Rose era chiusa in quell' orribile posto da ormai 7 mesi, e in tutto quell'interminabile tempo non era uscita una sola volta.
Aveva passato la maggior parte dei suoi 19 anni lì, e non vedeva l'ora di andarsene.
Ma non poteva, doveva prima guarire, e probabilmente non lo avrebbe fatto mai.
La sua camera era azzurrina, di quell'azzurro che ti fa solo voglia di vomitare, nessuna decorazione, nessun palloncino, nessun vaso di fiori. Nulla.
Di prezioso aveva solo una braccialetto d'argento, con una piccola rondine, con le ali dischiuse, pronta a volare via. 
Viveva in una stanza per due, anche se era sola; l'ospedale era sempre affollato, nel suo reparto non c'era però nessuno. Forse era meglio così: nessuno avrebbe dovuto soffrire come lei.

"Rose, piccola" disse un'infermiera entrando di colpo nella sua stanza " sta arrivando un ragazzo, Zayn, dovrete condividere la stanza perché al piano sotto non c'è spazio. Magari diventate amici.".
Mi fece un grandissimo sorriso ed uscì dalla stanza.
"Cristo, non voglio nessuno", fu l'unica cosa che le venne in mente.
 
****

Rose stava dormendo quando, come le era stato annunciato, il ragazzo venne portato nella sua stanza.
Nessuno si azzardò a svegliarla, le infermiere non l'avevano mai vista dormire molto, magari per gli incubi, perciò decisero di lasciarla in pace.

"Buongiorno piccola"

"Buongiorno Natalia, come va?". Per Rose, Natalia era diventata una seconda madre.

"Non c'é male, tu invece come stai?"

"Bene"

Quanto avrebbe voluto dire che non era vero, che non ne poteva più, che non ce la faceva più, che preferiva andarsene via, come quella rondine che portava al polso, sì, volare via e dimenticarsi di tutto.

"Dimmi un po' del mio nuovo 'coinquilino', che gli é successo?", abbozzò un piccolo sorriso, "non é messo troppo bene, l'avete pure intubato" disse con aria preoccupata.

"Si hai ragione, é arrivato ieri pomeriggio, conciato da buttare, con l'ambulanza. Gli amici almeno hanno avuto la coscienza di chiamarci. E grazie al cielo. Se non fosse stato così probabilmente non sarebbe sopravvissuto." -disse tutto d'un fiato e riprese poi a parlare, intuendo la nuova domanda della ragazza- "Alcol, fumo, droga, eccessivamente consumati nella stessa sera, non vanno d'accordo con un fisico già provato."

Una smorfia disgustata si fece largo sul viso di Rose. I tipi così non li capiva proprio: avevano tutto, compresa quella buona salute che proprio le mancava, eppure facevano di tutto per distruggersi.
Rose invece, che avrebbe tanto voluto star bene per godersi quell'unica e meravigliosa vita che le era stata donata, era perseguita da un amaro destino.
Solo per una cosa quei giovani erano simili: entrambi stavano morendo, una per un perfido caso, l'altro per delle stupide scelte.

Eppure si incontrarono.
Qualcosa stava cambiando.
 

                                                                                                                                                      Ciao a tutttiii, questa è la mia nuova fanfiction "Let's fly away", ci ho messo tanto impegno e ho sacrifcato tantissime ore di sonno (essì io ho l'ispirazione di notte hahahah), ma credo che ne sia valsa la pena perchè sono felicissima di questa nuova sfida. In questo capitolo volevo presentarvi la scena e Rose, solo in piccola parte però, ma soprattutto tenervi sulle spine. Ho già scritto il secondo, non vedo l'ora di pubblicarlo e non vedo l'ora di sapere che pensate di questo inizio, quindi vi chiedo, per favore, se vi andrebbe di lasciarmi una recensione. Ci tengo tantissimo a quello che pensate.
Baci, a presto <3