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Autore: sunshine976    25/06/2013    2 recensioni
"La musica risuonava ancora nelle orecchie del samurai, e lei si allontanava sempre di più. Zoro osservò quella figura bianca come la neve finché non sparì completamente. Il vento riportava ancora il suono della musica, ma piano piano anche quel suono diminuì completamente." Storia ispirata a una storia giapponese da cui prende il titolo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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La primavera iniziò sulla riva del mare Suruga. Una distesa di verde cosi tenero rianimava i bambù. Una nuvola rosa scese lentamente dal cielo su di un ramo fiorito dell’albero di ciliegio. Nella foresta di pini si sentiva la fragranza primaverile. Tutto era tranquillo sulla spiaggia, solo il mare rumoreggiava. Da lontano si sentiva  un suono particolare. Un suono tanto particolare quanto stupendo,  una musica leggera che ti coinvolgeva, con il desiderio di seguirla per conoscere la sua provenienza. Quel suono si avvicinava.  Da quella nuvola, una voce incantevole  cantava una canzone.
Raccontava la storia della luna sfolgorante e del suo misterioso silenzio.  Una giovane ragazza, dai capelli arancioni e la pelle diafana, apparve sulla riva del mare. Per un attimo si fermò  sulla spiaggia e poi si mise a camminare sull’acqua  in un abito luccicante. Nelle sue mani teneva uno strumento, e mentre con  le dita toccava  le corde,  cantava una canzone celestiale. Il suo abito era di piume, di un colore bianco puro come il petto di un cigno selvatico. La giovane fanciulla incuriosita guardava  lontano. Poi si avviò verso la pineta, sulla spiaggia corallina. La  ragazza appese il suo vestito sui rami di pino e andò a tuffarsi in mare.
Era mezzogiorno, un ragazzo si sedette sotto un albero di pino per mangiare. Improvvisamente  notò un vestito candido e sfolgorante.
- Non ho mai visto niente del genere! – disse a se stesso il samurai Zoro. Il vestito era così fragrante, così soffice, che temeva di toccarlo , ma alla fine, lo prese. Le piume erano morbide , e la parte della schiena era decorata con le ali.
-Me lo prendo e lo porto a casa -  pensò il samurai. Ma in quel momento la giovane ragazza ritornò dal mare. Il samurai non sentì il rumore dei suoi passi, finché lei non si  trovò  proprio davanti a lui.
E  con  la sua dolce voce  gli disse: -  Il vestito appartiene a me! Datemelo, per favore!
Il samurai la osservò in silenzio, sbalordito, perché non aveva mai visto una creatura così graziosa. Non sembrava appartenere a questo mondo. E  le disse:
- Chi sei? Di dove sei?
Lei  rispose:
- Certo che sei proprio un buzzurro maleducato! Di solito ci si presenta prima di chiedere il nome ad una persona! Uff…, comunque sono Nami, una giovane fanciulla che appartiene alla luna. Io sono un messaggero, riporto la notizia trasmessa dall'oceano. L’oceano mi  sussurra all'orecchio il riflusso e io riferisco alla luna. Ora, se non ti dispiace, devo ritornare in cielo.-
- Aspetta!Buzzurro a chi, brutta strega!- ribatté arrabbiato lo spadaccino.
- Ma come ti permetti, testa di verza?-
- Mocciosa!-
- Marimo!-
- Megera!-
- Screanzato!-
- Befana!-
- Citrullo!-
- Vorrei vedere come  danzi prima che voli via da qui!- disse improvvisamente lo spadaccino, facendosi serio.
La ragazza della luna  rispose:
- Ma ti sembra una richiesta da fare in un momento del genere??- poi fulminò con lo sguardo Zoro, il quale però mantenne la sua espressione seria e determinata.
- Non ci posso credere, cosa mi tocca fare! E va bene! Dammi il mio abito di piume, ed io danzerò per te la danza celeste!- disse provocante. Ma il ragazzo iniziò ad insistere:

