I’m part of you and you’re
part of me
Hillel be jumpin'
on that little baby Frumpkin
Say what, you got a pumpkin in
your pants?
“Allora, sei pronto?”
“Guarda che io sono nato pronto!”
Il ragazzo scoppia a ridere e molla uno spintone alla testa di cazzo che si
ritrova come migliore amico: non lo ammetterà mai, ma si sta letteralmente
cagando sotto.
Non è per il pubblico, no: Hillel sa che lui e la
sua vecchia sul palco se la cavano egregiamente… è che stasera Rona Frumpkin –quella Rona
Frumpkin- assisterà alla loro esibizione e non è più
sicuro che le rime che Antoine The Swan ha sfornato appositamente per l’occasione possano
funzionare, ecco tutto.
Ma il paroliere si è già accorto dell’agitazione in cui il buon vecchio Slovak è piombato –gli è bastato vederlo sistemarsi
spasmodicamente la tracolla della chitarra per qualcosa come una trentina di
volte- e quindi gli si avvicina sorridente, mollandogli un paio di pacche
d’incoraggiamento.
“Mi sa che stasera qualcuno giocherà a ‘dolcetto o scherzetto’ anche se non
siamo ad Halloween!” si affretta a canzonarlo, mentre Hillel
non può far altro che diventare di tutti i colori.
“Prega solo che la caramellina non sia amara!” sbuca dal nulla Flea, ridendo sguaiatamente quando il diretto interessato
si fionda a rincorrerlo.
Andrà tutto alla grande, si dice Hillel,
e in fondo ci crede per davvero.
He's as close to me
As a friend can be
I'll be standin'
by my buddy
He'll be standin' by
me
“Sicuro che Tone sia d’accordo? Voglio dire, v’ho tirato il pacco per i What Is This?
e adesso eccomi qua, come un perfetto stronzo, a chiedervi di rientrare nella
band…”
“Hillel” Flea non può
far altro che sorridergli incoraggiante, indicandogli la porta “Va’ lì dentro e
vedrai che non te ne pentirai.”
Il chitarrista ricambia il sorriso e segue il consiglio dell’amico,
fiondandosi come un fulmine dentro l’appartamento dell’uragano che, da qualche
anno, gli ha praticamente sconvolto la vita.
Anthony è seduto sul divano mezzo sfondato, un sorrisetto lieve a solcargli
le labbra, e con un cenno del capo gli fa cenno di avvicinarsi.
Hillel ubbidisce ma si affretta subito a parlare: a quanto pare l’altro non è
molto propenso a farlo, e lui desidera soltanto chiarire un po’ la faccenda.
“Senti, Tone, so che sono una testa di cazzo immensa e che ho lasciato te e
Flea nella merda nel momento meno opportuno, ma ho
voluto cogliere l’attimo, non capendo subito quanto importante fosse la nostra
amicizia… siamo più di una band, cazzo! Siamo qualcosa d’indescrivibile, quando
suono con voi è come se riuscissi ad arrivare sulla fottuta Luna e”
“Fatti abbracciare, idiota!” sbotta Anthony, alzandosi di scatto e
stringendolo affettuosamente “Non c’è nessun problema, amico… siamo qua, siamo
insieme e nessuno ci fermerà.”
Andrà tutto alla grande, si dice Hillel,
e ricambiando l’abbraccio sa che crederci non sarà poi così difficile.
Just another half of
The two headed freak
But I need him like
My heart needs to beat
“Dove cazzo è quella primadonna di Kiedis?”
In sala prove la tensione è alle stelle: Anthony è in ritardo di un’ora e
mezza e la domanda di Cliff suona come più che lecita.
Ciononostante Flea lo ignora e continua a
strimpellare distratto sul proprio basso, gesto che induce il batterista a
mandarli a cagare e ad uscire per fumarsi una sigaretta.
“Mike, tu lo sai che cazzo ha Tone, non è vero?” chiede Hillel,
e gli basta vedere gli occhi dell’amico così insolitamente tristi per capire
che Anthony dev’essersi messo nella merda.
“Non so quanto possa tirare avanti in queste condizioni, amico” sbotta
l’altro, fermandosi a fissarlo sconsolato “Non lo so proprio… Un giorno di
questi potrebbe lasciarci le penne”
Andrà tutto alla grande, si dice Hillel,
ma il groppo in gola gli fa capire che è probabile che stavolta le preghiere
non basteranno: non può immaginare una vita senza quel cazzaro
del suo migliore amico.
