiorità.

«Allora quando mi hai detto che mi ami sapevi che ero io.» le fece notare. Notò con divertimento e una punta di tenerezza che per la prima volta Ino aveva abbassato lo sguardo di fronte a lui per sfuggirgli, visibilmente imbarazzata.

Fece un passo avanti, e poggiando le mani sulle sue guance le sollevò il viso perché potesse guardarla negli occhi.

«Tutte quelle storie sulla donna giusta per me… erano scemenze. Senza offesa ma seguendo il tuo ragionamento, tu dovresti stare con Choji dopo quello che hai detto.»

«Ma Choji è solo un amico!» protestò a fatica, godendosi le dita calde del ragazzo accarezzarle delicatamente il viso.

«Anche Temari per me. Io sono un Nara, Ino. Geneticamente predisposto per scegliere donne che mi comandino a bacchetta per la vita. Temari è troppo buona rispetto a te.»

Ino assottigliò lo sguardo, incenerendolo con un’occhiataccia. «Troppo buona?» ripeté, cercando di allontanarsi da lui.

Shikamaru non glielo permise, circondandola per la schiena e bloccandola un’altra volta.

«Se stessi con lei, poi nessuno mi obbligherebbe a sfacchinare tutto il giorno, sai che noia… hai sbagliato i calcoli. Io non voglio stare bene, io sono un masochista.»

.

Amiamo litigare con una donna, purché dopo si faccia la pace…

Sacrosanta verità della famiglia Nara..

«Un masochista?» domandò divertita Ino.

Shikamaru calò il viso accanto al suo, fermandosi a mezz’aria ancora indeciso.

«Che fai?» sussurrò Ino, guardandolo negli occhi alla ricerca del bacio che aspettava.

«Non posso, siamo come in vetrina. Prima devo sapere se ti sta bene che tutta Konoha ci guardi.»

«Cos…?» cominciò Ino, spostando poi lo sguardo dietro le sue spalle.

Per strada Naruto e Choji stavano velocemente informando Kiba, Sakura ed un disinteressato Sai dell’accaduto, tentando di comprendere come si fosse giunti a questo. Tutti gli uomini e le donne del locale compreso Genma ora in maglietta si scambiavano birre e aspettavano il finale.

«Come mai c’è persino gente sconosciuta?»

«Sono corso al locale per farmi dare qualche vestito decente.» spiegò corrucciato.

«Stavi bene con la gonna.»

«Ino…» protestò Shikamaru.

«No, davvero. Anche in maglietta e reggiseno. A proposito, che taglia era?» continuò ridacchiando.

«INO…» non sapendo come zittirla, optò per tapparle la bocca nel modo migliore che gli veniva in mente.
Con un bacio.

Scoppiò un’ovazione generale, mentre Kiba e Choji si abbracciavano per la gioia e Naruto tentava di fare lo stesso con Sakura.

«Sono dolcissimi…» dichiarò emozionata la kunoichi dai capelli rosa.

«Ma… stai per piangere, Sakura-chan?» si preoccupò Naruto, spostandosi di lato per non essere investito da una pioggia di spuma. Evidentemente Genma aveva deciso di brindare con la birra portata ancora chiusa di corsa dal ristorante.

«Sono commossa… sono così felice, speravo tanto che trovasse l’amore anche lei.» confessò imbarazzata.

«Capisco… beh, vedrai che presto anche tu potrai fare lo stesso col tuo amato!» dichiarò sonoramente Naruto, sforzandosi di sorridere seppur amareggiato.

Sakura scosse la testa, scandalizzata.

«Baka…» e detto questo lo tirò per il colletto con violenza e lo baciò, facendo scoppiare un'altra ovazione.

«Ma… ma…» cominciò Naruto color pomodoro.

«… Ancora non avevi capito che parlavo di te? Sei veramente…»

Naruto scosse la testa, radioso, non ascoltando una parola del suo rimprovero forzato, volutamente seccato per evitare forse che lui notasse quanto fosse imbarazzata.

E stavolta fu lui a darle un bacio, senza neppure aver voglia di colpire Sai, che spiegava a Kiba e Choji che non aveva ancora notato le attenzioni della ragazza solo perché era sprovvisto di pisello.

Dentro il negozio di fiori, ignari dello scalpore destato e immersi nel loro momento romantico, Ino e Shikamaru si separarono l’uno dall’altra.

«Perdonami, ma ti prenderò in giro per sempre per questo.» disse amabilmente, dopo aver ricambiato il bacio, Ino.

«E ho anche perso per colpa tua.» si lagnò il jonin.

«Qual’era la posta per una cosa tanto umiliante?»

«Tutti i turni di guardia notturni… che seccatura…»

«Ti farò compagnia allora…» propose.

Shikamaru calò nuovamente lo sguardo su di lei.

«Dove eravamo?» sussurrò complice.

«Al lieto fine.» rispose maliziosamente lei, poggiando le mani sul giubbotto.

«Giusto… ehi, mendekouze**…»

«Mh?»

«Ti amo anche io.»

Ino lo guardò intensamente.

«Certo che mi ami. Sei un genio.» confermò, attirandolo verso di se e dandogli un altro bacio.

Da quella notte in poi, Shikamaru cominciò ad adorare il turno di guardia notturno.

E ogni mattina i suoi vestiti profumavano misteriosamente di fiori.





*gelsomini bianchi e felci. Come ho appreso da una bellissima fanfiction di Akami, essi significano amabilità e sincerità.

**mendekouze significa “seccatura”, la frase tipica di Shikamaru.





È stupida, è insensata, ma è una Shika/Ino che sentivo di dover scrivere, mi dispiace. Ne ho visto troppe pubblicate per poter resistere.

Il titolo è riferito alla parola “androgino” che significa "colui che partecipa della natura di entrambi i sessi.” E in questo caso era riferito a Shikamaru e anche al fatto che era una conversazione tra donna e uomo/donna. Spero di non aver sbagliato a scriverlo più che altro...

Akami, prendilo come un ringraziamento perché mi sopporti, ok? E il tipico commento sul pisello di Naruto di Sai sono riuscita ad inserirlo anche qui. °_°

Quanto a te Kaho_chan, se leggerai queste righe, prendilo come un ringraziamento perché scrivi meravigliosamente, e vedendo il casino che ho combinato qui, ti sentirai ancora più in dovere di scrivere per insegnarmi come si fa, naturalmente. °_°





Un saluto a tutti coloro che hanno letto questa storia, e sappiate che a qualunque recensione risponderò tramite mail! Alla prossima!

   
 
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