- Non sono nato ieri. Danza, - disse – solo allora  ti restituirò i vestiti.- replicò con un ghigno.  La ragazza gli gridò:
-Possano gli spiriti malvagi portarti via nel loro regno, se tu metti in dubbio le parole della dea! Senza il mio abito, non posso ballare. Ogni piuma su di esso  è un dono dell’ uccello celeste. Il suo amore, la sua fede mi portano attraverso l'aria.-

Quando lei pronunciò quelle parole, il samurai si vergognò, abbasso lo sguardo e le disse:

- Ho agito contro la mia coscienza, mi dispiace .. - E  restituì il vestito alla ragazza luna. Questa sorpresa dall’improvviso cambiamento lo osservò. Posò lo sguardo sul suo viso virile e perfetto, sui muscoli guizzanti delle braccia, sull’addome scolpito e su quell’insolita ma tenera zazzera verde. Non aveva mai visto un uomo tanto bello, mai nessuno le aveva fatto provare tante emozioni, mai aveva sentito lo stomaco in subbuglio, la pelle d’oca o il rossore sulle guance. Si stava innamorando di un umano e questo andava contro a tutto ciò che lei rappresentava. Avrebbe dovuto rinunciare al suo compito, alla sua casa, ai suoi poteri per andare in un mondo a lei sconosciuto, pieno di sentimenti forti e contrastanti. Non poteva permetterselo.

Si alzò da terra,  toccò  le corde e cantò. I suoni del suo canto erano indescrivibilmente belli e puri. Era il suo canto d'addio dalla terra e dal mare. Quando  finì la canzone iniziò a ballare. Con i piedi toccò  la superficie del mare creando schiuma intorno a lei. E poi  alzò i piedi e volò fino al cielo. Ritornò dal ragazzo e gli sorrise mentre sentì il fruscio dell’erba sotto i piedi. Ma una lacrima le solco il viso. Volò in aria intorno agli alberi, tra i boschi di bambù, e sotto i rami dei fiori di ciliegio. E quella musica la accompagnava  in continuazione,  e lei danzava ancora e ancora, e Zoro la ammirava  pieno di stupore e tristezza,  pensando quanto fosse meravigliosa.
Ma improvvisamente la musica finì ed anche il ballo. Si mise a cantare al chiaro di luna e nel silenzio della sera. Volando in aria al tempo stesso, in un primo momento  lentamente, poi sempre più velocemente, sempre più lontano attraversando i boschi fino alle montagne lontane.

La musica risuonava ancora nelle orecchie del samurai, e lei  si allontanava sempre di più. Zoro osservò quella  figura bianca come la neve finché non sparì completamente.  Il vento riportava ancora il suono della musica  ma piano piano anche quel suono diminuì completamente.

Il ragazzo era di nuovo solo, solo con gli spruzzi del mare ed il profumo dei pini. Pieno di meraviglia si riscosse come da un sogno e si incamminò nel bosco.
Tornava ogni giorno alla piccola baia, pieno di speranza, ma ogni volta si avviava a casa sconsolato finché non si convinse che non l’avrebbe più rivista. I giorni passavano lenti, e l’immagine della ragazza gli appariva continuamente di giorno e lo tormentava la sera prima di addormentarsi.

Due mesi dopo si recò al mercato per cercare una nuova katana. Era pieno di persone e un forte frastuono colmava l’aria umida di quel pomeriggio di agosto. Improvvisamente una strana sensazione lo colse dietro la schiena. Si girò di scatto e in mezzo alla folla vide spuntare una ragazza dalla pelle diafana e un’insolita chioma arancione. Un immenso calore lo avvolse mentre il cuore gli si riempiva di felicità .Lei gli sorrise arrossendo. Aveva scelto. Voleva assaporare una vita piena di emozioni insieme a quello scorbutico, testardo, maleducato, bellissimo e assai dolce buzzurro.
 

  
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