It's about my man
And his name is Hillel
For who my love
Is woul
brother sacred
“Ok, allora le regole le ho rispolverate… direi che l’incontro può
iniziare!” trilla Anthony tutto pimpante, andandosi a sedere in un angolo e
pregustandosi già la vittoria: Flea sarà anche
piccoletto e lesto, ma Hillel è un armadio a quattro
ante… non c’è storia, i soldi li ha praticamente già in tasca.
Nel frattempo il bassista parte all’attacco e, in men che non si dica,
butta al tappeto il compagno di band, sotto lo sguardo sbigottito degli
astanti… Flea compreso.
Quest’ultimo si affretta a tendere la mano ad Hillel,
che si tira su a fatica e borbotta qualche scusa imbarazzata, qualcosa come
“Scusate, devo aver mangiato qualcosa che m’ha scombussolato un po’… Vado a
buttarmi un po’ sul letto, ci si vede” e poi sgattaiola via in fretta e furia.
Anthony rimane impietrito sul posto, un brivido freddo che gli corre su per
la schiena e che comincia a fargli temere il peggio.
Andrà tutto alla grande, si dice Hillel,
sprofondando tra le lenzuola e ignorando la figura debole e triste che lo fissa
dallo specchio: certi mostri è bene lasciarli fuori dalla porta.
We were young
And we were looking
Looki-i-ing
Looking for that deep kick...
Seen 'em
come, seen 'em go...
“Anthony, ti cacciamo dal gruppo.”
Il silenzio cala inesorabile nella stanza, così come la verità, che non può
far altro che colpire il cantante in pieno volto, quasi fosse un cazzotto.
“Vogliamo fare musica ed è evidente che tu non lo vuoi, quindi te ne devi
andare. Prenderemo un altro cantante e andremo avanti. Tu sei fuori.”
Hillel lascia fare tutto a Flea e Jack: non si sente
nella posizione di cacciare Anthony, non
può farlo… lui stesso è il primo a farsi e strafarsi, ma gli altri
gliel’hanno già detto: “Tone non viene quasi mai alle prove”, “Tone si
addormenta durante le prove”, “a Tone non gliene frega un cazzo della band”…
Non è vero.
Hillel lo sa: la band l’ha fondata proprio lui, ha passato intere giornate sulla
terrazza a scrivere versi su versi, a cercare il modo giusto per far fluire più
spontaneamente le rime…
Che cazzo significa “Vogliamo fare musica ed è evidente che tu non lo
vuoi?”
Sono tutte balle, dannatissime balle, e lui non può far altro che sperare
che l’amico sbotti e s’incazzi e si metta ad urlare e protestare e ricordare
loro che la band è anche sua, e che se sono arrivati dove sono ora è anche
merito suo.
“Avete ragione, ragazzi. Vi chiedo scusa per non aver contribuito come
avrei dovuto per tutto questo tempo. Me ne vergogno, ma avete la mia più
completa comprensione; ragazzi, vi auguro ogni fortuna.” conclude invece
l’altro con fare laconico, per poi alzare i tacchi.
Andrà tutto alla grande, si dice Hillel,
osservando il proprio migliore amico scomparire dietro la porta: sa già dove
andrà, ma non farà nulla per fermarlo. Purtroppo.
He'll play a little guitar,
sing a few blues
He's the kind-a-guy that you
can't refuse
“È la cosa più bella che abbiamo mai fatto, te lo dico io… Non vedo l’ora
di far uscire questo disco!” esclama entusiasta Hillel,
sfilandosi di dosso la chitarra e fiondandosi ad abbracciare Anthony: entrambi
ridono come dei bambini, profondamente soddisfatti di quello che hanno appena
finito d’incidere.
E quale miglior modo di festeggiare se non quello di farsi un po’ di China
White in compagnia?
E pazienza se Tone ha appena festeggiato i cinquanta –cento? Duecento? Boh!-
giorni di totale assenza di droghe varie nel corpo: un disco figo come quello
che hanno appena concluso non lo si fa tutti i giorni… tanto vale festeggiare,
no?
Andrà tutto alla grande, si dice Hillel,
tornando a casa con Anthony sottobraccio, un po’ barcollando e un po’ cantando
canzoni sconce con lui, sempre senza smettere di ridere.
Deep inside the canyon I can’t
hide
All I ever wanted was your
life
“Dai, Hillel! Vedrai che una volta sul palco si
risolverà tutto!” lo rincuora Flea, ma Hillel sa che la sua è solo una falsa speranza.
Non ce la fa più: Londra è una merda, Londra diventerà la sua cazzo di
fottutissima bara –lo sente, lo sa- e lui non ce la può fare, di salire sul
palco non se ne parla proprio.
“Non posso farlo… Muoio qui.” singhiozza, al che gli altri due si scambiano
uno sguardo d’intesa e si siedono sul letto, proprio accanto a lui.
Passano un’oretta in sua compagnia, a suon di “Tu non preoccuparti, non c’è
nessun problema” lo convincono a suonare anche stasera, e lui li accontenta.
Una volta sul palco, però, non è più l’Hillel Slovak di un tempo: è l’ombra di se stesso, non si unisce
all’intro scoppiettante e alla seconda canzone si scusa di nuovo con un “Non ce
la faccio”, per poi fiondarsi nel backstage come una scheggia.
È Anthony a ritrovarlo, accovacciato in un angolo e con la testa tra le
mani, le lacrime che gli sgorgano dagli occhi come un fiume in piena.
“Hillel, ce la puoi fare. Prendi la tua fottuta
chitarra e torna sul palco!”
“No, non posso, cazzo!” piagnucola nuovamente lui “Cancella tutto, è
finita”
L’amico sospira e si lascia cadere sul pavimento, al suo fianco, per poi
abbracciarlo.
Andrà tutto alla grande, si dice Hillel,
anche se stavolta sarà più difficile di tutte le altre.
I'm tired of being untouchable
I'm not above the love
“Dove cazzo s’è andato a cacciare Hillel?”
ruggisce Lindy, mentre Anthony si guarda in giro con
il cuore in gola: sono alla NYU, manca pochissimo all’inizio dello show e del
chitarrista nemmeno l’ombra.
Ma è quando lui e Flea arrivano nel backstage che
lo trovano, strafatto di eroina fino al midollo.
“Hillel, cazzo! Avevamo fatto il patto di non
sballarci prima del concerto!” sbotta il cantante, mentre il diretto
interessato lo fissa con sguardo assente.
“Amico, questo non deve succedere… Se proprio vuoi farlo, fallo dopo!”
parte in quinta Flea “Prima si fa il concerto e poi
si festeggia… ma tu non ne sei capace.”
“Scusatemi…” mormora flebilmente Slovak,
profondamente ferito dallo sguardo velenoso che il migliore amico gli ha appena
rivolto.
Sa di averlo deluso, e questo è il dolore più grande che possa provare:
deludere Anthony significa deludere il mondo intero.
Andrà tutto alla grande, si dice Hillel,
afferrando la propria chitarra e iniziando a dirigersi verso il palco con andatura
incerta.
I used to shout
Across the room to you
And you'd come dancin'
Like a fool
“Vaffanculo, Hillel! Sei fuori!”
Queste sono le ultime parole che Hillel ha
sentito uscire dalla bocca di Flea: è vero, ha perso qualche
prova, ma non credeva fosse una tragedia…
Sta ancora rimuginando sulle due frasi secche con cui l’hanno ormai
liquidato da qualche giorno, quand’ecco che suona il telefono: è proprio Flea, che gli rivela di aver deciso di dargli una seconda
possibilità.
Hillel non ci pensa su due volte, prepara le valigie e si appresta ad andare
avanti con la tournée europea: il resto sono solo chiacchiere in confidenza con
Tone, promesse di disintossicazioni varie e risate condivise sul bus.
E quando il tour è finito e l’aeroporto sembra improvvisamente troppo
piccolo per contenere due persone così legate come lui e Anthony, non resta
altro da fare se non stringersi forte e salutarsi con svariati “Grande tour,
grande essere con te”, “Chiamami presto”, “Starò bene, tu starai bene?”, “Sì,
anch’io starò bene” e poi via, filare immediatamente dallo spacciatore di
fiducia.
Andrà tutto alla grande, si dice Hillel,
lasciando le banconote al messicano e ficcandosi in tasca la dose che ha appena
acquistato.
In my room
I'm all alone
Waiting for you
To get home
“Come te la passi?”
“Solite cose, fratello… Tu?”
“…”
“… Hillel? È tutto ok?”
“Io… James… No, non è tutto ok” sospira il ragazzo, strofinandosi gli occhi
con la mano che non sta reggendo la cornetta del telefono “Io… Voglio smetterla
di farmi di quella merda, no? E invece lei torna sempre, imperterrita, e non so
se resisterò ancora per molto, ecco”
“Dimmi dove sei, vengo a prenderti!”
“Nah, fratellino, lascia stare… è solo un momento
di paranoia, adesso me ne vado a letto e domani mattina sarò come nuovo, ok?”
“Ne sei sicuro? Guarda che non ci pesa venirti a prendere, basta che mi
dici dove sei e”
“Tranquillo, James… Tranquillo, no problem”
abbozza un sorriso “Mi ha fatto piacere sentirti, davvero”
“Anche a me!”
“E ti voglio bene… Lo sai, vero?”
“Anch’io te ne voglio… Magari un giorno di questi usciamo insieme, che
dici? Così ricominciamo a vederci come una volta…”
“Sarebbe magnifico”
“Perfetto! Allora… buonanotte?”
“Buonanotte, James… Stammi bene”
Andrà tutto alla grande, si dice Hillel,
riagganciando la cornetta e sbirciando con la coda dell’occhio la siringa che
se ne sta sul suo comodino, pronta ad accoglierlo.
On the day my best friend died
I could not get my copper
clean
“Non ci sarà alcun funerale, piantala di dire cazzate!”
Ione un po’ lo capisce: Anthony è strafatto e il dolore è troppo opprimente
per poter essere metabolizzato, ma deve mettersi in testa che Hillel non c’è più e che non è comportandosi così che lo
farà tornare indietro.
“Ormai non c’è più nulla da fare, Anthony… Ti prego, ascoltami”
“Non me ne frega un cazzo! Io devo andarmene di qui, mi sento morire… Mi
sento morire, capito? Non ce la
faccio più” chiude la valigia in fretta e furia e si precipita fuori dalla
porta, dove c’è un taxi ad aspettarlo.
Non c’è nessun dannatissimo funerale, stop.
Andrà tutto alla grande, si dice Anthony, mentre il panorama
sfreccia veloce fuori dal finestrino e a lui ritorna in mente la chiacchierata
che lui e Hillel hanno fatto qualche settimana fa in
pullman, diretti verso Oslo.
Too late to tell you how I
feel
I want you back but I get real
Can you hear my falling tears
Making rain where you lay?
Hillel Slovak. Figlio devoto, fratello, amico,
musicista.
“Ok, è qui e noi siamo venuti. Ora possiamo andarcene?”
“No, non è ancora arrivato il momento di andarcene. Io ora mi farò una
passeggiata… perché non mi fai un favore? Parla con Hillel,
digli come ti senti per la sua morte. E perché non gli fai anche una promessa,
qui, che non ti infilerai un altro ago nelle vene e che non berrai e che non
toccherai più droghe?”
“Parlare a cosa?” sbotta l’uomo, cercando di sembrare la solita testa di
cazzo sicura di sé “È un pezzo di terra con sopra una pietra”
“Fa’ come se Hillel sentisse e parlasse con te”
taglia corto quel sant’uomo di Bob, per poi allontanarsi.
Anthony si siede e, dopo svariati minuti di silenzio imbarazzato, prende
coraggio e se ne esce con un “Yo, Slim”,
il saluto che gli ha sempre rivolto.
È un attimo e sta già piangendo senza freni, la barriera è franata senza
alcuna esitazione e lui non può far altro che assecondare tutto il dolore che
aveva rinchiuso dentro se stesso e che ora sta fuoriuscendo.
Riesce a dire a Hillel quanto gli voglia bene e
quanto cazzo gli manchi, e gli racconta di essere pulito e della clinica che lo
sta seguendo.
“Ti prometto che non m’infilerò più un ago nel braccio. Starò pulito.”
Andrà tutto alla grande, si dice Anthony, poggiando una mano
sulla lapide e lasciandovi sopra qualche carezza: spera con tutto il cuore che Hillel lo possa sentire.
Destruction leads to a very
rough road
But it also
breeds creation
“Ho scritto una cosa…” Anthony porge il foglio al chitarrista, che lo
inizia a leggere con fare curioso “Ti avviso: sono un fiume in piena, può
essere che qualcosa possa essere incomprensibile e”
“Oh, perfetto! Ho già lavorato su una certa melodia e so come applicarla a
questi versi” gli sorride il più giovane e, una volta sedutosi, gli fa sentire
quel che ha in mente.
Anthony rimane bloccato per qualche istante, ma si affretta a sorridergli a
sua volta: il ragazzino è impressionante, gli son bastati cinque minuti per
imbastire una canzone dal nulla e sembra che sia abituato a farlo da sempre.
“Comunque le parole mi piacciono, e sono sicuro che anche Hillel sia del mio stesso parere” John azzarda un commento,
arrossendo un po’, e Anthony non può far altro che sorridere intenerito.
“Te ne sono grato, non avresti potuto farmi complimento migliore…”
Dopodiché prende uno sgabello e gli si siede di fronte, porgendogli il
proprio taccuino “Se vuoi, qui ho altro materiale su cui possiamo lavorare…”
John sorride entusiasta e insieme iniziano a leggere i testi, cercando di
tirarne fuori il meglio.
Andrà tutto alla grande, si dice Anthony, approvando con fare
soddisfatto il nuovo riff che John gli ha appena fatto sentire.
Just in case
You never knew
I miss you, Slim
I love you too
See my heart
It's black and blue
When I die
I will find you
“Se solo Hillel fosse ancora qui…” mormora Anthony
nel backstage, guardandosi intorno con fare sconsolato.
Le prove sono finite da poco e John gli è appena passato davanti, non
degnandolo nemmeno di uno sguardo.
Ha un brutto presentimento, Anthony: ha paura che John possa fare la stessa
fine di Hillel, e la cosa lo terrorizza a morte.
È capitato che abbia provato ad affrontare l’argomento con il chitarrista,
ma quest’ultimo lo ha sempre liquidato con qualche scusa o –peggio ancora-
cacciato via di malo modo.
Anthony sa che non può contare nemmeno su Flea:
lui e John si fanno i cannoni insieme, non crede proprio che il bassista possa
essere di qualche utilità in questo frangente.
“Ah, Hillel, bel casino, vero? Non riesco a
tenermi una cosa stretta manco a pagarmi, devo sempre mandare a puttane tutto…”
si massaggia le tempie, cercando di smaltire un po’ di tensione “Mi chiedo
sempre cosa sarebbe successo se al posto tuo ci fossi stato io… Avreste mandato
avanti i Red Hot? Sareste arrivati qui o avreste
buttato tutto quanto giù per il cesso?”
Si ferma per qualche istante, Anthony: effettivamente sta parlando da solo,
e perlopiù a voce alta, ma non gliene frega un cazzo.
Sta parlando a Hillel, questo è l’importante.
“Ti sarei grato se potessi darmi qualche dritta, Slim…
Anche solo un minuscolo segnale… Io ormai non so più che cazzo fare, qui”
Andrà tutto alla grande, si dice Anthony, anche quando vede John
scomparire nella propria stanza con un cartoccetto in mano.
I heard your voice through a
photograph
I thought it up it brought up
the past
Anthony si rigira il pacco tra le mani: è una piccola scatola marrone, e
lui ha paura di sapere cosa ci sia dentro.
All’improvviso gli cade lo sguardo su una parte scritta a penna, e
d’istinto la legge ad alta voce.
“Anthony, tu pensi quel che sento e capisci quel che dico. Ti voglio bene.
Questo è il nostro anno, 24. Hillel”
Il cantante si dirige meccanicamente verso il giardino e, sedutosi sui
gradini davanti alla porta d’ingresso, scoppia a piangere.
Andrà tutto alla grande, si dice Anthony, mentre in testa gli risuona
My Lovely Man.
Rest with me
My lovely brother
For you see
There is no other
Memory so sad and sweet
I'll see you soon
Save me a seat
Phoenix, Cobain… tutti, sono caduti tutti.
Anche lui.
È in momenti come questo, quando ha la scimmia a mille e il cervello inizia
a ronzare un po’ troppo, che Anthony maledice il fatto di non essere crepato.
Sa di aver deluso più di una persona… una
in particolare.
“Lo so, Hillel! Lo so! Ti ho fatto una promessa e
non l’ho mantenuta! Ma nemmeno tu l’hai fatto, eh? C’eravamo promessi che ci
saremmo dati una mano ad uscire dalla merda, e invece? Guardaci, io sono un
fantasma e tu ormai sei sottoterra da otto anni… Il mondo fa schifo”
Dopo qualche minuto di silenzio, riprende a parlare: “Che merda di uomo che
sono, vero? Ho anche il coraggio di rinfacciartelo… Devo solo starmene zitto,
mi merito tutta la merda che mi circonda”
“Mi manchi, Slim… Se ci fossi tu, sarei una
persona diversa… Tutto sarebbe diverso.”
Andrà tutto alla grande, si dice Anthony, asciugandosi qualche
lacrima e preparandosi l’ennesima siringa: lo sballo non vuole ancora arrivare?
E allora lui andrà a prenderselo, con le buone o con le cattive.
In you a star is born and
You cut a perfect form
“Sai, Anthony… Quando sento Dosed mi viene sempre in mente Hillel.”
Anthony si volta a fissare John: è imbarazzato –lo si vede- e a volte al
cantante sembra di avere ancora a che fare con il ragazzetto che arrossiva
sempre quando si andava a finire sull’argomento Slovak.
“Non te l’ho mai detto, ma una volta c’ho parlato alla fine di un vostro
concerto… era il mio idolo, avrei fatto di tutto pur di essere come lui.”
“Ah sì? E che t’ha detto?”
“Che era felicissimo di far parte della band e che dovevo solo pensare ad essere
me stesso… Ora torniamo al nostro album, su” taglia corto il chitarrista,
alzandosi in fretta per non mostrargli il lieve rossore che è comparso sul suo
volto.
Andrà tutto alla grande, si dice Anthony, seguendolo e ripensando
alla stella che, quattordici anni prima, è esplosa in tutta la sua
magnificenza.
Yes I'm cryin'
Now and no one can
Ever fill the
The hole you left, my man
I'll see you later
My lovely man if I can
A Hillel sarebbe piaciuto poter ritirare questo
premio, questo è poco ma sicuro.
A Hillel sarebbe piaciuto poter conoscere Josh o rivedere John –ecco, appunto: anche a lui sarebbe
piaciuto rivederlo, l’eremita- o fare la jam con i Guns
n’ Roses…
Fosse stato un altro giorno, Anthony lo avrebbe speso rimuginando sull’ingiustizia
della precoce dipartita dell’amico; ma oggi non è un giorno qualunque,
nossignore.
Oggi bisogna festeggiare, ed è sicuro che Hillel
li stia guardando in questo preciso istante, sperando che la baldoria inizi al
più presto.
Andrà tutto alla grande, si dice Anthony, mentre James Slovak raccoglie una standing ovation ritirando il premio
del proprio fratello.
I pray for you most every day
My love's with you, now fly
away
“Un quarto di secolo e sembra ieri…”
È vero: Anthony non possiede molti ricordi chiari di quel periodo –nessuno,
a dire la verità- o di quel giorno, ma da una parte è un bene: ricorda con più
gratificazione il sollievo di quando è riuscito finalmente a liberarsi di tutto
il dolore che lo stava mangiando dall’interno, e la gioia della rinascita della
band.
È vero, se tutto fosse andato per il verso giusto a quest’ora Hillel sarebbe un allegro cinquantenne, sicuramente padre,
ma non sa se sarebbe ancora il chitarrista dei Red
Hot Chili Peppers.
Già averlo vivo sarebbe un grandissimo dono.
Ma Hillel il suo dono lo ha già fatto: ha
contribuito a creare e realizzare il loro progetto ambizioso, e se oggi sono
qui, se oggi Anthony stesso è qui,
deve ringraziare anche lui.
Andrà tutto alla grande, vecchio mio? Non lo
so, si dice Anthony, per ora mi basta sapere che è da venticinque
anni che ci tieni d’occhio, e sapere che una parte di me è lassù, in tua
compagnia, non può che rendermi estremamente felice.
Yo, Slim.